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II.1 I NETWORK LOGISTICI INVERSI

II.1.2 CLASSIFICAZIONE DEI NETWORK DI RECUPERO DEI RESI

II.1.2.1 DECENTRARE O CENTRALIZZARE?

Il primo passo nel definire il possibile disegno della catena logistica inversa è scegliere il migliore canale per il rientro della merce ovvero il metodo di raccolta dei resi più appropriato.

Figura 12: Esempio di network closed loop nell'industria high tech Fonte: www. reverselogisticstrends.com

Premettiamo che i resi possono essere raccolti dal produttore, dal rivenditore oppure da un operatore logistico specializzato83.

Nel disegnare la struttura della catena logistica inversa vanno tenuti in considerazione i costi e la perdita di valore nel tempo dei beni. I costi, come abbiamo detto, sono principalmente legati alle strutture e dipendono dalla complessità del prodotto e dalla possibilità di realizzare economie di scale. Le catene efficienti dal punto di vista dei costi denotano tempi più lunghi per il recupero e la redistribuzione dei resi e il ritardo ha come prima conseguenza la contrazione del valore recuperabile dai prodotti-ritorno; tale perdita di valore è considerabile come un costo del ritardo di gestione del reso. L'elemento fondamentale, quindi, per la definizione del design della catena logistica inversa è il valore marginale del tempo, cioè la perdita di valore per ogni unità di tempo trascorsa dal reso all'interno della catena logistica inversa. Tale parametro varia molto in base al settore industriale considerato, nonché alla categoria di prodotti specifica. I prodotti più sensibili al fattore tempo perdono in media l'1% del loro valore per ogni settimana e questa percentuale tende ad aumentare man mano che ci si avvicina alla fine del ciclo di vita del prodotto. I prodotti meno sensibili alla perdita di valore nel tempo diminuiscono il loro valore mediamente di un 1% per mese.

Considerando la variabile dell'ampiezza del network, si distinguono fondamentalmente due categorie di strutture di reverse logistics supply chain: centralizzata e decentrata.

83Si veda §II.1.2.2.

La catena logistica inversa centralizzata

In una catena logistica inversa centralizzata, i centri di gestione dei resi sono inseriti all'interno del sistema. Qui, spesso, operano i professionisti della gestione dei resi con strumenti specializzati e seguendo iter operativi standardizzati84. Si realizzano economie di scala nelle attività di processo e di trasporto e quindi si minimizzano i relativi costi. Ciascun reso viene consegnato ad una struttura centralizzata per le operazioni di test, ispezione e valutazione, così da definire il livello di qualità del reso e scegliere la migliore strategia di recupero. Il reso viene allora trasferito alla corrispondente locazione per essere opportunamente trattato. In questo caso i dettaglianti spediscono tutti i resi ad un unico centro, senza procedere ad alcuna valutazione preliminare.

I costi di trasporto vengono minimizzati perché i rivenditori sono opportunamente istruiti di raccogliere i resi e di consolidare le spedizioni.

I costi di processo vengono minimizzati post-ponendo le attività di ispezione, verifica, scelta e classificazione dei resi. In tal senso, il fattore tempo incide, dunque, sul recupero del valore.

Questo tipo di catena inversa è indicata per prodotti con basso valore marginale del tempo. Questa scelta per la raccolta dei resi generalmente si accompagna ad una scelta strategica di tipo “make”. L'impresa identifica in un magazzino l'unico centro di raccolta e assistenza. Tale magazzino spesso coincide con il centro che si occupa della distribuzione diretta dei prodotti. Ovviamente questa scelta non esclude che si possa ricorrere all'outsourcing per altre fasi come quella del trasporto o della riparazione dei prodotti. Tra gli svantaggi citiamo le possibili inefficienze legate all'inesperienza e alla mancanza di specializzazione.

84Si veda §II.1.2.2.

Figura 13: Network inverso centralizzato Fonte: YIN W., 2011.

Vantaggioso è, invece, il fatto che non si ipotecano spazi per i ritorni così che, in caso, tali spazi possono essere sfruttati per i prodotti in uscita. Se il centro di raccolta dei resi è prossimo o coincidente con quello distributivo si possono, inoltre, ottimizzare gli spostamenti dei camion che partono carichi di merce in uscita e rientrano portando i resi. Inoltre, spesso, la centralizzazione legata all'insourcing ha come effetto una maggiore conoscenza delle problematiche legate al prodotto e delle esigenze dei singoli clienti. In questo scenario, la gestione potrebbe dunque rivelarsi efficace; le risposte tempestive potrebbero, da una parte, migliorare la percezione del marchio da parte dei clienti, dall'altra, ridurre i tempi di esposizione finanziaria del cliente creditore, che riceverà l'accredito che gli spetta con tempestività. Inoltre, spesso, esiste un effetto di riflesso per l'azienda produttrice, che può vedere onorati i propri crediti da parte dei clienti, riducendo a sua volta la propria esposizione finanziaria.

La struttura centralizzata qualora sia terziarizzata ed affidata ad un partner logistico risulta comunque molto semplice da mettere in atto. Come già spiegato, infatti, il retailer indirizza alla location centralizzata tutti i resi, avendo cura di consolidare le spedizioni.

La catena logistica inversa decentrata

La struttura decentrata della supply chain inversa prevede che i processi di ispezione e di valutazione del prodotto siano gestiti in tempi brevi.

La prima ispezione e valutazione viene fatta presso i dettaglianti e, già in questa fase, viene ipotizzata una prima possibile disposizione del reso. Tutti i resi vengono dunque canalizzati nel flusso più appropriato in funzione della scelta strategica individuata. Più precisamente, i beni nuovi o comunque non utilizzati85 vengono direttamente rimessi a scaffale per la vendita e il riutilizzo; i prodotti in pessime condizioni, considerabili come non riutilizzabili in toto, vengono smontati e in caso se ne recuperano immediatamente le parti di ricambio; i prodotti non recuperabili, né nella loro interezza né nelle loro parti componenti, vengono scartati e mandati in discarica. Tra questi due estremi ci sono i beni che vengono inviati a strutture atte alla valutazione da parte dei professionisti e a interventi specifici.

Questo tipo di catena inversa è quindi indicata per prodotti con alto valore marginale del tempo. Ha il beneficio di ridurre i tempi operativi e rende più reattiva l'intera supply chain, responsabilizzando i singoli attori del processo. Il numero dei resi destinati alla verifica degli specialisti è inferiore; questo riduce la congestione presso i punti di verifica e quindi i tempi della fase intermedia diminuendo ulteriormente la perdita di valore.

Se da una parte i resi che trovano risoluzione immediata presso i punti vendita non generano costi di trasporto, dall'altra i resi che devono essere sottoposti alla fase di verifica non vengono accumulati prima di essere spediti e quindi si moltiplicano le singole spedizioni di piccola taglia, con un potenziale incremento dei costi di trasporto totali. Tuttavia, la scelta del punto di locazione delle singole strutture decentrate è fondamentale in tal senso. Se, infatti, il loro posizionamento fosse strategico, potrebbe permettere

85I beni non difettosi detti NTF (no trouble found).

Figura 14: Network inverso decentrato Fonte: YIN W., 2011.

risparmi significativi in termini di distanze percorse e quindi di costi di trasporto. Inoltre, anche i costi in termini di forza lavoro aumentano dal momento che ogni sede competente alla valutazione e alla risoluzione delle problematiche deve contare su un proprio team di lavoratori specializzati.

I prodotti ad alta marginalità prediligono dunque una logica operativa che è quella del “preporre” nel tempo le fasi di verifica e valutazione, per massimizzare il recupero del valore. Tale strategia generalmente si abbina ad una scelta di tipo “buy”. Per imprese fortemente internazionalizzate è più fattibile poter contare sulla rete di depositi dei propri

partner logistici per la gestione delle fasi valutative e risolutive su scala globale. Come

vedremo86, il 3PL mette a disposizione team la cui comprovata professionalità ed esperienza deriva dal continuo operare per varie imprese dell'indotto.

Una questione da sottolineare riguarda come indurre il rivenditore a gestire queste attività nel punto stesso in cui il reso viene a esistere. Il metodo per stimolare la cooperazione e il coordinamento tra produttore e rivenditore sembra basarsi su contratti che prevedono la condivisione dei guadagni. Tuttavia, questo tipo di soluzione è legato al fatto che si dovrebbe conoscere ex ante il valore di tali attività e questo, nella pratica, è difficile da predefinire. In alternativa, quando l'impresa ha dei retailer di dimensioni consistenti si possono usare soluzioni come il VMI87.

Il trade-off efficienza-reattività

La scelta tra l'efficienza in termini di costo delle catene centralizzate e la reattività della risposta delle catene decentrate consiste nella valutazione tra il costo del processo e il recupero di valore, con l'obbiettivo di massimizzare il valore netto che rientra dalla catena inversa. Questo trade off diventa particolarmente interessante nel caso di beni ad elevato MVT. La tecnica del "preporre" può essere particolarmente attraente anche per prodotti a basso valore marginale del tempo, se è elevato il livello di tecnologia incluso nei prodotti stessi per cui diventa rapida ed elementare la valutazione dello status del reso.

Molti produttori per accelerare la fase di diagnosi e l'avvio dei processi di riparazione hanno incluso una tecnologia ad hoc nei prodotti88. Spesso si tratta di un "electronic data

logger" (EDL) inserito nel prodotto; si tratta di un chip in grado di misurare l'utilizzo di un

bene definendo le ore di utilizzo e la velocità alla quale ha operato. Questo permette di calcolare la vita residua del bene nella sua interezza e delle sue componenti, oltre a capire

86Si veda §II.1.2.2.

87Il Vendor Management Inventory è una forma di terziarizzazione del magazzino in cui il fornitore si

impegna contrattualmente a controllare, pianificare e gestire il magazzino del cliente.

se il bene può essere riciclato o deve essere rimanufatto e quindi consente di realizzare la strategia del "preporre" in modo veloce e non costoso89. La tecnologia si rivela, quindi, in grado di coniugare esigenze di recupero del valore del reso e abbattimento dei costi, avvicinando i due estremi della scelta tra efficienza e reattività.