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2.1.1 Il corpus delle opere rupertiane

La presentazione degli scritti rupertiani non è scevra di difficoltà poiché tutt’oggi alcuni di essi sono inediti, mentre per altri è problematico fornire una datazione veramente attendibile. Ruperto è uno scrittore fecondo, arguto, dotato di un’intelligenza sottile e solo l’analisi delle diverse tappe della sua carriera ecclesiastica costituisce il criterio che consente di fissare, anche se talvolta in maniera approssimativa, la cronologia dei suoi scritti. Sul criterio con il quale stabilire l’autenticità, però, delle opere dell’abate di Deutz non sembra esistere

oggi quasi alcun dubbio

1 .

Ruperto ha lasciato tre cataloghi2 che comprendono tutte le opere principali, due dei quali seguono un ordine cronologico3; possediamo, inoltre, tre cataloghi redatti in epoca relativamente vicina all’autore e che recano una conferma per le grandi opere e preziose indicazioni per gli opuscoli secondari4. Grazie a tali

1 Si è deciso di considerare, per la ricostruzione cronologica delle opere rupertiane, nello specifico

i contributi di M.MAGRASSI, Teologia e Storia nel pensiero di Ruperto di Deutz, studia Urbaniana 2, Roma, 1959; M. L. ARDUINI, Contributo alla biografia di Ruperto di Deutz, in «Studi Medievali» III, 16 (1985); ID, Neue Studien über Rupert von Deutz, Siegburg, 1985; J. VAN

ENGEN, Rupert of Deutz, Los Angeles-Berkeley-London, 1983.

2 Cfr. R

UPERTUS TUITIENSIS, Epistola ad Romanum Ponteficem, in PL 169, coll. 11-12; ID, Epistola ad Cunonem, in PL 170, coll. 10-12; ID, Super Quaedam Capitula Regulae Divi Benedicti Abbatis, in PL 170, col. 489D.

3 Proprio grazie all’utilizzo dei cataloghi ordinati cronologicamente, con l’apporto dei dati

contenuti nei vari prologhi, si può giungere ad una determinazione approssimativa ma sicura della datazione e della autenticità delle opere di Ruperto; cfr. M.MAGRASSI, Teologia e Storia nel pensiero di Ruperto di Deutz, Studia Urbaniana 2, Roma, 1959, pp. 23-35.

4 Il primo catalogo enumera tredici opere e si trova nel Thioderici catalogus Abbatum Tuitiensium,

in «Monumenta Germaniae Historica» (da ora in poi MGH) XIV, 1883, p. 565; il secondo si trova nell’opera di REINERUS S.LAURENTII LEODIENSIS, De ineptiis cuiusdam idiotae, in MGH XX, pp. 595-596; in PL 204, coll. 21-23; il terzo è il catalogo della biblioteca di Liegi del XIII secolo, ms.

strumenti, è possibile descrivere come segue la complessa articolazione del corpus rupertiano:

Opere autentiche

Prima del sacerdozio (tra il 1095 ed il 1110)

Le prime opere rupertiane sono modeste composizioni in versi su argomenti disparati ed alcune agiografie di cui non rimane quasi nulla5.

1. Hymnum sive oratio ad Spiritum Sanctum. Il testo è composto in

versi saffici6.

2. Libellum de diversis Scripturarum sententiis7.

3. De incarnazione Domini8. Si tratta di una poesia oggi perduta.

Brux., 9810-14, pubblicato da J.GESSLER, La bibliothèque de l’Abbaye de S. Laurent a Liège au XIII siècle, Tongres, 1927, che contiene gran parte della produzione rupertiana.

5 Ruperto stesso sostiene che la sua attività esegetica ebbe inizio dopo il sacerdozio. Descrive in

questi termini la propria produzione anteriore: «magnam intus versabam materiam, per angustum foramen ubertim prodire non valentem, dum metricis pedibus verba ligando (… )longum in paucis sermoni bus laborem insumerem»; cfr. RUPERTUS TUITIENSIS, De gloria et honore Filii Hominis super Mattheum (da ora in poi Super Matthaeum), in PL 168, coll. 1307-1634; col. 1600A (ed. crit. a cura di R. Haacke in «Corpus Christianorum Continuatio Medievalis» 26, (da ora in poi CCCM) Turnhout, 1974).

6 Cfr. R

UPERTUS TUITIENSIS; Hymnum sive oratio ad Spiritum Sanctum, in CCCM 29, pp. 422- 424.

7

Gerberon ha ritenuto si trattasse unicamente di un insieme di passi patristici e biblici; cfr. GERBERON, Apologia pro Ruperto Abbate Tuitiensi, in PL 167, coll. 23-194; col. 43B.

8 Ruperto vi allude nel Prologo del suo commento al Cantico dei Cantici; cfr. R

UPERTUS

TUITIENTIS, Commentaria in Canticum Canticorum de Incarnatione Domini (da ora in poi In Canticum Canticorum), in PL 168, coll. 837-962; col. 838 (ed. crit. a cura di R. Haacke, CCCM 26, Turnhout, 1974, p. 7).

4. Vita Sancti Augustini9. Il testo si compone di estratti di opere agostiniane connessi da qualche frase dell’agiografo.

5. Vita sanctae Odiliae10, opera perduta.

6. Cantus de sancto Teodardo martyre, Goare ac Severo confessoribus11, perduti.

Dopo il sacerdozio (tra il 1110 ed il 1119)

1. De Divinis Officiis12. L’opera è stata terminata nel 1111. Si tratta della

prima opera rupertiana di impostazione teologica, si presenta come un’originale esegesi dell’anno liturgico il cui ufficio viene modulato sui misteri di Cristo. Ruperto affronta temi relativi alla vita sacramentale, all’Eucaristia, alla vita monastica ed all’Incarnazione.

2. In S. Job Commentarius13. Si tratta di un riassunto del commento di Gregorio al libro di Giobbe; la non evidente originalità dell’opera fa pensare ad un lavoro giovanile rupertiano.

3. Gli opuscoli polemici De Voluntate Dei14 ed il De Omnipotentia Dei15.

9

Il testo si trova nel catalogo di Raniero di S. Lorenzo cit. (alla nota 4).

10 Opera citata nel catalogo di Raniero di San Lorenzo cit. (vedi alla nota 4). 11

Ibidem.

12

Cfr. RUPERTUS TUITIENSIS, De Divinis Officiis, in PL 170, coll. 1215-1505 (ed. crit. a cura di R. Haacke, CCCM 7, Turnhout, 1967, pp. 1-474).

13

Cfr. ID., In Job Commentarius, in PL 168, coll. 961-1196.

14

Cfr. ID., De Voluntate Dei, in PL 170, coll. 437-454.

15

4. Commentaria in evangelium S. Iohannis16. L’opera è un grande commento al Vangelo di Giovanni ed è anche la prima importante opera esegetica rupertiana.

5. De sancta Trinitate et operibus eius17. L’opera è un monumentale commentario dei diversi libri della Scrittura sulle opere della Trinità.

6. In Apocalipsym18. L’opera fu composta su richiesta dell’arcivescovo di Colonia, Federico, cui è dedicata.

7. In XII Prophetas minores19. L’opera si compone di due parti: la prima

dedicata ai primi sei profeti e l’altra dedicata ai successivi.

8. De Victoria Verbi Dei20. All’interno dell’opera Ruperto ripercorre le

lotte dei giusti dell’Antico Testamento, nelle quali scorge le vittorie del Verbo divino in preparazione alla sua Incarnazione.

16

Cfr. ID., Commentaria in Evangelium S. Iohannis, in PL 169, coll. 201-826 (ed. crit. a cura di R. Haacke, CCCM 9, Turnhout, 1969).

17

Cfr. ID., De sancta Trinitate et operibus eius, in PL 167, coll. 198-1828 (ed. crit. a cura di R. Haacke, CCCM 21-24, Turnhout, 1971-72).

18 Cfr. I

D., In Apocalipsym, in PL 169, coll. 825-1214.

19

Cfr. ID., In Prophetas minores, in PL 168, coll. 9-836.

20

Cfr. ID., De Victoria Verbi Dei, in PL 169, coll. 1215-1502 (ed. crit. a cura di R. Haacke, MGH 5, Weimar 1970).

9. In Cantica Canticorum de Incarnazione Domini21. L’opera esprime

l’acutezza e l’originalità del pensiero rupertiano, con l’interpretazione del Cantico dei Cantici in chiave mariana.

10. Anulus sive Dialogus inter Christianum et Judeum22. Si tratta di un

opera didattica contro gli ebrei scritta su commissione.

11. De laesione virginitatis23. Nell’opuscolo Ruperto sostiene la possibilità di consacrare una donna non più vergine.

12. De gloria et honore Filii hominis, super Matthaeum24. L’opera fu

cominciata su proposta di Cunone, abate di Siegburg, chiamato da Ruperto il suo Protettore.

13. Super quaedam capitula Regulae Divi Benedicti Abbatis25. Si tratta di

un’opera apologetica nella quale l’autore espone e combatte le consuetudini e le obiezioni dottrinali dei premostratensi e dei canonici regolari.

21 Cfr. I

D., In Canticum Canticorum, in PL 168, coll. 837-962 (ed. crit. a cura di R. Haacke CCCM 26, Turnhout, 1974, pp. 1-183).

22

Cfr. ID., Anulus sive Dialogus inter Christianum et Judaeum, in PL 170, coll. 537-544 (ed. crit. a cura di R. Haacke, «Studi Storici» 119-121, con testo critico di M. L. Arduini, Roma 1979).

23

Cfr. ID., De laesione virginitatis, in PL 170, coll. 545-559.

24

Cfr. ID., Super Matthaeum cit. (alla nota 5).

25

14. Opus ex libris Regum de glorioso rege Davide. Il testo è andato

perduto ma da quanto sostiene Ruperto si tratta di un commento al libro dei Re, composto su preghiera e comando di Federico arcivescovo di Colonia26.

15. De glorificazione Trinitatis et processione Spiritus Sancti27.

Nell’opera Ruperto cerca di argomentare e giustificare, contro gli Ebrei, il mistero della Trinità sulla base di alcuni passi significativi dell’Antico Testamento.

16. De incendio oppidi Tuitiensi28.

17. De meditatione mortis29. L’opera rimase incompiuta a causa della

morte di Ruperto.

18. Altercatio monaci et clerici, quod liceat monacho praedicare30;

L’Epistola ad Everardum, Abbatem Brunwillarensem31

; L’Epistola ad Liezelinum canonicum32. Si tratta di opuscoli polemici nei quali Ruperto rivendica il diritto, per

i monaci, di predicare e di amministrare le Chiesa, visto anche il suo interesse nei confronti delle polemiche in corso all’epoca tra nuovi Ordini canonicali e gli Ordini monastici.

26 Cfr. I

D., Super Matthaeum cit. (alla nota 5), col. 1475D.

27

Cfr. ID., De glorificatione Trinitatis et processione Spiritus Sancti, in PL 169, coll. 9-202.

28

Cfr. ID., De incendio oppidi Tuitiensi, in PL 170, coll. 333-338.

29 Cfr. I

D., De meditazione mortis, in PL 170, coll. 357-390.

30

Cfr. ID., Altercatio monachi et clerici, quos liceat monacho predicare, in PL 170, coll. 537-542.

31

Cfr. ID., Epistola ad Everardum, Abbatem Brunwillarenses, in PL 170, coll. 543-544.

32

19. Sermo de Sancto Pantaleone33.

Opere dubbie o spurie

1. Vita S. Heriberti. L’operetta tratta della vita di Eriberto fondatore del

monastero di Deutz34; il cui autore è un monaco di S. Lorenzo di Liegi.

2. Chronicon S. Laurentiis35.

3. De vera vita apostolica36.

4. Passio B. Eliphii martyris37.

33

Cfr. M.COENS, Un Sermon inconnu de Rupert, abbé de Deutz, sur s. Pantaleon, «Analecta Bollandiana» 55 (1937), pp. 244-267.

34

L’opera si trova in PL 170, coll. 389-428. L’attribuzione è controversa, secondo Magrassi nessun elemento permette di attribuirlo a Ruperto, ma neppure lo vieta, Van Engen ed Arduini lo attribuiscono invece a Ruperto; cfr. M.MAGRASSI, Teologia e Storia cit. (alla nota 3), p. 34; J. VAN ENGEN, Rupert of Deutz, cit. (alla nota 1), p. 86; M.L.ARDUINI, Contributo, cit. (alla nota 1), p. 122.

35

Il testo si trova in PL, coll. 669-702. In passato lo scritto fu unanimemente attribuito a Ruperto, ma recentemente è stata messa in dubbio la sua autenticità, cfr. M.L.ARDUINI, Neue Studien über Rupert von Deutz, Siegburgerstudien 17, Siegburg, 1985.

36

L’opera si trova in PL 170, coll. 611-664. Il testo è stato studiato nel quadro delle controversie tra monaci ed ordini canonicali nel XII secolo, cfr. M.L.ARDUINI, Un testo ancora da scoprire: il “De vera vita apostolica”, in L’Europa dei secoli XI e XII fra novità e tradizione: sviluppi di una cultura. Atti della decima Settimana internazionale di studio (Mendola, 25-29 agosto 1985), Milano 1989, pp. 305-377.

37

5. De calamitatibus ecclesiae Leodiensis, sive Carmina de S. Laurentio, sive Carmina exulis38.

6. In Ecclesiasten39.

38

L’opera è contenuta nel ms. Cambrai, Bibl. Nat. Paris, lat. 386.

39 Il testo è in PL 168, coll. 1195-1306. Si tratta di un dialogo tra un maestro ed un discepolo.

L’opera è stata considerata autentica fino alcuni decenni fa, oggi è considerata spuria, cfr. M.L. ARDUINI, Ruperto, San Norberto e Abelardo: per l’edizione critica delle “opera minora Ruperti abbatis tuitiensis”,Vita e Pensiero, Milano, 1993.