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Parte II: Peirce vs Sherlock Holmes.

Capitolo 6 : Sherlock Holmes e la società vittoriana e edoardiana.

6.3 Crimini e Criminali.

La vasta esperienza del mondo criminale permette a Holmes di riconoscerne e interpretarne dei segni caratteristici. Holmes opera attraverso attribuzioni di senso

274

A. C. Doyle, The Problem of Thor Bridge in «The Strand Magazine» 1922; Trad. It., L’enigma di

Thor Bridge, “Il taccuino di Sherlock Holmes”, in A. C. Doyle, Op. Cit.

275 Ibidem

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veicolate da segni che rimandano a un sistema più ampio delle tipiche attitudini e gesta del mondo criminale. Holmes, inoltre, ha studiato la storia del crimine e ha affrontato così tanti casi da poter cogliere delle analogie e poter individuare delle “regole generali” di cui si serve nelle sue indagini.

Holmes, ad esempio, sostiene che la presenza d’indizi non comuni sulla scena del crimine è un indice di semplicità nella soluzione del caso. Al contrario, la presenza di elementi ordinari sulla scena è segno di complessità e di difficoltà.276.

(Holmes): - Come regola generale […] più una cosa è insolita, meno misteriosa risulterà essere. Sono i crimini comuni, senza nessuna particolarità, a essere veramente complicati, proprio come una fisionomia anonima è più difficile da identificare277.

Nel romanzo “A Study in Scarlet” abbiamo un esempio di applicazione di questa regola generale quando Holmes e gli agenti di Scotland Yard si soffermano su due indizi particolari rinvenuti sulla scena del crimine: una fede nuziale e la scritta «Rache» sulla parete278. La polizia ufficiale ipotizza che la fede rappresenti un segno del coinvolgimento di una donna nel delitto. Di conseguenza la scritta «Rache» rappresenterebbe un tentativo di scrivere il nome “Rachel”, presumibilmente il nome della donna in questione. Holmes respinge rapidamente questa ipotesi e spiega che la scritta è in lingua tedesca, significa «vendetta». La scritta è un segno del tentativo dell’assassino di sviare le indagini e far credere che il movente dell’omicidio fosse di natura politica. La presenza della fede nuziale, infatti, è un segno della natura passionale del delitto. Holmes stesso, alla fine delle indagini, spiega come la combinazione di

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Come sostiene Moretti un crimine che chiunque avrebbe potuto commettere può essere definito “il crimine perfetto”. un crimine che presenta qualche elemento bizzarro ed eccentrico semplifica la ricerca del possibile colpevole. R. Jann, Op. Cit, p. 75

277

A. C. Doyle, The Red Headed League in «The Strand Magazine», 1891; Trad. It., La lega dei Capelli

Rossi, “Le avventure di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, ,Op. Cit.

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La presenza della fede nuziale inizialmente sembra mettere in difficoltà i due agenti di Scotland Yard, a differenza di Holmes, come si evince da questo passo: «Lo sconosciuto fu caricato sulla barella e trasportato via. Mentre lo sollevavano, un anellino cadde e rotolò sul pavimento. Lestrade lo afferrò guardandolo accigliato. "Qui c'è stata una donna!", esclamò. "Questa è la fede nuziale di una donna". Teneva l'anellino sul palmo della mano. Ci stringemmo tutti intorno a lui e guardammo l'anello. "Questo complica la faccenda", osservò Gregson. "E Dio solo sa se era già abbastanza complicata". "E' sicuro che, invece, non la semplifichi?", domandò Holmes» A. C. Doyle, A study in Scarlet in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad. It., Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni” Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori, Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004, p. 33

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questi due indizi particolari gli abbia permesso facilmente di comprendere il movente dell’omicidio.

(Holmes): - E ora veniamo al problema centrale: il motivo. Il furto non doveva essere stato il movente del delitto, poiché sembrava che nulla fosse stato sottratto al morto. Si trattava di politica, oppure c'era di mezzo una donna? [...] Fin dal principio ho avuto una certa propensione verso la seconda ipotesi. Chi commento un assassinio politico è ben contento di fare il colpo e di svignarsela. Questo assassino, invece, aveva agito con fredda deliberazione e aveva lasciato le proprie impronte per tutta la stanza, dimostrando di avere sostato a lungo. Doveva trattarsi di una briga privata e non politica, per richiedere una vendetta così metodica. Quando si è scoperta la scritta sul muro, la mia opinione non ha fatto che rafforzarsi. Quello era un trucco troppo palese. Quando poi si è trovato l'anello, non ho più avuto dubbi. Evidentemente l'assassino se n'era servito per ricordare alla vittima una donna morta oppure lontana.

Nel racconto “The Red Headed League” (1891) Holmes si sofferma su un dettaglio particolare che riguarda il collaboratore del suo cliente. Si tratta di un giovane brillante e diligente che si è offerto di lavorare alle dipendenze di Mr Wilson in cambio di un’umile retribuzione. Le indagini di Holmes riveleranno che dietro alle rispettabili apparenze si celava uno dei più noti falsari dell’epoca, John Clay. Holmes spiega a Watson che l’accettazione di un salario molto modesto era un segno della necessità di John Clay di farsi assumere da Mr Wilson per un secondo fine. Le indagini riveleranno, infatti, che la casa di Mr Wilson era posta in una posizione strategica per tentare una rapina in banca.

Dal momento in cui venni a sapere che l'impiegato lavorava per metà stipendio, mi fu subito chiaro che doveva avere qualche altro motivo per rimenare in quel posto. [...] Se ci fossero state delle donne per casa avrei sospettato un volgare intrigo amoroso. [...] Gli affari dell'usuraio erano modesti e nella sua abitazione non c'era nulla che potesse giustificare dei preparativi così elaborati e dispendiosi come quelli che erano stati approntati. Doveva per forza trattarsi di qualcosa che si

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trovava al di fuori della casa. Cosa poteva essere? Ripensai alla passione dell'impiegato per la fotografia e al suo trucco di sparire in cantina... [...] qua si trovava il bandolo della matassa. Feci allora ulteriori indagini sul misterioso collaboratore e scoprii che avevo a che fare con uno dei criminali più audaci e determinati di tutta Londra. [...] Costui nella cantina stava combinando qualcosa che gli richiedeva diverse ore al giorno per parecchi mesi [...] Non mi veniva in mente nient'altro che lo scavo di un tunnel per collegarsi a un altro edificio [...] Girai l'angolo e vidi che la City and Suburban Bank era adiacente all'immobile del nostro amico ed ebbi la sensazione di aver risolto l'enigma279.

Secondo Jann280, dalle narrazioni di Doyle si potrebbe evincere una correlazione tra lo status sociale elevato dei criminali e le abilità nell’ordire complotti intricati. Holmes sembrerebbe, infatti, ritenere che i crimini più ingegnosi siano pensati e realizzati dagli uomini più colti. John Clay, il falsario che abbiamo appena citato, è il nipote di un duca, descritto come un uomo dall’intelletto fuori dal comune281

e con un alto livello di istruzione, dovuto gli anni trascorsi a Eton e Oxford. Clay ha inventato la storia di un eccentrico benefattore che avrebbe creato la “Lega dei Capelli Rossi”, offrendo una cospicua somma di denaro in cambio della copiatura dei volumi dell’Enciclopedia Britannica e inducendo Mr Wilson a rispondere al finto annuncio sul giornale. Clay si sarebbe in seguito servito di un tunnel sotterraneo e sarebbe riuscito a svaligiare la banca vicina dopo aver allontanato Mr Wilson dalla sua abitazione. Secondo Holmes, il comportamento di Clay è un segno sia del suo notevole ingegno sia della capacità di organizzare truffe e sfuggire alla giustizia per molto tempo. Commenta Holmes:

Era del tutto ovvio fin dal principio che l'unico scopo possibile di questa fantasiosa questione dell'annuncio della Lega, e la copiatura dell'Enciclopedia, fosse quello di tenere alla larga ogni giorno, per un certo numero di ore, il nostro usuraio, uomo dall'intelligenza non

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A. C. Doyle, The Adventure of the Red Headed League in «The Strand Magazine», 1891; Trad. It., La

lega dei Capelli Rossi, “Le avventure di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, ,Op. Cit.

280 R. Jann, Op. Cit., p. 63

281 Commenta un poliziotto di Scotland Yard: «è tanto acuto quanto sono abili le sue dita [...]». A. C. Doyle, The Red Headed League in «The Strand Magazine» 1891; Trad. It., L’avventura della Lega dei

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troppo brillante. Un sistema piuttosto insolito per ottenere il risultato ma non sarebbe stato semplice riuscire a inventarne uno migliore. L'idea fu senz'altro suggerita alla mente ingegnosa di Clay dal colore dei capelli del suo complice282.

Nei racconti abbiamo anche l’esempio del malvagio Dottor Roylott che trova un modo originale di uccidere le figliastre per carpirne l’eredità. Holmes ritiene che un dottore che volga al male le sue conoscenze «si trasforma in uno dei criminali più afferrati [perché] ha nervi saldi e competenza»283.. La scelta dell’arma del delitto è un segno dell’intelligenza del Dottor Roylott: quest’ultimo ricorre al veleno di un serpente che non sarebbe stato riconosciuto dalle analisi chimiche dell’epoca. Commenta Holmes: «Solo un uomo intelligente e implacabile che era venuto a contatto con pratiche orientali poteva ricorrere all'uso di un tipo di veleno che nessuna analisi chimica sarebbe stata in grado di identificare».

Clay e Roylott si distinguono tra i criminali catturati da Holmes anche per il temperamento aristocratico che emerge nel modo altezzoso e dispregiativo con cui si rivolgono alla polizia e a Holmes stesso.

Clay al momento della cattura rimprovera il detective di Scotland Yard per il modo troppo confidenziale con cui gli si rivolge. Il tono imperioso e sprezzante usato per rivolgersi a persone di rango inferiore e l’inchino di commiato sono segni della sua formazione aristocratica.

(John Clay): - La prego di non toccarmi con quelle mani sudice, - esclamò il prigioniero quando scattarono le manette intorno ai polsi. - Forse lei non sa che nelle mie vene scorre sangue blu. Quando si rivolge a me abbia la cortesia di chiamarmi signore e di chiedermi le cose per piacere.

(Detective Jones): - Sarà fatto, - disse Jones con lo sguardo incredulo e un sorrisetto malizioso. - Se il signore si degna di salire le scale potremo chiamare una carrozza e condurre sua altezza al commissariato.

282 Ibidem

283 A. C. Doyle, The Adventure of the Speckled Band in «The Strand Magazine», 1892; Trad. It., La fascia

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(John Clay): - Così va meglio, - rispose John Clay serenamente. Con un grande inchino rivolto a noi tre si avviò serenamente sotto la custodia del detective284.

Analogamente, Roylott cerca di minacciare Holmes affinché non indaghi sul suo conto. Nel testo originale si rivolge all’investigatore con l’espressione: «the Scotland Yard Jack-in-office»285. Jann osserva che si tratta di un insulto tipicamente rivolto dagli aristocratici ai lavoratori della classe media, soprattutto quelli che svolgono attività d’ufficio. L’espressione è particolarmente offensiva poiché Holmes sarebbe paragonato a un comune impiegato di Scotland Yard e sarebbe stato privato del suo status di gentiluomo286. Questo modo di esprimersi è un segno distintivo dello status del Dottor Roylott e della sua presunta superiorità nei confronti dei lavoratori della classe media. Nelle narrazioni non mancano riflessioni e generalizzazioni sul tipico comportamento degli autori di un crimine. Le eventuali anomalie, rispetto al modello conosciuto da Holmes, si rivelano talvolta importanti per comprendere la reale dinamica di un delitto. Ne abbiamo un esempio in “The Adventure of the Abbey Grange” (1904), quando le indagini di Holmes rivelano una sequenza di eventi del tutto diversa da quella immaginata in prima istanza. Come regola generale, afferma Holmes, i ladri agiscono a notte fonda per non essere sorpresi dai padroni di casa e per poter agire liberamente. Nel caso fossero colti in flagrante, potrebbero facilmente immobilizzare le vittime e imbavagliarle per impedire loro di gridare e di attirare l’attenzione. Dei ladri professionisti, inoltre, sottrarrebbero i beni più preziosi con metodicità, scapperebbero rapidamente e cercherebbero di far perdere le loro tracce. Nel misfatto in questione, Holmes sembrerebbe disorientato dalla testimonianza della padrona di casa, in virtù di alcuni particolari che sembrano in contrasto con il tipico comportamento dei ladri professionisti. I ladri avrebbero agito troppo presto, avrebbero fatto uso eccessivo della forza percuotendo la padrona e uccidendone il marito, si sarebbero accontentati di un bottino modesto e, soprattutto, si sarebbero fermati a brindare al loro successo, anziché dileguarsi rapidamente. Tutte queste anomalie sono segni che permettono a Holmes di

284 A. C. Doyle, The Red Headed League in «The Strand Magazine» 1891; Trad. It., La lega dei Capelli

Rossi, “Le avventure di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit

285 A. C. Doyle in R. Jann, Op. Cit., p. 120 286

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comprendere che la reale sequenza degli eventi sia diversa da quella testimoniata dalla moglie della vittima.

E' quanto dato di fatto, però, che quando hanno messo a segno un buon colpo i rapinatori in genere tendono a godersi in pace e tranquillità il ricavato della loro impresa, senza imbarcarsi subito in un altro progetto pericoloso. Inoltre, è strano che i ladri agiscano a quell'ora della sera, è troppo presto; è strano che colpiscano una donna per impedirle di gridare, perché naturalmente quello è proprio il metodo più certo per farla gridare; è strano che uccidano quando sono in tre e potrebbero agevolmente ridurre all'impotenza un uomo solo; è strano che si limitino a rubare pochi pezzi di argenteria quando hanno a portata di mano molto di più, e infine dirò che è ancora più strano che uomini di quel genere lascino una bottiglia mezza vuota287.

Nei racconti di Doyle i criminali comuni sarebbero riconoscibili da segni fisici evidenti, mentre i criminali di alto livello sarebbero caratterizzati dalla presenza di segni più celati nelle espressioni nel volto o nel loro portamento. Nel descrivere le gesta degli antagonisti più brutali ma meno talentuosi, osserva Jann288, Doyle sembrerebbe far riferimento ai segni atavici289 descritti da Lombroso, poiché questi criminali sono contraddistinti da tratti somatici che sembrerebbero segni della loro natura malvagia. Enoch Drebber, la vittima descritta in “A Study in Scarlet” (1887), e dal passato tutt’altro che immacolato, ad esempio, sarebbe marchiato dalla sua «fronte bassa, [dal] naso camuso e [dalla] mascella prognatica»290 che gli conferivano «un aspetto scimmiesco»291. La fronte bassa, il naso schiacciato e la mascella pronunciata sarebbero segni della sua malvagità. L’evaso Seldon, descritto in “The Hound of the Baskervilles

287

A. C. Doyle, The Adventure of the Abbey Grange in «The Strand Magazine», 1904 Trad. It.,

L’avventura di Abbey Grange, “Il taccuino di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, , Op. Cit.

288 R. Jann, Op. Cit., p. 56

289 Questa teoria viene sviluppata da Cesare Lombroso. Secondo Lombroso i criminali rappresenterebbero un tipo fisico ben distinto che potrebbe riconoscersi dalla loro atavica somiglianza con le scimmie. Ne abbiamo prova nel caso di Drebber e Jonathan Small, nonché Selden, protagonisti di “Uno studio in rosso”, “ll segno dei quattro” e “Il mastino dei Baskerville”. La teoria di Lombroso rispecchierebbe una versione più elaborata di una credenza molto diffusa secondo cui i segni della natura morale e intellettuale di un uomo sarebbero inscritti nel suo corpo, soprattutto sul volto. R. Jann, Ivi, pp. 56-7

290

A. C. Doyle, A study in Scarlet in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co 1887; Trad. It.,

Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004, p. 32 291

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(1902) presenterebbe dei segni analoghi in virtù della sua «fronte sporgente [e] quegli occhi infossati, animaleschi»292 che ne rappresentano la natura criminale.

I segni della criminalità secondo Holmes, tuttavia, non sono così evidenti come ha teorizzato Lombroso, ma sono il risultato di una serie di aspetti più celati come l’oscillazione del corpo, uno sguardo minaccioso, un sorriso ambiguo che Holmes, dotato delle sue proverbiali capacità, riesce a desumere. I suoi antagonisti più talentuosi, infatti, sono privi dei segni atavici, così Stapleton di “The Hound of the Baskervilles” (1902) è descritto come un uomo ben rasato e dall’aspetto dello studioso. John Clay di “The Red-Headed League” (1892) ha le mani delicate e un aspetto da ragazzino imberbe e innocente. Holmes sembrerebbe quindi ritenere che la maggiore abilità criminale di questi personaggi consista anche nel saper celare la loro attitudine deviante e nell’avere delle apparenze impeccabili.

Il Barone Gruner di “The Adventure of the Illustrious Client” (1924), ad esempio, sembra un perfetto gentiluomo perché le sue maniere sono cortesi e impeccabili, ha dei lineamenti gradevoli e parla in tono accattivante e persuasivo. Tuttavia si denota dalla descrizione accurata della sua bocca che il suo comportamento è artificioso e nasconde una natura subdola e pericolosa. La bocca di Gruner è un particolare che compromette un aspetto tanto gradevole, un segno che rivela la sua personalità criminale.

[…] Diritta, con le labbra sottili. Se mai vidi la bocca di un assassino, era quella: uno squarcio duro e crudele, serrato, inesorabile e terribile. Sbagliava a non coprirla con i baffi, perché quella bocca era il segnale di pericolo che la Natura lanciava come un monito alle sue vittime. La voce era suadente, i modi impeccabili293.

L’antagonista per eccellenza di Holmes, James Moriarty, è noto per il suo genio matematico e definito da Holmes come «il Napoleone del Crimine»294 poiché è la mente di una vasta attività criminale. Anche nella sua descrizione fisica mancherebbero i segni atavici descritti da Lombroso. Inoltre, il suo ruolo d’insegnante gli conferisce una

292 A. C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine» Agosto 1901-Aprile 1902; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 138

293 A. C. Doyle, The Adventure of the Illustrious Client (1924); Trad. It., L’avventura del cliente illustre, “Il taccuino di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit.

294 A. C. Doyle, The Adventure of the Final Problem in «The Strand Magazine», 1893; Trad. It; Il

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reputazione irreprensibile, tanto che gli agenti di Scotland Yard sono sconcertati dai sospetti di Holmes. L’agente MacDonald ammette di aver indagato su James Moriarty soltanto per insistenza di Holmes, ma nel loro colloquio non sarebbero emersi dei particolari preoccupanti.

Non posso nasconderle, caro signor Holmes, che noi della Centrale della polizia pensiamo che lei, a proposito di questo professore, abbia una specie di ossessione. Io mi sono prodigato di svolgere sul suo conto un’inchiesta personale, ed è risultato essere un uomo rispettabile, intelligente e geniale […] Avrebbe potuto diventare un grande ministro, con quella faccia asciutta e quei capelli grigi e con quel suo modo solenne di parlare. Quando mi mise una mano sulla spalla, nel salutarmi, era come un padre che benedicesse il figlio prima di lasciarlo partire nel mondo crudele.295

Gli agenti di Scotland Yard sembrerebbero assumere che le rassicuranti fattezze di un docente anziano, i modi cortesi e paterni e il modo di parlare stentoreo siano segni della natura benevola di Moriarty. Holmes, al contrario, ritiene che la sua reale natura si riveli in alcuni particolari che potrebbero sfuggire a un osservatore poco attento. Così lo descrive Holmes:

Una fronte ampia che si estende come una cupola bianca, e due occhi profondamente infossati nelle orbite. E' rasato con cura, pallido, di aspetto ascetico e nei lineamenti conserva ancora qualcosa del professore che è stato. […] la testa protesa in avanti continuamente oscillante da una parte all'altra, con un moto lento e strano, simile a quello dei rettili. [...] Il Professore ha continuato a sorridere e ad un ammiccare con gli occhi, ma c'era qualcosa nel suo sguardo per cui non mi sarei sentito a mio agio, se non avessi avuto un'arma a portata di mano 296.

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A. C. Doyle, The Valley of Fear in «The Strand Magazine», Aprile 1914- Maggio 1915; Trad. It., La

valle della paura, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN),

Giugno, 2010, pp. 16-7

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A. C. Doyle, The Adventure of the Final Problem in «The Strand Magazine» 1893; Trad. It; Il

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L’oscillazione del capo, il sorriso ambiguo e lo sguardo accattivante sono dei segni più celati rispetto ai tratti atavici descritti da Lombroso, ma rivelano la natura criminale di Moriarty, tanto da incutere soggezione e timore persino nell’investigatore.

Anche il più fidato aiutante di Moriarty, il Colonnello Moran, è marchiato da alcuni