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Dal modello “open government” all’Open Coesion “

“Essere cittadini nella società dell’informazione non significa solo poter accedere ai servizi di una PAL (Pubblica Amministrazione Locale) più efficiente, capace di disegnare i propri servizi sui bisogni degli utilizzatori (e-government), ma anche poter partecipare in modo nuovo alla vita delle istituzioni politiche (e- democracy), tenendo conto della trasformazione in atto nelle relazioni fra attori pubblici e privati (governance)”47.

Per amministrazione digitale o e-government48 (e-gov) si intende quel processo

iniziato alla fine degli anni ‘90 che ha visto la PA dotarsi per la prima volta, in maniera sistematica e organizzata, di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Si tratta, in altre parole, del sistema di gestione digitalizzata della PA che - unitamente ad azioni di cambiamento organizzativo - consente di trattare la documentazione e di gestire i procedimenti con sistemi informatici grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) allo scopo di ottimizzare il lavoro degli enti e di offrire agli utenti (cittadini ed imprese) nuovi servizi e servizi più rapidi attraverso ad esempio i siti web delle amministrazioni interessate. Nel sistema amministrativo italiano l’aspetto più rilevante dell’amministrazione digitale riguarda il procedimento telematico che, all’inizio degli anni ‘90, fu denominato Tele- amministrazione che, impostata nella ricerca scientifica sulla base di presupposti e regole, dopo circa quattro lustri - e dopo la Raccomandazione 19 (2001)49 del Comitato

dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla “Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello locale”, e altre iniziative a livello internazionale sull’uso dell’informatica e delle tecnologie all’interno dei loro modelli operativi e processi decisionali - hanno trovato attuazione nel Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD: d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82), non tanto nella sua formulazione originaria (entrato in vigore il 1º gennaio 2006), quanto e soprattutto nelle sue rilevanti modifiche ad opera del d.lgs. 10 dicembre 2013, n. 335. L’innovazione dell’amministrazione digitale, del procedimento telematico

47 MIT-Ministro per le innovazioni e le tecnologie, 2004, Op. cit., p. 12.

48 Il termine inglese e-government deriva da "government", che può significare sia "governo" che

"amministrazione", mentre il prefisso "e" sta per "electronic".

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Con la Raccomandazione 19 (2001) sulla “Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello locale” il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha inteso incentivare la concreta apertura degli enti e delle istituzioni delle nazioni europee verso le nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione quali concreti strumenti di cambiamento nell’ottica della trasparenza e del dialogo con il cittadino.

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e della teleamministrazione hanno come presupposto indefettibile il valore giuridico del documento in forma elettronica quale originale e non copia del documento cartaceo come era invece nella più vecchia informatica amministrativa “parallela”, ossia affiancante un procedimento tradizionale necessariamente cartaceo. Nel Codice sono disciplinate numerose fattispecie che, in alcuni casi, esulano dal carattere pubblicistico che connota questo testo normativo, come per la disciplina del documento informatico e della firma digitale, che trova applicazione anche nei rapporti fra soggetti privati e non solo nei rapporti fra privati e PA, o fra PP.AA. Anche le amministrazioni locali possono usufruire dei servizi e-government creati dalla PA Centrale per dare accesso alle banche dati in proprio possesso e per svolgere attività gestionali e di servizio.

L’Open government può essere considerato l’evoluzione dell’e-government. L’espressione “open government” (letteralmente “governo aperto”)50 si intende una

modalità di esercizio del potere, a livello sia centrale che locale, basato su modelli, strumenti e tecnologie che consentono a governi e amministrazioni dello Stato di essere “aperte” e “trasparenti” nei confronti dei cittadini, al fine di favorire azioni efficaci e garantire un controllo diffuso sulla gestione della cosa pubblica e quindi sul loro operato. In una logica di Open government, quindi, le amministrazioni mettono al centro la comunicazione e la collaborazione con i cittadini, sono aperte al dialogo e al confronto diretto e partecipato con i privati, e focalizzano i processi decisionali sulle effettive esigenze e necessità delle comunità locali. Centralità del cittadino, amministrazione partecipata e collaborativa, insieme a trasparenza, apertura dei dati e delle informazioni e alla loro condivisione attraverso le nuove tecnologie digitali (il Web in primo piano), pertanto, sono i tratti distintivi dell’Open government. Per il Governo italiano l’Open government, con i suoi principi di trasparenza, cittadinanza digitale, partecipazione dei cittadini e accountability, rientra pienamente negli obiettivi complessivi di riforma della PA, anche nel tentativo di riavvicinare i cittadini alle istituzioni. L’evoluzione dei paradigmi organizzativi e dottrinali tipici dell’e- government hanno dovuto fare i conti con una costante evoluzione delle tecnologie e in particolar modo di internet che ha portato al web 2.0 e al fenomeno dei social network. L’ampia accessibilità e disponibilità di dati da parte di un pubblico quanto più vasto possibile è un obiettivo che molti Enti istituzionali, strutture governative e autorità

50 L’origine della dottrina viene fatta risalire ai concetti filosofici dell’Illuminismo, e in particolare alle

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indipendenti stanno perseguendo da tempo. Questo orientamento risponde a più esigenze:

a) una domanda crescente di trasparenza sui dati ufficiali proveniente da diversi segmenti della società civile (associazioni di rappresentanza e di consumatori, sistema universitario e della ricerca);

b) il naturale allargamento del diritto di accesso all’informazione anche per fini commerciali, come nel caso della recente possibilità di accesso e utilizzo degli Open data (ovvero la pubblicazione su internet dei dati prodotti dagli enti in formato aperto e riutilizzabili da cittadini, imprese e altre amministrazioni) nella PA italiana51;

c) l’avvio di un upgrading delle finalità per cui vengono prodotti i dati delle strutture governative e istituzionali oltre che delle Authority (Banca d’Italia, Autorità garante della concorrenza del mercato, Autorità garante delle comunicazioni); dati che devono divenire, secondo orientamenti diffusi, sempre più veicolo di sviluppo e conoscenza.

Alla domanda di dati trasparenti, aperti e fruibili risponde il sistema degli “open data” della PA. Il processo di apertura dei dati è relativamente recente in Italia e la banca dati del Governo italiano che li raccoglie si sta popolando velocemente. Il 10 settembre 2017 i dataset di Amministrazioni pubbliche (locali e centrali), catalogati nel sito www.dati.gov.it52

, sono 18.111 (ad aprile 2012 erano 2.073). Il range di informazioni disponibili è ampio: la parte più numerosa dei dataset riguarda i dati su popolazione e società (1979), ambiente (1958), istruzione, cultura e sport (1186), governo e settore pubblico (873), economia e finanze (518). Seguono: agricoltura, pesca, silvicoltura e prodotti alimentari (133), regioni e città (129), trasporti (121), salute (87), giustizia, sistema giuridico e sicurezza pubblica (49), scienza e tecnologia (25), energia (24), tematiche internazionali (4). L’utilizzo e la messa a valore più nota degli open data è quella delle app, ovvero, applicazioni per smartphone e tablet finalizzate a fornire informazioni in tempo reale prevalentemente su servizi della PA, servizi privati, eventi, news ed altro ancora. In Italia, negli ultimi due anni, sono state

51 L’apertura dei dati pubblici risponde a molteplici finalità: rendere l’amministrazione trasparente,

attraverso la diffusione delle informazioni relative al suo funzionamento (ad esempio quelle relative alla spesa pubblica); migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso nuovi servizi più aderenti alle esigenze degli utenti. Nella Società dell’informazione la possibilità di accesso ai dati aperti diventa volano di sviluppo economico (immateriale) attraverso il riuso dei dati in maniera creativa (si pensi al mercato in crescita alle applicazioni per piattaforme mobili) per incentivare pratiche di "civic hacking" (persone che migliorano la vita pubblica di altre persone senza avere nulla in cambio, ma solo perché credono fermamente nella filosofia dell’Open government e nella logica del Do it yourself).

52 Il portale dati.gov.it è il catalogo nazionale dei metadati relativi ai dati rilasciati in formato aperto dalle

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già avviate iniziative come i siti “open”: soldipubblici53, Opencantieri54, OpenExpo55,

OpenCoesione56, che consentono ai cittadini di monitorare l’uso delle risorse pubbliche

in maniera efficace.

Un anno fa il Dipartimento per la funzione pubblica ha lanciato il nuovo portale del Governo dedicato all’open government e ai progetti promossi a livello nazionale e nell’ambito dell’Open Government Partnership (OGP, 2016-2018): Open.gov.it57. Sul

fronte della cittadinanza digitale è già attivo SPID (Sistema Pubblico di identità digitale) che permette di accedere ai servizi online delle PP.AA. e consente alle persone di interagire in maniera semplice e trasparente con la PA. Dopo l’introduzione del FOIA, il Governo ha rilanciato l’impegno dell’Italia (che ha aderito al progetto dell’International Open data Charter) all’interno dell’Open Government Partnership (OGP). Per la redazione del “Terzo Action Plan italiano 2016-2018” è stato istituito il primo Forum nazionale sull’Open government che ha affiancato il tavolo di lavoro delle amministrazioni centrali e locali, e ha visto la partecipazione di oltre 50 organizzazioni provenienti dall’associazionismo, dal mondo universitario, dai centri di ricerca. Per la prima volta nell’Action Plan sono inseriti gli impegni di amministrazioni (regionali e comunali)58

diversi da quelle statali, il che rende il Piano una iniziativa di tutto il Paese, facendo in modo che l’Open government possa davvero essere conosciuto dai cittadini, anche sui territori.

53 Il sito “Soldipubblici.gov.it” consente di accedere ai dati dei pagamenti delle PP.AA. - tratti dal SIOPE

(Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici), frutto di una collaborazione tra Banca d’Italia e Ragioneria generale dello Stato - garantendo un’elevata trasparenza su come l’amministrazione gestisce i soldi pubblici. Sono resi trasparenti i dati di Ministeri, Regioni, Aziende Sanitarie Regionali, Province e Comuni. La pubblicazione avviene con cadenza mensile e aggiornamento al mese precedente.

54 OpenCantieri (http://opencantieri.mit.gov.it) è un progetto del Ministero delle infrastrutture e dei

trasporti (MIT) che presenta una informazione aperta, completa e aggiornata sul processo di realizzazione delle infrastrutture pubbliche. I dati sono scaricabili attraverso la pagina degli open data del MIT.

55 Open Expo è un’iniziativa di Expo 2015 volta ad assicurare la trasparenza all’Esposizione Universale

del 2015 attraverso la pubblicazione in formato aperto delle informazioni riguardanti la gestione economica (entrate e uscite, pagamenti e beneficiari), la progettazione, l’organizzazione (opere realizzate, importi previsti) e lo svolgimento dell’evento (numero di visitatori, mobilità).

56 OpenCoesione è l’iniziativa di open government sulle politiche di coesione in Italia, coordinata dal

Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, volta a promuovere l’efficacia degli interventi attraverso la pubblicazione dei dati (risorse spese, soggetti attuatori, tempi di realizzazione, pagamenti) sui progetti finanziati. Su “www.opencoesione.gov.it” sono scaricabili i dati sugli interventi finanziati dalle politiche di coesione in Italia alimentate da fondi europei, cui è associato un cofinanziamento nazionale, e da fondi nazionali. Il progetto si rivolge a cittadini, amministratori, tecnici, ricercatori e giornalisti interessati a valutare l’efficacia e la coerenza dell’impiego delle risorse delle politiche di coesione. I dati pubblicati sono aggiornati al 31/10/2016 e riguardano 102.570 soggetti.

57 Insieme al sito è stato aperto anche un account Twitter (@opengovitaly).

58 Le amministrazioni comunali e regionali saranno impegnate in progetti rilevanti per la prevenzione

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I.6. Il progetto di didattica sperimentale dell’Università di Salerno