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Creazione della figura dell’imperatrice Jingū

2.1. L’imperatrice Jingū (169-269)

2.1.1. Creazione della figura dell’imperatrice Jingū

Nel Giappone moderno degli anni antecedenti la Seconda Guerra Mondiale, la figura dell’imperatrice Jingū era molto conosciuta e faceva parte del programma di storia delle scuole primarie.448 Nel secondo dopoguerra, la figura dell’imperatrice fu revisionata to- talmente e molti studiosi misero in dubbio la realtà storica di Jingū.449

443 DAVIES, Roger J, OSAMU Ikeno. La Mente Giapponese. Roma: Meltemi, 2007. Cit. p. 137.

444 IKEGAMI, Eiko. The Taming of the Samurai: Honorific Individualism and the Making of Modern Japan. Cambridge: Harvard University Press, 2003. Cit. p. 91.

445 ASTON, W G. (a cura di). Nihongi: Chronicles of Japan from the Earliest Times to A.D. 697. London: Published for the Society by Kegan Paul, Trench, Trübner, 1896. Cit. p. 229.

446 ASTON, W G. (a cura di). Nihongi: Chronicles of Japan from the Earliest Times to A.D. 697. London: Published for the Society by Kegan Paul, Trench, Trübner, 1896. Cit. pp. 232-233.

447 ASTON, W G. (a cura di). Nihongi: Chronicles of Japan from the Earliest Times to A.D. 697. London: Published for the Society by Kegan Paul, Trench, Trübner, 1896. Cit. pp. 234-235.

448 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 95.

Studiosi contemporanei tra cui Akima Toshio, invece, assumono una posizione più equilibrata tra le due visioni. Infatti, essi sono concordi nell’affermare che la leggenda dell’Imperatrice Jingū sia un prodotto dialettico tra eventi storici realmente accaduti ed elementi mitologici che hanno influenzato e strutturato la leggenda stessa.450 I concetti mitologici si espandono e si modificano in correlazione con le specifiche realtà storiche, così come la conoscenza delle persone su un fatto storico si evolve nello stesso modo per adattarsi ai concetti mitologici. Come ogni altro mito, la leggende dell’imperatrice Jingū sono il prodotto di questo processo di evoluzione.451

Essendo ormai appurato, sia dalle analisi che dagli studi che le donne dell’antichità esercitarono influenza e potere per un lungo periodo, quindi è possibile accettare come veritiera l’esistenza di una donna conquistatrice come Jingū.452 Inoltre, la leggenda dice

che i rapporti di Jingū con la Corea avvennero nel III secolo. Tale fatto ha effettivo fon- damento storico, infatti le fonti storiche e archeologiche coreane testimoniano che ci fu- rono effettivi contatti sia pacifici che bellici tra il Giappone e la Corea tra il III e VII secolo d.C.453 Nel 562 il Giappone perse il controllo sul dominio che manteneva sul ter- ritorio coreano e per quasi un secolo vi furono saltuari tentativi di riconquistarlo.454

Quando fu affidato il compito agli studiosi del VIII secolo di compilare i primi annali storici giapponesi per legittimare l’autorità imperiale, questi si trovarono davanti a loro diversi problemi. Prima di tutto, dovettero fare un incredibile lavoro di ricerca e raccolta delle numerose tradizioni orali tramandate nelle varie province e selezionarle in modo da ricostruire il passato del Giappone. Fecero ricorso anche ad opere storiche scritte coreane e cinesi, tra cui gli annali cinesi Wei zhi (297 d.C. ca.), al cui interno veniva descritta la figura della regina Himiko.455 Dovevano quindi spiegare il passato di Himiko, la com-

parsa del forte personaggio di nome Ōjin e del suo dubbio lignaggio.456 Infine, lo scopo

450 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 99.

451 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 99.

452 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

453 CAROLI, Rosa, e GATTI,Francesco. Storia Del Giappone. Roma, GLF editori Laterza, 2014. Cit. p. 13. Vedi anche PIGGOTT, Joan R. The emergence of Japanese Kingship. California, Stanford University Press, 1997. Cit. p. 42.

454 CAROLI, Rosa, e GATTI,Francesco. Storia Del Giappone. Roma, GLF editori Laterza, 2014. Cit. p. 20.

455 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

456 Secondo diversi studiosi Ōjin era un uomo proveniente dal continente che conquistò il Giappone. Vedi AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese

principale del loro lavoro era di giustificare tutte le divinità esistenti e collocarle nel pan- theon “nazionale” in modo gerarchico, così da legittimare l’autorità suprema del sovrano, assicurandogli i diritti esclusivi di presiedere sui riti religiosi come sacerdote di primo livello.457

Gli studiosi dell’VIII secolo seppero conciliare la storia del governo maschile con la tradizione della venerazione di divinità femminili,458 creando ingegnosamente un perso- naggio complesso, nato dall’unione di fatti conosciuti tramite le vite di sovrane realmente esistite, diventando la perfetta personalizzazione e sintesi dei ruoli politici, militari, so- ciali e sacerdotali del sovrano e della società dell’epoca.459 Nella storia giapponese non

sarebbe avvenuta la comparsa dell’imperatrice Jingū se non ci fosse stata di base un’ar- caica società in cui i ruoli di potere erano distribuiti equamente fra i due generi (che alcuni storici hanno persino definito matriarcale).460 Inoltre, nonostante l’introduzione del pen- siero confuciano che dettava il concetto di superiorità maschile, la tradizione autoctona di venerazione di divinità femminili durò abbastanza per permettere alla dea del sole di essere nella posizione superiore nella teogonia. Con la figura di Jingū, quindi, i compila- tori riuscirono a spiegare quell’antico passato ignoto, trasformarono il senso di sconfitta del territorio coreano in orgoglio per le sue illustri imprese del passato. Esaltarono lo status di Jingū a imperatrice, una posizione meno autoritario di un kami, in risposta alla sovranità femminile dei culti indigeni. Inoltre, la fecero discendere da un principe di Silla, legittimando la rivendicazione sul regno coreano per diritto di discendenza. Infine, fa- cendo discendere Ōjin da lei, risolvettero il problema delle sue dubbie origini, unendolo al lignaggio imperiale. A prescindere dalla poetica della narrazione e i motivi che hanno spinto i compilatori dell’VIII secolo, l’Imperatrice Jingū è una donna leggendaria con un

457 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

458 Un antico sovrano si garantiva l’acquisizione della ricchezza del mare magicamente attraverso il sacro matrimonio con una sciamana, che rappresentava la dea del mondo sottomarino e la figlia del dio del mare. Si credeva che la sciamana avesse l’abilità di viaggiare liberamente tra il mondo sottomarino (ne no kuni) e il mondo umano. Gli antichi giapponesi identificarono il ne no kuni con ogni lontana terra straniera per due motivi. Il primo, perché si credeva che una nave discendesse un dirupo nel momento in cui salpava lontano dalla terra e quindi discendeva sott’acqua. La seconda, perché sia il mondo sottomarino che la terra straniera erano considerati come regioni mitologiche. Il sovrano giapponese, quindi, divenne il mediatore tra queste due regioni e il Giappone in cui vivevano. Si credeva che il ne no kuni fosse sia la terra dei morti che la fonte di ogni ricchezza e della nuova vita. Per questo motivo i paesi continentali furono visti in possesso di questi attributi. Il viaggio verso il continente era pieno di insidie e pericoli, ma garantiva l’acquisizione di una nuova cultura. Vedi AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subju- gation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. pp. 176-177. 459 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

460 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

considerato grado di storicità, nata dalla necessità di rinforzare un arcaico sentimento di “unione nazionale” (sebbene sia ancora presto per riconoscere una vera unione nazionale) e di dimostrare sia ai giapponesi stessi che alla Cina, la maturità culturale raggiunta.461

Dopo il IV secolo, quando il Giappone divenne coinvolto militarmente negli scontri di potere in Corea, il culto della dea del mare gradualmente si trasformò nel culto dell’im- peratrice Jingū, alla quale si attribuiva la conquista di Silla con l’aiuto di pesci e il parto miracoloso dell’imperatore Ōjin.462 L’innovazione nella vita giapponese veniva dal con-

tinente e la famiglia imperiale manteneva la sua posizione di governo, monopolizzando l’importazione della cultura.463 Il ruolo dell’antico sovrano giapponese come detentore

della cultura veniva quindi assicurato dalla figura femminile della sciamana.

Questo ruolo dell’antico governo risultò in una salda importazione della cultura conti- nentale e l’invasione degli stati continentali, entrambi stimolati dal desiderio di acquisire una cultura più avanzata. In questa situazione, la leggenda di Jingū servì non solo come un mito per spiegare l’origine della sottomissione degli stati coreani all’imperatore giap- ponese, ma anche come forma di incoraggiamento per coloro che partecipavano all’inva- sione, garantendo loro una nuova vita quando fossero partiti per la guerra verso spaven- tose terre oltremare, che erano associate alla terra dei defunti. Questo aspetto della leg- genda fu utilizzata nell’educazione scolastica dai guerrafondai durante la Seconda Guerra Mondiale.464