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RISULTATI DI UN TRIENNIO DI INDAGINI SUI DANNI DA INSETTI CARPOFAGI NEI CASTAGNETI DEL VULTURE (BASILICATA)

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 189-191)

IN VULTURE AREA ( BASILICATA )

RISULTATI DI UN TRIENNIO DI INDAGINI SUI DANNI DA INSETTI CARPOFAGI NEI CASTAGNETI DEL VULTURE (BASILICATA)

Materiali e Metodi

Le ricerche, condotte in castagneti specializzati (LOPINTO, 2005) e non costituiti da piante di diverse cultivar europee, sono state effettuate indagini allo scopo di accertare la tipologia, diffusione ed intensità degli attacchi di insetti carpofagi.

Scopo, quindi, della presente nota è quello di evidenziare i risultati di queste osservazioni effettuate nel periodo tra settembre e novembre degli anni 2005, 2006 e 2007.

Il periodo prescelto corrisponde al tratto di tempo in cui le castagne sono ancora in formazione e quello in cui il frutto maturo cade al suolo. La zona individuata è data dai castagneti in produzione di castagne nei tenimenti dei comuni di Atella, Barile, Melfi, Rapolla e Rionero.

La scelta di prendere in esame un tratto di territorio così esteso è dovuta al fatto che le caratteristiche geopedologiche e climatiche di tutta la zona sono pressoché uniformi.

Tutto il territorio ha un’esposizione generale che da Nord va ad Est e quindi a Sud. Appare evidente che, secondo le giaciture in cui i vari castagneti si vengono a trovare sulle pendici delle vallate, possono aversi delle diverse variazioni microclimatiche. In una tale situazione si poteva presumere di poter disporre di un materiale con caratteristiche uniformi e distribuito su un territorio omogeneo anche se variegato.

Il lavoro sperimentale è consistito nell’approvvigionamento giornaliero, per il periodo dal 5 settembre al 30 novembre degli anni 2005, 2006 e 2007, di campionature del peso di Kg  (uno) di castagne. Tali saggi venivano prelevati direttamente o forniti dai vari castanicoltori che hanno inteso collaborare e, per la maggior parte, procurati dai vari commercianti presso i quali i produttori stessi portavano a vendere le castagne raccolte nella giornata (*).

Per ogni campione, per il quale si conosceva la località o la zona di provenienza, si procedeva alla conta del numero di castagne per Kg. Si passava poi a separare le castagne indenni da quelle bacate. Di queste ultime si aveva cura, per ciascun frutto, di identificare il parassita. In quest’ultima fase, certamente la più delicata, si procedeva ad una separazione a vista tra le castagne che mostravano ben evidente l’attacco dal Curculio ( = Balanino), da quelle in cui era ben palese l’attacco da Tortrici.

Questa distinzione era determinata dalle dimensioni e forma del foro d’uscita della larva dalla castagna. Nel caso del Curculio (= Balanino), il foro d’uscita è circolare e del diametro di 2 mm, ed oltre, mentre, per le Cydie (Tortrici), il foro è del diametro di  mm circa di forma circolare o anche sub-ovale. Nei casi dubbi si passava a sezionare il frutto. Era cosi’ possibile trovare ancora la larva all’interno della castagna e/o si potevano trarre elementi di giudizio dall’esame delle gallerie scavate dall’insetto.

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(*) L’Autore desidera esprimere il proprio ringraziamento al Signor Potito

Carmine ed al Signor Sinigaglia Pietro, commercianti in Melfi (PZ), per la collaborazione prestata nella raccolta dei saggi di castagne.

La raccolta di questi dati ha comportato, alla fine del triennio, di disporre di una quantità d’informazioni che, in massima parte, provenivano dai castagneti in tenimento di Melfi e, per la restante parte, dagli altri frutteti distribuiti sul restante territorio oggetto dell’indagine. Un tale diverso apporto di notizie probabilmente era da attribuire alla diversa intensità colturale a cui vengono assoggettati i vari castagneti rientranti nell’ambito delle varie zone. Mentre a Melfi, difatti, i castagneti da frutto sono ben seguiti

e coltivati, non altrettanto può dirsi per gli altri complessi. Le diverse località dalle quali sono pervenute le campionature sono:

• Atella - varie località • Barile - S.Caterina

• Melfi - Valle oscura, Santa Maria, Valle delle pome, Spirito Santo, Toppo del lupo, Monte lapis, Piana della cipolla, Schiamone, Chiancone di Spagna, Fontana petrana

• Rapolla - varie località • Rionero - varie località.

Questa diversa disponibilità di dati ha comportato la necessità di sviluppare l’indagine seguendo due trattazioni ben distinte:

- ° blocco per i castagneti ricadenti nel territorio di Melfi;

- 2° blocco per i castagneti ricadenti nei territori di Atella, Barile, Rapolla,

Rionero.

Si ritiene utile evidenziare che a questa indagine sfuggono i danni prodotti dalla

Pammene fasciana (L.)(tortrice precoce).

Tanto perchè il ciclo vegetativo di questa tortrice si sviluppa in un tratto di tempo precedente alla maturazione dei frutti e, ciò che è più importante, la sua azione provoca la cascola dei ricci ancora verdi.

I danni prodotti dal balanino (Curculio elephas Gyll.) e dalla tortrice intermedia o verme rosa (Cydia fagiglandana Z.) si manifestano in un arco di tempo corrispondente a quello dell’accrescimento, maturazione e caduta dei frutti. Ciò comporta che, con la raccolta delle castagne, una gran quantità delle larve di balanino e verme rosa finiscono nei punti di raccolta e qui è facile notarle sulle piazzole e sui pavimenti dei magazzini.

In questi casi fra i tanti vermi rosa si può notare la presenza di larve di colore paglierino della tortrice tardiva (Cydia splendana Hb.). Quest’ultima, più delle altre, risente degli andamenti stagionali e nelle annate siccitose, quale il 2007, è meno riscontrabile.

Le notizie raccolte consentono di affermare che i nocumenti più rilevanti sono arrecati dall’attività parassitaria, del Curculio elephas Gyll. (Balanino) e della Cydia

fagiglandana Z. (tortrice intermedia). L’azione di questi due insetti è diffusa a tappeto su

tutto il territorio a produzione di castagne del Vulture (Grafico  e 2) con una minore incidenza nelle località “Valle oscura” e “Santa Maria” in tenimento di Melfi.

I danni prodotti dal balanino e dalla tortrice intermedia possono assommare ad oltre il 55% del prodotto. Questi nocumenti sono più consistenti nell’ambito del 2° blocco ove raggiungono il 5% per il balanino ed il 45% per la Cidia. Sotto l’aspetto temporale gli stessi si manifestano con leggero anticipo nel 2° blocco.

Le annate siccitose, quale quella del 2007, influiscono sul contenimento dei danni prodotti dai due carpofagi.

Conclusioni

Le informazioni fornite dalle indagini esposte consentono di individuare validi punti di attenzione dai quali partire per le successive azioni.

In sintesi le argomentazioni da evidenziare risultano:

la Pammene fasciana (L.) o tortrice precoce, per la sua peculiarità di

avere un ciclo biologico (farfallamento, ovodeposizione e sviluppo larva) che RISULTATI DI UN TRIENNIO DI INDAGINI SUI DANNI DA INSETTI CARPOFAGI

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 189-191)