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CONSORZIO ETIMOS

4.2 Il caso CREVAL

Il credito Valtellinese nasce a Sondrio nel 1908 su iniziativa di 60 soci fondatori. La società si prefiggeva lo scopo di raccogliere il risparmio ed erogare credito, sia nei confronti dei soci che non. Ispiratasi ai principi della mutualità, il gruppo bancario sostiene e promuove tutte le forme di attività produttive, con particolare riguardo alle imprese cooperative . Dal 1995, redige il Rapporto Sociale e dal 2014 anche quello Integrato. Il Rapporto Integrato è frutto di un lavoro di redazione basato sui principi dell‟International Integrated Reporting Council e sulla logica del cosiddetto “pensiero integrato” con l‟obiettivo di: migliorare la qualità delle informazioni; promuovere un approccio più coeso ed efficiente al reporting aziendale; rafforzare l‟accountability e la responsabilità di gestione delle diverse forme di capitale (umano, finanziario, organizzativo, materiale/infrastrutturale, naturale e sociale/relazionale); sostenere le azioni mirate alla creazione di valore nel breve, medio e lungo termine. Il Rapporto Integrato è un documento unico che racchiude sia le informazioni descrittive e finanziarie contenute nel Bilancio tradizionale, sia le

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informazioni descrittive e non finanziarie contenute nel Rapporto Sociale, in un‟ottica non additiva ma di “innovazione trasformativa”.

Il gruppo CREVAL si impegna nell‟ottica della sostenibile attraverso la redazione di tale rapporto. Rendicontare attiene in particolare ai due seguenti princípi:

» materialità: necessità che la rendicontazione di sostenibilità si riferisca ad argomenti

e indicatori che riguardino gli impatti più significativi dell‟organizzazione; » comparabilità: esigenza che il documento permetta confronti interaziendali e

intertemporali. Il “valore di rendere conto” concorre ai fattori “fiducia” e “reputazione” e evidenzia una volontà di trasparenza a identificare il Gruppo Creval come prima banca italiana a presentare il Rapporto Sociale riferito al 1995. I valori sui cui Creval fa perno sono quelli di garantire integrità e responsabilità sia verso la collettività che nel suo insieme, operando con coerenza, spirito cooperativo e senso di appartenenza, inteso come coesione, e, infine, innovazione per la sostenibilità. Nel corso del 2015 una serie di pubblicazioni ed eventi - tra cui l‟Enciclica Laudato Sì, Expo, la Carta di Milano e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell‟Onu - ha concorso a rendere attuale questo “paradigma della modernità”, che indica tra l‟altro due tipi di esigenze:

1. la condivisione - con connessioni al mondo della sharing economy, all‟economia circolare, ai valori della solidarietà e sobrietà;

2. una crescita inclusiva e attenta alle generazioni future: città più smart e concentrate

sulla diversity; mobilità sostenibile; filiere produttive che minimizzano sprechi e duplicazioni; criteri Esg nelle valutazioni del merito di credito delle imprese; uso responsabile delle risorse naturali; co- e smart working per un nuovo modo di lavorare

ad alto tasso di produttività e efficienza.

La sostenibilità richiede innanzitutto consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità dal punto di vista individuale e delle politiche pubbliche; contribuisce a favorire

un ambiente di lavoro collaborativo basato sulla valorizzazione del capitale umano, l‟innovazione e la formazione continua; supporta - evitando le derive del greenwashing

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- la comunità circostante e gli stakeholder esterni attraverso in particolare iniziative di carattere sociale ed ambientale e si qualifica in relazione al medio-lungo periodo. Tra gennaio e febbraio del 2016, la Camera di Commercio di Sondrio ha rinnovato alla Banca capogruppo la propria responsabilità sociale e il marchio “Valtellina Impresa”. Inoltre, la CREVAL è stata premiata, lo scorso febbraio, per i progetti di sostenibilità, qualità di relazioni tra clienti e consumatori. Sulla base della natura cooperativa della banca Capogruppo Credito Valtellinese, si pone sul mercato come interlocutore economico e sociale delle comunità servite, e agente di sviluppo tramite un modello di business basato sui principi della:

1. personalizzazione effettiva del rapporto di clientela (valore aggiunto di tipo relazionale);

2. efficienza operativa; 3. efficacia competitiva; 4. flessibilità organizzativa; 5. innovazione continua

orientato all‟ottenimento di un vantaggio concorrenziale durevole nel tempo sulla base

della fornitura di servizi bancari qualificati tramite il canale fisico delle filiali del Credito

Valtellinese, Carifano e Credito Siciliano e il servizio di Internet banking Bancaperta.

In riguardo all‟ultimo punto, gli esempi più significativi si sono manifestati nel 2015 e, tra i più significativi, si possono citare il “Nuovo Modello Commerciale (CURVA); la nuova piattaforma di contatto/relazione a distanza con specialisti, direttamente da spazi dedicati entro le filiali del Gruppo, denominata Creval Connect.

Il Customer Relation Value (CURVA) è un progetto volto a garantire al gruppo bancario di operare sul mercato nei prossimi anni, affrontando le sfide dei cambiamenti che stanno interessando tutto il mondo bancario, in particolare le banche commerciali.

I principali interventi hanno riguardato:

» la creazione, a supporto delle Direzioni Territoriali del Credito Valtellinese e delle altre banche commerciali del Gruppo (Credito Siciliano e Carifano), di due nuove Direzioni specializzate - Corporate e Retail - che unitamente alla Direzione Creval

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Private affiancano e supportano le figure dei gestori presenti sulla rete, rafforzando ulteriormente la qualità del servizio ed il valore della relazione con la clientela; » l‟accorciamento della filiera commerciale, con un rapporto diretto tra le dipendenze e le Direzioni Territoriali, anche attraverso il rafforzamento dei presidi di governo dei segmenti di clientela direttamente presenti sul territorio;

» la differenziazione delle filiali in funzione dei mercati serviti. In particolare sono state individuate Agenzie a presidio del segmento Retail (individuals, small business e microretail) e Filiali a presidio sia del segmento corporate e PMI, sia del segmento retail. Sono state coerentemente ridefinite le funzioni commerciali assegnate al personale qualificando ruoli nuovi dedicati allo sviluppo di specifici portafogli di clientela, tenendo sempre al centro gli obiettivi di valorizzazione della relazione, di individuazione di soluzioni adeguate e di proattività nella proposizione di soluzioni personalizzate e proprie di ciascun segmento;

» il coinvolgimento dei dipendenti della rete del Gruppo in un processo di change management teso a facilitare il passaggio al nuovo modello di servizio e di relazione con la clientela;

» il rafforzamento a livello centrale dei presidi di programmazione e monitoraggio commerciale e del governo del pricing, affidati ad una struttura dedicata;

» la costituzione della Direzione Banca Digitale - un team dedicato allo sviluppo dell‟offerta multicanale della clientela attraverso una forte innovazione di servizio e tecnologia. La nuova struttura si pone l‟obiettivo di assicurare ai clienti Creval una piena operatività su canali alternativi rispetto ai tradizionali.

Il CREVAL Connect, invece, consente al cliente di interagire in videoconferenza con un operatore della banca, fornendo i propri documenti e firmando le disposizioni in modalità elettronica.Creval Connect contribuisce a perseguire gli obiettivi di:

» introdurre un cambiamento fondamentale nelle modalità di rapporto con la clientela;

» supportare al meglio le attività della rete;

» fornire un servizio più ampio in termini di orari, consulenza specializzata e nuove modalità di interazione principalmente in tre ambiti:

1. processi, sempre più in forma elettronica grazie alla nuova riconfigurazione del sito

Internet e all‟app fruibile su smartphone (Windows, iOS e Android); 2. logistica, strutturata con il fine di sfruttare gli spazi aperti;

91 3. collaboratori attivi nelle filiali.

Il Rapporto Sociale è redatto in conformità alle linee guida G4 del GRI. Il medesimo Rapporto Sociale è affidato per una verifica esterna a società di revisione indipendente

(KPMG) con cui il Gruppo bancario Credito Valtellinese non detiene cointeressenze né altri legami. Il Gruppo opera in un‟ottica di valorizzazione del collaboratore, di ascolto e di condivisione interna - secondo i princìpi in capo alla sostenibilità e qualità, facendo tesoro dei suggerimenti positivi e costruttivi interpretati in un‟ottica di miglioramento continuo.

CREVAL, nel corso del 2016, ha registrato un capitale umano composto da 4.123 dipendenti che hanno usufruito di 148.668 ore di formazione.26

Nello stesso anno, il gruppo bancario vedeva i propri investimenti così divisi:

TOTALE INVESTIMENTI CREVAL SISTEMI E SERVIZI oltre 9.730.000 € di cui INVESTIMENTI SOFTWARE

7.575.513 €

INVESTIMENTI HARDWARE 2.155.353 €

Ricordando che CREVAL è solo un gruppo bancario, messo a confronto con altre banche, i dati appaiono molto rilevanti.

L‟esercizio appena concluso ha visto Creval Sistemi e Servizi impegnata nel perseguimento degli obiettivi assegnati dal Credito Valtellinese per la realizzazione del disegno imprenditoriale unitario di Gruppo, sanciti nel Piano Strategico 2011- 2014 e dal successivo aggiornamento, nel suo ruolo e funzione di “Macchina Operativa di Gruppo”.

Elemento cardine della rivisitazione della struttura aziendale è rappresentato dalla creazione di due distinte aree operative:

» l‟Area Organizzazione, ICT e Operations, deputata alla gestione e allo sviluppo delle attività afferenti l‟organizzazione, i processi di supporto, l‟ICT e il back office, il presidio dei rapporti con Clienti interni ed esterni;

» l‟Area Real Estate, che presidia invece le attività di sviluppo, progettazione, gestione

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e valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà del Gruppo e posto a garanzia di ragioni creditizie.

Ad oggi, grazie al suo piano di Sostenibilità, il Credito Valtellinese si conferma tra i primi gruppi bancari più stabili d‟Italia.27

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Conclusioni

Alla luce di quanto emerso dagli studi condotti, per la stesura della tesi, ciò che risulta lampante è velocità con la quale sia il Global Reporting Initiative che l‟Integrated Reporting si stanno diffondendo, dominando lo scenario delle organizzazioni, in tema di rendicontazione. L‟IR rappresenta, senza dubbio, l‟ultima frontiera comunicativa con cui le aziende si trovano a confrontarsi. Le pratiche di disclosure e di comunicazione aziendali hanno quindi dovuto far fronte a questi continui sviluppi attraverso l‟utilizzo di informazioni più dettagliate, modelli e framework che tenessero conto di questa nuovo bisogno informativo.

La reportistica integrata diviene, pertanto, un‟azione di divulgazione dei risultati che si muove su di una rete di obiettivi multipli e variegati, quali, ad esempio, il raggiungimento di una pluralità di categorie di pubblici destinatari, la diffusione di informazioni eterogenee, e l‟inclusione di personali e variegate forme espositive. L‟IR, può essere riassunto come il modo più efficace di comunicare le performance aziendali e, nel tempo, anche le prassi con cui questi sono predisposti muta nel corso del tempo. le aziende che scelgono di implementare l‟IR sembrano essere sensibili al concetto di responsabilità sociale, mostrando una forte sensibilità verso la divulgazione di informazioni relative ai capitali. Il mondo imprenditoriale sta metabolizzando l‟idea che l‟impresa non deve soltanto produrre e scambiare beni e servizi, per creare la ricchezza necessaria per ripagare gli investimenti, ma è chiamata, altresì, a rispondere alle complesse aspettative e specifiche richieste di carattere etico-sociale che la società richiede. Questa esigenza è stata messa in rilievo dalla crisi finanziaria e dagli scandali che hanno coinvolto diverse società. Ecco perché si è reso necessario introdurre una serie di leggi che hanno favorito l‟affermarsi del principio della sostenibilità, in modo tale da poter consentire la tutela dei diritti di tutti. L‟aumento della complessità ha reso i mercati del business e del capitale sempre più articolati e di difficile gestione, generando così, una crescente richiesta di informazioni sia finanziarie sia non finanziarie da parte di investitori e stakeholder. se si considera che si è solo agli albori della rendicontazione integrata, risulta evidente la sua potenzialità e la ricerca futura, non farà altro che ampliare i suoi confini e campi di applicazione. È necessario che i soggetti interessati continuino a fare pressioni affinché l‟impresa si muova verso questo modello di

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rendicontazione. In tale scenario, l‟opportunità di creare valore economico, coniugandolo con il valore sociale e ambientale, rappresenterà una delle più grandi sfide che l‟economia globale si troverà ad affrontare.

Alla base di questi concetti, ruota la Responsabilità Sociale d‟Impresa ( in acronimo inglese CSR) e quali siano gli strumenti adottati per la sua misurazione e per l‟inserimento di questa nelle strategie aziendali. Ci si interroga su cosa un‟organizzazione possa e debba fare per ritenersi “socialmente responsabile”. Anche questi saranno temi che in futuro si amplieranno, attraverso ulteriori ricerche. Basti pensare al fatto che molti studiosi, economisti, ritengono tutt‟ora che l‟RSI debba essere obbligatoria, in particolare, per aziende di specifiche dimensioni. Numerose sono le aziende che hanno compiuto passi importanti nel migliorare le conseguenze sociali e ambientali del loro operato. Infatti, se non avessero implementato le loro attività in maniera trasparente , queste sarebbe risultate come opere caritatevoli, sprecando le risorse a disposizione, attirando, addirittura, la critica del “greenwashing”.

Per poter esprimere meglio quanto spiegato, sono stati analizzati i casi : BANCA ETICA e il gruppo bancario di Sondrio il CREDITO VALTELLINESE.

Banca Etica viene fondata sui criteri etici della finanza e su principi di sostenibilità; il CREVAL, invece, redige il bilancio di sostenibilità da pochi anni.

I risultati sono sorprendenti. Infatti, Banca Etica ha registrato, nel 2015, un capitale sociale pari a 54 milioni di euro, il 9% in più rispetto al 2014. Non a caso lo slogan scelto dalla dirigenza della Banca sottolinea l‟importanza di “investire il proprio denaro in maniera responsabile”. Banca Etica è la fondatrice di un nuovo modello di istituto bancario, in Italia, promuovendo quella che era la Finanza Etica, ovvero, l‟attuale Finanza Sostenibile , adottando strumenti quali microcredito, investimenti socialmente responsabili (SRI).

Creval non vanta gli stessi risultati della precedente Banca ma, sicuramente, avrà modo di ampliare i propri orizzonti, proseguendo sulla stessa linea adottata lo scorso 2014.

Si conclude confermando che Finanza Sostenibile, investimenti socialmente responsabili, GRI ed IR, abbiano rappresentato un‟evoluzione all‟interno e all‟esterno delle organizzazioni, non solo italiane, ma di tutta Europa, continueranno ad apportare cambiamenti nei modi di operare delle imprese e nei modi di agire degli stakehoder.

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