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Il periodo “Florence Nightingale”

2.3. Yamamoto Yae (1845-1932)

2.3.3. Il periodo “Florence Nightingale”

La morte nel 1890 dell’amato marito la distrusse emotivamente. Fino a quel momento riuscì a superare qualsiasi ostacolo e difficoltà che le si parò davanti, per quanto doloroso riuscì sempre a mantenere un contegno doveroso al suo rango di figlia di samurai, non dimostrandosi mai debole e in lacrime. Ma dopo la morte di Jō continuò a piangere per giorni, ferma nella sua disperazione, senza riuscire ad essere in grado di andare avanti. La svolta a questo blocco fu permessa dalla pratica della cerimonia del tè.577 Durante la cerimonia, il praticante entrava in un processo spirituale di analisi e miglioramento dello spirito. Ebbe l’occasione di analizzare la sua vita vissuta fino ad allora. Prese le distanze dalla Dōshisha e dall’insegnamento, si iscrisse alla Società della Croce Rossa Giapponese e all’Associazione di infermiere volontarie, dedicandovi anima e corpo. Ritornò in questo

575ISHIKAWA,Mariko. Niijima Yae. Buke no onna wa matsuge wo nurasanai(Niijima Yae. Una donna samurai non piange.) PHP kenkyūjo, 2012. Versione Ebook.

576 ISHIKAWA, Mariko. Niijima Yae. Buke no onna wa matsuge wo nurasanai (Niijima Yae. Una donna samurai non piange.) PHP kenkyūjo, 2012. Versione Ebook.

modo a prendersi cura per alcuni mesi dei feriti della prima guerra sino-giapponese (1894- 1895) e della guerra russo-giapponese (1904-1905).578 La sua esperienza durante l’asse-

dio del castello Tsuruga le insegnò che la mancanza di medicine e appropriati bendaggi è un’importanza causa di morte. Conscia di ciò, Yae si impegnò ad investire sull’infermie- ristica di campo (a cui allora si tendeva ad assegnare poca importanza). Per i suoi servigi le venne conferita l’onorificenza di sesto grado dell’Ordine della Corona Preziosa.579

Nel 1928 fu invitata al matrimonio della nipote di Matsudaira Katamori con il principe imperiale Chichibu Yasuhito. In quell’occasione il nome di Aizu venne finalmente ripu- lito dalla macchia di “traditore”.580 Nel 1932 Yae spirò all’età di 86 anni. Il suo funerale

venne celebrato nell’auditorium della Dōshisha con una partecipazione di 2000 per- sone.581

L’esempio di Yae è significativo nel mostrare l’impatto che l’educazione ricevuta, di- versa a seconda dell’estrazione sociale e della località, e le circostanze politiche potevano avere sulla partecipazione femminile nell’attività bellica nel Giappone pre-moderno e nelle prime fasi della modernità. In altre parole, Yae divenne ciò che fu non solo per l’indole e la personalità con cui era nata. Come abbiamo visto, in primo luogo fu per il contesto familiare che ebbe la possibilità di studiare e dedicarsi ai fucili. Inoltre, l’impor- tanza della famiglia e della posizione che occupava all’interno del dominio, e il conse- guente matrimonio con Shōnosuke, con molta probabilità le permisero di svolgere gli importanti ruoli che ebbe durante la battaglia di Aizu.

Solo nella prima parte della sua vita la si può definire una “onna bugeisha” in senso letterale. Ciò non toglie che Yae trascorse buona parte della sua vita a combattere, spinta dall’amore per Aizu e i suoi abitanti, per il marito e in seguito per il Paese. L’evoluzione personale di Yae avvenne in modo costante e dipese principalmente dall’influenza avuta dal fratello Kakuma e il marito Jō. La vita, le aspirazioni e i desideri del marito divennero la vita, le aspirazioni e i desideri di Yae stessa. In questo potrebbe esserci un’influenza dell’insegnamento confuciano secondo cui la donna deve sottomettersi e agire per il bene e volere del marito, ma a parere di chi scrive, tali insegnamenti non erano seguiti come semplice imposizione, ma erano stati interiorizzati, anche alla luce del legame di Yae col marito. Si è dell’opinione che non bisogna considerare l’educazione femminile a stampo

578 Dal sito ufficiale della Università Dōshisha Women's College of Liberal Arts. http://www.dwc.doshisha.ac.jp/yae/pro- file/03.html (Ultima consultazione 27/09/2018).

579 Dal sito ufficiale della Università Dōshisha Women's College of Liberal Arts. http://www.dwc.doshisha.ac.jp/yae/pro- file/chronology.html (Ultima consultazione 27/09/2018).

580 Dal sito ufficiale della Università Dōshisha Women's College of Liberal Arts. http://www.dwc.doshisha.ac.jp/yae/pro- file/03.html (Ultima consultazione 27/09/2018).

confuciano come una univoca e rigida imposizione, ma piuttosto come un processo di- scorsivo, a cui anche la donna partecipava, facendone la propria normalità. Così Yae, sebbene sia sempre stata una ragazza dal comportamento spigliato e mascolino, si com- portò sempre come era auspicato dallo Onna Imagawa.

Capitolo 3

Nel Capitolo 1 si è trattato dell’evoluzione delle onna bugeisha nel loro contesto sto- rico, osservando come si sia trattato di figure che, seppur in modalità diverse, sono esistite nel corso di tutta la storia pre-moderna giapponese. Dalla metà del XIX secolo, l’evolu- zione della situazione storica, politica ed economica incise in modo fondamentale anche sull’esistenza e sulla percezione di tali figure.

In un clima di crescente nazionalismo, di fronte al rischio della colonizzazione, il Giap- pone si trovò di fronte alla necessità di adottare un’identità chiara per un progetto politico di costruzione nazionale. La riapertura del Paese al mondo esterno nel 1854, dopo secoli di quasi totale isolazionismo (sakoku) spinse il Giappone verso la creazione di uno stato nazionale moderno, dove l’avanzamento tecnologico, industriale e scientifico dell’Occi- dente era considerato un modello di successo.582 Per attuare tale cambiamento si dovette mettere in atto il rovesciamento del potere interno retto dalla casta guerriera dei samurai, comandati dallo shōgun, con la guerra che ebbe fine nel 1868 con la Restaurazione impe- riale. Alla guerra civile fece seguito un ventennio di riforme, che introdussero, fra le altre cose, armi moderne e tutta una serie d’infrastrutture che adeguavano il Giappone ai Paesi industrializzati occidentali. Il nuovo assetto portò inoltre alla soppressione del sistema di classi Tokugawa, inclusa la stessa classe dei samurai, per la “liberazione” di manodopera per il nuovo sistema economico capitalistico. La rapida modernizzazione si accompagnò dunque a un nuovo set di valori e norme sociali.

Anche in senso ideologico serviva una nuova identità nazionale per forgiare una so- cietà e uno stato in grado di relazionarsi con gli stati imperialistici occidentali, e di crearsi così una nuova posizione nel nuovo contesto internazionale, che andava rapidamente mu- tando.583 Il primo e importante senso di crisi che accompagnò la Restaurazione Meiji e i successivi tentativi di costruzione di una nazione moderna riguardò proprio l’assenza di un “Giappone” inteso sia come autorità politicamente centralizzata, sia come identità per gli abitanti che in tale “Giappone” si rappresentavano.584 In questo senso, la “nazione”

582 MOLONY, Barbara, THEISS,Janet e CHOI,Hyaeweol. Gender in modern East Asia: an integrated history Gender in

Modern East Asia. Boulder, Co: Westview Press, 2016. Cit. p. 139.

583 CAROLI, Rosa, GATTI Francesco. Storia del Giappone. Roma, GLF Editori Laterza, 2006. Cit. pp. 124-137. 584 DOAK, Kevin. A History of Nationalism in Modern Japan: Placing the People. Boston: BRILL, 2007. Cit. p. 36.

Giappone è una costruzione recente, anche se il termine con cui ci riferiamo alla nazione giapponese è di più antiche origini.585

La storia moderna fu forgiata dal nazionalismo. In Giappone, come altrove, esso in- fluenzò in maniera decisiva la vita politica, economica e culturale.586 L’esistenza del na- zionalismo moderno ha trasformato lo Stato. Infatti, in passato la lealtà dell’uomo non era verso la nazione, ma verso le differenti forme dell’autorità sociale, politica, ideologica e verso altre forme di coesione come il clan, il signore feudale o la dinastia.587 Da questo momento il cittadino o suddito guarda invece allo stato-nazione, che diviene un fattore di uniformazione degli abitanti di una stessa nazione.

Il fenomeno di costituzione dell’identità nazionale giapponese si connette in più di un senso anche al tema del presente elaborato: non solo nella nazione moderna le onna bu-

geisha cessano di esistere, in quanto membri di una classe, quella samuraica, che venne

a scomparire; ma nella produzione storiografica e narrativa legata al processo di forma- zione della nazione, le fonti letterarie riguardanti le donne samurai sono state in larga parte scartate. L’obiettivo di questo capitolo è proprio interrogarsi su tale processo. Per- ché le fonti sulle onna bugeisha non furono considerate rilevanti ai fini della costruzione di una narrativa nazionale? E perché vennero riprese e rivalutate molto più tardi, nel Giap- pone del dopoguerra? Tale ripresa è di per sé segno del fatto che non vennero scartate perché non considerate interessanti, ma perché non erano considerate consone all’identità a cui si auspicava che i nuovi cittadini giapponesi si adeguassero. Ma perché la figura della donna guerriera con le sue caratteristiche non si conformava alla nuova identità na- zionale giapponese? Nel capitolo, ci si concentrerà su questi quesiti, focalizzandosi su due aspetti principali. In primo luogo, il fatto che mentre prima le donne erano eroine a cui ci si appellava come esempio di “patriottismo” nei confronti del proprio daimyō, adesso non sarebbero più potute essere considerati tali poiché i daimyō non erano più un punto di riferimento politico: essi erano stati sostituiti dallo Stato giapponese con la sua burocrazia e le sue leggi, e con i suoi sudditi, che non potevano più fare riferimento a un

585 Il termine “Giappone” compare già nel VI secolo d.C. nelle attestazioni diplomatiche tra il principe Shōtoku Taishi e l’imperatore della dinastia cinese Tang. Il termine “Giappone”, o meglio “Paese del Sol Levante”, usato dalla corte giap- ponese non dimostra che anche tra la popolazione comune del tempo fosse diffuso il sentimento di appartenenza a uno stato centralizzato o il sentimento di essere “giapponesi”, ma anzi fu un termine usato per denominare e determinare la corte. In seguito, prima della Restaurazione Meiji, il termine “Giappone” era strutturato sul concetto confuciano di “uni- verso” (tenka) e non sul concetto di stato-nazione. DOAK, Kevin. A History of Nationalism in Modern Japan: Placing the

People. Boston: BRILL, 2007. Cit. p. 38.

586 KOHN, Hans, CRAIG,J. Calhoun. The Idea of Nationalism: A Study in Its Origins and Background. 2017. Versione Ebook.

587 KOHN, Hans, CRAIG,J. Calhoun. The Idea of Nationalism: A Study in Its Origins and Background. 2017. Versione Ebook.

sistema di valori improntato al vassallaggio. In secondo luogo, il fatto che esse si scon- travano con un nuovo modello femminile, propugnato dalle autorità Meiji.

Il capitolo si strutturerà come segue. In primo luogo, ci si interrogherà sul concetto di identità nazionale, spiegando come il nazionalismo ricollochi le ideologie e le tradizioni passate in modo da veicolare i nuovi messaggi politici, in un processo di “invenzione della tradizione”. Si analizzerà poi come tale processo influì in Giappone sulla elabora- zione dell’immagine di “donna moderna”, influenzando sulla produzione culturale rela- tiva alla onna bugeisha; ma anche, in parallelo, come l’Europa, negli stessi anni, consi- derò il Giappone, e l’immagine della donna giapponese, attraverso l’ottica dell’Orienta- lismo, e quali furono le reciproche influenze su tali visioni. Infine, ci si concentrerà sui fattori che hanno favorito la ripresa della figura della guerriera nella contemporaneità e su come le vicende delle tante onna bugeisha, che sono state tralasciate a livello nazionale, fossero però in precedenza conosciute a livello regionale, spesso rappresentando l’onore del luogo.

3.1. Il concetto di identità nazionale e la costituzione di una “identità nazionale giap-