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Capitolo 3: Evidenze e cas

3.9 Criminalità e alternarnative alla rete criminale

Il tema delle migrazione si lega sempre facilmente al tema della sicurezza, dato dalla percezione che il migrante sia "pericoloso" per la sicurezza del paese, avendo la percezione che vi sia una forte correlazione tra il numero di migranti entrati e il tasso di criminalità. La paura è un emozione primaria dell'uomo ed è normale che l'uomo abbia paura di qualcosa. La paura accomuna tutti e niente unisce tanto le persone quanto temere la stessa cosa. La paura dei migranti è un onda che viene cavalcata e utilizzata da molte forze politiche per creare consensi, lo stesso fanno i mass-media. L'argomento della criminalità gode di particolare appeal data la sua presa sul pubblico.

Come nei capitoli precedenti avevamo detto, anche nelle situazioni sgradevoli bisogna tener presente che dobbiamo basare le nostre considerazioni su dati provati e comprovabili senza farci portare fuori strada da emozioni viscerali come la paura per scongiurare l'ennesima caccia alle streghe.

Per avere un punto di vista realistico sulla questione andiamo ad osservare i dati relativi ai detenuti stranieri nelle carceri italiane. In Italia ci sono circa 60 mila detenuti, della popolazione carceraria circa il 30% è di origine straniera di cui il 45% di origine africana, soprattutto Tunisia e Marocco e la restante parte dal resto d'Europa66. La

percentuale di popolazione straniera nelle carceri è di gran lunga molto più alta della popolazione straniera che vive libera sul territorio italiano circa 5 millioni su 60 milioni; circa l' 8,3%67. Le due percentuali si discostano di molto. Ma il dato non riflette la

propensione a delinquere data la provenienza in quanto il dato rappresenta lo stock di detenuti.

Il mondo della criminalità è analogo a un qualsiasi altro tipo di rete, il migrante che trovandosi fuori dalle reti sicure (nel senso che possono offrire un lavoro legale) si trova ad essere preso dentro altri tipi di attività anche illecite. Il migrante quindi trovandosi senza altri tipi di oppurtunità nella necessità accetta anche di entrare nella rete

66 Istat (2013) I detenuti nelle carceri italiane, pubblicato il 19/03/2015 disponibile a: https://www.istat.it/it/archivio/153369

67 Istat (2017) Bilancio demografico nazionale anno 2016, disponibile a:

criminale.

Non sono i migranti a causare la criminalità, ma la criminalità a servirsi dei migranti. Le organizzazioni di stampo criminale, come qualsiasi altro tipo di attività economica, ha bisogno di "lavoratori". Chi sceglie di lavorare per un organizzazione di tipo criminale sa che potrà ambire a un tornaconto economico anche abbastanza rilevante ma deve tener presente che sta rischiando la propria libertà. Un individuo nel compiere queste scelte prende in considerazione tutte le opportuinità che gli vengono offerte tra cui anche la possibilità di "darsi alla macchia" maggiori sono le opportunità lecite che a un individuo vengono offerte e minore saranno le possibilità che scelga un alternativa illecita. Saranno quindi le organizzazioni di stampo criminale che si serviranno di coloro che hanno relativamente meno opportunità.

Il comparto della popolazione che gode di minori opportunità diventa quindi facile vittima della criminalità per servirsene per i loro scopi. Il migrante spesso si trova nelle condizioni di avere ben poche possibilità. Tale aspetto si evince dalla natura dei reati che implicano immigrati, nella maggior parte dei casi si parla di reati legati all'immigrazione, prostituzione, spaccio di stupefacenti e furti. In linea generale l'incidenza dei migranti aumenta nell'ambito della microcriminalità, tutti reati che possono essere ricondotti alla condizione di povertà del migrante68.

Un ulteriore aspetto che in Italia da terreno fertile alle reti di stampo criminale sono alcune mancanze in termini legislativi. Il fatto che in Italia alcuni settori siano ancora considerati illegali, ossia non sono ancora stati in qualche modo regolamentati, rimangono in balia delle forze presenti sul territorio andando in mano alla criminalità organizzata.

L'esempio principale è il commercio illecito di sostanze stupefacenti. In Italia la produzione e la commercializzazione di sostanze stupefacenti è vietata, ma non significa che non esista. Il rendere illegale la vendita o la sua produzione non ne ferma il consumo semplicemente lo rende illegale. Nonostante la vendita e la commercializzazione siano illegali la domanda non si ferma e vi sarà comunque qualcuno pronto a soddisfarla. Un discorso analogo avviene anche per la prostituzione, il cui sfruttamento in Italia è illegale.

68 Fondazione Leone Moressa (2018), Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione, Il Mulino, Bologna.124-127

Questi settori sono molto appetibili dalla criminalità organizzata.

Organizzazioni criminali potranno servirsi al meglio di chi trovandosi in difficoltà accetterà ogni tipo di lavoro anche molto rischioso, chi nelle organizzazioni criminali si preferirà servirsi di un immigrato irregolare piuttosto che di un nativo in quanto risulta più facile disfarsene quando non serve più.

Un'attività illegale è analoga a un attività imprenditoriale ad alto rischio dove oltre al rischio di impresa vi è anche il rischio di essere colti in flagranza. Chi si trova a capo di un organizzazione oltre a sforzarsi di massimizzare i suoi profitti dovrà fare in modo di minimizzare i danni nel caso si venga colti in flagranza.

Molti paesi che soffrivano problemi simili all'Italia per quel che riguarda il traffico di stupefacenti e la prostituzione a seguito della regolarizzazione dei settori ha visto drasticamente diminuire i reati legati allo spaccio e alla prostituzione. Inoltre si osserverebbe anche una riduzione del grado di corruzione in quanto tutti i proventi intascati dalle attività illecite non passano attraverso i circuiti legali, eludendo i controlli e le imposte, dando ancora più forza alle organizzazioni per corrompere chi serve.