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2.1. L’imperatrice Jingū (169-269)

2.1.2. Ricostruzione letteraria

Con il tempo la storia di Jingū venne ripresa e riadattata più volte: cronache storiche e interpretazioni fantasiose; narrative sulle origini di santuari (jisha engi)465 e rotoli pittorici (emaki); racconti di guerra (gunki monogatari), opere teatrali Nō e poesie.466

461 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

462 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 176.

463 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 178.

464 AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla." Japanese Journal of Religious Studies. 20: 2-3. pp. 95-185. Nanzan University, 1993. Cit. p. 178.

465 Sono principalmente tre le versioni della leggenda di Jingū e la fondazione di santuari. Sumiyoshi taisha jindaiki (testo dell’VIII secolo d.C.) dedicato al culto del dio Sumiyoshi, Kada Awashima jinja engi (XV secolo) dedicato al culto di Awashima e Rokugō kaizan Ninmon daibosatsu hongi (XIV secolo) dedicato al dio Hachiman. Tutti e tre le divinità hanno profonde connessioni con le comunità marittime e alle loro tradizioni. RAMBELLI, Fabio. The Sea and the Sacred in Japan:

Aspects of Maritime Religion. 2018. Versione Ebook.

In seguito alla ritirata della flotta navale mongola-coreana dalle coste giapponesi du- rante il XIII secolo e dopo al successivo tentativo di invasione della Corea da parte di Toyotomi Hideyoshi nel XVI secolo, la leggenda popolare della conquista coreana dell’imperatrice Jingū si diffuse ampiamente, arricchita da descrizioni e visioni etnocen- triche.467 Infatti, gli scritti etnocentrici su Jingū a opera di sacerdoti shintoisti contribui- rono alla trasformazione della storia originale di Jingū in leggende popolari che enfatiz- zarono sempre più la conquista della penisola coreana. La diffusione di santuari dedicati a Ōjin come dio della guerra Hachiman incrementarono la percezione popolare di Jingū conquistatrice. Le leggende si diffusero ampiamente nel periodo Tokugawa attraverso la letteratura popolare, stampe ukiyo-e,468 bambole e il teatro.469

Ciò nonostante, nel XVIII e XIX secolo gli studiosi del tempo dubitarono della stori- cità del regno di Jingū. La riesaminazione della leggenda iniziò con lo studioso e com- mentatore di opere classiche Kamo Mabuchi (1697-1769), per poi essere portata avanti dal suo discepolo Motoori Norinaga (1730-1801). I due analizzarono i materiali usati dai compilatori del Nihon shoki per la stesura della biografia dell’imperatrice. Ma impregnati della dottrina neoconfuciana diffusa nel periodo Tokugawa, i due studiosi negarono l’evi- denza storica dell’esistenza di donne sovrane e dominatrici, screditando i contributi so- ciali che le donne diedero in passato. Per questo conclusero che la leggenda di Jingū era semplicemente mitologica senza alcun fondamento storico.470

Dopo la Restaurazione Meiji, Jingū servì come simbolo dell’Impero e della conquista per la visione imperialista del Giappone moderno.471 L’importanza della sua figura fu

sottolineata anche nel 1883, quando la Banca del Giappone stampò il ritratto di Jingū sulla banconota da uno yen, divenendo la prima donna ad essere ritratta su banconote giapponesi.472 Inoltre, la leggenda di Jingū iniziò ad essere diffusa e studiata sui libri di scuola per giustificare l’annessione giapponese della Corea del 1910.473 Come abbiamo

467 ALLEN, Chizuko. "Empress Jingū: a Shamaness Ruler in Early Japan." Japan Forum. 15.1 (2001): 81-98. Cit. p. 82. 468 Katsukawa Shuntei (1770-1824), Utagawa Kunisada I (Toyokuni III) (1786-1864), Utagawa Kuniyoshi (1797-1861), Hasegawa Sadanobu I (1809-1879), Tsukioka Yoshitoshi (1839-1892), Utagawa Yoshitsuna (1848-1868).

469 ALLEN, Chizuko. "Empress Jingū: a Shamaness Ruler in Early Japan." Japan Forum. 15.1 (2001): 81-98. Cit. p. 95. 470 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

471 RAMBELLI, Fabio. The Sea and the Sacred in Japan: Aspects of Maritime Religion. 2018. Versione Ebook.

472 L’autore del ritratto fu l’italiano Edoardo Chiossone, impiegato nella Paper Currency Bureau (odierna National Prin- ting Bureau). L’immagine di Jingū ha tratti di una donna occidentale. Internet Archive Wayback Machine. https://web.ar-

chive.org/web/20071214195526/http://www.imes.boj.or.jp/cm/english_htmls/history_18sub.htm (Ultima consultazione

28/09/2018).

473 AOKI, Michiko Y. “Empress Jingū: the shamaness ruler” in MULHERN, Chieko I. Heroic with Grace: Legendary

Women of Japan. 2015. Versione Ebook.

AKIMA, Toshio. "The Myth of the Goddess of the Undersea World and the Tale of Empress Jingū’s Subjugation of Silla."

visto, nella leggenda la Corea era già appartenuta al Giappone, quindi la guerra era legit- timata per riottenere ciò che un tempo era loro di diritto. Inoltre, in un passo del fudoki Jingū stessa in un monologo sull’impresa bellica contro Silla, disse che la guerra doveva essere svolta in segreto. Questo concetto, riadattato, fu riutilizzato in occasione dell’at- tacco a Pearl Harbor della Seconda Guerra Mondiale, aggressione contro gli Stati Uniti che ne decretò l’entrata in guerra contro le forze dell’Asse.474

Nuovamente, molti studiosi del secondo dopoguerra dubitarono della realtà storica di Jingū, tornando in questo modo ad essere una figura mitologica. Tuttavia, si mantenne una sentita considerazione delle citazioni delle cronache storiche coreana incorporate nel

Nihon shoki, e iniziarono gli studi per analizzare gli elementi storici e reali contenuti tra

quelli mitologici.475 Oggi la figura di Jingū ha perso la sua attrattiva e la funzione politica, causando una conseguente e drastica diminuzione della sua popolarità sia dal punto di vista sociale e storiografico che dal punto di vista politico.