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Metodo di Holmes e metodologia della ricerca scientifica.

Parte II: Peirce vs Sherlock Holmes.

Capitolo 4: L’abduzione di Peirce e il ragionare all’indietro di Sherlock Holmes.

4.4 Metodo di Holmes e metodologia della ricerca scientifica.

Nelle indagini di Holmes si possono evincere diverse massime e raccomandazioni metodologiche che intendono offrire rigore scientifico al suo modus operandi. Alcune di queste raccomandazioni sono utili per cogliere delle ulteriori affinità tra l’indagine poliziesca e quella scientifica. Nei punti seguenti vedremo i caratteri del ragionamento a posteriori e dello sfondo teorico dal quale emerge il dato, che alla base dell’interpretazione abduttiva vi siano processi legati all’immaginazione e all’uso di congetture e delle confutazioni scientifiche e, infine, che l’abduzione richiama concetti presenti nel dibattito delle scienze sociali (come il punto di vista dell’altro, la causazione e la tipicità).

4.4.1 Il ragionamento a posteriori, costruzione del dato e sfondo teorico.

E’ buona abitudine di Holmes soffermarsi a ripercorrere cronologicamente gli eventi. Questo modo di procedere che avviene per esempio in Baker Street alla conclusione del caso, ha essenzialmente una natura pedagogica per sopperire alle richieste di Watson o del personale di Scotland Yard. A volte, invece, rappresenta un momento di riflessione che interrompe momentaneamente l’indagine per raccogliere le idee. Spesso si rivela

181 U. Eco, Corna, zoccoli, scarpe. Alcune ipotesi sui tre tipi di abduzione, in U. Eco, T. A. Sebeok, Op.

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un’abitudine fondamentale perché proprio in questo frangente Holmes rivaluta le ipotesi di partenza, immagina possibili alternative e relative conseguenze, esclude ipotesi. Sovente questo è ciò che favorisce l’illuminazione improvvisa dell’abduzione: l’aprirsi di una nuova ipotesi suggerita da conoscenze già acquisite, dal ricordo di un particolare dettaglio o dall’emergere di una nuova interpretazione delle circostanze già note del caso in esame. Holmes riconosce l’importanza di questo tipo di ragionamento, che procede dalle tracce e dagli indizi per cercare di ricostruire la dinamica del delitto. Tutto ciò è affine alla natura retroduttiva delle abduzioni di Peirce. In questo passo Holmes spiega a Watson il senso del ragionamento retroduttivo:

Nel risolvere un problema di questo genere, l’essenziale è saper ragionare a ritroso. E’ una tattica utile e saggia, ma pochi se ne servono, forse perché, nella vita d’ogni giorno, è più pratico far seguire al ragionamento la direzione del tempo. Ci sono cinquanta persone che sanno ragionare sinteticamente contro una che sa ragionare analiticamente. […] Questo, per esempio, era un caso in cui ci trovavamo al cospetto delle conseguenze, e dovevamo quindi risalire alle origini […]182

.

Le conoscenze su cui Holmes riflette retrospettivamente sono legate a uno sfondo di elementi base della selezione dei dati. Peirce pone una netta distinzione tra il ragionamento induttivo e quello abduttivo. L’induzione comporta la ricerca di elementi legati alla singolarità, mentre nell’abduzione lo sfondo teorico selezionato dall’esperienza è la base dell’adeguamento agli elementi che emergono nell’indagine183

.

182 A. C. Doyle, A study in Scarlet, in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad.It.,

Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

Stabilimento NSM (Trento), 2004, p. 140 Segue tutta la ricostruzione del caso: occorre tenere a mente che nella prima parte del romanzo si svolgono le indagini e Holmes ricostruisce il primo identikit sull’assassino. Nella seconda parte si racconta la storia di Jefferson Hope e della donna che ha amato. La morte dell’amata, in seguito a un matrimonio forzato con l’uomo ucciso da Hope, è stata l’evento scatenante della vendetta che si è consumata molti anni dopo. Solo nelle ultime pagine del romanzo Holmes spiega come ha scoperto l’assassino e ricostruisce il suo ragionamento abduttivo passaggio per passaggio, a partire dalle prime analisi sulla scena del crimine, con particolare riferimento al ritrovamento della fede nuziale che ha suggerito il movente dell’assassinio. Dalla ricostruzione della vita privata della vittima, Holmes ha conosciuto le circostanze del suo matrimonio e dell’ordine restrittivo emesso contro Jefferson Hope.

183 Quest’ottica costruttivista sembra affine al pensiero di Nelson Goodman il quale ritiene che non si possa parlare propriamente di “dati” e di “teorie” nell’accezione positivistica dei termini. L’autore nega

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I detective di Scotland Yard, descritti da Doyle, fallirebbero perché, dopo aver analizzato la scena del crimine, cercherebbero esclusivamente prove volte alla conferma della propria teoria di partenza, tanto da non essere disposti a valutare altre possibili soluzioni. Talvolta persisterebbero in questo atteggiamento anche di fronte a nuovi indizi ed eventi che evidentemente contraddicono la loro teoria. Holmes, invece, si contraddistingue per un atteggiamento molto cauto, che sembra contrario alla netta separazione tra la raccolta dei dati e la formulazione di teorie. Il ragionamento abduttivo di Holmes implica la selezione teorica degli indizi volta alla risoluzione del caso. I “dati” emergono sempre in questo processo interpretativo di costruzione a partire dai dettagli. Secondo l’investigatore, infatti, le ipotesi di ricerca non devono essere slegate dal contesto del crimine.

Nel primo romanzo si denota la sua scrupolosità e cautela nel formulare giudizi ancora prima di giungere alla scena del crimine.

Un minuto dopo eravamo entrambi su una carrozza e correvamo a tutta velocità verso Brixton Road [la scena del crimine] […] Il mio compagno era di ottimo umore e non faceva altro che parlare dei violini di Cremona e della differenza di uno Stradivari e un Amati. Io, invece, me ne stavo zitto, poiché il tempo uggioso e il carattere macabro della nostra spedizione mi deprimevano lo spirito.

(Watson): - Mi sembra che lei si preoccupi poco della faccenda all’ordine del giorno - osservai finalmente, interrompendo la disquisizione musicale di Holmes.

(Holmes): - Non ho ancora nessun dato - mi rispose lui. - E’ un gravissimo errore formulare delle ipotesi senza avere gli indizi in mano. Ci si formano dei preconcetti184.

l’idea di un’univoca e possibile interpretazione dei dati. Alla base dell’interpretativismo e costruttivismo c’è infatti l’idea che il dato sia un altro ideal tipo, e poiché l’ideal tipo rimanda a un altro elemento teorico, non ci sarebbe mai un fondamento ultimo che permette di raggiungere l’idea positivistica di una realtà esterna allo scienziato. Di conseguenza non esisterebbe un unico mondo, ma diversi modi di costruire diverse versioni del mondo stesso, in base alle diverse teorie scientifiche, e alle nostre esperienze. Scrive Goodman: «I dati sono teorie di taglia più piccola» N. Goodman, Ways of

Worldmaking, Hackett Publishing Company, Indianapolis, 1978, p. 97 La nostra “costruzione” della

realtà, sostiene ancora Goodman, inizia sempre con una “versione” e finisce con un’altra.

184 A. C: Doyle, A study in Scarlet, in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad.It.,

Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

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Holmes pone in essere le sue analisi abduttive ritenendo necessario interpretare gli indizi trovati sulla scena del crimine. L’abduzione è una categoria contraria all’ideale positivista di compiere un’analisi obiettiva e del tutto priva dei riferimenti alle categorie di pensiero del ricercatore. Holmes non si appella all’idealistico principio secondo cui i fenomeni “parlerebbero” da soli, e secondo cui non si dovrebbe cadere nella tentazione di contaminarli con i propri preconcetti. L’analisi “obiettiva” di Holmes implica il ricorso a una quantità adeguata di conoscenze per giungere all’ipotesi più plausibile e risolutrice del caso. E’ inoltre necessario che la formulazione o la “giustificazione” delle ipotesi sia contestuale all’interpretazione dei segni che emergono nel corso delle indagini.

4.4.2 Immaginazione, congetture e confutazioni.

Una delle tecniche più note del metodo di Holmes è il cosiddetto uso “scientifico” dell’immaginazione. Holmes formulerebbe ipotesi guidate da concetti logici che lo indirizzano nella costruzione d’interpretazioni:

Il processo logico [...] parte dal presupposto che, una volta eliminato tutto ciò che è impossibile, quello che rimane per quanto improbabile, deve essere la verità. Possono anche esserci varie spiegazioni; in tal caso, si controllano e ricontrollano finché una o l'altra è confermata da un convincente numero di prove. Applichiamo dunque questo principio al caso in questione185.

Nelle abduzioni del detective l’immaginazione non sarebbe lasciata sfogare in modo arbitrario: Holmes partirebbe sempre da semplici attribuzioni di senso e si muoverebbe verso conclusioni, ma le sue ipotesi sarebbero sensate poiché basate sulla sua minuziosa capacità di analizzare gli elementi del contesto, fino a trovare lo schema interpretativo che lo condurrà inevitabilmente all’ipotesi più plausibile. Come sostiene Holmes: «Se i fatti nuovi che di cui veniamo a conoscenza si inseriscono nello schema, allora la nostra

185 A. C. Doyle, The Adventure of the Blanched Soldier in «The Strand Magazine», 1926 ; Trad. It.,

L’avventura del soldato sbiancato, “Il taccuino Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Sherlock Holmes: Tutti i racconti, Luca Lamberti (a cura di), Einaudi, Torino, Edizione digitale, 2011

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ipotesi può diventare gradualmente una soluzione»186. Holmes immaginerebbe diversi possibili scenari per risolvere l'enigma, scenari che prendono la forma di schemi teorici che sono alla base della raccolta delle informazioni necessarie. Questo uso dell’immaginazione è definito «scientifico»187

poiché permetterebbe di bilanciare le ipotesi in base al loro grado di probabilità e scegliere la più verosimile188.

(Watson): - Queste però sono ipotesi – obbiettai.

(Holmes): - Non è precisamente vero: sono le sole ipotesi che si possono dedurre dai fatti189 […]

(Henry Baskerville): - Ci stiamo addentrando, ora, nel campo delle pure supposizioni – commentò il dottor Mortimer.

(Holmes): - Dica piuttosto nel campo in cui si confrontano le ipotesi e si sceglie la più probabile. E’ un modo scientifico di usare l’immaginazione, ma abbiamo sempre una base concreta su cui fondare le nostre argomentazioni 190.

La presenza di diverse possibili spiegazioni inerenti ai dettagli del caso dimostra che Holmes realizza congetture che si baserebbero sulla sua abilità di usare indizi191, esperienza dei crimini e dei criminali accumulata nel corso della sua carriera, conoscenze pregresse e specializzate in diversi ambiti disciplinari e nuove interpretazioni per innescare e confrontare nuove ipotesi. Nella maggioranza dei casi seguiti da Holmes, osserva Jann192, Doyle ha limitato artificialmente le possibili

186 A. C. Doyle, The Adventure of Wisteria Lodge, in «The Strand Magazine», 1908; Trad. It.,

L’avventura di Wisteria Lodge, “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit.

187

A.C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine», Agosto 1901- Aprile 1902,; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010

188 Come spiega Truzzi, si può giungere alla verità ponendo le ipotesi a confronto in base al loro grado di probabilità. Il possibile non è solo determinato dalla verosimiglianza degli eventi suggeriti, ma anche in base a ciò che rimane dopo aver escluso delle ipotesi alternative, percepite come impossibili. M. Truzzi,

Sherlock Holmes: Applied Social Psychologist in M. Truzzi, The Humanities as Sociology. An Introductory Reader, Charles E. Merrill, Columbus, Ohio, 1973; Trad. It., Sherlock Holmes: Psicologo sociale applicato, in U.Eco, T.A. Sebeok, Op. Cit, p. 81

189 A. C. Doyle, The Sign of Four in «Lippicont’s Magazine», 1890; Trad. It., Il segno dei Quattro, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 60 190 A. C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine»,, Agosto 1901 – Aprile 1902; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 35

191 J. S. Johnson, Is Holmes really just lucky? in J. Steiff, Op. Cit.

192 R. Jann, The Adventures of Sherlock Holmes, Detecting Social Order, Twayne Publishers, New York, 1995

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spiegazioni degli eventi e ciò permette al detective di indovinare correttamente la prima volta o di eliminare facilmente alternative possibili. Spesso le sue ipotesi sembrano avere un livello di probabilità pari alle teorie scientifiche, che per definizione possono essere falsificate, ma non provate in modo univoco e irreversibile193.

4.4.3 Il punto di vista dell’altro, causazione e tipicità.

Un’altra tecnica che rientra nell’uso scientifico dell’immaginazione è quella di calarsi nei panni dell’assassino e cercare di interpretare la situazione dal suo punto di vista, così da poter meglio comprendere le possibili motivazioni del delitto e poter costruire un ventaglio di possibili spiegazioni. Come spiega Holmes: «I risultati migliori, ispettore, li avrà sempre mettendosi nei panni dell'altro, pensando a ciò che avrebbe fatto se fosse stato al suo posto. Occorre un po' di fantasia, ma ne vale la pena»194. Molti dei suoi successi dipendono dalla sua abilità nell’interpretare i pensieri e immaginare cosa qualcuno (vittima o assassino) avrebbe fatto in particolari circostanze: «Mi sono messo nei panni dell'uomo e avendo prima stimato la sua intelligenza, ho provato ad immaginare come io stesso avrei agito sotto le stesse circostanze [...]»195. L’immaginazione di Holmes è guidata dalla tipicità del comportamento umano, dalla possibilità di classificarlo e di confrontarlo196. Inoltre, Holmes è un luminare delle

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Il Professor Uchii ritiene che il metodo di Holmes abbia molto in comune con le teorie dell’induzione del XIX° secolo. L’«uso scientifico dell’immaginazione» potrebbe effettivamente ricordare, in una chiave di lettura positivistica e contraria a quella adottata in questa tesi, il “Canone dei Residui” teorizzato da Mill secondo cui se le varie parti di un fenomeno dato sono già state assegnate a cause note, da induzioni precedenti, si presume che la parte restante («residuo») sia l'effetto degli antecedenti che sono stati tralasciati o il cui effetto non è ancora quantitativamente noto. Il Professor Uchii riscontra, inoltre, una somiglianza tra l’abduzione di Peirce e l’idea di «colligation» di Whewell che consisterebbe nell’unire diversi fatti scollegati tra loro attraverso un’ipotesi esplicativa. Tuttavia, la teoria dell’induzione più vicina all’abduzione di Peirce sarebbe quella di Jevons secondo il quale l’induzione non è altro che l’applicazione inversa della teoria della probabilità. Come afferma Jevons, «Se un evento può essere prodotto da una di diverse cause e tutte hanno uguale probabilità a priori, le probabilità di esistenza di queste cause come inferite dall'evento, sono proporzionali alle probabilità dell'evento come derivato da queste cause». Questo metodo si accorderebbe con quello di Holmes perché comporta una progressiva selezione tra ipotesi, si basa su un ragionamento a ritroso e presuppone un calcolo di probabilità. S. Uchii,

Sherlock Holmes and Probabilistic Induction, Kyoto University, Japan, 1998

URL: http://philsci-archive.pitt.edu/167/1/holmes.html 194

A. C. Doyle, The Adventure of the Abbey Grange in «The Strand Magazine », 1904; Trad. It.,

L’avventura di Abbey Grange, “Il taccuino di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit.

195 A. C. Doyle, The Musgrave Ritual, in R. Jann, Op. Cit.

196 Holmes cita un famoso statista a questo proposito: «Winwood Reade […] ci spiega che se l’uomo, preso individualmente, costituisce un problema difficile, un insieme di uomini, al contrario, ci offre dei dati di una sicurezza matematica. Per esempio voi non potete conoscere come in una data circostanza si comporterebbe un uomo isolato, mentre potete precisare con certezza come agirebbe una moltitudine di uomini nella stessa identica situazione. La statistica dimostra questo: gli individui variano, i mezzi restano invariati […]» A. C. Doyle, The Sign of Four in «Lippincott’s Monthly Magazine», Spencer Blackett,

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categorie di pensiero e delle tipiche motivazioni dei protagonisti del mondo criminale, pertanto può facilmente assumere il punto di vista dell’assassino e ciò gli permette di ricostruire retroduttivamente il movente e la sequenza degli eventi precedenti al delitto. Il ricorso a questa tecnica è stato particolarmente importante nell’indagine di The Sign of Four (1890):

(Holmes): - Va bene, mettiamoci dunque al posto di Jonathan Small [il

principale sospettato] e cerchiamo di vedere le cose dal suo punto di

vista197 […] Mi sono immedesimato in Small e mi sono chiesto quale ragionamento avrebbe fatto un furbo come lui. Senza dubbio aveva pensato che rimandando il battello al suo proprietario o lasciandolo in un imbarcadero egli avrebbe rafforzato i sospetti della polizia se questa fosse stata sulle sue tracce. Era necessario dunque tenerlo nascosto e nello stesso tempo averlo a disposizione. […] Come avrei fatto o se mi fossi trovato nelle sue condizioni? Una solo idea […]198

.

La tecnica investigava di Holmes è molto vicina alla comprensione di Weber perché Holmes esegue una ricostruzione delle motivazioni dell’azione umana. Allo stesso modo dell’osservatore scientifico, il detective coglie le connessioni di senso che sono alla base dei progetti di azioni dell’altro. La comprensione dell’azione si basa sulla “congenerità”. Essendo la conoscenza degli altri costituita socialmente, il detective è consapevole che gli altri individui sono storicamente costituiti in un certo modo; il detective può quindi ricostruire in sé l’esperienza dell’altro. La comprensione, intesa come interpretazione contestuale di motivi, subentra all’idealistica “fredda oggettività” ed è proprio assumendo il punto di vista dell’attore che è possibile contestualizzarne l’agire nel suo vissuto personale e comprenderlo.

Nello svolgersi delle indagini talvolta Holmes passerebbe al vaglio diverse ipotesi prima di giungere soluzione. Sarebbe importante a questo scopo distinguere quali siano i fatti pertinenti all’indagine e quali invece si rivelerebbero incidentali e potrebbero sviare le indagini o causare un’incresciosa perdita di tempo. Nelle narrazioni sono presenti diverse raccomandazioni di Holmes in proposito: «Fra tutti i fatti che ci sono stati

1890; Trad. It. Il segno dei Quattro, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, Ivi, pp. 90-1

197 A. C. Doyle, Ivi, pp. 60-1 198

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presentati, dovevamo selezionare soltanto quelli che giudicavamo fondamentali per poi ricomporli uno a uno, in modo da ricostruire questa singolare sequenza di eventi»199. Questo procedimento sembrerebbe far sovvenire il ragionamento “controfattuale” proposto da Weber. Partendo dall’assunto dell'inesauribilità della realtà, secondo Weber, le scienze storico-sociali non possono orientarsi verso una logica della spiegazione, che è dominante nelle scienze naturali, e dalle connessioni di causa ed effetto. La relazione tra un evento e un altro è un procedimento di attribuzione di senso definito “causazione”. La causazione richiama la probabilità, perché è una procedura che consente di formulare e corroborare empiricamente le inferenze causali in un processo basato su una serie di astrazioni che trasformano la realtà in un fatto storico, ossia un quadro concettuale carico di teoria (idealtipo). Si formula un'ipotesi contro- fattuale in virtù della quale si valuta se il corso degli avvenimenti storici sarebbe cambiato in assenza di un evento cui è attribuito significato 200. Weber distingue tra «causazioni accidentali» e «causazioni adeguate»201. Nel primo caso possiamo ipotizzare che il dato evento si sarebbe manifestato nello stesso modo, anche se il fenomeno preso in esame non si fosse verificato. Nel secondo caso, invece, l’evento, in assenza del fenomeno considerato, non si sarebbe potuto verificare o si sarebbe verificato in modo molto diverso202.

199 A. C. Doyle, The adventure of the Naval Treaty in «The Strand Magazine», 1893; Trad. It., Il trattato

navale, “Le memorie di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit.

200

Il ragionamento fattuale è tipico della logica del sillogismo: se osservo il fenomeno A, sono in grado di verificare il risultato B che è necessariamente scaturito da A. Quello “controfattuale” consiste in un esperimento mentale: non potendo tornare indietro nel tempo, si fa un ragionamento storico, sulla base delle conoscenze date, per ipotizzare cosa sarebbe potuto accadere se non si fosse verificato un dato evento/fenomeno cui si attribuisce un significato causale o se si fosse verificato in modo diverso. Questo tipo di ragionamento secondo Weber consiste nel «costruire quadri fantastici, formati prescindendo da uno o da vari elementi della “realtà” esistenti di fatto, e mediante la costruzione concettuale di un processo mutato in rapporto a una o ad alcune “condizioni”». M. Weber, Il metodo delle scienze storico-

sociali in E. Campelli, Op. Cit., p. 183

201 Il termine “causazione” rimanda a un’altra distinzione tra scienze naturali e scienze storico-sociali: la causa è tipica delle scienze naturali e consiste nel determinare che il fenomeno A pone B come conseguenza. La causazione implica invece una componente probabilistica: non potendo effettivamente tornare indietro nel tempo per appurare l’ipotesi, possiamo ipotizzare che probabilmente un dato fenomeno ha avuto un certo peso nel determinare o meno un dato fatto. Scrive Campelli: «La causazione adeguata […] non è certamente una casualità deterministica. Essa non denota in alcun modo una rappresentazione in cui, data una causa, l’effetto ne segue con necessità […] essa si configura nei termini di una “possibilità oggettiva”, cioè in termini di probabilità». E. Campelli, Ivi, p. 186

202La vittoria dei greci nella battaglia di Maradona è un esempio di “causazione adeguata” rispetto