• Non ci sono risultati.

Cronologia Progetti in Toscana e l’Associazione TRAME

Nel documento "Il corpo della donna migrante" (pagine 115-119)

Parte II: Gli interventi della regione Toscana e alcuni esempi di buone pratiche

1. Cronologia Progetti in Toscana e l’Associazione TRAME

La Regione Toscana ha già da lungo tempo avviato specifiche attività e progetti per la tutela di soggetti vittime di tratta e sfruttamento, con particolare riferimento a donne e minori.

Gli interventi si sono così articolati nel corso del tempo: - 2002/2004: Progetto Regionale “Rete regionale di

intervento sociale nella prostituzione e nella tratta” - 2006/2007: Progetto regionale “Nuove Orme” - 2007/2008: Progetto regionale “Nuove Orme II” - 2008/2009: Progetto regionale “Nuove Orme III” - 2009/2010: Progetto regionale “Nuove Orme IV” - 2010/2011: Progetto regionale “Nuove Orme V” - 2011/2012: Progetto regionale “CON-TRAT-TO

I”132

- 2012/2013: Progetto regionale “CON-TRAT-TO II”

- 2013/2016: Proroghe Annuali Progetto regionale “CON-TRAT-TO”

- 2016/2017: Progetto Regionale “S.A.T.I.S.”

Nel 2002 nasce TRAME (Associazione Toscana Interventi Tratta e Sfruttamento ONLUS), un’associazione che riuniva enti del Terzo Settore che operano in Toscana a favore delle persone straniere vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo, accatto- naggio e altre economie illegali.

132 Per maggiori informazioni, si veda: < http://www.minorito-

L’obiettivo di Trame, nella fase iniziale della sua costituzione, è stato quello di coordinamento delle associazioni e delle cooperative promosso dalla Postazione Toscana del Numero Verde Anti-Tratta.

Successivamente, questa Associazione ha allargato il campo di intervento e di studio, mediante l’elaborazione dei dati dell’attività dei vari progetti che si sono stati approvati e realizzati in forza dei provve- dimenti regionale.

Inoltre, la citata Associazione fa fornito alla lettura integrata e condivisa dei fenomeni migratori emergenti, operando un confronto sull’applicazione legislativa delle normative nazionali, e la progetta- zione trasversale posta in essere dalle realtà associative presenti nei sin- goli territori.

L’attività svolta dal Trame dal 2002, è stata interessante ed utile tanto è che, nel 2008, TRAME ha ricevuto l’accreditamento alla Se- conda Sezione del Registro delle Associazioni e degli Enti che svolgono attività a favore degli immigrati istituito presso il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Ma l’associazione TRAME nel 2015 ha cessato la sua attività, dopo il tentativo di istituzionalizzare la sua attività.

Infatti, alcune delle cooperative ad essa collegate e partecipate hanno provato ad allargare il campo in intervento proponendo una par- tecipazione diretta della stessa i bandi regionali nella prospettiva di un salto qualitativo di essa.

La proposta di partecipazione diretta non ha raccolto la adesione della maggioranza dei componenti dell’associazione, determinandone una crisi interna che ha portato alla cessazione dell’attività e della esi- stenza della Associazione.

2. Il Progetto S.A.T.I.S.

Il Progetto S.A.T.I.S. (Sistema Antitratta Toscano Interventi So- ciali) è un sistema regionale di interventi a favore delle vittime di tratta e grave sfruttamento.

Gli assi di intervento del progetto concernono l’emersione, l’identificazione e la prima assistenza alle vittime di tratta, nonché stra- tegie di prevenzione, protezione e il reinserimento socio lavorativo di esse.

Detto progetto è stato preceduto nel 2011 e nel 2012 dal primo sistema toscano di interventi a sostegno delle vittime di tratta, chiamato CON-TRAT-TO (Contro la Tratta in Toscana).

Il sistema S.A.T.I.S. fa parte del Piano Nazionale Antitratta 2016-2018133 che concepito dal Dipartimento delle pari opportunità.

Il suddetto Piano comprende tra i propri obiettivi le politiche di prevenzione, l’incremento dell’emersione del fenomeno, una velociz- zazione nell’identificazione delle vittime, nonché il potenziamento delle misure di accoglienza.

Nel giugno 2016 è stato pubblicato il primo Bando134 per il fi- nanziamento dei progetti territoriali di attuazione del Programma unico e sono stati resi disponibili 13 milioni di euro per progetti della durata di 15 mesi, poi elevati a 14, 5 milioni di euro a seguito dello scorrimento della graduatoria dei progetti positivamente valutati all’esito del bando. Il coordinamento regionale del Progetto SATIS è unico ed è af- fidato alla Società della Salute di Pisa (Capofila del Progetto) e ad una segreteria tecnica che si occupa di coordinamento e sostegno ai territori,

133Si veda: < http://www.pariopportunita.gov.it/media/2687/piano-nazionale-di-

azione-contro-la-tratta-e-il-grave-sfruttamento-2016-2018.pdf >

134 Per maggiori dettagli sul Bando si veda: < http://www.pariopportu-

nita.gov.it/bandi-e-avvisi/bando-per-progetti-di-assistenza-a-favore-delle-vittime- della-tratta/>

nonché di rendicontazioni e rapporti con il Dipartimento delle Pari Op- portunità.

È stato inoltre attivato un Numero Verde Regionale che serve non solo a coloro che devono essere accolti in casi emergenziali, ma anche a coloro che necessitano di una consulenza legale o di una me- diazione linguistica-culturale.

A livello territoriale possono essere distinti gli Enti Attuatori /Coordinatori e gli Enti Attuatori/Co-finanziatori (entrambi rappresen- tati da enti pubblici) e gli Enti Attuatori/Gestori (enti privati e organiz- zazioni del Terzo settore).

L’importanza di questa gestione si riscontra nella creazione di una vera a propria rete che permette non solo un monitoraggio e una verifica delle attività su tutto il territorio regionale, ma anche la possi- bilità di poter implementare le azioni di sistema a livello locale.

La finalità quindi del progetto è la creazione di sinergie per il progressivo radicamento dei servizi antitratta nei sevizi sociosanitari.

Tra le azioni comprese nel progetto sono previste delle Unità Mobili Territoriali di strada che si occupano di monitorare le situazioni nei luoghi in cui si ritiene ci sia un’alta percentuale di possibili vittime. Sono inoltre previsti degli sportelli di ascolto atti alla riduzione del danno, la prevenzione, l’educazione tutela della salute, l’invio e l’ac- compagnamento ai servizi socio-sanitari.

Altri azioni riguardano l’informazione sui diritti e norme, l’orientamento per l’acquisizione dei documenti e l’eventuale media- zione sociale dei conflitti.

Una parte importante del Progetto S.A.T.I.S. è rappresentata dall’istituzione di specifiche strutture di accoglienza che si occupano

non solo della pronta assistenza in casi di emergenza di fuga e fuoriu- scita dallo sfruttamento, ma anche di percorsi di formazione e profes- sionalizzazione, nonché di percorsi di inclusione socio-lavorativa.

Le donne vittime di tratta e sfruttamento possono accedere a queste strutture volontariamente, contattando il numero verde e quindi esplicitando la loro situazione di oppressione.

Un altro modo in cui vengono indentificate le vittime di tratta sono i cosiddetti “colloqui anti-tratta”.

Questi colloqui possono essere effettuati in varie fasi e spesso sono ripetuti nel corso del tempo.

La donna migrante che arriva in Italia è subito sottoposta ad un primo colloquio e successivamente alla collocazione in un CARA o in un CAS.

Nell’ipotesi in cui i gestori del centro si rendono conto che sono presenti degli elementi che possono far ricondurre ad una situazione di sfruttamento, il colloquio può essere reiterato.

Vengono utilizzati i cosiddetti Indicatori di Vulnerabilità che nel caso delle donne sono rappresentati dall’età, dalla provenienza (il primo paese considerato in questi casi è la Nigeria), il tipo viaggio af- frontato, le spese sostenute per il viaggio, i documenti posseduti, non- ché l’eventuale possesso di effetti personali di valore elevato.

Nel caso in cui all’esito del colloquio risulta effettivamente una situazione di sfruttamento, la vittima viene inserita nel sistema anti- tratta, nonché ottiene il permesso sociale ex art. 18 T.U. 286/1998.

Nel documento "Il corpo della donna migrante" (pagine 115-119)