Il caso italiano Tito Schipa jr., Orfeo
4.6 Orfeo 9, dopo Venezia
Il rammarico di Tito Schipa jr., espresso più volte nel corso degli anni, è quello di non aver potuto offrire al pubblico questo lavoro, completo e legittimato, quand’era ancora venticinquenne. Nel 2008, poco più che sessantenne, Schipa ha finalmente visto realizzarsi con soddisfazione questo obbiettivo, grazie anche all’attenzione dedicata alla sua opera dal saggista, critico ed autore televisivo Marco Giusti che, ospitandolo a Stracult – magazine cinematografico da lui curato, in onda su Raidue – ha voluto fortemente catalizzare l’attenzione generale su questa pellicola e sulla sua storia. In poche settimane, complice l’allora direttore Marco Müller, si concretizza l’idea di una presentazione ufficiale di Orfeo 9 alla 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia, nella sezione Fuori Concorso Eventi Speciali – Nuove Versioni Restaurate (come proiezione di chiusura del festival, nella giornata di sabato 6 settembre), valorizzandolo quindi a livello nazionale.
La voglia di rivalutare profondamente il progetto di Schipa c’è, come dimostrano le parole dei presenti alla conferenza stampa, ma esistono dei limiti materiali: Giusti introduce il problema di una paventata edizione in dvd, bloccata però dall’acquisto, da parte di Renato Zero, dei diritti riguardanti i quattro frammenti d’opera che includono le sue performance, per editarli ipoteticamente all’interno di un’autobiografia audiovisiva. Di fatto, non è chiaro l’utilizzo per il quale i diritti sono stati acquisiti, poiché sono stati comprati nel 2006 ed a quanto risulta ad oggi Zero non li ha mai utilizzati (la scadenza per lo sfruttamento era nel 2010, secondo le opinioni dei presenti); la frammentazione
294 Cfr con la sceneggiatura del film, che si trova originariamente nel libretto incluso nel doppio LP
dell’opera, e che denota alcune differenze rispetto alla trasposizione su pellicola, reperibile nel sito ufficiale di Orfeo 9, all’indirizzo http://www.orfeo9.it/?page_id=54, 65,77, 84, 89.
dei diritti della pellicola, però, impedisce a livello giuridico lo sfruttamento dell’intero film.295 Renato Parascandolo di Rai Trade in questa sede avanza una proposta – approfittando del suo ruolo di presidente della divisione, che nei due anni precedenti ha costruito un catalogo on-line, nel quale sono classificati e reperibili i migliori programmi della Rai, realizzati negli ultimi cinquant’anni, dalle commedie di Eduardo De Filippo, al teatro di Pirandello, dalle inchieste più rilevanti ai grandi sceneggiati – ovvero collocare Orfeo 9, compatibilmente con la questione dei diritti, nell’archivio Rai già a partire dalla settimana successiva alla mostra. Ad oggi, però, la questione dei diritti di sfruttamento non è ancora risolta, l’iniziativa Rai è proseguita diversamente, concentrandosi sulla costruzione di una mediateca virtuale con accesso solo per consultazione, ed il film non è mai stato inserito nel catalogo.296
Riproporre Orfeo 9 al cinema sembra quasi impossibile in quel periodo, poiché esiste soltanto un pollice integro del negativo originale, mentre il resto è virato in rosso in modo tale da rendere la pellicola illeggibile. Mario Orfini, il primo produttore esecutivo con la sua Eidoscope, interviene però sostenendo che si tratta di un falso problema, dato che è possibile da una buona copia Betacam Hd digitale (copia originale di provenienza, in cui è stata riversata la pellicola 35 mm originale), applicando le correzioni di colore giuste, riversare su pellicola l’intero film, ottenendo in questo modo un nuovo negativo pronto da proiettare; il solo problema è incontrare la disponibilità di un distributore che voglia assumersi la responsabilità di una simile operazione. Marco Giusti suggerisce quindi Rai Cinema, Rai Trade e 01 Distribution come possibile partnership per realizzare il progetto; un suggerimento non accolto.
Il riversamento in dvd dell’opera, in possesso dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee – ASAC della Biennale di Venezia, è stato fornito dalla stessa Rai in quanto casa di produzione della pellicola, dato che la Mostra del Cinema richiede esplicitamente ed in ogni caso copia in dvd (o più raramente pellicola) destinata alla
295 Renato Parascandolo specifica come solitamente la Rai non ceda in nessun caso dei diritti in vendita,
ma li conceda “in prestito” temporaneamente, in previsione appunto di edizioni particolari del materiale richiesto. Vengono raramente prestati in esclusiva, e solo per qualche anno.
296 Il sito dell’iniziativa, rinominata “Rai per la Cultura” si trovava all’indirizzo www.cultura.rai.it;
l’intero catalogo delle opere era acquistabile (la conferenza si svolge nel settembre del 2008, l’elenco era disponibile solo da due mesi) a prezzi contenuti – da 1,90 a 3 euro – tramite download diretto dal sito. Dal 2006, anno d’inizio, questa iniziativa ha rappresentato la forma migliore di conservazione e diffusione del patrimonio Rai, che alla fine dell’anno 2008 contava circa 3000 titoli. Un rapporto diretto produttore- utente. Ora con l’introduzione del digitale terrestre ogni aspetto divulgativo del patrimonio è stato riorganizzato, rendendo disponibili i materiali alla voce “bibliomediateca” del sito http://www.museoradiotv.rai.it.
commissione selezionatrice del festival, per garantire una visione più comoda dei soggetti da presentare nelle varie categorie.297
Paradossalmente, le iniziative indipendenti si rivelano molto più efficaci di quelle ufficiali, che non trovano mai realizzazioni concrete a breve termine. Nel 2008, il Cinema Mexico di Milano ha proposto una retrospettiva “double feature” per proiettare Rocky Horror Picture Show ed Orfeo 9 nella stessa serata. Da novembre 2011, invece, è ricominciata la programmazione mensile della pellicola – in versione stereofonica, restaurata e con sottotitoli in italiano – a cura del Cinema Azzurro Scipioni di Roma, la quale viene proiettata ogni ultimo venerdì del mese, allo spettacolo delle 22:30, con l’approvazione dello stesso Tito Schipa jr. Probabilmente, il circuito delle sale d’essai e la passione dei cultori sono gli unici mezzi concreti a disposizione per continuare a tenere quest’opera così peculiare viva ed in circolazione, in attesa di qualche riscontro ufficiale, che ne decreti la definitiva uscita dalla sua nicchia d’ombra.