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L'imprenditore Differenza tra intrapreneur e entrepreneur

Capitolo 2: Imprenditorialità, innovazione e migrant

5. Attuazione di una riorganizzazione di una qualsiasi industria L'ultimo tipo di riorganizzazione ha carattere residuale lasciando più libera l'interpretazione in quanto

2.3 L'imprenditore Differenza tra intrapreneur e entrepreneur

Philip Auerswald descrive gli imprenditori come "Lego builders". Gli imprenditori prendono risorse pre esistenti, come i mattoncini dei Lego, e li ricombinano in nuove creazioni. Se volessimo usare un altro termine potrebbe essere quello di "bricolage" in quanto l'imprenditore deve spesso affrontare diversi tipi di sfide, mettendo in campo tutte le sue competenze. Questa è l'essenza della strategia imprenditoriale.

È giusto però capire cosa si intende per imprenditore. Cio che io intendo per

imprenditore è ciò che viene tradotto dall'inglese "Entrepreneur". In questo caso l'imprenditore è chi applica un processo di progettazione, sviluppo e lancio di una nuova attività. Riprendendo la definizione è imprenditore: "a person who organizes and

manages any enterprise, especially a business, usually with considerable initiative and risk.29"

Sorvoliamo per il momento l'aspetto dimensionale delle imprese. Come afferma Scott Shane l' opportunità di essere imprenditori richiede quattro criteri: il primo è che deve esserci opportunità o situazione che una volta ricombinate possano generare profitti. Il secondo è che l'imprenditorialità necessita di differenze tra le presone al fine di massimizzare l'abilità nel riconoscere le opportunità. Il terzo criterio è che per fare attività di tipo imprenditoriale il rischio è necessario. Il quarto critrerio è che l'imprenditorialità richiede una certa organizzazione in termini di persone e risorse impiegate30.

Per chi come me ha avuto una formazione economica, o ha studiato Diritto Privato, alla parola imprenditore l'associazione mentale ci porta subito all'articolo 2082 del codice civile che definisce chi è l'imprenditore.

"È imprenditore chi esercita professionalmente un' attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi31"

Il codice definisce l'imprenditore in senso oggettivo, ponendo i presupposti per identificare "chi" deve essere inteso come imprenditore e trattato di conseguenza secondo la disciplina giuridica. Non ha particolare carattere nel capire cosa si intenda per imprenditore ma ci mostra comunque l'importanza della professionalità, organizzazione e economicità.

Per professionale si intende che l'attività viene svolta in modo abituale e non occasionale.

Per organizzazione si intende l'impiego dei fattori produttivi quali capitale e lavoro. Il concetto di economicità indica la volontà da parte dell'imprenditore di portarsi a casa dei profitti; la finalità dell'imprenditore è quindi quella di guadagnare.

29 Dictionary.com, Entrepreneur, https://www.dictionary.com/browse/entrepreneur

30 Shane, S. A. (2003). A general theory of entrepreneurship: the individual-opportunity nexus. Northampton, Massachusetts: E. Elgar

All'infuori della definizione giuridica di imprenditore prende più importanza altre definizioni. Nella definizione giurdica infatti rientrano tutti i tipi di imprenditori. Nel pensiero economico sono stati evidenziati diversi tipi di imprenditori distinguendo coloro che sono imprenditori che introducono una nuova organizzazione e coloro che invece applicano una orginazzazione già collaudata, tipo una routine. Ai fini dello scritto l'imprenditore è colui che attua nuove combinazioni produttive. Non è quindi imprenditore chi si adegua a una definizione giuridica ma chi si comporta in modo imprenditoriale. Quindi l'imprenditore in questo senso può anche non essere il proprietario e neanche il menager, può essere una persona o un gruppo di persone che vengono incaricati di comportarsi in modo imprenditoriale, attraverso ricerca ecc. Pertanto accantoniamo la definizione giuridica di imprenditore e usiamo una definizione funzionale. Ossia non come uno è considerato ai fini giuridici ma come si comporta. Schumpeter definì due tipi di imprenditore. L'imprenditore entrapreneur e l'imprenditore intrapreneur.

L'imprenditore intrapreneur e colui che reperisce i fattori produttivi e li mette in funzione, come risultato avrà un determinato ammontare di produzione che venderà e con l'introito coprirà il costo dei fattori produttivi. Solitamente l'intrapreneur non creerà ulteriore valore e il suo compenso rientrerà come costo nel bilancio della sua impresa, possiamo interpretare come l'imprenditore che non crea utili ma crea solo la remunerazione dell'imprenditore.

L'entrapreneur invece riallocherà in modo diverso i fattori produttivi creando un innovazione tale da creare un maggior valore. L'entrapreneur pertanto potra prendere a prestito il capitale per acquistare i fattori produttivi che alloccandoli in modo innovativo potrà avere una produzione più efficiente. La maggiore produzione coprirà interamente il costo dei fattori produttivi creando inoltre un profitto ulteriore per le tasche dell'imprenditore.

L'entrepreneur non deve perforza appartenere alla borghesia si diceva, contestualizzata ai tempo di questi scritti, fare parte della borgehsia significava avere disponibilità di capitali propri da investire in vari tipi di iniziative. Le attività di tipo imprenditoriale hanno il presupposto che il profitto dato dall'impiego dei fattori produttivi riesca a coprire il suo costo, pertanto l'imprenditore può permettersi di chiedere il capitale a

prestito dai profitti imprenditoriali risucirà a coprire l'intero costo dei fattori produttivi, il costo del capitale preso a prestito e anche di portar a casa qualcosa per se: il profittto imprenditoriale.

Ritornando alla definizione di "lego builder" gli imprenditori o mastri costruttori prendono innovazioni già esistenti e ricombinandole creano opportunità imprenditoriali diventando fonte di profitti privati.

Ma da dove arrivano queste innovazioni? A tanti imprenditori va riconosciuta una certa abilità nel ricombinare fattori già esistenti e lucrarci sopra ma non di avere creato l'innovazione. In un certo modo sono riusciti a monetizzare le innovazioni che qualcunaltro aveva prodotto. Il problema si pone quando le innovazioni che gli imprenditori privati ricombinano arrivano da ricerche finanziate dallo stato. A riguardo Mariana Mazzocato su "Lo stato innovatore" porta l'esempio dell' Iphone di Apple. Nel pensiero comune il tipico genio imprenditoriale è Steve Jobs che se ne va in giro vestito come uno studente elogiando l'essere affamati e la pazzia; si elogia il fatto che abbia saputo come cavalcare l'onda della tecnologia creando uno tra i prodotti che hanno cambiato le nostre vite negli ultimi anni. È giusto però riconoscere che l'onda che ha cavalcato non arrivava dai laboratori della sua azienda ma la maggior parte delle innovazioni su cui si basa il funzionamento dei suoi prodotti arrivano da ricerche finanziate dallo stato (schermo tattile, GPS, controllo vocale, Telecomunicazioni) senza tutto questo stock di innovazioni nessuno di quei prodotti sarebbe stato possibile. Come si pone questo problema? È giusto che l'imprenditore riallochi le innovazioni finanziate dallo stato per creare un prodotto che poi venderà creando un profitto privato? L'imprenditore privato usufruisce senza alcuna spesa della ricerca pagata dallo stato senza dare nulla in cambio, tipo "free-rider" come chi sale in treno senza pagare il biglietto. Ancora più paradossale è quando l'impresa privata, che dopo aver usufruito gratuitamente delle innovazioni, si lamenta delle imposte troppo elevate. Ma le imposte andranno a finanziare ricerca e sviluppo di cui gli imprenditori poi ne usufruiranno32.