• Non ci sono risultati.

Valore di reporting per la sostenibilità della PM

D) Azionariato attivo

2.2 Valore di reporting per la sostenibilità della PM

A partire dal 2008, il GRI affianca il movimento di report di sostenibilità nelle PMI(piccole e medie imprese). Partecipando a una serie di progetti, le PMI hanno potuto constatare come il reporting di sostenibilità abbia permesso loro di individuare le tematiche più significative al fine di migliore la produttività e ridurre i costi in termini di produzione. Secondo l‟UNIDO ( Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale), le piccole e medie imprese costituiscono oltre il 90% delle aziende a livello mondiale in grado di generare, in media, il 50% del PIL.

Analizzando i benefici interni di un‟azienda, il primo passo che il GRI si prefigge di realizzare per la sostenibilità, all‟interno delle PMI, è quello di “sviluppare una visione e una strategia di sostenibilità”, con lo scopo di operare, offrendo prodotti e servizi che presentino una maggiore sostenibilità. Occorre migliorare i sistemi di gestione e i processi interni, definendone gli obiettivi, monitorando i processi compiuti ed evidenziando le aree suscettibili di miglioramento, per poter apportare miglioramenti ove necessario. Attuando il processo di reporting, i dirigenti delle varie aziende saranno in grado di valutare sviluppi, potenzialmente deleteri, prima

47

che si manifestino in modo improvviso. È possibile, altresì, che durante il processo vengano scoperte tematiche non adeguate alle strategie d‟impresa che potrebbero danneggiarne la reputazione. Il reporting è utile ad attrarre, motivare e fidelizzare i dipendenti che operano all‟interno dell‟azienda e mettono in atto i processi di reporting.

"Il reporting di sostenibilità ci ha permesso di dimostrare le sinergie fra la nostra impresa e i soggetti con cui lavoriamo ogni giorno. Pertanto, ha rafforzato il nostro ruolo nell'economia locale del nostro territorio e, in tal modo, ha migliorato la nostra reputazione." - Rusó Macau Oliva, Amministratore delegato per i prodotti alimentari, Spagna (produzione enogastronomica). Da una delle tante testimonianze sul reporting di sostenibilità, si evince quanto questo processo possa essere utile sia all‟interno dell‟organizzazione che all‟esterno per i vari stakeholder. Nel valutare l‟azienda, infatti, gli investitori e gli istituti di credito attribuiscono sempre di più importanza alle performance relative alle diverse tematiche della sostenibilità. È, inoltre, uno strumento necessario per favorire una trasparenza e comunicare le performance agli stakeholder .

Il reporting di sostenibilità si sta, via via, diffondendo in tutte le regione e nei vari settori, specialmente per le PMI. L'esperienza di GRI dimostra che le PMI operanti in contesti molto diversi possono tutte adottare il reporting di sostenibilità non solo per "fare del bene" ma anche per diventare aziende migliori nel processo.

Con le linee guida G4, il GRI instaura il processo di reporting sulle PMI suddividendolo in 5 fasi.

1. PREPARAZIONE

L‟obiettivo principale di questa prima fase è quello di prepararsi all‟avvio del processo di reporting. È necessario selezionare il team che seguirà il processo, dall‟inizio alla fine, che dovranno acquisire gli aspetti essenziali delle linee guida del GRI, presenti in un relativo documento 14, che offre una panoramica circa le caratteristiche e gli elementi essenziali. Sarà, altresì, necessario, in questa prima fase, tenere le prime riunioni assicurandosi che i dirigenti siano coinvolti nel processo e abbiamo le idee chiare; stilare un elenco iniziale circa i temi di sostenibilità che si intendono perseguire; pensare agli obiettivi aziendali; infine, raggiungere un accordo sul piano

48

d‟azione. Il GRI stabilisce che l‟azienda debba prefissarsi un orizzonte temporale di 10-12 mesi per l‟intero processo di reporting. Per essere conforme ai requisiti delle Linee guida G4, il report della vostra impresa deve soddisfare i criteri di "Conformità", sia essa Fondamentale o Completa. Se il processo viene avviato per la prima volta, il GRI raccomanda una conformità di tipo fondamentale.

2. COLLEGAMENTO

In questa seconda fase, l‟obiettivo è quello di individuare i vari stakeholder e come relazionarsi con loro. Vi sono due importanti fattori da prendere in considerazione: l‟obiettivo della consultazione e il formato della consultazione. Le consultazioni possono svolgersi in gruppo o singolarmente, di persona o a distanza. Il coinvolgimento con gli stakeholder dipenderà dal tipo di consultazione scelta.

3. DEFINIZIONE

La terza fase consiste nel definire gli ASPETTI MATERIALI ( cosa è rilevante) che riflettono gli impatti economici, ambientali e sociali dell‟organizzazione; i PERIMETRI( dove è rilevante) che descrivono gli ambienti nei quali si verificano gli impatti e possono variare in base agli aspetti che l‟impresa intende conseguire nel reporting 15

. Queste tematiche sono direttamente collegate alle strategie aziendali, ecco perché, le linee G4 pongono la loro attenzione sul concetto di materialità.

4. MONITORAGGIO

In questa fase vengono raccolte e analizzate le informazioni che sono necessarie all‟impresa per sviluppare i contenuti del reporting e per gestire al meglio la performance, incentrata sulla sostenibilità. Bisognerà applicare i principi di garanzia della qualità del reporting nel prendere le decisioni. Si potrà, anche, decidere se l‟azienda voglia introdurre una serie di obiettivi SMART16, che riguardano le performance aziendali in relazioni agli aspetti

15

Questi sono due dei principi di definizione del contenuto del report. Si veda G4 Implementation Manual, pp 9-11.

49

materiali. È importante stabilire quali siano tali obiettivi per definire i passi successivi del processo.

5. REPORT

L‟ultima fase del processo consiste nel completare il report che verrà, successivamente, pubblicato. L‟azienda, prima di procedere alla pubblicazione del report, dovrà accertarsi che questo descriva un quadro completo e il linguaggio sia conciso. Bisognerà, altresì, fissare la data di inizio e della scadenza del processo. Dovrà essere deciso come presentare il report e quali informazioni debba contenere, in relazioni ai lettori e all‟interesse che questi hanno circa quella relativa azienda. Ultimata la versione del report, questo verrà sottoposto al GRI che adotta, attualmente, un metodo di convalida noto come : Materiality Matters (7)17 . tale convalida

riguarda le informative standard da G4-17 a G4-27 (8)18. La pubblicazione del

report può avvenire sul sito aziendale, a mezzo stampa o comunicazione a tutti gli stakeholder.

Il GRI incoraggia l‟azienda a redigere il processo di report per poterlo poi inserire all‟interno del GRI Sustainability Disclosure Database, favorendo la mappatura del processo a livello mondiale.

2.3 Criticità e opportunità del GRI

Negli ultimi decenni, si è assistito ad una forte trasformazione dello scenario socio- economico di vari Stati, dovuto alla globalizzazione, alle tecnologie sempre più avanzate, alle varie problematiche sociali e ambientali, fino ad arrivare alla crisi economica e alle conseguenze che questa ha provocato. Emergono in tale contesto, temi quali responsabilità sociale d‟impresa, Corporate Social Responsibility e Report Integrato alla Sostenibilità che delineano un modello di gestione e governo d‟impresa improntato sugli interessi di tutti gli stakeholder, reso possibile attraverso l‟integrazione di obiettivi tradizionali economici e altri di natura ambientali e sociali. La responsabilità sociale e, in generale, tutti i concetti che riguardano la sostenibilità, si configurano come un modus operandi nella maggior parte delle aziende, avvalendosi di un ampio ventaglio di strumenti operativi che toccano punti quali

17

www.globalreporting.org 18

Per ulteriori informazioni su questo processo di convalida, consultare il sito web: www.globalreporting.org/reporting/reportservices/pages/materiality-matters.aspx

50

sistemi di labelling, strumenti di rendicontazione non finanziaria ma socio- ambientale, marketing sociale. In seguito al Vertice di Rio de Janeiro del 1992 e al V Programma di Azione Comunitario in materia di Ambiente, è emersa la consapevolezza e l‟urgenza di riorientare i modelli di produzione e consumo verso il paradigma della “sostenibilità”, intesa nell‟ampia accezione di bilanciamento della dimensione economica con quella ambientale e sociale. Da qui che la rendicontazione socio-ambientale ha segnato la sua evoluzione. Bilanci ambientali, report ambientali, eco-bilanci, dunque, hanno rappresentato l‟iniziale significativo approccio teso al superamento della tradizionale dimensione economico-finanziaria dell‟accounting, per soddisfare il crescente bisogno di accountability da parte degli stakeholder. La diffusione della rendicontazione sociale ha fatto emergere il bisogno di una certa “armonizzazione” all‟interno delle aziende, attraverso il fiorire di modelli di riferimento e schemi metodologici volti a favorire la valutazione la misurazione e l‟analisi delle performance non finanziarie delle organizzazioni. Il report integrato comporta l‟elaborazione di un singolo documento che inglobi informazioni finanziarie del bilancio tradizionale ed informazioni non finanziarie, contenute nel documento di rendicontazione socio-ambientale. Questi documenti impongono al management di esplicare le complesse interrelazioni tra informazioni e indicatori chiave di natura finanziaria e non. Il report integrato consente, inoltre, di abbattere le barriere all‟interno delle organizzazioni che lo adottano, determinando l‟avvicinamento delle funzioni aziendali coinvolte in tale processo. Tale approccio permette di raggiungere un alto livello di collaborazione interna grazie ad una maggiore consapevolezza dell‟impatto delle singole decisioni di un‟unità organizzativa sulle altre. Rimuove altresì le barriere tra gli stakeholder e promuove il loro coinvolgimento all‟interno del network, reso possibile dall‟avvento di internet. Affianco agli aspetti positivi che il GRI realizza per le organizzazioni che lo adottano, sono presenti anche criticità dovute principalmente alla complessità delle informazioni, finanziarie e non finanziarie. Le informazioni finanziarie sono di tipo back ward finalizzate, cioè, a rappresentare il passato, valutando gli effetti economico-finanziari di azioni già avviate o concluse. Questo perché la descrizione di prospettive future limita l‟analisi dell‟azienda il condizioni di funzionamento, o going concern, in un arco temporale di 12 mesi.

51

Le informazioni non finanziarie, invece, adottano archi temporali di medio-lungo termine. Altro elemento di criticità è dovuto ai confini di riferimento delle due tipologie di informazioni. Il bilancio d‟esercizio riporta gli effetti degli accadimenti aziendali in perimetri ben definiti; mentre, le performance ambientali e sociali impongono di adottare un approccio di tipo life cycle thinking, riconducibile ad una molteplicità di strumenti e metodologie operative. Altra criticità è rappresentata dalla scarsa consapevolezza delle implicite relazioni esistenti tra risultati finanziari e non finanziari, migliorabile sollecitando una maggiore attenzione degli investitori finanziari per le informazioni Environmental Social and Governance (ESG) e quella di altre categorie di stakeholder per le informazioni finanziarie. Infine, una criticità è riscontrabile nelle modalità di gestione del processo di report che varia da organizzazione ad organizzazione.

Nonostante le criticità, superabili nel corso degli anni, il paradigma dello sviluppo sostenibile e l‟incalzante necessità di tradurlo in approcci operativi sta dominando lo scenario delle organizzazioni, in tutto il mondo.

52

Capitolo 3