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II.2 STRATEGIE OPERATIVE E COMMERCIALI

II.2.2 STRATEGIE TECNICO-OPERATIVE PER IL RECUPERO DI VALORE

II.2.2.6 SMALTIMENTO

La scelta di ultima istanza è lo smaltimento del reso, considerabile come rifiuto. Una volta valutato che il prodotto o le sue componenti sono giunti alla fine del ciclo di vita e non sono più riutilizzabili o recuperabili, si procede con l'incenerimento, l'interramento o il trasferimento in discarica.

L'incenerimento permette il recupero di calore ed energia elettrica.

Vengono, invece, destinati alla discarica i prodotti che non hanno alcun intrinseco valore residuo e per cui altre opzioni di recupero non sono fattibili, al momento contingente della valutazione.

Ricordiamo, infine, che la legge prevede per le sostanze tossiche o pericolose obblighi speciali. Per questi materiali nessuna delle precedenti modalità di recupero è praticabile.

Classifichiamo ora le tipologie di network di recupero dei prodotti, in funzione della modalità prescelta per il recupero. Distinguiamo quattro possibili strutture di network: i

network di riciclaggio all'ingrosso (per volumi), i network per la ri-manifattura di beni

assemblati, i network di pezzi riutilizzabili e i network per lo smaltimento. Tale suddivisione è teorica dal momento che nella pratica possiamo incontrare anche tipologie miste.

Network per la strategia del riciclo su volumi

Generalmente si fa riferimento al riciclo di basso livello, cioè di materiali ricavati da prodotti di basso valore111. In questi casi il disposer market di solito non coincide con il re-user

market, cioè il materiale recuperato non è di solito utilizzato nel processo produttivo del

prodotto originale.

I principali attori coinvolti sono i produttori e i fornitori.

I costi di investimento sono particolarmente onerosi, a causa del livello tecnologico avanzato richiesto.

La struttura è centralizzata, open loop e ha pochi livelli.

Il network viene messo a punto tramite la cooperazione di tutto il ramo operativo. Si deduce, quindi, che la fattibilità dipenda da alti volumi gestiti nel processo, dal momento che i costi di investimento sono alti e il valore unitario recuperato è basso. Bisogna generare economie di scala perché le operazioni di recupero siano economicamente vantaggiose. La struttura deve, quindi, essere necessariamente centralizzata e la cooperazione tra le imprese del settore è necessaria per generare ampi volumi di merce in rientro. Tale cooperazione è facilitata dalla struttura open loop, che assicura che le vendite dei prodotti recuperati non interferiscano con le quote di mercato dei prodotti originali. La struttura a pochi livelli è il risultato del numero limitato di opzioni di recupero sui resi e dal fatto che la fattibilità tecnica del riciclo dei materiali non dipende in maniera determinante dalla qualità dei beni raccolti. Tuttavia, la qualità potrebbe determinare ulteriori costi perché influenza la purezza dei materiali rigenerati dal processo.

Il network, in questi casi, è altamente vulnerabile rispetto al fenomeno dell'incertezza dal lato dell'offerta.

Network per la strategia della rimanifattura di prodotti assemblati

Come abbiamo visto, la rimanifattura è la modalità che prevede il recupero di un intero prodotto o di parti di esso e il prodotto assemblato ha un valore relativamente alto112. Di solito il disposer market coincide con il re-user market. Il possibile recupero del valore aggiunto è il principale driver economico.

111 Ci riferiamo, per esempio, al riciclo della sabbia, della carta, della plastica.

112 Facciamo, per esempio, riferimento al riciclo di fotocopiatrici, telefoni cellulari, computer, prodotti

I costi operativi sono relativamente elevati.

Il principale attore coinvolto è il produttore, che possiede una conoscenza specifica del settore e del prodotto, quindi spesso tale modalità di recupero viene gestita in insourcing. Tuttavia, se il mercato ha basse barriere all'entrata possono promuovere tali network anche parti terze specializzate. Le implicazioni sul mercato possono essere pesanti, dal momento che il mercato del bene nuovo e recuperato possono sovrapporsi.

In genere, in questi casi, la struttura del network è multilivello, closed loop e si innesta su un sistema logistico diretto preesistente. Le attività di verifica e di ispezione sono generalmente decentrate. Il sistema closed loop integra i due flussi, diretto e inverso, e il trasporto e l'handling dei due flussi vengono combinati. Inoltre, nella parte intermedia, tra la raccolta e la redistribuzione, si generano ulteriori complessità a livello di processi, che dipendono fortemente dalla condizione specifica del prodotto raccolto. L'incertezza dal lato dell'offerta risulta, quindi, un fattore rilevante.

Network per la strategia di riutilizzo

Si tratta di network che riguardano la riutilizzabilità diretta di determinati prodotti113.

Il sistema è di tipo closed loop, decentrato, con una struttura a un livello che nasce dall'estensione di un network già esistente.

La struttura è semplice e piatta e non ci dovrebbe essere distinzione tra utilizzatore originale e ri-utilizzatore.

I maggiori fattori di costo riguardano il trasporto e l'approvvigionamento di nuovi beni, qualora gli usati non rientrino. Questo motiva la scelta di network decentrati, a contatto direttamente col cliente utilizzatore, anche se, contemporaneamente, complica la gestione della contabilità dei pezzi in circolazione per la pianificazione del flusso degli stessi. L'immediata riutilizzabilità, invece, taglia i tempi e i costi legati alla pulizia o all'ispezione. L'incertezza riguarda i tempi di rientro dei beni e la necessità di pianificare la gestione, in modo da evitare le perdite e da assicurare il corretto numero di pezzi in circolazione nel sistema.

Network per la strategia di smaltimento

I network relativi alla strategia dello smaltimento si occupano di raccogliere, processare e smaltire i prodotti scartati, o in discarica o tramite incenerimento. Secondo molti autori114,

113 Come imballi riutilizzabili, come bottiglie, scatole di plastica, pallet, container.

114 FLEISCHMANN M., KRIKKE H.R., DEKKER R., FLAPPER S.D.P., “A characterisation of logistics

networks for product recovery”, The International Journal of Management Science, Vol. 28, No 6, Febbraio 2000, pp. 653-666.

non possono essere classificati come network inversi di recupero, in quanto il flusso di merce non subisce alcun trattamento e va in modo diretto al sito di smaltimento.

Hanno delle analogie con gli altri network che si occupano di recupero, dal punto di vista dell'offerta. Infatti, anche in questo caso, i beni vengono raccolti da molte fonti per essere processati e trasportati.

Dal punto di vista della domanda, ci sono numerose differenze. Mentre il flusso dei prodotti recuperati è diretto al mercato dei beni usati, i rifiuti si muovono verso l'inceneritore o la discarica, sia essa aperta o protetta. Sono, quindi, molti di più i siti verso cui si muove il primo flusso di beni rispetto al secondo. La struttura divergente del flusso è quindi meno rilevante per lo smaltimento. Inoltre, la selezione delle opzioni di smaltimento è meno sensibile alle variazioni qualitative dell'input. La scelta dell'esito specifico, tra l'opzione discarica e l'opzione inceneritore, non dipende in modo critico dalle caratteristiche qualitative del bene ritorno. Da questo deduciamo che nel caso dei network di smaltimento l'incertezza ha un impatto molto inferiore.