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METALLIFERE: INDAGINI NEGLI IMPIANTI E PROSPETTIVE GESTIONAL

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 113-115)

THE RECOVERY OF CHESTNUT ORCHARD IN COLLINE METALLIFERE TERRITORY: INVESTIGATIONS AND

METALLIFERE: INDAGINI NEGLI IMPIANTI E PROSPETTIVE GESTIONAL

ovvero incapaci di uccidere i soggetti colpiti. Nella maggioranza dei castagneti visitati sono facilmente visibili branche e rami secchi da molti anni e sintomatici delle gravità della malattia nel passato. I danni recenti valutabili sulla distribuzione nella chiome di rami secchi con ancora le foglie attaccate e causati dalle infezioni mortali sono apparsi limitati anche per il decesso di rami secondari e polloni dominati.

La maggior parte delle infezioni presenti negli impianti rilevati, sono cicatrizzanti e caratterizzati da arrossamenti e fessurazioni superficiali, da limitata produzione picnidica e da rigonfiamenti della parte infetta per la reazione dei tessuti dell’ospite che non viene ucciso. Necrosi superficiali nerastre sono caratteristiche dei cancri cicatrizzati ed in via di espulsione. Queste infezioni sono originate dagli isolati ipovirulenti del parassita.

Sono stati osservati infezioni iniziali indifferenziate e cancri intermedi, caratterizzati dalla produzione di rami epicormici e da rigonfiamenti che bloccano lo sviluppo delle infezioni per cui la parte sovrastante l’area infetta rimane vitale.

La predominanza dei cancri cicatrizzanti e cicatrizzati è indice dell’efficacia della diffusione naturale dell’ipovirulenza e della evoluzione epidemiologica della malattia indirizzata verso il raggiungimento di un equilibrio con l’ospite. Non è importante il numero totale dei cancri presenti, in un territorio, bensì la prevalenza dei cancri cicatrizzanti e cicatrizzati su quelli mortali.

La valutazione dello stato fitosanitario dei castagneti riveste particolare importanza. E’ necessario distinguere gli attacchi recenti da quelli verificatesi nel passato dato che, spesso, è frequente osservare nei castagneti da frutto grosse branche secche e completamente prive di corteccia che conferiscono ai popolamenti un aspetto assai degradato e fanno sembrare gli attacchi di C. parasitica ben più gravi di quanto in realtà siano.. Risulta fondamentale invece verificare la presenza di disseccamenti recenti, facilmente individuabili dalle foglie secche ancora attaccate ai rami.

Il "mal dell'inchiostro", è risultato poco frequente nelle selve castanili dell’Alta Maremma anche se alcuni focolai sono stati rilevati in castagneti da frutto abbandonati e situati in una località del comune di Montieri. L'agente del "mal dell'inchiostro" è il micete Phytophthora cambivora Petri (Buism.). La malattia colpisce l'apparato radicale e nel giro di pochi anni può portare al completo disseccamento di interi castagneti. Gli interventi

Le indagini hanno messo in evidenza la necessità di verificare e mettere a punto idonee metodologie per l’esecuzione di potature corrette e tecniche di salvaguardia degli innesti. Si è ritenuto opportuno intervenire per il recupero di un castagneto della superficie di un ettaro e di proprietà della Regione Toscana in località Poggio Filetto. Le potature sono state effettuate tagliando tutte le branche e i rami secchi al fine di eliminare i focolai più dannosi della malattia e lasciando invece rami infetti da cancri cicatrizzati e cicatrizzanti per incrementare la diffusione naturale dell’ipovirulenza. Per evitare di diffondere la malattia attraverso gli arnesi di taglio, tutti gli interventi cesori sono stati effettuati su tessuti sani, distanti dalle zone colpite dal cancro. Molta attenzione è stata rivolta alla protezione delle ferite effettuate sui rami più giovani, suscettibili alla malattia.

Inoltre nello stesso castagneto sono stati innestati a corona e a doppio spacco inglese polloni e polloncini, per la costituzione di una collezione di germoplasma per la salvaguardia varietale delle Colline Metallifere e del campo marze per la distribuzione agli operatori di materiale di propagazione locale ed indenne da parassiti. La protezione del punto d’innesto è stata realizzata con l’impiego del mastice “CERAFIX PLUS”

contenente un additivo biologico ( brevetto CNR 9406). Sono state innestate alcune varietà locali, individuate nel corso delle indagini tra le quali il marrone di “Monte Gusciani”, iscritto al Repertorio Regionale delle Specie Legnose da Frutto ai sensi della L.R. 64/04 del 29/03/2007-

Il recupero del suddetto castagneto può essere utile per i castanicoltori e gli operatori del settore che volessero recuperare i loro impianti abbandonati o semi coltivati e le modalità di recupero impiegate potrebbero essere oggetto di corsi di formazione.

Conclusioni

In considerazione dei dati raccolti ed esposti nel presente lavoro la mancanza di cure colturali, in cui si trova la maggior parte dei la soprassuoli visitati è il principale fattore responsabile del loro degrado. Nella zona è però ancora vivo, soprattutto nelle persone di una certa età, un forte attaccamento per il castagno e la sua coltivazione.

L'indagine con i primi rilievi eseguiti per la caratterizzazione varietale del prodotto locale evidenzia la presenza di cultivar e provenienze locali di pregio che necessitano di interventi di recupero e di pubblicità per farsi apprezzare dal mercato.

Il patrimonio varietale risulta formato da un numero limitato di varietà. Cultivar locali, elemento di grande valore da salvaguardare e meritevoli di essere mantenute per non perderne il patrimonio genetico sono, la morella, la pastinese, la bionda, la domestica, la

luccichente, la tardiva .

La produzione futura in considerazione del numero di cultivar che sono presenti nei vari impianti e delle richieste del mercato, dovrà orientarsi principalmente sulla produzione dei marroni, oltre a mantenere le varietà tipiche della zona. Nel futuro i marroni e castagne con pezzatura non troppo piccola e per il loro notevole sapore e dolcezza potrebbero essere utilizzati sia per il consumo fresco che per l'industria dolciaria.

Per la futura valorizzazione delle produzioni locali, le emergenze sono rappresentate dalle cure colturali, senza le quali non è pensabile intraprendere iniziative per la valorizzazione e commercializzazione delle produzioni locali. A tal scopo è importante l’azione che sta svolgendo l’Associazione per la Valorizzazione della Castagna dell’Alta Maremma, che nata ufficialmente nel gennaio 2003, è composta attualmente da circa 80 soci e ha promosso negli anni scorsi iniziative di filiera corta che hanno permesso di far conoscere il prodotto locale.

Altra iniziativa basilare per lo sviluppo della castanicoltura nel territorio dell’Alta Maremma è la ricomparsa di figure professionali specializzate, quali i potatori, senza i quali non è pensabile uno sviluppo della coltura; su questo sia la Comunità Montana che l’Associazione stanno cercando di organizzare corsi professionali specifici.

Bibliografia

Breviglieri N. (955). Indagini ed osservazioni sulle migliori varietà italiane di castagno (Castanea sativa. Mill.). Centro di studio sul castagno C.N.R. Supplemento a “ La Ricerca Scientifica (2), pp. 27 – 66.

Nitti D. (2000). Indagine conoscitiva sui castagneti da frutto della Comunità Montana delle Colline Metallifere – Comunità Montana Colline Metallifere.

Nitti D., Manni C. (2005). La coltivazione del castagno da frutto nel territorio della Comunità Montana Colline Metallifere. Comunità Montana Colline Metallifere, Associazione Valorizzazione Castagna Alta Maremma,.

IL RECUPERO DEI CASTAGNETI DA FRUTTO NEL TERRITORIO DELLE COLLINE

Nel documento Il legname di castagno per uso strutturale (pagine 113-115)