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DANNI DA MEZZI DI ESBOSCO ALLE CEPPAIE DI UN CEDUO DI CASTAGNO (CASTANEA SATIVA MILL.) SU MONTE VULTURE (BASILICATA)*

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 131-139)

VULTURE MOUNTAIN IN BASILICATA

DANNI DA MEZZI DI ESBOSCO ALLE CEPPAIE DI UN CEDUO DI CASTAGNO (CASTANEA SATIVA MILL.) SU MONTE VULTURE (BASILICATA)*

Il clima della zona è caratterizzato da temperature non molto rigide e da precipitazioni intorno ai 900/000 mm/anno, maggiormente concentrate nel periodo tra la seconda metà dell’autunno e la prima metà della primavera.

Il bosco presenta una giacitura variabile con pendenze più dolci limitate al tratto prospiciente il fondo valle e quello sito nella parte più alta del complesso boscato mentre, per tutta la restante superficie, manifesta una acclività accentuata intorno al 60-70% e, per brevi tratti, anche oltre.

Il soprassuolo legnoso mostrava, prima del taglio e per ogni ceppaia, una presenza di polloni ben sviluppati e di varie dimensioni tra cui si evidenziavano soggetti aduggiati, secchi e/o deperiti per effetto della selezione naturale: tanto costituiva una evidente prova circa l’assenza di cure colturali (diradamenti o sfolli) intese a selezionare e ben indirizzare lo sviluppo dei polloni.

Le ceppaie di varie dimensioni (si potevano misurare ceppaie del diametro di cm 0,60/0,90 frammiste ad altre con diametro di cm 0,40/0,50) erano distribuite su tutta la superficie del ceduo ad una distanza media di mt. 4 circa e pertanto l’area di insidenza era di circa 6 m2 a cui corrispondeva una presenza media di circa 600 ceppaie ad ettaro (DE

FILIPPIS, 954-955).

Nell’ambito del complesso boscato le cui caratteristiche sono state appena esposte, nella annata 99 ha avuto inizio il taglio del soprassuolo. Dopo la sospensione estiva, limitata ai mesi più caldi, il taglio è stato ripreso nell’ottobre dello stesso anno ed è proseguito, sino ad ultimazione della tagliata che, comunque, è avvenuta entro l’aprile 992.

Tutto il materiale abbattuto veniva sramato e lavorato sul letto di caduta per poi procedere

ad approntare i vari assortimenti in funzione dei diametri e delle pezzature (NOSENZO.

et.al., 2006).

Gli assortimenti ottenuti sono consistiti in:

- tronchi e tronchetti per imballaggio lunghi 2,45 m = per una quantità pari al 5% - pali telegrafici della lunghezza di m 8-0-2 e con un diametro minimo in punta di

0 cm 25%

- paleria agricola grossa e minuta (per tendoni, tutori piante, capitesta vigneti,

recinzione) 40%

- puntelli da miniera lunghi m 3 con un diametro minimo in punta di 20 cm 0%

- legna da ardere e ramaglia 0%

Mentre tutto il materiale in tronchi, puntelli e paleria varia veniva temporaneamente lasciato sul letto di caduta in attesa del successivo trasporto all’imposta e/o trasportato direttamente al piazzale di carico, la legna da ardere (rami contorti del diametro superiore a 3 cm) e la ramaglia (con diametro inferiore a 3 cm) venivano lasciate sul terreno e, dopo l’esbosco di tutto il restante materiale, raccolte a piccoli cumuli nelle chiarie e bruciate

perché non richieste dal mercato (FOSTER et.al., 2000).Tutta la zona in esame era

caratterizzata dalla presenza di una strada camionabile (strada vicinale “Valle delle poma”) con imbocco nella parte estrema inferiore del bosco ceduo da utilizzare (Fig. ; Fig. 2). Per favorire lo smacchio del materiale legnoso si è resa necessaria la costruzione di una pista che, con uno sviluppo ad S, ha consentito un più facile esbosco del prodotto legnoso dai vari punti del bosco stesso riducendo, nel contempo, i tratti di percorrenza (Fig. ).

Fig. . Trattrice sulla pista di esbosco in un punto di imposta (Foto Lopinto M.)

Soltanto nella parte inferiore e lungo il limite superiore della parcella utilizzata, l’esbosco del materiale legnoso è stato effettuato a strascico diretto con l’impiego di trattori. Con questi stessi mezzi si è provveduto al trasporto del legname direttamente al piazzale di carico, situato in prossimità dell’imbocco della strada vicinale “Valle delle poma” e, nella parte alta, lungo tutto l’estremo superiore della tagliata. Qui stazionava una gru adibita al carico del legname su carrelli. Per tutta la restante parte del ceduo lo smacchio è egualmente avvenuto a strascico ma con verricello montato su trattore che stazionava, a brevi intervalli, lungo tutta la pista di esbosco (Fig. ).

La rilevazione dei dati di indagine ha avuto inizio nel maggio 992, ad ultimazione avvenuta delle operazioni di taglio ed esbosco.

Il materiale sperimentale é dato da sei aree di saggio della superficie unitaria di m2 000 (m 25 x m 40) dislocate variamente, con il lato più lungo disposto in senso perpendicolare alla linea di massima pendenza, su tutta l’estensione della tagliata ed ubicate in funzione rappresentativa delle caratteristiche del complesso stesso. Il numero delle ceppaie, su cui in precedenza era stato effettuto il taglio dei polloni, era di 60 per ogni area di saggio per cui il numero complessivo delle ceppaie esaminate ammontava a 360.

Le varie aree di saggio, contrassegnate con le lettere A; B; C; D; E; F, erano ubicate le prime quattro nel tratto di bosco al di sopra delle piste di esbosco e, le altre due, nella restante parte.

Nell’ambito delle sei aree è stato rilevato il numero delle ceppaie danneggiate indenni e quelle eventualmente morte.

I danni rilevati consistevano in escoriazioni più o meno estese e lesioni alle parti legnose delle ceppaie prodotte dai mezzi meccanici in transito o dallo strascico dei tronchi e pali (Tab. ).

DANNI DA MEZZI DI ESBOSCO ALLE CEPPAIE DI UN CEDUO DI CASTAGNO (CASTANEA SATIVA MILL.) SU MONTE VULTURE (BASILICATA)*

Tab. . Rilevazione, nelle varie aree di saggio, delle ceppaie danneggiate e non

Poiché nelle aree di campionamento le ceppaie danneggiate risultavano 32, su sottocampioni di complessive 64 ceppaie, di cui 32 variamente danneggiate e 32 indenni, è stato effettuato un rilievo del numero e delle dimensioni dei polloni.

La scelta delle 32 ceppaie non danneggiate è stata effettuata con criterio sistemico nell’ambito delle aree sperimentali sottoposte ai precedenti rilievi favorendo, per ogni area di saggio del secondo livello, eguale presenza tra ceppaie indenni e quelle danneggiate.

Al fine di favorire i controlli periodici, le ceppaie prese in esame sono state riportate su appositi fogli di campagna e numerate progressivamente.

I controlli hanno avuto luogo alla fine di ognuna delle tre annate prese in esame (992; 993; 994) e, per ogni ceppaia del sottocampione, è stato rilevato il diametro al colletto e l’altezza totale dei polloni presenti.

Tutti i polloni sono stati contraddistinti pitturandoli alla base con vernice indelebile, di colore diverso per ogni anno della rilevazione, e ciò al fine di meglio evidenziare la mortalità e la presenza di nuovi ricacci nelle stagioni successive a quella del taglio (Tab. 2).

Risultati

Nella tabella  sono riportati i dati emersi dai rilievi effettuati ad avvenuta ultimazione dei lavori di taglio ed esbosco.

Da queste osservazioni, che hanno interessato 360 ceppaie del primo livello d’indagine, è emerso il numero dei soggetti danneggiati, non danneggiati ed eventualmente morti.

La tabella 2 riporta le osservazioni effettuate, a chiusura della prima, seconda e terza stagione vegetativa successiva al taglio del ceduo, sul sottocampione di 64 ceppaie.

Dalle varie osservazioni è emerso che la maggiore incidenza di ceppaie danneggiate è riscontrabile nelle aree di saggio E; F, ubicate nel tratto inferiore della tagliata e, con minore frequenza, nelle varie zone di imposta.

Queste osservazioni mirano a rilevare la frequenza del numero dei polloni (in ciascuna delle tre annate oggetto dello studio) ed i relativi e principali parametri dendro- auxometrici.

Il danno, quindi, risulta di varia intensità a seconda della quantità di materiale legnoso concentrato che, ovviamente, ha comportato una diversa frequenza del traffico con conseguente più o meno utilizzo del suolo per calpestio e strascico.

Ceppaie indenni Ceppaie danneggiate Ceppaie esaurite Totale A 56 4 - 60 B 57 3 - 60 C 55 5 - 60 D 55 5 - 60 E 53 7 - 60 F 52 8 - 60 328 32 360

Tab. 2. Parametri dendrometrici rilevati su un sottocampione di 64 ceppaie

Leggenda ••• polloni nati nel corso della ° stagione vegetativa dopo il taglio. •• polloni nati nel corso della 2° stagione vegetativa dopo il taglio. • polloni nati nel corso della 3° stagione vegetativa dopo il taglio.

La percentuale media delle ceppaie danneggiate dalle operazioni di esbosco risulta essere del 9%.

È interessante evidenziare che, se pure sono state rilevate ceppaie fortemente danneggiate, tutte, anche se con diversa intensità, hanno ributtato e nessuna è venuta a mancare. In definitiva dalle tabelle  e 2 emerge che:

• tutte le ceppaie, danneggiate e non, hanno evidenziato una soddisfacente facoltà pollonifera (Fig. 3);

• le ceppaie danneggiate hanno fatto rilevare una più ridotta capacità pollonifera. Nel raffronto con le ceppaie non danneggiate, le differenze non appaiono rilevanti e restano più o meno costanti nei tre anni di rilievo;

• entrambe le categorie di ceppaie hanno emesso polloni durante il secondo anno dal taglio. Tali ricacci sono molto modesti in numero ed in vigore vegetativo. In entrambe le categorie di ceppaie è insignificante il numero di nuovi polloni apparsi;

• i ricacci della prima stagione vegetativa dopo il taglio sono vigorosi e ben conformati. Quelli nati successivamente appaiono più ridotti e meno robusti. La selezione naturale appare di pari intensità su entrambi i tipi di ceppaie. In linea di massima, alla fine del terzo anno dal taglio del ceduo la selezione naturale dei polloni ha interessato mediamente, in entrambi i casi esaminati, il 25% dei ricacci presenti alla fine del secondo anno; Periodo di rilievo Ceppaie indenni Ceppaie danneggiate Ceppaie controllate nei 3

rilievi

n. 32 n. 32 Numero totale polloni

992 993 994 ••• •• • 768=768 755=74+4 705=692++2 ••• •• • 608=608 572=56+ 488=479+ 8+ Numero medio polloni per

ceppaia 992 993 994 24,0 23,5 22,0 9,0 7,8 5,2 Variazione del diametro

medio polloni emessi durante il ° anno dopo la ceduazione

992 993 994 5,3 mm 25,4 mm 33,4 mm 5,0 mm 25 , mm 3,5 mm Incremento diametrico medio

polloni 99 - 92 993 - 94 0, mm/anno 8,0 mm/anno 0, mm/anno 6,4 mm/anno Variazione dell’altezza media

polloni emessi durante il ° anno dopo la ceduazione

992 993 994 20,4 cm 220,0 cm 263,0 cm 4,3 cm 200,0 cm 24,0 cm Incremento di altezza dei

polloni di diametro medio

99 - 92 993 - 94 99,6 cm/anno 43,0 cm/anno 85,7 cm/anno 4,0 cm/anno

DANNI DA MEZZI DI ESBOSCO ALLE CEPPAIE DI UN CEDUO DI CASTAGNO (CASTANEA SATIVA MILL.) SU MONTE VULTURE (BASILICATA)*

• il confronto tra i polloni di  e 2 anni delle due tesi evidenziano, dal punto di vista auxometrico (sia in termini diametrici che ipsometrici), differenze trascurabili.

Fig. 3. Polloni di un anno. (Foto Lopinto M.)

Conclusioni

Nelle varie operazioni boschive l’uso del mezzo meccanico è entrato, ogni qual volta le condizioni morfologiche e di agibilità del terreno lo consentono, nella normalità dei casi. È risaputo, d’altronde, che lo scarso valore del prezzo di macchiatico dei boschi impone, in genere, delle risoluzioni che possono trovare spazio soltanto nella riduzione dei costi di utilizzazione.

È evidente che l’utilizzo di mezzi meccanici deve essere oculato e mirato ad organizzare il lavoro in guisa da ridurre le possibilità di danni ricorrendo, caso per caso, a risoluzioni di vario tipo come:

• tracciare delle piste di esbosco, a pendenza modesta, che interessino tutta la superficie da sottoporre alla utilizzazione;

• aumentare i punti di imposta in guisa da ridurre le superfici assoggettate a calpestio intenso e continuato;

• variare i percorsi del materiale trasportato a strascico e, comunque, favorire percorsi brevi.

Tutto questo concorre a ridurre la possibilità di danneggiamento a vario tipo delle ceppaie che, se interessate da urti, comunque subiscono un danno. Nel caso specifico della presente indagine, i danni arrecati alle ceppaie non hanno influito sensibilmente sulla facoltà pollonifera delle stesse.

E’ importante rilevare che nessuna ceppaia è venuta meno e ciò, con molta probabilità, è da attribuire all’elevata vitalità del Castagno stesso che, anche in precarie condizioni, riesce ad emettere polloni.

Negli anni successivi alla rilevazione dei dati che hanno formato oggetto del presente studio, si è avuto modo di ripercorrere la superficie della tagliata rilevando che lo sviluppo dei polloni, anche se in assenza di qualsiasi tipo di intervento colturale e pure nella sua scalarità, appare alquanto uniforme (Fig. 4). Non è stata riscontrata alcuna differenza tra i polloni sviluppatisi su ceppaie danneggiate e non. Viceversa sono stati

rilevati danni vari prodotti dal pascolo abusivo (LOPINTO et. al., 982) e, su piccole

superfici, da incendi (LOPINTO et. al., 984) probabilmente favoriti da pastori per

rinnovare la flora pabulare.

Fig. 4. Polloni di castagno di 7 anni. (Foto Lopinto M.)

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