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Da The Dark Side of the Moon ad Animals

Nel documento Opera Rock. Genere di confine (pagine 48-52)

The Wall

2.2 Pink Floyd/Concept/Light-Show

2.2.1 Da The Dark Side of the Moon ad Animals

A partire dal 1972 – dopo esperimenti dai toni puramente astratti e psichedelici come gli album Atom Heart Mother (1970) e Meddle (1971) – il quartetto londinese concentrerà

La musica monumentale dei Pink Floyd ha sicuramente influenzato intere generazioni successive di musicisti e gruppi, ma quasi nessuno è riuscito a raggiungere i record stabiliti dal loro successo (è stato stimato infatti che nella loro trentennale carriera abbiano venduto in totale circa 250 milioni di dischi in tutto il mondo).

106 GIANFRANCO SALVATORE (a cura di), Pink Floyd The Wall. Rock e multimedialità, Viterbo,

Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 2005.

107 Interviste a Roger Waters, Alan Parker e Gerald Scarfe, nel documentario Retrospective. Looking Back at The Wall (id., 1999, Bob Bentley, Storm Thorgeson), 45’, produzione: Tin Blue Ltd.; contenuti speciali

per circa un decennio la sua produzione in LP aventi ciascuno una tematica ben delineata all’interno della struttura formale, espandendo inoltre la loro personale idea di “rock progressivo” e stabilendo una nuova “rotta” per il proprio lavoro. Testi filosofici, sperimentazioni sonore ed acustiche sempre più audaci e l’allestimento conseguente di elaborati show/concerti assolutamente innovativi, diventano la cifra distintiva della band, che inizia ad imporre il proprio stile musicale a livello mondiale, considerato da quel momento in poi come uno dei migliori connubi tra aspetto autoriale e successo commerciale nella storia del genere rock.

Già in Echoes, pezzo contenuto nell’album Meddle, è presente un accenno a temi come alienazione e solitudine che, elaborati ed adattati ad esigenze espressive sempre differenti ricorreranno nei successivi LP, e saranno presenti in particolare nel capolavoro The Dark Side of the Moon (1973), “pietra miliare” nella produzione concept del gruppo. Alan Parsons, produttore e tecnico del missaggio per la band già in Atom Heart Mother, applica nel progetto le tecniche di registrazione più all’avanguardia, mentre il disegno grafico della copertina – un prisma colpito da un raggio di luce, realizzato da Storm Thorgerson,108 collaboratore fidato e ricorrente – lo identifica visivamente ed aggiunge un plusvalore: l’immediata riconoscibilità. Come sottolinea Daniele Follero, l’album ruota

108 La copertina richiama allo spettro dei colori dell’iride, che vengono generati dalla rifrazione della luce

bianca, attraverso il fenomeno della dispersione ottica. Storm Thorgerson (1944), fotografo, illustratore e

graphic designer, è stato nel 1967 fra i fondatori del gruppo artistico/studio Hipgnosis – assieme ad

Aubrey Powell – che ha prodotto una lunga serie di celebri e rivoluzionarie copertine per singoli ed album rock. L’anno successivo, Thorgerson e Powell vengono chiamati dalla casa discografica EMI per collaborare con i Pink Floyd alla copertina del loro secondo album, A Saucerful of Secrets (1968): sarà l’inizio di una solida e duratura collaborazione col gruppo, ed anche il trampolino di lancio per questa coppia di studenti del Royal College of Art di Londra, che cominceranno a disegnare copertine per band come i The Pretty Things. Nel 1973, la realizzazione del booklet di The Dark Side of the Moon (spesso citata come la migliore copertina di tutti i tempi) lancia definitivamente la carriera del duo – al quale si aggiungerà ben presto anche Peter Christopherson, collaboratore e futuro socio – ed apre la strada a numerosissime collaborazioni con altri gruppi che hanno segnato indelebilmente la storia del rock (e non solo), come Genesis, Led Zeppelin, Black Sabbath, Yes ed Alan Parsons Project. Saranno loro le copertine, tra le tante, di The Lamb Lies Down on Broadway (1974, Genesis,), Houses of the Holy (1973, Led Zeppelin) e Silk Torpedo (1974) ed S.F. Sorrow (1975) dei The Pretty Things.

Negli anni ’80, Thorgerson ha fondato gli StormStudios, iniziando a lavorare in proprio con un diverso

team. Ha collaborato con gruppi contemporanei come The Cranberries, Audioslave e Muse, dedicandosi

anche alla regia di lungometraggi, documentari televisivi e videoclip musicali per numerosi artisti, come The Cult e Bee Gees. Per i Pink Floyd ha inoltre curato la regia, assieme a Bob Bentley, del documentario

Retrospective. Looking Back at The Wall (id., 1999), prodotto da Tin Blue Ltd., durata 45’, presente nei

contenuti speciali del dvd Pink Floyd The Wall. Tutte le sue opere ed artwork riguardanti la collaborazione con i Pink Floyd sono raccolte e commentate nel libro Pink Floyd. Visioni, scritto a quattro mani con Peter Curzon ed edito da Arcana nel 2005. http://www.stormthorgerson.com/.

[…] attorno a tutto ciò che può condurre la gente alla pazzia. Il “lato oscuro” che ha in mente l’autore riguarda ciò che accomuna gli uomini pur rimanendo nascosto, ciò di cui non si può o non si vuole parlare. Waters, con testi criptici venati di filosofia esistenzialista, inaugura la sua stagione poetica più felice, che qui raggiunge l’apice perché supportata musicalmente da tutti gli altri membri della band.109

Questa compartecipazione collettiva e perfettamente amalgamata dei quattro componenti andrà successivamente scemando, dato che l’egocentrismo creativo sempre più crescente del bassista e “leader” renderà molto difficili le successive collaborazioni. L’album si presenta come una lunghissima suite “ramificata” in più sezioni, rappresentate dai vari brani, a loro volta unificati com’è consuetudine nei concept da un fil rouge: l’idea di un viaggio, che inizia dall’origine della vita. Ecco che inserti di rumori ed effetti sonori, come il battito di un cuore nel pezzo Speak To Me – ouverture del progetto, che racchiude in sé i motivi musicali portanti dell’intero LP – o il ticchettio dell’orologio in Time, o ancora il tintinnare delle monete nell’introduzione di Money, diventano simboli metaforici di alcune fasi cruciali dell’esistenza, e fungono da perfetto completamento per le tracce musicali.110 Il successo planetario dell’album sconvolge gli equilibri interni del gruppo, portando tutti i componenti sull’orlo di un crollo nervoso e lasciando in ciascuno un profondo senso di «disillusione nei confronti del mercato musicale, che diverrà il leitmotiv dei nuovi brani».111

La lavorazione di Wish You Were Here (1975) e di Animals (1977) procede parallelamente nel 1975, sebbene i due concept escano ad un paio d’anni di distanza l’uno dall’altro. Nel primo troneggia una nuova suite in nove parti, la torrenziale Shine On You Crazy Diamond – prevalentemente strumentale, dedicata all’amico Syd Barrett, il “diamante pazzo” del titolo112 – che si sviluppa in un’atmosfera ipnotica data dal

109 DANIELE FOLLERO, op. cit., p. 159.

110 Il brano Us and Them era l’unico già completato ed inciso prima dell’inizio della lavorazione a The Dark Side of the Moon (realizzato negli studi di West Hampstead a Londra), perché scartato dalla colonna

sonora realizzata per il film Zabriskie Point (id., 1970) di Michelangelo Antonioni. La traccia di chiusura,

Eclipse, ripresa dal precedente Meddle, contiene la morale riassuntiva dell’intero lavoro, ovvero che per

l’essere umano in molti casi la discesa verso la pazzia è inevitabile; il messaggio è espresso ovviamente in modo metaforico, nei due ultimi versi della canzone: «And everything under the sun is tune, but the sun in

eclipsed by the moon». Trad. «E tutto quanto sotto il sole è in sintonia, ma il sole è eclissato dalla luna».

DANIELE FOLLERO, op. cit., pp. 159-160.

111 Ivi, p. 161.

112 Syd Barrett, come racconta Richard Wright in un’intervista del 1978, si presentò in studio durante le

registrazioni dei pezzi, visibilmente destabilizzato, ingrassato e calvo, praticamente irriconoscibile. Citazione dal volume di MIKE WATKINSON, PETE ANDERSON, Syd Barrett. Il diamante pazzo dei

Pink Floyd, Roma, Arcana, 1992, presente in GIANDOMENICO CURI, I Pink Floyd: la musica, il palco, la vita, il cinema, il muro, in DIEGO DAL POZZO, VINCENZO ESPOSITO, op. cit., p. 174.

“tappeto sonoro” delle tastiere di Richard Wright, combinate con i potenti intermezzi della chitarra di Gilmour, che concatenano le diverse sezioni del brano proponendo in ciascuna una sorta di “variazione” dei temi sonori; questi, come ricorda Follero «si costruiscono sullo sviluppo di brevi riff e lunghi assoli, con uno sfondo armonico che rimane per lo più inalterato»113. A livello narrativo, in Wish You Were Here assenza, addio e separazione vanno ad aggiungersi ad una forte critica nei confronti del mercato musicale, dipinto come una macchina commerciale mostruosa e senza scrupoli, che individua nei giovani artisti e creativi le sue vittime preferite:114 sono concetti che ritorneranno prepotentemente nell’immaginario apocalittico di The Wall, così come verranno ripresi gran parte degli effetti sonori prodotti in quest’album, dati da rumori d’ambiente e passi umani o da suoni provenienti da mezzi meccanici esterni, come la radio. Assieme agli elementi già collaudati nel precedente concept ed a quelli successivamente applicati ad Animals, le nuove “fonti sonore” extradiegetiche presenti in Wish You Were Here andranno ad arricchire l’elenco degli espedienti metaforici e di collegamento narrativo utilizzati dalla band.

Gli altri due brani incisi inizialmente assieme alla traccia principale dell’LP, intitolati Raving and Drooling e You Gotta Be Crazy, si trasformeranno rispettivamente in Sheep e Dogs, due colonne portanti nell’album Animals (1977), metafora musicale sulla relazione affine tra animali e ruoli sociali,115 molto più cupo e politicamente schierato dei due precedenti. Un progetto ambizioso che segna una svolta radicale, essendo l’ultimo effettivo album in cui collaborano pariteticamente tutti e quattro i membri del

113 DANIELE FOLLERO, op. cit., p. 161.

114 Nella traccia finale di Wish You Were Here, ovvero Have A Cigar, il tono di aspra critica ed il

sarcasmo nei confronti del sistema corrotto che regola l’industria discografica a livello commerciale raggiungono l’apice, e fungono da ideale “ponte di collegamento” proprio con The Wall. Il pezzo contiene inoltre il verso «The band it’s just fantastic, that is really what I think. Oh by the way, which one’s

Pink?»; trad. «La band è fantastica, è proprio ciò che penso. Oh, a proposito, chi di voi è Pink?». I testi

dei brani e le rispettive traduzioni si trovano nel volume, da me indicato in bibliografia, PINK FLOYD,

Testi, Milano, Gammalibri, 1983, trad. a cura di Lucina Santambrogio.

115 Nel paragrafo del suo testo dedicato ai Pink Floyd, Daniele Follero nota come le coincidenze tra questa

analogia, ed il messaggio contenuto nel romanzo satirico di George Orwell Animal Farm (La Fattoria

Degli Animali, 1945), allegoria del totalitarismo sovietico nel periodo staliniano, siano oltremodo

evidenti. Nel racconto, un’intera fattoria di animali si ribella al proprio padrone e, dopo averlo cacciato dalla proprietà, dividono equamente i profitti del loro duro lavoro (seguendo il principio marxista). DANIELE FOLLERO, op. cit., pp. 163-164.

Il disco sarà registrato presso i Britannia Row Studios, fatti costruire dalla band ad Islington (Londra) nel 1975, dopo l’uscita di Wish You Were Here. Amministrata per lungo tempo da Nick Mason, verso la metà degli anni ’80 la struttura viene affidata a Kate Koumi, che negli anni ’90 ne diventerà anche la proprietaria, e li trasferirà a Fulham, facendoli diventare uno degli studi di registrazione più importanti a livello internazionale.

gruppo; ancora una volta, la copertina e l’intera grafica del booklet (libretto) portano la firma di Thorgerson, che sceglierà di raffigurare un maiale, mentre sorvola la centrale elettrica di Battersea, a Londra.

Nel documento Opera Rock. Genere di confine (pagine 48-52)