• Non ci sono risultati.

Il crimine è un virus: decisioni politiche e sistemi me taforic

Stefano Di Pietro

Dip. di Filologia, Linguistica e Letteratura, Università La Sapienza di Roma stefano.dipietro@uniroma1.it

1. Uno sguardo d’insieme sulla Linguistica Cognitiva

Una delle teorie più interessanti e note della Linguistica Cognitiva è cer- tamente la teoria dei frames, impalcature concettuali attraverso cui le infor- mazioni, linguistiche e non, vengono organizzate nella mente in strutture in- ferenziali complesse (Goffman 1974; Fillmore 1982, 1985; Lakoff 2008b).

Ogni volta che nel linguaggio si utilizza un termine si evoca, nell'ascolta- tore, per lo più in maniera inconscia, un campo semantico di termini organiz- zati in strutture topologiche definite storicamente e socialmente in stretta cor- relazione con il termine stesso. Evidenze sperimentali hanno mostrato che nel discorso pubblico l’uso di particolari frames può influenzare le opinioni degli ascoltatori in campo politico e sociale (tra gli altri: Kahneman e Tversky 1984; Iyengar 1990; Nelson e Oxley 1997).

I frames vengono evocati attraverso l’uso del linguaggio e frequentemen- te attraverso mappature metaforiche che determinano un trasferimento di si- gnificato da un frame appartenente a un dominio concettuale verso un altro (Lakoff e Johnson 1980, 1999). Verifiche sperimentali hanno evidenziato l’effetto di una “framing metaforico” sulle scelte in ambito politico e sociale (Landau et al. 2009; Casasanto et al. 2009; Oppenheimer et al. 2010). Pen- siamo all’espressione “sgravo fiscale” utilizzato nel contesto politico italiano ed equivalente al termine inglese “tax relief” comune nel contesto Americano

degli ultimi anni (Lakoff 2004). In questo frame, le tasse vengono concepite come un peso dal quale ci si deve liberare, se un partito politico fa uso co- stante di questa espressione ed essa viene veicolate attraverso i mezzi di co- municazione di massa, diventerà il modo prevalente di concepire le tasse e questo avrà ripercussioni generali sul posizionamento degli elettori.

2. Effetto cognitivo della metafora: evidenze sperimentali

In tempi recenti è stata riscontrata sperimentalmente una correlazione a livello cognitivo tra giudizi di valore e orientamento spaziale (Meier e Robin- son 2004) connessi alla metafora concettuale “good is up” e del suo opposto bad is down e similmente per le “figure di potere” (Schubert 2005) in linea con la metafora concettuale Power is up.

Di particolare interesse inoltre è la relazione esistente tra il domini con- cettuali dell’emotività o dell’affettività rispetto a domini fisici quali la vici- nanza nello spazio (Physical closeness is emotional closeness) e il calore corporeo (Affection is warmth) (Williams e Bargh 2008, 2010).

2.1. Metafora concettuale in politica

L’evidenze sperimentali risultano ancora più rilevanti se guardiamo all’ambito di questioni di interesse politico e sociale. Uno studio recente ha testato il potere d’influenza di un framing metaforico sul posizionamento ri- guardo al tema dell’immigrazione (Landau et al. 2009) utilizzando un testo in cui si descriveva la nazione in termini metaforici (es. The Country is sick, the country is strong relativa alla metafora concettuale Nations as Phisical bo- dies) e uno in cui si utilizzava un linguaggio letterale. Coloro che erano stati influenzati in precedenza con una lettura che parlava della pericolosità dei vi- rus era più propensa a scegliere norme anti immigrazione più restrittive ri- spetto a quelli che avevano letto un articolo in cui essi erano indicati come innocui. Lo stesso effetto non è stato riscontrato in coloro che avevano letto la descrizione della nazione in termini letterali.

2.2. Metafore per il crimine

cui è stato testato il potere d’influenza di una comunicazione di tipo metafo- rico rispetto alla questione del crimine (Thibodeau et al. 2009; Thibodeau e Boroditsky 2011). Lo studio ha mostrato evidenza dell’influenza di una de- terminata narrazione di stampo metaforico (“Crime is a beast” o “Crime is a virus”) riguardo alla selezione di informazioni utili per prendere una decisio- ne informata sul tema della criminalità, sulla scelta delle misure da adottare per risolvere il problema e di conseguenza sulle posizioni politiche sostenute dai partecipanti.

Nello studio i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti un report riguar- do all’aumento del tasso di criminalità nella città di Addison e chiedevano lo- ro di suggerire una soluzione. Se i partecipanti avevamo letto una storia in cui il crimine era descritto metaforicamente come un virus (“crime is a virus”), erano più propensi a scegliere soluzioni quali: “ricercare la causa alla radice”, “proporre riforme sociali”, “eliminare la povertà” o “aumentare l’educazione. Mentre i partecipanti che avevano letto la narrazione in cui il crimine era de- scritto nei termini di una bestia (“crime is a beast”) erano più propensi a sce- gliere soluzioni quali: “acciuffare e metter in prigione i criminali”, “proporre leggi più dure” e “aumentare le punizioni” (Thibodeau e Boroditsky 2011).

1

2.3 Conceptual Blending e metafore per il crimine

La teoria del Conceptual Blending, evoluzione della teoria dei Mental Spaces del ’85, è un altro caposaldo della Linguistica Cognitiva di ultima ge- nerazione. I suoi creatori, Fauconnier e Turner, hanno costruito questo mo-

1

Illustrazione in Thibodeau et al. 2009, p. 811. Percentuale di scelte tra i partecipanti divise per “Enforce” relativa alla metafora “Crime is a Beast” e “Reform” relative alla metafora “Crime is a Virus”. Come è visibile la percentuali di scelte tese a riformare lo stato attraverso scelte sociali è maggiore per il gruppo di coloro che erano sottoposti alla lettura di racconto contenente il fra-

dello che delinea un “Conceptual Integration Network” che viene attivato nella mente durante l’interazione on-line con il mondo circostante e quindi anche durante l’esperienza linguistica (Fauconnier 1987, Fauconnier e Turner 2002; Coulson 2001, 2009; Coulson e Oakley 2000).

Il modello prende in carico la teoria dei frames e della metafora concettu- ale, pur con alcune differenze, e risulta prolifico per la descrizione del pro- cesso di comprensione della metafora concettuale del crimine2.

3

2 Non possiamo occuparci nel dettaglio dell’integrazione di queste teorie che rimandiamo ad un

lavoro successivo. La teoria del Conceptual Blending in questa sede verrà brevemente utilizzata al fine di esplicitare meglio il processo d’integrazione concettuale attuato dall’espressione meta- forica oggetto primario della nostra analisi. Una interessante proposta è stata suggerite da alcuni studiosi americani (Grady et al 1999).

3 Una costruzione del “Conceptual Blending” attivato dalla metafora concettuale “Crime is a

Attraverso la costruzione di un “Conceptual Integration Network” vedia- mo la proiezione delle caratteristiche del frames “Beast” su “Crime”. Pos- siamo notare come dal “Crime Space” alcune caratteristiche appartenenti a questo frame non vengono trasferite nel “Blended Space”, risultato finale del processo di comprensione della metafora, mentre altre, illuminate dalla con- nessione con il dominio “Beast”, vengono “fuse” e trasferite4.

5

Nello schema sopra vediamo come delle caratteristiche diverse provenienti

4La Teoria dei “Conceptual Blending” richiederebbe un trattazione più ampia che non è possibi-

le in questa sede. Per un approfondimento rimandiamo in particolare ai testi di Fauconnier, Tur- ner, Coulson da noi segnalati in bibliografia

5

Una costruzione del “Conceptual Blending” attivato dalla metafora concettuale “Crime is a Vi-

rus”.Da notare che i punti non trasferiti nel “Blended space” non sono da intendersi come non

trasferiti in assoluto ma rimangono nello sfondo. Il “Conceptual Blending” infatti non risulta una rappresentazione onnicomprensiva dei processi percettivi in atto ma riguarda gli effetti salienti che sono presenti nel processo di concettualizzazione metaforica.

dal frame “Virus” vengono proiettate sul dominio concettuale “Crime” modi- ficando il “Blended Space”6.

3. Case-study: Metafora e politica italiana

Le metafore politiche sono frequenti. Silvio Berlusconi ha spesso utiliz- zato metafore di tipo religioso per riferirsi al suo elettorato, al suo partito po- litico e al suo ruolo come leader. (Di Pietro e Wehling 2011) Un tipo di meta- fora di questo tipo, se veicolata attraverso i mezzi di comunicazione di massa, può influenzare il sistema politico modificando il dominio bersaglio (la poli- tica) attraverso il dominio sorgente (la religione) polarizzando fortemente lo spettro politico tra politici/fedeli e politici/infedeli.

Il Sindaco di Roma Alemanno ha incentrato la sua campagna elettorale del 2008, e la sua vittoria, sul tema della lotta alla criminalità. Abbiamo scel- to di analizzare tre momenti di particolare rilevanza nel dibattito politico in- torno a questo tema: L’assassinio avvenuto a Tor Pignattara la notte del 5 gennaio 2012, Il presunto stupro della turista australiana alla stazione termini l’11 Luglio del 2011 e infine le dichiarazioni del Sindaco Alemanno per l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel gennaio del 2012 e li abbiamo mes- si a confronto con le repliche dei leader della Sinistra raggruppando il conte- nuto delle dichiarazione tra appartenenti alla metafora concettuale “Crime is a Beast” e “Crime is a Virus” 7.

Abbiamo considerato parole come “belve” “devono essere fermate” “mo- bilitazione profonda” come appartenenti alla categoria “Enforce” relativa al frame metaforico “Crime is a Beast” ed espressioni quali “interventi sociali”, “sviluppo” “cura” come appartenente a “Reform” e relativi alla metafora concettuale “Crime is a Virus”8. Di seguito abbiamo analizzato la quantità di ricorrenze e realizzato una rappresentazione grafica del fenomeno.

6 Nella teoria della metafora Concettuale Lakoff sostiene che due visione metaforiche posso

spesso essere mutual exclusive e questo è causa di molti processi d’incomprensione e incompati- bilità (Lakoff 2002, 2008b).

7 Abbiamo scelto questi tre eventi perché rappresentativi di contesti diversi e in relazione a cri-

mini di natura differente.

8

Le dichiarazioni analizzate sono state reperite attraverso vari quotidiani online: http://roma.repubblica.it dell’11 Luglio 2012; http://www.tg1.rai.it del 5 Gennaio 2012; http://www.romacapitalenews.com del 29 Gennaio 2012; Le repliche dei politici della coalizione di sinistra analizzate sono di: Vincenzo Maruccio, segretario regionale dell’IDV, Marco Miccoli,

A livello percentuale il Alemanno ha utilizzato 75% dell’espressioni in linea con la metafora “Crime is a Beast” (12 ricorrenze su 16 totali) contro circa il 43% (3 ricorrenze su 7 totali) dei suoi antagonisti. Mentre “Crime is a Virus” è utilizzato nel 25% dei casi dal Sindaco (4 ricorrenze su 16 totali) contro il 57% (4 ricorrenze su 7 totali) dei suoi antagonisti.

4. Conclusioni

Una metafora sbagliata può essere alla radice del fallimento di un’azione preventiva nei confronti del crimine (Kelling 1991) e alcuni studiosi hanno sottolineato che trattare il crimine come un virus può oggettivamente aiutare a trovare una soluzione (Guerrero & Concha-Eastman, 2001).

Nell’articolo di Kelling viene riportato un fatto di cronaca in cui uno stu- pratore seriale era stato catturato dalla polizia solo dopo 11 stupri e 15 mesi.

La polizia dichiarò in seguito che la popolazione non era stata deliberata- mente allarmata:

“The police later revealed that they had deliberately withheld information from the public that could have prevented at least 8 of the attacks, because it might have compromised the traps they had laid for the suspect. The girls, Kelling argues “were victims... not only of a rapist, but of a metaphor” (Thibodeau et al. 2009, pag.1).

Dall’analisi delle ricerche che abbiamo elencato e dall’analisi dei discorsi del Sindaco, possiamo avere informazioni riguardo al suo modo di concepire il crimine e il modo in cui, attraverso la comunicazione pubblica, questo si rifletterà sulla concezione della popolazione, e forse soprattutto, sulle azioni che l’Amministrazione metterà in atto. Un cambiamento di prospettiva e quindi un cambiamento di metafora nel discorso pubblico potrebbe essere di cruciale importanza per permettere l’attuazione di misure risolutive che al- trimenti potrebbero rimanere intentate.

Bibliografia essenziale

Coulson, S., Oakley, T. (2000) Blending basics. Cognitive Linguistics 11, 175–196. Di Pietro, S. (in corso di stampa), The Political Metaphor: Between Philosophy and

Cognitive Linguistics, Cambridge Scholar Publisher, Newcastle upon Tyne, UK. Fauconnier, G., Turner M. (2002) The Way we think. Conceptual Blending and The

Mind Hidden complexities, Basic Books, New York.

Fillmore C. (1977) Scenes-and-frames semantics, in A. Zampolli (ed.), “Linguistic Structures Processing”. Amsterdam: North Holland, pp. 55–82.

Gensini, S. (2008), Comunicazione e cognizione, in Terzo millennio, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, pp.141-150

Guerrero R & Concha-Eastman A. An Epidemiological approach for the prevention of urban violence: The case of Cali, Colombia. Journal of Health and Population in Developing Countries, 2001; 4 (1).

Kelling, G. (1991) Crime and metaphor: Toward a new concept of policing. City Journal 1.

Lakoff, G.(1987), Women, Fire, and Dangerous Things: What Categories Reveal about the Mind, University of Chicago Press, Chicago.

ID. (2008b), The Political Mind. Why You Can’t Understand 21st Century Politics with an 18th Century Brain,Viking, New York.

Lakoff, G., Johnson, M. (1980), Metaphors We Live by, University of Chicago Press, Chicago,

ID. (1999), Philosophy in the Flesh: the Embodied Mind and its Challenge to Western Thought, Basic, New York.

Meier B.P., Hauser D.J., Robinson M.D., Friesen C.K., Schjeldahl K. (2007a), What’s “up” with God? Vertical Space as a Representation of the Divine, in “Journal of Personality and Social Psychology”, 93, pp. 699-710.

Thibodeau, P., McClelland, J. L., & Boroditsky, L. (2009) When a bad metaphor may not be a victimless crime: The role of metaphor in social policy. In N. A. Taatgen & H. van Rijn (Eds.), Proceedings of the 31st Annual Conference of the Cognitive Science Society (pp. 809-814). Austin, TX: Cognitive Science Society.

Thibodeau P., Boroditsky L. (2011) Metaphors We Think With: The Role of Meta- phor in Reasoning. PLoS ONE 6(2): e16782. doi:10.1371/journal.pone.0016782 Zhong C.B., Liljenquist, K. (2006), Washing Away Your Sins: Threatened Morality

Le scienze cognitive al banco di prova della

Outline

Documenti correlati