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Le curatorie giudical

I L C ASE STUDY :

2.3 Le curatorie giudical

L'area attualmente denominata Meilogu, riunitasi in "Unione dei Comuni del Meilogu" a partire dal 20081, era suddivisa in età medievale (periodi giudicale, signorile e aragonese) in differenti entità amministrative, denominate "curatorias".

Numero, consistenza demografica e denominazione dei queste circoscrizioni sembrano variare nel corso del tempo. Questo ha in passato ingenerato alcune confusioni nelle diverse letture degli studiosi che si sono occupati del problema, non affrontanto in ottica diacronica2, ovvero confrontando fonti relative ai secoli XI-XV.

A ciò si aggiunga l'annosa confusione tra documenti di tipologie differenti, ed in particolare tra fonti documentarie e narrative3, cui solo negli ultimi due decenni si è rimediato parzialmente e soltanto per alcune aree geografiche4.

In particolare per l'area denominata attualmente Meilogu nel periodo storico di nostro interesse gli studiosi hanno distinto, in modo variabile, da 3 a 5 curatorie nel periodo giudicale (Tab.2.1). Gli studi più accurati risalgono agli ultimi decenni e sono dovuti in particolare a Giovanni Deriu, il quale ha spiegato la confusione come generata da un lato dal mutare delle condizioni politiche e dall'altro dal fatto che alcuni autori considerano un unico (o pochi) documento al fine di determinare estensione e composizione delle curatorie. Questa metodologia, spesso sottaciuta, è esplicitata da Alessandro Soddu5 che basa la sua analisi sugli insediamenti presenti nei resoconti dei pagamenti delle decime ecclesiastiche tra il 1341 e il 13496.

Angela Terrosu- Asole e Francesco Cesare Casula, sulla scia di Arrigo Solmi, accorpano invece i distretti di Meilogu e Oppia, seguendo il testo della pace del 1388 fra il Giudicato di Arborea e il Regno di Aragona, dove appaiono però citati come contrate de Ardar et de

1 DERIU- CHESSA 2011, pp.; DERIU c.d.s.

2 S

ERRELI 2009, pp.108-109 parla, a proposito degli studi fino all'inizio del Novecento, di "...attenzione concentrata

sulla registrazione quantitativa del fenomeno, senza spesso avere omogenei riferimenti spaziali e temporali, o addirittura istituzionali, e senza analizzare a fondo le cause del fenomeno..."; tale definizione potrebbe in realtà essere estesa a buona parte del secolo.

3

CAMPUS 2007 , p.128 dice al proposito, riferendosi più specificatamente all'opera dell'Abate Angius :" Il generale e in parte giustificato giudizio di affidabilità delle relazioni raccolte nel Dizionario fece sì che queste divenissero, in alcuni frangenti della storiografia, elementi inconfutabili quasi al pari dei documenti storici. In altre parole, come era già accaduto per l’opera di Fara, le indicazioni di Angius si trasformarono nella storiografia regionale da notizie esposte in forma narrativa, in fonti dirette per la ricerca storica."

4

Senza alcuna pretesa di completezza si possono ricordare Anglona (MAXIA 2001) e Montes (CHESSA 2002).

5 S

ODDU 2004, 2004b.

6 S

Gianluigi Marras, I villaggi medievali abbandonati del Meilogu. Tesi di Dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo- Indirizzo Archeologico. Università degli studi di Sassari

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Meyulogu1. La denominazione di Oppia appare infatti solo nel Quattrocento inoltrato2. Già

in epoca giudicale3, precisamente fra la fine degli anni 60' e l'inizio degli anni 70' del XII secolo4, è attestata la curatoria di Ardar, che forse5 comprendeva anche i territori comunali di Ittireddu e Mores. Carlo Livi cerca di seguire analiticamente le attestazioni delle curatorie nel corso dei secoli ed enumera per ma prima metà del XII secolo Caputabbas, Meilogu (con capoluogo temporaneo alla fine del XII secolo Ithir, attuale Ittireddu), Nurcar e Valles; al contrario ritiene Ardara capoluogo della curatoria del Monte Acuro sotto Barisone II e Campulongu una denominazione, databile al regno di Mariano II, del Caputabbas6. Lo stesso autore si esprime dubitativamente sulla curatoria di Oppia, che appare in documenti quattrocenteschi, ritenendolo forse di epoca pre-trecentesca, sebbene non citata nelle fonti scritte7.

Peculiare l'approccio di John Day che sembra seguire pedissequamente l'impostazione e le denominazioni dell'abate Vittorio Angius, che scriveva nella prima metà dell'Ottocento; tale approccio denota però il miscuglio di fonti documentarie e narrative che ha parzialmente inficiato (e in parte continua a farlo) molte opere storiografiche8.

Con un ragionamento analitico è possibile proporre una suddivisione in curatorie della diocesi di Sorres in epoca giudicale, evidenziando i periodi di attestazione dei singoli distretti9.

1 CDS, sec. XIV, doc. CL, pp.839-840. Il documento, di grande importanza per lo studio dell'insediamento alla fine

del medioevo,è stato riedito nelle tesi di laurea CARIA 2003/04eMUREDDU 2003/04.

2

3 DERIU- CHESSA 2010, p.46 nota 3.

4 CSMS 242, per la cronologia della scheda pp. XXXV-XXXVI. Lo stesso personaggio Comita de Kerki Cafana è

citato, ma non come curatore, in una scheda del COndaghe di Barisone II (MELONI-DESSÌ FULGHERI 1994, III) databile fra il 1178 e il 1190 5 S ODDU 2004. 6 LIVI 2014, p.171. 7 L IVI 2014, p.349, n°1. 8

DAY 1973. Cfr. anche il contributo di F. Campus in MILANESE-CAMPUS 2006 per l'analisi delle fonti e della metodologia di lavoro utilizzate dai vari studiosi che si sono occupato degli insediamenti abbandonati.

9 D

Gianluigi Marras, I villaggi medievali abbandonati del Meilogu. Tesi di Dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo- Indirizzo Archeologico. Università degli studi di Sassari

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Angius Solmi Day Terrosu-

Asole Casula Soddu Deriu Livi

Meiulogu Meiulocu-

Oppia Meiulogu Meilogu-Oppia Meilogu vel Mediulocu vel Oppia

N.C. Meilogu Meilogu

Oppia Oppia Ardar Ardara-

Oppia

Oppia Oppia

(Ardar?)

N.C. = Coros N.C. N.C. N.C. N.C. Campulongu =Caputabbas? Capodacque Caputabba

s

Cabuddabas Caputabbas Caputabbas N.C. Cabuabbas Caputabbas Costavalle Costaval Costavalle Costaval Costavalle N.C. Valles-Costa

de Addes

Valles-Costa de Valles

Tab. 2.1. Le curatorie presenti nell'attuale Meilogu secondo i principali storici. Fonti:

Per Vittorio Angius è stata considerata la sottovoce "Curatorie" all'interno della voce "Logudoro" (ANGIUS 2006, , vol. II, pp.717-724). Poi SOLMI 1917 (nella riedizione SOLMI 2001, a cura di E. Cadeddu), DAY 1973, TERROSU- ASOLE 1974, CASULA 1980, SODDU 2004, p.120 (limitatamente per le curatorie di Ardar e Oppia), LIVI 2014, pp. 171-180. Per le opere di Deriu si veda DERIU 1983-84 (curatoria di Campulongu e Ardara-Oppia), DERIU 2000 (Cabuabbas, Costavalle), DERIU-CHESSA 2010 (Meilogu). N.C.= non computato. Curatoria 1050-1100 1100-1150 1150-1200 1200-1250 1250-1300 Ardar

Campulongu

Caputabas

Meilogu

Oppia Valles

Tab. 2.2. Sinossi cronologica delle attestazioni delle singole curatorie in epoca giudicale. Fonti:

Curatoria di Ardar: CSMS 242 (Comita de Querqui Cafana, curador d’Ardar, 1140-70).

Curatoria di Campulongu: CSPS 396 (donnu Mariane Pinna curatore de Canpu longu, 1200-51). Curatoria di Caputabas: CSPS 294 (saltu de Murgokia, ki fuit de rennu, depus Caputabas, 1130-54); 310 (donnu Comita d'Athen Arcatu, ki fuit curatore de Caputabas, 1154-91). CSNT 43 (donnu Petru de Serra,

curatore de Caputabas, 1113-1127), 280 (Comita d’Athen, curatore de Caputabas, 1140-60), 305 (su curatore de Caputabas, donnu Gunnari d’Açen Arcatu, 1153-91), (donnu Gunnari d’Athen Arcatu, curatore de Caputabas, 1180-98).

Curatoria di Meilogu: CSPS 395 (donnu Mariane Pinna curatore de Meiulocu, 1200-51); 271 (Ithoccor

de Laccon, curatore de Meiulocu, 1154-91).

Curatoria di Valles: CSPS 309 (curatore de ualle, 1154-91); CSNT 140 (corona de Gunnari de Çori, ci bi

fuit curatore in Balle…Ytçoccor de Laccon, ci bi fuit curatore in Balles, 1130-40); 308 (Comita de Çori Perras, curatore de Valles, 1153-91); MELONI-DESSÌ FULGHERI 1994, XIII (Gosantine d’Athen, curatore de valles, 1178-90).

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67 La curatoria1 di Meilogu si estendeva alle pendici orientali del Monte Pelao, verso il Monte Santo e le pianure di Mores e Torralba, e a nord di questo, verso i bassopiani paludosi di Campu Lazari e Paule, un’area che ricalca approssimativamente gli attuali territori comunali di Banari, Siligo, Bonnanaro, Borutta e Torralba.

Non è chiaro se fosse pertinente al Meilogu l'area oggi compresa nei comuni di Ardara, Mores e Ittireddu, vista anche l'attestazione delle curatorie di Ardar e Oppia (citata solo in fonti narrative o tardomedievali), la prima compresa nella diocesi di Bisarcio e la seconda in quella di Sorres. Pare verosimile che Ardara costituisse una specie di distretto amministrativo autonomo in quanto capitale2; relativamente all’area di Mores e Ittireddu, quest’ultimo centro è ricordato in una fonte narrativa compilata probabilmente alla fine del periodo giudicale come capitale del Meilogu, di cui dunque doveva far parte3.

Il nome della curatoria di Caputabbas deriva dal latino Caput Aquae, probabilmente perchè qui hanno le sorgenti i tre principali fiumi della Sardegna settentrionale (Coghinas, Rio Mannu di Sassari, Temo). Si estendeva nell'area collinare posta a sud del Monte Pelao, nei territori comunali di Thiesi, Cheremule, Giave e Cossoine. In un momento non identificabile inglobò la curatoria di Campulongu, posta probabilmente nelle valli calcaree fra Thiesi e Bessude.

Vi sono invece dei dubbi sui confini sud-occidentali del Caputabbas e se questi comprendessero i territori comunali di Mara, Padria4 e Pozzomaggiore, come testimoniato da fonti quattrocentesche, in contrasto con altri indicatori storico- amministrativi (appartenenza ad una diversa diocesi, quella di Bosa, e a differenti signorie in epoca post- giudicale), che pongono quest'area nella curatoria di Nurcara5, regione montuosa e costiera posta fra Alghero a nord e Bosa a sud, negli attuali comuni di Villanova Monteleone, Monteleone Roccadoria e Romana.

La porzione sud- orientale del Meilogu e della diocesi di Sorres era invece occupata dalla curatoria di Valles (poi Costa de Addes e Costavalle), regione caratterizzata da vallate

1

Per una descrizione generale cfr. DERIU- CHESSA 2011, p.35.

2 Alessandro Soddu , nel suo intervento al convegno “Il retablo di Ardara” (Ardara, 25 settembre 2015), ha

avanzato un confronto con l’attuale distretto di Washington D.C. (U.S.A.).

3 Anche il Fara alla fine del XVI secolo ricorda che la Curatoria di Oppia era denominata anche Meilogu. Cfr.

DERIU- CHESSA 2011, p.46, n°5. 4

R. Zucca, in MASTINO 2005, p. 304, ascrive al territorio della città di Gurulis Vetus (attuale Padria) la curatoria di Caputabbas e forse quelle di Nurcara e Costavalle.

5 S

Gianluigi Marras, I villaggi medievali abbandonati del Meilogu. Tesi di Dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo- Indirizzo Archeologico. Università degli studi di Sassari

68 chiuse dai monti di Giave, dal massiccio del Goceano e dall'altipiano di Campeda, nei territori comunali di Bonorva e Semestene.

Fig. 2.5. Le curatorie della diocesi di Sorres.