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Le donne nella società vittoriana e edoardiana.

Parte II: Peirce vs Sherlock Holmes.

Capitolo 6 : Sherlock Holmes e la società vittoriana e edoardiana.

6.2 Le donne nella società vittoriana e edoardiana.

Nei racconti e nei romanzi di Holmes sono presenti molte osservazioni e generalizzazioni sulle donne che sembrerebbero oggetto di un suo studio accurato. Holmes, alla luce del suo bagaglio di esperienze, può interpretare il comportamento delle proprie clienti come un segno che rimanda a un sistema più ampio di elementi tipici257.

Holmes osserva che alcuni comportamenti sono una caratteristica universale del mondo femminile, senza distinzione di ceto o di etnia. Ogni donna posta di fronte a un pericolo, ad esempio, agirebbe in modo istintivo, cercando di proteggere ciò che ritiene più prezioso, anziché affrettarsi a salvare se stessa.

256

A. C. Doyle, The Adventure of the Blanched Soldier in «The Strand Magazine» 1926; Trad. It.,

L’avventura del soldato sbiancato, “Il taccuino Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit

257 Come ha osservato Jann, anzitutto le donne sarebbero più vulnerabili e suscettibili alle manipolazioni di Holmes, nonostante l’investigatore accusi giocosamente Watson di suscitare un particolare fascino. Talvolta lo stesso Holmes ricorrerebbe all’adulazione e sarebbe in grado di ingraziarsele, soprattutto quando le indagini coinvolgono donne di bassa estrazione sociale.R. Jann, Op. Cit., pp. 13-6

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Quando una donna crede che la sua casa vada in fiamme, il suo istinto la spinge subito a mettere in salvo ciò che per lei è di maggior valore. Si tratta di un impulso incontrollabile [...] Guardi, una madre afferra il suo bambino, una nubile corre a prendere dei gioielli258.

Trarre in salvo un figlio o dei gioielli allo scoppio di un incendio sono segni di un istinto di protezione che Holmes associa alla natura femminile. Holmes ritiene che Irene Adler, l’antagonista nel racconto “A Scandal in Bohemia”(1891), non faccia eccezione a questa regola generale. L’investigatore fa quindi leva sull’istinto femminile, simula un incendio e scopre il posto in cui Irene nasconde una fotografia compromettente che deve essere recuperata per la salvaguardia del cliente. Dice Holmes: «Era chiaro che la signora in questione non aveva niente di più prezioso che la cosa di cui noi siamo alla ricerca, e che si sarebbe precipitata a metterla in salvo»259.

Nel brano successivo, Holmes illustra una correlazione tra il modo di camminare delle donne e il loro stato d’animo. Holmes assume come regola generale che l’oscillazione del corpo femminile sia segno di un turbamento emotivo. Una donna che si guarda costantemente attorno, indugia e osserva i passanti, esita prima di suonare il campanello manifesta dei segni che rappresentano l’indecisione e il timore delle proprie azioni. Al contrario, una donna che cammina con passo deciso verso la sua destinazione e strattona energicamente il campanello manifesta dei segni che rivelano profonda irritazione e determinazione.

L'oscillazione del corpo indica sempre un affaire de coeur. Vorrebbe un consiglio, ma teme che la questione sia troppo delicata per metterne a parte qualcuno. Però, bisogna fare ulteriori distinzioni: se una donna ha ricevuto un grande torto da parte di un uomo, non vacilla più, e generalmente strappa il filo del campanello. In questo caso, possiamo supporre che si tratti di una faccenda amorosa ma che la signora non sia tanto furiosa, quanto perplessa, o addolorata260.

258

A. C. Doyle, A study in Scarlet in «Beeton’s Christmas Annual», Ward Lock & Co, 1887; Trad. It., Uno studio in rosso, “Oscar Scrittori Moderni”, Alberto Tedeschi (a cura di), Oscar Mondadori,

Stabilimento NSM, Cles (Trento), 2004 259 Ibidem

260

A. C. Doyle, A Case of Identity in «The Strand Magazine» 1891; Trad. It., Un caso d’identità, “Le avventure di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit

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La descrizione del mondo femminile non sarebbe una mera trasposizione degli stereotipi convenzionali, poiché Holmes è in grado di scorgere dei particolari nel loro portamento, nel tono di voce, nel modo di esprimersi, nel modo di camminare che possono contraddire le normali convenzioni sociali. Holmes si sofferma spesso sulle anomalie che possono rivelare un coinvolgimento nel delitto o il tentativo di omettere informazioni importanti per la risoluzione del mistero.

Nel romanzo “The Valley of Fear” (1915), ad esempio, Holmes è colpito dal notevole autocontrollo di Mrs Douglas alla notizia della morte del marito261. Holmes sembrerebbe assumere come regola generale che ogni donna che ami realmente il marito si rifiuterebbe di allontanarsi dalla scena del delitto. Commenta Holmes in proposito:

La mia esperienza di vita mi ha insegnato che ben poche donne, che abbiano un po’ di considerazione per i propri mariti, si lascerebbero distrarre, dopo aver ascoltato quattro parole di consolazione dal primo arrivato, dalla vista del cadavere del consorte. Dovessi prender moglie, Watson, mi auguro di poter ispirare a mia moglie sentimenti tali, che le impedirebbero di lasciarsi prendere docilmente da una governante, nel caso che il mio corpo esamine si trovasse a pochi metri da lei. [...]262.

Holmes ritiene che le donne siano meno abili nel controllare le loro emozioni rispetto agli uomini. Il pianto di una vedova sarebbe quindi segno di reale sofferenza. Mrs Douglas desta i sospetti di Holmes perché non manifesta questa tipica reazione al lutto e questo particolare è un altro segno di artificiosità. Dice Holmes: «Anche il più imbecille degli investigatori rimane colpito davanti a una così totale assenza della classica

261 Il comportamento di Mrs Douglas è testimoniato dal maggiordomo: «Arrivati alla fine della scala avevano notato la signora Douglas scendere verso l'ingresso. Ma non scendeva rapidamente e non gli parve che fosse eccezionalmente agitata. Proprio mentre giungeva in fondo alla sala, il signor Barker era uscito dallo studio. Aveva bloccato la signora Douglas e l'aveva implorata di rientrare dov'era. "Per cortesia, ritorni nella sua stanza! [...] Il povero Jack è morto. Lei non può fare nulla [...]”. Fu necessaria un po' di iniziativa, ma alla fine la signora Douglas ritornò sui suoi passi. Non aveva urlato, né fatto scenate». A. C. Doyle, The Valley of Fear in «The Strand Magazine», Aprile 1914- Maggio 1915; Trad. It., La valle della paura, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 48

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commozione femminile. E' stato sufficiente questo particolare […] a farmi sospettare una congiura premeditata»263.

Lo stesso Watson, nelle vesti di voce narrante, individua delle contraddizioni nel portamento di Mrs Douglas. Il pallore e l’agitazione del volto sembrerebbero segni di un reale dolore. L’assenza di tremore, il modo pacato con cui risponde alle domande della polizia e la scelta accurata delle parole, invece, sarebbero segni di un atteggiamento circospetto. Inoltre, la sua inquietudine sulle indagini in corso, i suoi sguardi ora supplichevoli e ora sospettosi rivelano una reale preoccupazione sull’impressione suscitata dal proprio comportamento. Tutti questi particolari sono segni che mostrano artificiosità nel suo modo di agire e alimentano l’ipotesi che nasconda degli elementi rilevanti sulla reale dinamica del delitto.

Senza dubbio il suo volto era pallido e teso, come di chi ha sopportato un colpo impegnativo, ma i suoi modi erano pacati e la mano dai lineamenti fini che si posò sul bordo del tavolo era ferma e salda come la mia. I suoi occhi abbattuti, supplichevoli, vagavano dall'uno all'altro di noi con un'espressione insolitamente sospettosa. Quell'occhiata inquisitoria, si trasformò d'un colpo in una ferma istanza.

(Mrs Douglas): - Non avete ancora individuato qualcosa?

Fu soltanto la mia immaginazione a farmi cogliere in questa domanda una tinta più di preoccupazione che di speranza?264 […]

La signora si alzò e di nuovo ebbi la sensazione che lo sguardo fulmineo, interrogativo, con il quale ci osservò, volesse domandarci: "Quale impressione ha avuto su di voi la mia deposizione?". Se l'avesse pronunciata con parole quella tacita domanda non avrebbe potuto essere più chiara265.

I sospetti di Holmes e di Watson sembrerebbero confermati quando quest’ultimo scorge la vedova in compagnia dell’amico di famiglia in un atteggiamento di allegria che appare sconveniente. Il riso e lo sguardo vivido sono segni di uno stato d’animo opposto rispetto a quello che ci aspetterebbe da una moglie in lutto. Inoltre, il modo repentino in

263

A. C. Doyle, The Valley of Fear in «The Strand Magazine», Aprile 1914- Maggio 1915; Trad. It., La

valle della paura, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN),

Giugno, 2010, p. 66

264 A. C. Doyle, Ivi, pp. 54-5 265

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cui Mrs Douglas recupera il proprio contegno e assume un’espressione seria all’avvicinarsi di Watson è un ulteriore segno di artificiosità.

[...] Una voce maschile manifestava profondamente alcune osservazioni, cui rispose un veloce mormorio di risa femminili. Subito dopo che ero arrivato al limite della siepe, i miei occhi caddero sulla signora Douglas e su Barker quando i due mi notarono. L'aspetto della donna mi scosse. Nella sala da pranzo appariva riservata e seria nel dolore, ma adesso, di tutto ciò non v'era più traccia. I suoi occhi brillavano della gioia di vivere, il suo volto era cosparso d'allegria alle osservazioni pronunciate dal suo compagno. [...] Subito dopo, ma tardivamente, essi si ricomposero riprendendo un'espressione austera a mano a mano che la mia figura si avvicinava266.

Holmes e Watson potranno asserire, dopo aver vagliato diverse ipotesi, che Mrs Douglas e l’amico di famiglia abbiano volontariamente mentito sulle circostanze legate alla morte di Mr Douglas.

L’investigatore sembrerebbe aver adottato una visione ideal-tipica della donna vittoriana e edoardiana. Le donne inglesi, soprattutto di nobili origini, commenta Jann267, eserciterebbero un notevole autocontrollo anche in situazioni emotivamente stressanti. Holmes, ad esempio, sembrerebbe particolarmente frustrato di fronte a Lady Violet a causa della sua «calma distaccata e [del suo] assoluto autocompiacimento», quando cerca di metterla al corrente del pericolo causato dall’influenza del fidanzato, un delinquente pericoloso.

Le risposte laconiche, il tono inespressivo, lo sguardo vacuo e assente sono segni dell’indifferenza di Lady Violet alle parole di Holmes.

Le ho dipinto l'orribile posizione di una donna che scopre il carattere di un uomo solo dopo esser diventata sua moglie, una donna che deve subire le carezze di mani insanguinate e labbra lascive. Non le ho risparmiato nulla: la vergogna, la paura l'angoscia, l'irrimediabilità di una situazione del genere. Neppure le mie parole più infuocate sono

266 A. C. Doyle, Ivi, pp. 61-2 267

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riuscite a portare un'ombra di colore su quelle guance d'avorio o un barlume di emozione in quegli occhi assenti [...] Si poteva davvero credere che quella giovane donna vivesse al di sopra della terra, in un qualche estatico sogno. Ma nelle sue risposte non c'era nulla di indefinito.

"Preferirei non discutere di queste cose - ha ribattuto freddamente la signorina de Merville - Lasci che le dica una volta per tutte che sono al corrente di tre episodi nella vita del mio fidanzato in cui si è trovato coinvolto con donne intriganti e che sono sicura del suo pentimento per quanto può aver commesso [...] Signor Holmes, la prego di porre termine a questo colloquio - ha detto quella voce gelida - Ho obbedito al desidero di mio padre acconsentendo a vederla [...]

Io stesso Watson, pur controllandomi, ero furioso perché c'era qualcosa di indescrivibilmente irritante nella calma distaccata e nell'assoluto autocompiacimento di quella ragazza che stavamo cercando di salvare268.

Secondo Jann269, Doyle avrebbe messo in risalto i segni tipici di alcuni gruppi etnici e sembrerebbe associare le attitudini irrazionali delle donne straniere, così diverse dall’ideale della donna vittoriana, alla loro nazionalità.

La cameriera protagonista di “The Adventure of the Musgrave Ritual” (1893), ad esempio, sembrerebbe caratterizzata dalle sue origini. La giovane è descritta come una brava dipendente ma avrebbe l’indole di una «vera gallese», vale a dire un «temperamento molto eccitabile»270. Questo temperamento sarebbe manifestato nella sua reazione alla scomparsa dell’uomo che aveva amato. Le sue risate isteriche e le sue parole deliranti sarebbero segni di una personalità molto suggestionabile ed emotiva.

(Rachel Howells): - Il maggiordomo è sparito [...] Nessuno lo ha visto. Non è nella sua stanza: oh, sì, è sparito... è sparito -.

(Mr Musgrave): - E con queste parole si è gettata all'indietro contro il muro e ha cominciato a ridere, a ridere, come una pazza, tanto che io,

268 A. C. Doyle, The Adventure of Illustrious Client in «The Strand Magazine», 1924, Trad. It.,

L’avventura del cliente illustre, “Il taccuino di Sherlock Holmes” in A. C. Doyle, Op. Cit.

269 R. Jann, Op. Cit., p. 58

270

A. C. Doyle, The Adventure of the Musgrave Ritual in «The Strand Magazine», 1893 Trad. It., Il

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spaventato da quell'attacco isterico improvviso, sono corso a suonare il campanello per chiamare aiuto. Hanno portato via la ragazza, che continuava a singhiozzare e a sbraitare al tempo stesso, nella sua stanza [...]Per due giorni Rachel Howells è stata talmente male, talmente in preda al delirio, talvolta in preda a crisi isteriche, che abbiamo preso un'infermiera per vegliarla anche di notte271.

Il temperamento “eccitabile” della giovane avrebbe la sua manifestazione più evidente nella vendetta ai danni dell’uomo che l’aveva abbandonata. Holmes associa l’impulso omicida alla personalità eccessivamente emotiva, quindi il forte desiderio di vendetta sarebbe un segno dell’animo gallese della cameriera. Holmes, riflettendo sul delitto, si domanda: «Quale soffocato fuoco di vendetta dovette improvvisamente rinvigorirsi nell'animo appassionato della giovane gallese quando vide l'uomo che le aveva mancato la parola [...] in suo potere?»272. Presumibilmente una donna inglese, tipicamente dotata di grande autocontrollo, avrebbe superato l’abbandono senza ricorrere alla violenza. Doyle ci presenta nei racconti diversi esempi di protagoniste caratterizzate da una forte gelosia. La manifestazione di questo sentimento, attraverso una scenata rabbiosa o un comportamento irrazionale, sembrerebbe un tipico segno delle donne di origine latina e latino-americana il cui temperamento è in netto contrasto con la compostezza e il riserbo delle donne inglesi.

Mrs Stapleton, protagonista di "The Hound of the Baskervilles” (1902), è una donna di origine spagnola dal temperamento geloso e rancoroso. La reazione furibonda e irrazionale alla scoperta della relazione adulterina del marito è un segno della gelosia di Mrs Stapleton, esacerbata dal tipico temperamento delle donne spagnole.

Ne seguì una scenata furibonda, durane la quale l’uomo le rivelò per la prima volta l’esistenza di una rivale in amore. In un attimo, quella che prima era fedeltà, si trasformò in un odio implacabile […] Una donna con il sangue spagnolo nelle vene non perdona tanto facilmente un simile oltraggio273.

271 Ibidem 272 Ibidem

273

A. C. Doyle, The Hound of the Baskervilles in «The Strand Magazine» Agosto 1901-Aprile 1902; Trad. It., Il mastino dei Baskerville, “Grandi Gialli Busconi”, Gruppo Editoriale S.r.l. Santarcangelo di Romagna (RN), Giugno, 2010, p. 174

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Anche nel racconto “The Problem of the Thor Bridge” (1922), Holmes interpreterebbe la folle gelosia come una caratteristica ascrivibile alla nazionalità della protagonista. Mrs Gibson è descritta come «una creatura dei tropici, una brasiliana [...] Tropicale di nascita e di natura, una figlia del sole e della passione»274. I segni di questo temperamento sono manifestati nelle apparenze deliranti, nella rabbia del suo sguardo, nelle urla e nell’invettiva che rivolge alla sua governante, sospettata di essere l’amante del marito.

Signorina Dumbar: Mi odiava, signor Holmes. Mi odiava con tutto l'ardore del suo temperamento tropicale. Era una donna che non aveva mezze misure e quanto amava il marito, tanto odiava me [...]

Arrivata al ponte la trovai ad aspettarmi. Fino a quel momento non mi ero resa conto di quanto quella povera creatura mi odiasse. Sembrava impazzita; anzi credo che fosse davvero pazza, di quella follia sottile e di quella subdola capacità di inganno che spesso hanno i malati di mente [...] Non voglio ripetere ciò che mi disse. Mi riversò addosso la sua furia selvaggia con parole infuocate e orribili. [...] Era spaventosa a vedersi. [...] La lasciai ancora all'imboccatura del ponte, che mi lanciava dietro le sue maledizioni275.

Anche in questo caso il cieco desiderio di vendetta della protagonista è un segno della gelosia spropositata e tipica della nazionalità tropicale della protagonista. Mrs Gibson progetta il proprio suicidio con grande accuratezza affinché la sua rivale possa essere incriminata per omicidio. Soltanto le proverbiali abilità abduttive di Holmes permettono di ricostruire la corretta sequenza degli eventi e impediscono che Miss Dumbar sia ingiustamente condannata e giustiziata.