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Le abduzioni ipocodificate di Sherlock Holmes.

Parte II: Peirce vs Sherlock Holmes.

Capitolo 5: Abduzioni nei romanzi e nei racconti di Sherlock Holmes.

5.2 Le abduzioni ipocodificate di Sherlock Holmes.

L’abduzione ipocodificata è alla base di un tipo di ragionamento che presenta un livello intermedio di creatività nell’interpretazione dei segni. I segni rimandano infatti riflessivamente a un sistema più ampio e articolato di conoscenze accreditate in vari ambiti disciplinari e conoscenze tipiche, che sono legate agli elementi del contesto per selezionare l’ipotesi principale. Holmes, come si evince nelle narrazioni di Doyle, ha una cultura molto vasta e ha condotto degli studi approfonditi che si dimostrano utili allo svolgimento delle sue indagini. Molte delle sue abduzioni ipocodificate derivano dalla connessione tra questo bagaglio di conoscenze e la semplice applicazione del buon senso. Holmes applica questo tipo di ragionamento, ad esempio, quando si trova di fronte a un testo scritto: è in grado di riconoscere gli ideogrammi tipici delle diverse lingue di uso corrente.

In “A Study in Scarlet” (1887) riesce a tradurre e comprendere correttamente sia la lingua sia la cultura tedesca come segno per scoprire la nazionalità dell’assassino. In questo passaggio, il grafo tracciato nello scrivere la parola “Rache” è interpretato come un segno che gli permette di confutare l’ipotesi più immediata circa l’origine tedesca

220 A. C. Doyle, The Adventure of Silver Blaze in «The Strand Magazine», 1892; Trad. It. Silver Blaze, “Le memorie di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle , Op. Cit

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dell’assassino. Il segno, che non rispecchia i caratteri tipicamente usati da una persona di madrelingua tedesca, rivela infatti che l’assassino ha cercato di depistare le indagini.

(Holmes): - [...] Quella parola non è stata scritta da un tedesco. L'"A", come avrà notato, arieggiava un po' al carattere gotico, ma un vero tedesco, quando scrive in stampatello, si serve dei caratteri latini, quindi possiamo ritenere con certezza che quella scritta è opera di un maldestro imitatore che ha voluto essere troppo furbo. Lo ripeto: si tratta di una semplice astuzia per sviare le indagini221.

In “The Valley of Fear” (1915) troviamo un analogo esempio di ragionamento che si basa sull’applicazione delle conoscenze degli ideogrammi stranieri. Di fronte ad un messaggio anonimo, Holmes riesce a identificarne il mittente, poiché nella grafia compaiono segni tipici della cultura greca. Dice Holmes: «E’ la scrittura di Porlock […] Sono certo che è la scrittura di Porlock, anche se l’ho vista solo un paio di volte. La “e” greca, con quel ghirigoro tipico in cima, è caratteristica»222.

Nell’ampio bagaglio di conoscenze di Holmes si può annoverare anche la conoscenza dei caratteri tipografici dei principali quotidiani distribuiti nella società vittoriana. In “The Hound of the Baskervilles” (1902) Holmes è in grado di riconoscere il giornale da cui sono state ritagliate le lettere che hanno composto un messaggio anonimo. Come afferma Holmes: «Per un criminologo esperto la conoscenza dei caratteri tipografici è fondamentale [...] un articolo di fondo del Times è assolutamente inconfondibile, e queste parole non avrebbero potuto avere altra provenienza»223. Poter selezionare il giornale utilizzato, tra i quotidiani di tiratura nazionale, permette di trarre delle ipotesi sulla personalità dell’anonimo mittente, soprattutto se la scrittura a mano cerca di camuffarne l’identità. Holmes infatti conosce i quotidiani di uso corrente, il registro

221

A. C. Doyle, A. C. Doyle, A Study in Scarletin «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad. It., Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori, Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004, pp. 41-2

222 A. C. Doyle, The Valley of Fear, in «The Strand Magazine», Settembre 1914 - Maggio 1915; Trad. It.,

La valle della paura, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN),

Giugno, 2010, p. 5

223 A. C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine», Agosto 1901 -Aprile 1902; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, pp. 33-4

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lessicale di cui fanno uso e il contenuto tipico delle loro pagine. Holmes può quindi ipotizzare che l’acquisto e la consultazione di un quotidiano siano correlati al grado d’istruzione del lettore.

In questo brano Holmes, alla luce di queste conoscenze e dopo aver riconosciuto il quotidiano utilizzato, può ipotizzare che il mittente sia una persona colta, a dispetto della grafia elementare che appare sulla busta.

(Holmes): - Avrete notato che l’indirizzo è stato scritto in stampatello, con una grafia vistosamente elementare e, tuttavia il Times è un giornale che raramente finisce nelle mani di persone poco colte224.

Nello stesso romanzo Holmes dimostra di essere specializzato nel riconoscere i caratteri tipografici di uso corrente in diverse epoche storiche. L’investigatore sarebbe in grado di esaminare un manoscritto di antica fattura e riconoscere dei segni che rimandano all’epoca di pubblicazione. Holmes può quindi datare un manoscritto antico in modo più o meno preciso.

(Dottor Mortimer): - […] Si tratta di un manoscritto antico. (Holmes): - Inizi Settecento, a meno che non sia un falso. (Dottor Mortimer): - Come può affermarlo?

(Holmes): - Per tutto il tempo in cui lei parlava, ho avuto modo di esaminarne un paio di centimetri. Che esperto sarei se non fossi in grado di stabilire la data di un documento con un'approssimazione di una decina d'anni? Forse lei ignora la mia modesta monografia in proposito. Stabilirei la data di quel foglio intorno al 1730.

(Dottor Mortimer): - La data esatta è il 1742 [...]

(Holmes): - Osservi, Watson, l'uso alternato delle S allungate e delle s brevi: è uno dei tanti indizi che mi hanno consentito di datarlo [...]225.

Nell’incipit del romanzo “The Valley of Fear” (1915) Holmes fa un ampio ricorso a questa forma di ragionamento, nel tentativo di costruire un’ipotesi articolata che gli avrebbe permesso di ricondurre un messaggio cifrato al libro usato come riferimento. In

224 A. C. Doyle, Ivi, p. 34 225

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una circostanza simile è cruciale il ricorso alle conoscenze concernenti i volumi più diffusi e di uso quotidiano nella società vittoriana al fine di circoscrivere e riconoscere il tipo di testo che avrebbe potuto adeguarsi al messaggio cifrato. Nell’episodio citato un anonimo mittente ha usato un libro molto diffuso all’epoca ma con la stessa impaginazione per tutte le copie distribuite. Non poteva trattarsi della Bibbia poiché, benché si tratti di un libro di diffusione popolare, presenta innumerevoli edizioni. Holmes esclude anche il volume degli orari ferroviari e il vocabolario poiché le tipiche informazioni reperibili in questi testi e il lessico utilizzato a scopo divulgativo non potrebbero essere utili a formulare un messaggio di allerta.

In questo passaggio vediamo come Holmes comprende che l’ipotesi più plausibile è quella di un almanacco di uso quotidiano all’epoca. La scelta di questo volume è avvenuta dopo aver escluso le ipotesi meno probabili e basandosi da un lato sulle informazioni che Holmes ha ricavato dal codice misterioso, dall’altro sulla sua conoscenza delle pubblicazioni dell’epoca.

(Watson): - La Bibbia! – gridai trionfante.

(Holmes): - […] Le edizioni della Sacra Scrittura sono tanto numerose da non poter essere certi che due esemplari abbiano la stessa impaginazione. Qui si tratta evidentemente di un libro-tipo. Doveva esser certo che la sua pagina 534 corrispondeva esattamente alla mia pagina 534.

(Watson): - Ma questo può succedere con pochissimi libri.

(Holmes): - Appunto! E in ciò sta la nostra salvezza! La nostra ricerca si restringe a libro-tipo che chiunque può possedere.

(Watson): - L’orario ferroviario!

(Holmes): - E’ improbabile, Watson. Le sue frasi sono concise e veloci ma limitate. La sua scelta di vocaboli difficilmente si potrebbe adattare all’invio di messaggi generici. Elimineremo dunque l’orario ferroviario, ed elimineremo, per ragioni simili, il dizionario […]Che cosa ci rimane, dunque?

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(Holmes): - Ottimo, Watson! […] Vediamo un poco i requisiti dell’almanacco Whitaker226. Lo usano tutti. Ha pagine sufficienti. E’ stampato su due colonne. Sebbene sia all’inizio ridotto nella scelta delle parole, diventa verso la fine, se ben ricordo, molto prolisso […]227

.

L’impressionante bagaglio culturale di Holmes è anche costituito dai suoi studi specializzati e possiamo ricordare la sua celebre monografia dedicata alle diverse ceneri di tabacco. Questo studio è alla base di molti ragionamenti in cui Holmes riesce a ricondurre il tipo di cenere rivenuta sulla scena del delitto a tipici sigari o pipe di utilizzo comune in diverse zone del mondo. Si tratta di un ragionamento che non solo gli consente di riconoscere il tipo di cenere, ma diviene cruciale se tra gli indizi si possono annoverare dei sigari di origine straniera poiché ciò permetterebbe di circoscrivere e delimitare il ventaglio delle possibili ipotesi sull’identità dell’assassino. Come afferma Holmes: «[…] Se si riesce a stabilire che un delitto è stato commesso da un uomo che fumava una lunkah indiana […] il campo delle indagini sarà limitato»228. In “A Study in Scarlet” (1887), abbiamo un esempio di ragionamento basato su queste conoscenze specializzate, quando Holmes riconosce il tipo di sigaro fumato dall’assassino.

(Holmes): - Quanto al sigaro… ho raccolto un po’ di cenere sparsa sul pavimento. Era di un colore scuro e si presentava a falde. Soltanto il Tricinopoly produce una cenere simile. Ho studiato in modo particolare la cenere dei sigari, anzi ho scritto una monografia in proposito. Mi vanto di potere distinguere a prima vista la cenere di una qualsiasi qualità nota di sigaro o di tabacco. Proprio in simili

226 L'almanacco Whitaker era una pubblicazione annuale, inaugurata da Whitaker nel 1868 in cui si raccoglievano articoli, studi e informazioni dedicate a vari ambiti: istruzione e cultura, titoli nobiliari, dipartimenti di governo, salute, temi sociali e ambiente. Ampio spazio era dedicato a un reportage dei recenti avvenimenti storici, politici, economici e di politica estera. Non si trattava di una vera e propria enciclopedia ma piuttosto di un annuario che raccoglieva informazioni riguardanti temi d'attualità concernenti soprattutto il Regno Unito. URL: https://en.wikipedia.org/wiki/Whitaker's_Almanack

227

A. C. Doyle, The Valley of Fear, in «The Strand Magazine», Settembre 1914 - Maggio 1915; Trad. It.,

La valle della paura, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN),

Giugno, 2010, pp. 10-1

228 A. C. Doyle, The Sign of Four in «Lippicont’s Magazine», 1890; Trad. It., Il segno dei Quattro, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, pp. 6-7

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particolari l’esperto investigatore differisce dai vari Gregson e Lestrade [ due investigatori di Scotland Yard]. 229

Un altro ambito di studi specializzati di Holmes è quello relativo ai profumi. L’investigatore afferma di riuscire a riconoscere decine di aromi diversi e sembrerebbe anche in grado di distinguere le fragranze più diffuse tra le donne e tra gli uomini dell’epoca. In “The Hound of the Baskervilles” questa abilità è stata particolarmente importante nel trarre informazioni sull’anonimo mittente di un messaggio scritto. Holmes avrebbe infatti riconosciuto un profumo tipicamente femminile. In questo brano vediamo che l’aroma di gelsomino è un segno che ha permesso a Holmes di inferire che nel mistero fosse coinvolta una donna. Ciò gli ha consentito di indirizzare i suoi sospetti (che si riveleranno corretti) nei confronti di una coppia.

(Holmes): - […] Quando esaminai il foglio su cui erano state incollate le parole a stampa, le osservai a pochi centimetri di distanza […] così facendo mi accorsi che emanava un leggero aroma, noto come gelsomino bianco […] Nel nostro caso esso suggeriva la presenza di una donna, e i miei sospetti cominciarono così a concentrarsi sugli Stapleton [coppia che vive nei pressi del castello dei Baskerville, tra i

sospettati di Holmes]230

Nel corso delle narrazioni Holmes dimostra una conoscenza approfondita di ogni quartiere e ogni zona della città in cui risiede abitualmente. Holmes sarebbe infatti in grado di ricondurre il fango rivenuto sulle scarpe di una persona a un particolare quartiere di Londra. In “The Sign of Four” (1890) Holmes riesce facilmente indovinare che Watson si è recato all’ufficio postale. Come rivela Holmes: «Quella terra è di un particolare colore rossiccio che non si trova, per quanto ne so, in nessun altro posto qui

229 A. C. Doyle, A Study in Scarlet in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad. It.,

Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004, pp. 40-41

230 A. C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine», Agosto 1901 -Aprile 1902; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 172

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vicino […]»231

. Il ragionamento di Holmes riguardante la strada specifica, scrive Eco232, si basa su un’abduzione ipocodificata perché il fango di quel particolare colore è tipico esclusivamente di quel luogo.

Nel racconto “The Cardboard Box” (1892) Doyle descrive una scena nella quale Holmes sembra interpretare correttamente il corso dei pensieri di Watson, tanto da rispondere a una sua silenziosa riflessione. Holmes sostiene di essersi basato esclusivamente sulle espressioni apparse sul volto del suo assistente e sul moto dei suoi occhi. Eco ci spiega che l’interpretazione di Holmes si basa su due momenti: innanzitutto, Watson getta della carta e fissa il ritratto del generale Gordon, in secondo luogo, sposta lo sguardo sul ritratto che raffigura il politico Beecher233. Secondo Eco234, in questo passaggio, Holmes avrebbe compiuto un ragionamento che si basa su un’abduzione ipocodificata perché Holmes avrebbe selezionato il possibile corso dei pensieri di Watson. Questo ragionamento è nato, infatti, dalla conoscenza di Holmes dell’interesse di Watson per l’arredamento.

(Holmes): - Ha ragione, Watson, - disse. - Anche a me sembra un modo assurdo di regolare una disputa.

(Watson): - Completamente assurdo! […] Ma come ha fatto, Holmes? […]Vuole forse sostenere di aver letto il corso dei miei pensieri attraverso i miei lineamenti?

(Holmes): - Attraverso i suoi lineamenti e, soprattutto, attraverso i suoi occhi. [...] Dopo aver gettato via il giornale, gesto che ha attratto la mia attenzione su di lei, è rimasto seduto per mezzo minuto con uno sguardo vacuo. Poi i suoi occhi si sono fissati sul ritratto del generale Gordon, che ha fatto incorniciare da poco, e ho intuito dal cambiamento della sua espressione che aveva iniziato una serie di riflessioni, che però non l'ha portata molto lontano. Quindi il suo sguardo si è posato sul ritratto senza cornice di Henry Ward Beecher, che sta in cima alla pila dei suoi libri. Poi ha guardato la parete, e la

231 A.C. Doyle, The Sign of Four in U. Eco, T. A. Sebeok, Op. Cit., p. 257

232 U. Eco, Corna, zoccoli, scarpe. Alcune ipotesi sui tre tipi di abduzione in U. Eco, T. A. Sebeok, Op.

Cit., pp. 258

233

I due uomini ritratti furono celebri per il loro attivismo a difesa dei diritti umani. Henry Ward Beecher (1813-87) fu un politico progressista statunitense, a favore dell'abolizione della schiavitù e del suffragio universale. Charles George Gordon (1833-85) fu un generale britannico ed eroe nazionale, noto per le sue imprese militari e umanitarie in Cina, in Egitto e in Sudan.

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sua riflessione mi è sembrata ovvia: stava penando che se quel ritratto fosse stato incorniciato, avrebbe potuto benissimo coprire lo spazio nudo sulla parete e fare da pendant al ritratto di Gordon.

(Watson): - Mi ha seguito in modo mirabile! - esclamai. (Holmes): - Fin qui era difficile che potessi sbagliare235.

235 A. C. Doyle, The Adventure of the Cardboard Box in «The Strand Magazine», 1892., Trad. It.,

74 5.3 Le abduzioni creative di Sherlock Holmes.

Nel ragionamento basato sull’abduzione creativa l’interpretazione dei segni non avviene in modo immediato e spontaneo, non si basa su informazioni tratte da conoscenze specializzate, ma implica una maggiore elasticità mentale nel valutare diverse ipotesi in modo più articolato. Nello svolgimento dei suoi casi, Holmes talvolta ricorre a questo tipo di ragionamento creativo, riuscendo a inferire delle informazioni sulla scena del crimine o sulla personalità del cliente o dell’assassino senza un’apparente giustificazione.

In “A Study in Scarlet” (1887), dopo l’esamina della scena del crimine e delle tracce ematiche rinvenute sul pavimento, Holmes ipotizza che l’assassino abbia una carnagione florida. In questo brano, Watson incalza Holmes affinché gli spieghi il fondamento di questa ipotesi e l’investigatore sembra ammettere che, nonostante le sue pretese di “scientificità”, abbia fatto ricorso alla creatività interpretativa.

(Watson): […] - E il colorito florido?

(Holmes): - Ah, quello è stato un colpo temerario, quantunque sia convinto d’avere ragione. Alla fase attuale delle indagini, non mi interroghi su questo punto236.

L’ipotesi che si riferisce al colorito dell’assassino è nata da un ragionamento che presenterebbe quel carattere “rischioso e innovativo” stabilito da Peirce. Si tratterebbe di un «colpo temerario», poiché non vi sarebbe alcun indizio che farebbe immediatamente conseguire questo dettaglio e non sarebbe possibile ricondurlo al contesto delle indagini in quella fase preliminare. Tuttavia lo spazio creativo dell’abduzione sembrerebbe giustificato da Holmes quando afferma che «le nostre idee devono essere grandiose quanto la natura, se devono interpretare la natura stessa»237.

236 A. C. Doyle, A Study in Scarlet in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad. It.,

Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004, p. 41 237

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Nelle pagine finali del romanzo, Holmes ricostruisce il corso dei pensieri che ha seguito durante le indagini, “giustificando” in modo creativo le proprie ipotesi. Partendo dall’assunto che le tracce ematiche appartenessero all’assassino, Holmes compie un ragionamento creativo e ipotizza che vi sia una correlazione tra l’avere una carnagione scura e l’essere soggetto a perdite di sangue. Le tracce ematiche sono interpretate come il segno di un’emorragia e questo gli avrebbe permesso di ipotizzare che l’assassino avesse una carnagione scura. In questo brano vediamo come Holmes in persona spiega questo ragionamento creativo:

(Holmes): - […] Fiutando le labbra del morto, ho percepito un lieve colore amarognolo e ne ho concluso che lo sconosciuto era stato costretto a ingerire un veleno […] In mancanza di tracce di lotta, avevo già concluso che il sangue sparso sul pavimento proveniva dal naso dell’assassino. Nei momenti di tensione forte simili emorragie non sono rare, soprattutto in un uomo sanguigno. Ecco perché ho osato affermare che il delinquente, con tutta probabilità, era un uomo robusto, dal colorito florido. Gli eventi hanno confermato il mio giudizio238.

In “The Sign of Four” (1890) Holmes ha sorpreso Watson poiché è riuscito a indovinare che si sia recato all’ufficio postale. Eco, analizzando questo aneddoto, osserva che Holmes avrebbe “indovinato” non soltanto la destinazione di Watson, ma anche il motivo che lo ha spinto a recarsi all’ufficio postale, vale a dire la spedizione di un telegramma. Holmes, all’inizio del suo ragionamento, avrebbe ipotizzato tre possibili motivi: spedire una lettera, acquistare francobolli e/o cartoline postali o spedire un telegramma. In secondo luogo avrebbe escluso le prime due ipotesi, ritenute meno plausibili, e scelto la terza. In questo brano vediamo come Holmes spiega il suo ragionamento:

(Watson): - E come avete fatto allora a dedurre il telegramma?

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(Holmes): - Diamine, naturalmente sapevo che non avevate scritto una lettera, perché vi sono stato seduto di fronte per tutta la mattinata. Vedo poi che tenete un foglio di francobolli e un bel pacco di cartoline postali nella vostra scrivania aperta. E cosa sareste andato a fare allora in un ufficio postale, se non a spedire un telegramma? Eliminati gli altri fattori, quello che rimane deve essere la verità239.

Come osserva Eco, i segni interpretati a partire dalle abitudini di Watson e dalle azioni compiute quel mattino avrebbero permesso di escludere a priori l’ipotesi dell’ufficio postale. Holmes, infatti, sapeva con certezza che Watson non aveva bisogno di cartoline o francobolli, disponendone in grande quantità nella propria scrivania e conoscendo la sua abitudine di recarsi spesso all’ufficio postale. Inoltre, ha potuto escludere che Watson abbia inviato una lettera, poiché non ne ha scritte in sua presenza. Holmes, quindi, doveva aver immaginato fin dall’inizio che Watson fosse andato all’ufficio postale per spedire un telegramma240. Eco sostiene che Holmes, in questo ragionamento, non avrebbe scelto tra probabilità ragionevoli, come tipico dell’abduzione ipocodificata, ma avrebbe scommesso contro i pronostici e avrebbe inventato attraverso un’abduzione creativa241.

Holmes, inoltre, avrebbe fatto ricorso anche alla meta-abduzione poiché ritiene che i suoi ragionamenti creativi siano giustificati da un forte collegamento tra la sua mente e il mondo esterno. Holmes ritiene che il mondo possibile che ha tracciato nelle sue ipotesi sarebbe lo stesso mondo “reale” ed esterno al suo appartamento di Baker Street