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Ahora queda lo duro. (Pausa) ¿Qué vas a hacer, vos? Scena 49: DANIEL/HATUEY

Ora viene la parte difficile. (Pausa) E tu che farai?

Si può notare come, durante il film, lo stesso personaggio di Daniel alterni l’utilizzo del voseo pronominal con il tuteo. Ciò è dovuto al fatto che Juan Carlos Aduviri, l’attore che interpreta questo personaggio, è originario di El Alto, città boliviana appartenente alla zona andina. Tale zona, infatti, è caratterizzata dall’alternanza tra la forma voseante pronominale e quella

tuteante (es: vos/tú cantas – quieres - sales).

La lengua española en América: normas y usos actuales, Universitat de Valencia, 2010,

4.2.2.2 Leísmo, laísmo e loísmo47

In spagnolo, il paradigma del pronome atono non riflessivo alla terza persona presenta una notevole instabilità, che si manifesta in una serie di violazioni della norma generale, conosciute con il nome di leísmo, laísmo e

loísmo.48

L’uso etimologico corretto impone le forme le (singolare) e les (plurale) per espletare la funzione di complemento indiretto, sia maschile che femminile. Per indicare il complemento oggetto, invece, si utilizzano le forme lo (singolare) e los (plurale) per il maschile e la (singolare) / las (plurale) per il femminile.

Il fenomeno del leísmo consiste nell’uso improprio di le/les per denotare la funzione di complemento oggetto e per quei verbi che tradizionalmente reggono il caso accusativo (detti anche verbi transitivi), al posto di lo(s) per il maschile e la(s) per il femminile. In linea generale, si distinguono due zone di opposizione leísmo/non leísmo: l’area centrale e nord-occidentale di Castiglia (insieme ad alcuni paesi sudamericani), marcatamente leísta, e il resto del mondo ispanico, non leísta.

Una delle forme più diffuse di leísmo è il cosiddetto leísmo de cortesía, che utilizza i pronomi atoni le e les per la seconda persona singolare o plurale di cortesia (usted/ustedes), sostituendoli alle forme corrette lo, la, los, las. Un esempio può essere la frase: “¿En qué puedo atenderle, señor?”. Questo tipo di

leísmo viene usato anche come forma di disambiguazione della terza persona,

per distinguerla così dalla forma colloquiale o come estensione del modello leista generale (es:Ayer lo llamé por teléfono [a usted] si trasforma in ayer le llamé por teléfono [a usted]) . Conosciuto anche come leísmo deferente,

quest’ultimo viene accettato dalla Real Academia Española.

Il laísmo è l’uso non normativo dei pronomi la/las per espletare la funzione di complemento indiretto femminile, al posto della forma corretta

le(s). L’area propriamente laísta viene circoscritta prevalentemente alla zona

centrale e nord-occidentale di Castiglia. Negli ultimi anni, i parlanti colti di

47 Le informazioni contenute nel presente paragrafo sono tratte principalmente da: REAL

ACADEMIA ESPAÑOLA, Diccionario panhispánico de dudas, Santillana, Madrid, 2005, consultabile online sul sito www.rae.es. (ultima consultazione 27 febbraio2014).

48 HEREDIA, J.R., Precisiones sobre el leísmo (le por la), Universidad de Castilla-La Mancha,

queste zone (in particolar modo gli scrittori) sembrano voler ritornare all’uso normativo dei pronomi la/las.

Il fenomeno del loísmo consiste nell’uso improprio di lo/los per indicare il complemento indiretto maschile, sia di persona che di cosa, o neutro (quando l’antecedente è un pronome neutro o un’intera frase), al posto della forma corretta le(s). L’incidenza del loísmo sulla lingua scritta è sempre stata molto scarsa, specialmente al singolare; attualmente il loísmo è documentato come fenomeno marginale, presente solo in testi dialettali.

Questi tre fenomeni relazionati con l’uso antietimologico dei pronomi atoni alla terza persona nascono nel Medioevo in Castiglia. Sembra che derivino dalla nascita, all’epoca dell’evoluzione dello spagnolo castigliano, di una tendenza che si distanziava da ciò che accadeva in latino: al posto di distinguere le funzioni grammaticali attraverso differenti forme pronominali (le(s) per il complemento indiretto e lo(s), la(s) per il complemento oggetto), si tendeva a differenziare tra maschile e femminile da un lato, e tra persona e cosa dall’altro; in alcuni casi influiva anche il fatto che il referente fosse numerabile o meno.

Le(s) veniva usato per la persona maschile, lo(s) per riferirsi al maschile di cosa

e la(s) per il femminile sia di persona che di cosa. Leísmo, laísmo e loísmo sono documentati nei primi testi medioevali castigliani; ciò nonostante, nel XIII secolo, epoca della riconquista di quasi tutto il territorio andaluso, questi fenomeni non avevano una sufficientemente estensione per potersi radicare nella norma andalusa e, conseguentemente, non si diffusero neanche nello spagnolo atlantico (isole Canarie e America Latina).

Un altro fenomeno di particolare importanza è la cosiddetta

ultracorrección: con alcuni verbi e in determinati contesti sintattici, è possibile

che per il parlante non risulti chiaro se il complemento verbale sia diretto o indiretto. Tale situazione può portare a un uso errato dei pronomi atoni alla terza persona e, come reazione all’apparente leísmo di alcune costruzioni, si ricorre occasionalmente a un loísmo o laísmo ultracorretti.

La sceneggiatura del film “También la lluvia” è ricca di esempi relativi a uno dei tre fenomeni sopracitati, vale a dire il leísmo. Si riportano qui di seguito alcune frasi che presentano tale deviazione della norma:

Escena 2: COSTA

Scena 2: COSTA

Ma cazzo, non possiamo vederli tutti!

Escena 30B: SEBASTIÁN

¿O le hacen desaparecer, o lo torturan? 49

Scena 30B: SEBASTIÁN

O lo fanno sparire, o lo torturano?

Escena 30B: COSTA

¡Nosotros no le hemos puesto aquí! Scena 30B: COSTA

Non ce l’abbiamo messo noi qui!

Un esempio di leísmo de cortesía è contenuto nella scena 25, in cui il protegonista Costa parla con il prefetto:

Escena 25: COSTA

Le voy a ser sincero. Estamos muy preocupados por los rumores… Scena 25: COSTA

Sarò sincero. Siamo molto preoccupati per quello che si dice in giro…

Di particolare interesse è anche il fenomeno per cui si mantiene il paradigma etimologico dei pronomi clitici, ma si applica una reduplicazione dei complementi diretto e indiretto50, come negli esempi seguenti: