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UTILIZZO DI SESTI DINAMICI NEI NUOVI IMPIANTI DI CASTAGNO IBRIDO EUROGIAPPONESE: ANALISI E CONFRONTO

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 119-123)

INCREASING PLANT DENSITY INTO EURO-JAPANESE HYBRID CHESTNUT ORCHARDS: MANAGEMENT AND RESULTS

UTILIZZO DI SESTI DINAMICI NEI NUOVI IMPIANTI DI CASTAGNO IBRIDO EUROGIAPPONESE: ANALISI E CONFRONTO

Tab. 2. Dati produttivi relativi ai primi sette anni successivi all’anno del trapianto degli astoni

408 piante/ha

° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno 6° anno 7° anno

Produzione totale (kg) 45 230 560 070 480 980 2230 Resa Kg/ha 45 230 560 070 480 980 2230

Il terzo impianto di castagno è situato nella frazione San Giuseppe di Busca, ha una superficie complessiva di 4,53 ha ed è stato effettuato ponendo a dimora astoni a radice nuda prodotti all’interno dell’azienda. Adotta le distanze d’impianto che vengono comunemente consigliate per i frutteti costituiti da varietà di castagno ibrido euro- giapponese.

Tab. 3. Dati produttivi relativi ai primi sette anni successivi all’anno del trapianto degli astoni

204 piante/ha

° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno 6° anno 7° anno

Produzione totale 243 580 25 840 3472 420 490 Resa Kg/ha 54 28 250 408 77 95 09

Per semplicità di calcolo si sono mediate le voci di costo dei lavori e di ricavo offerto dalla vendita del frutto fresco con riferimento alla realtà castanicola cuneese negli ultimi tre anni.

Le lavorazioni del terreno, l’acquisto del telo pacciamante e la concimazione d’impianto hanno, ai prezzi attuali, un’incidenza media pari a 400 euro/ha. L’acqua d’irrigazione nelle aree interessate alla prova è abbondante e disponibile al costo medio di 30 euro di canone annuo/ha. Per le operazioni colturali necessarie al contenimento delle erbe infestanti sono necessari 200 euro/ha/anno.

Gli interventi di potatura sono molto limitati e si riducono ad una giornata lavorativa/anno/ha; la loro incidenza sui costi generali è pressoché trascurabile nei primi tre anni dell’impianto.

Il prezzo medio di vendita del prodotto fresco delle castagne degli ibridi eurogiapponesi è di 3,00 euro /Kg.

Opportunamente, i riscontri economici devono tener conto dell’elevato costo d’impianto che presentano i frutteti ad elevata densità qualora vengano eseguiti con piante acquistate presso le aziende vivaistiche. Il costo medio di un astone di castagno a radice nuda è, per i numeri di piante trattate, di 8,00 euro.

Sulla base dei parametri economici indicati, si evidenzia come negli impianti molto densi siano necessari quattro anni dal trapianto per raggiungere la parità tra costi iniziali (9330 euro) e ricavi. Nel caso degli impianti a densità intermedia tale parità slitta, in condizioni ordinarie, all’anno successivo (quinto dopo il trapianto) perché, a fronte dei minori costi iniziali (4994 euro) è più lenta la progressione produttiva.

Negli impianti con piante disposte secondo sesti definitivi la parità tra costi e ricavi si raggiunge al sesto anno dalla realizzazione del frutteto.

Le tabelle -2 mettono in risalto le potenzialità economiche offerte dall’intensificazione iniziale degli impianti di castagno ibrido: nei primi sette anni la resa unitaria degli impianti densi e molto densi risulta sensibilmente superiore rispetto a quella offerta dagli impianti che presentano sesti ordinari di 7 m x 7 m.

L’analisi non può non tenere conto della maggior richiesta di lavoro necessaria alla gestione degli impianti fitti. Negli impianti extrafitti, a partire dal quarto anno dalla messa a dimora degli astoni, si rendono necessari interventi di sfoltimento che riducano gradualmente il numero delle piante. Mediamente, si provvede all’abbattimento di un centinaio di piante ad ettaro con cadenza biennale. Una parte dei costi legati agli abbattimenti può essere recuperata con la massa legnosa di risulta che può essere commercializzata come legna da ardere.

I castagneti che presentano una densità d’impianto iniziale di 408 piante/ha non richiedono interventi di sfoltimento fino al 2-3° anno: pertanto la loro gestione è più semplice ed economica.

L’esecuzione ritardata o mancata del diradamento delle piante in soprannumero crea le condizioni per l’instaurarsi di pericolose patologie: l’ombreggiamento che consegue all’eccessiva fittezza delle piante di castagno aumenta il rischio di contagio con gli agenti patogeni del cancro corticale (Chryphonectria spp) e mal dell’inchiostro (Phytophtora

spp). Conclusioni

La formazione di castagneti da frutto ad elevata densità iniziale d’impianto incontra l’adesione in forma spontanea di un sempre maggior numero di produttori dell’altipiano Cuneese. I dati produttivi esprimono in maniera esaustiva l’incremento della resa unitaria che si manifesta negli impianti con densità iniziale molto fitta. Tali risultati sono perseguibili adottando una corretta tecnica colturale e con l’ausilio imprescindibile dell’irrigazione.

La gestione del frutteto richiede una buona preparazione tecnica degli operatori ed è sicuramente conveniente qualora gran parte delle voci di spesa iniziali siano assorbite dal lavoro del conduttore. In particolare, la voce di maggior impatto economico risulta essere il costo del materiale vivaistico: nei casi in cui si sono utilizzate piante innestate sul posto su semenzali predisposti si sono verificati i migliori risultati produttivi con costi d’impianto decisamente contenuti. Questa sembra essere la soluzione migliore nel caso in cui si vogliano adottare densità d’impianto molto fitte.

Qualora gli astoni di castagno siano acquistati presso aziende vivaistiche l’onere di spesa iniziale fa propendere gli operatori verso l’ipotesi dell’impianto a densità doppia (408 piante/ha) che garantisce un rapido recupero del capitale investito e la possibilità di incrementare la produzione nelle fasi giovanili della coltura.

Bibliografia

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Bellini E. (2002). Il Castagno e le sue risorse. Accademia dei Georgofili, Firenze. Bounous G. (999). Tra i castagni del Cuneese. Ed. Metafore, Cuneo.

UTILIZZO DI SESTI DINAMICI NEI NUOVI IMPIANTI DI CASTAGNO IBRIDO EUROGIAPPONESE: ANALISI E CONFRONTO

Pellegrino S., Bassi R. (990). Osservazioni sul comportamento agronomico di alcune cultivar di castagno europee ed eurogiapponesi introdotte in provincia di Cuneo. Atti del Convegno “Castagno 2000”, pp. 63-76. Pianfei, CN.

Buchi G. (2002). Scelte imprenditoriali e ricadute economiche della coltivazione del castagno in Piemonte. Giornate Tecniche SOI, 3-5 Settembre, Italus Hortus 0:58-65.

TECNICHE DI SFOLLAMENTO E DEGEMMAZIONE IN CEDUI DI

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 119-123)