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I.1 INQUADRAMENTO DEL PROCESSO INVERSO

I.1.9 DIFFERENZE TRA LOGISTICA DIRETTA E LOGISTICA INVERSA

stessa a livello inverso.

Solitamente, la gestione della logistica diretta è per l'impresa un'operazione routinaria, mentre la gestione dei flussi inversi ha carattere di eccezione.

40ROGERS D. S., TIBBEN-LEMBKE R. S., “Going Backward: Reverse Logistics Trend and Practices”,

Reverse Logistics Exexutive Council, 1998.

A questo punto, studiamo le differenze che riguardano i flussi inversi rispetto alla tradizionale gestione logistica dei flussi diretti.

La prima differenza riguarda i punti di origine e di destinazione delle merci.

Nella logistica diretta, si parte da un centro di distribuzione unico verso più punti di destinazione. Nella logistica inversa, si parte da più punti per raccordare tutti i resi verso un unico centro di raccolta o molteplici centri di raccolta periferici42.

Poiché i centri di raccolta non coincidono necessariamente con il centro di distribuzione, è difficile ottimizzare e combinare i due flussi di andata e di ritorno.

Negli Stati Uniti la reverse logistics è generalmente supportata dai punti vendita che organizzano una combinazione del trasporto arterioso e venoso. Nello stesso viaggio si consegnano i prodotti nuovi e si raccolgono i resi che vengono portati presso il relativo centro di raccolta, che può essere lo stesso che si occupa di distribuzione o un altro sito dedicato. Questa combinazione potrebbe permettere di realizzare notevoli risparmi circa i costi di trasporto. Tuttavia, di fatto, quasi mai si realizza questo trasporto bifasico, perché si preferisce mantenere le due funzioni indipendenti ed evitare le problematiche legate alla pianificazione ottimale di carichi e scarichi per entrambi i soggetti coinvolti. Tra l'altro, potrebbe non essere funzionale ripercorrere precisamente gli stessi tragitti, anche a causa della difficile prevedibilità dei flussi inversi, sia in termini quantitativi che a livello di tempistiche e, qualora i siti di accumulo dei resi fossero molto lontani, i risparmi così ottenuti sarebbero limitati o addirittura risibili.

Un'altra problematica è legata al fatto che i mezzi che si occupano di distribuzione devono fermarsi in molti punti. Ogni reso, caricato sul mezzo, potrebbe dover essere scaricato alle fermate successive, per consentire lo scarico dei prodotti in distribuzione. Poiché i resi sono più difficili da maneggiare dei prodotti nuovi, maneggiarli due volte è assolutamente non opportuno.

La difficoltà previsionale legata ai resi riguarda le quantità, il loro stato qualitativo, il tempo e i luoghi in cui si genererà l'offerta di beni-ritorno.

Mentre nella distribuzione diretta i prodotti sono nuovi e partono dal centro di distribuzione per raggiungere un insieme di destinazioni predeterminate, nella gestione inversa il reso può transitare in un unico centro di raccolta, ma, una volta verificato e testato, le modalità di recupero a cui può essere sottoposto non possono essere predefinite o predefinibili.

I due flussi differiscono fortemente anche in merito alle modalità di confezionamento e imballaggio. Questa variabile incide fortemente sulla definizione del volume delle spedizioni, e di conseguenza sulla programmazione dei carichi e sulla scelta della più adeguata tipologia di trasporto, in termini di tempi e costi. I flussi diretti viaggiano in quantità preordinate, hanno imballi uniformi e standardizzati, etichettati e su pallet e riescono a ottimizzare gli spazi di carico. Nella logistica arteriosa il primo vantaggio di un adeguato packaging è di aumentare la facilità di identificazione del contenuto. I resi viaggiano con flussi irregolari e non prevedibili, in singole unità, sono contenuti in imballaggi non conformi e non sono su pallet. Nella gestione dei resi l'imballaggio a volte è aperto o danneggiato, altre volte inesistente. La carenza di tale imballo rende difficile per il personale identificare non solo il contenuto, ma talora perfino il mittente.

Inoltre, i carichi vengono, nella pratica, fatti alla rinfusa, dal momento che chi rende spesso non ha interesse alcuno a preservare il contenuto della spedizione. Questo, a volte, rischia di danneggiare ulteriormente i prodotti resi, pregiudicandone così il recupero.

Questa differenza determina che difficilmente l'impresa riesce a raggiungere economie di scala nel trasporto dei resi e, quindi, spesso, sceglie di terziarizzare tale processo rivolgendosi ad operatori logistici specializzati.

Il ciclo di vita del prodotto ha un ruolo molto diverso nel caso di un bene reso.

Ai fini di preservare il maggior margine di profitto, è utile sapere in quale fase del ciclo di vita si trova il prodotto reso per cercare di definirne ex ante il valore di mercato residuo e, quindi, anche la destinazione più indicata.

Prodotti elettronici a brevissimo ciclo di vita devono contare su una logistica distributiva e inversa molto efficienti in termini di tempo. Ogni ritardo in entrambi i flussi equivale a una sensibile perdita di valore, tanto più ci si avvicina alla fase di declino. In particolare il valore recuperato sarà molto basso se la curva dei volumi di vendita è in fase discendente e se il prodotto è in fase di declino e non sarà più prodotto, mentre rimarrà alto se il modello verrà sostituito da un modello simile.

La trattativa commerciale relativa alla logistica distributiva può essere definita anticipatamente per quanto concerne tempi, modalità e costi del servizio, sia nel rapporto tra impresa e cliente, sia nel rapporto tra impresa e partner logistico. Dal momento che i beni nuovi hanno, infatti, una qualità uniforme, la disponibilità a pagare del consumatore

rispetto ad un bene nuovo è considerabile costante e, quindi, la variabile del prezzo nel processo distributivo diretto è considerata come data. Nella realtà, i prezzi praticati dai vari venditori sono differenziati anche per i prodotti nuovi.

La negoziazione risulta, invece, più complessa nel caso della logistica inversa, in quanto le parti in gioco operano in un contesto di maggiore incertezza. Nel caso dei beni recuperati, la qualità e le caratteristiche non uniformi dei beni prevedono un pricing non omogeneo. Più precisamente, il prezzo dipende dalla qualità dei prodotti, dal loro stato e dal momento nel ciclo di vita del prodotto in cui ci troviamo, dalla quantità del lotto disponibile per la vendita nel momento contingente, delle quantità già vendute nel passato allo stesso stocchista o broker. I broker possono scegliere di ispezionare i prodotti-ritorno per evincerne le caratteristiche. Generalmente, preferiscono comprare quantitativamente molti beni in poche spedizioni, con conseguente aumento del prezzo unitario per il venditore. Tuttavia, questa regola viene meno nel momento in cui la quantità elevata di un item disponibile sul mercato è data dal fatto che tale prodotto non è stato venduto bene sul mercato primario; in questo caso il prezzo scende ulteriormente in fase di ridistribuzione sul mercato secondario. Incidono, poi, il fatto che il bene sia venduto da solo o con garanzie aggiuntive, oltre che la disponibilità a pagare dell'intermediario che è del tutto legata alle circostanze correnti; se il broker ha già un certo quantitativo di quel bene, non vorrà acquistarne ulteriori unità.

Anche le tariffe per il trasporto, nel caso in cui si ricorra a un partner logistico, non sono definibili in anticipo e vanno negoziate di volta in volta, sulla base dei volumi e del sito in cui il reso va ritirato. Tale trattativa è sensibile al fattore tempo, dal momento che più tempo trascorre, più il bene perde valore e il costo di immagazzinaggio aumenta.

Proprio in virtù della quasi perfetta omogeneità dei prodotti diretti, le tecniche di marketing sono facilmente praticabili, mentre la gestione del marketing è occasionale nel caso del prodotto ritorno. Il compito del marketing in quest'ultimo caso è più complesso perché deve considerare due priorità. Da una parte, i beni ritorno vanno allocati, dall'altra, questo va fatto avendo cura di non danneggiare il marchio. Fondamentali in tal senso sono i canali di smaltimento prescelti e il rapporto di fiducia con distributori e broker. Il centro deputato al recupero dei beni deve introdurre le eventuali restrizioni previste dal produttore, come per esempio privare i prodotti del marchio prima della redistribuzione in modo che scompaia ogni forma di rintracciabilità del produttore sul prodotto. In altri casi il produttore si rivolge solo a broker da lui autorizzati e può essere previsto dal contratto che

la rimozione del marchio sia a loro cura. Talora il venditore obbliga anche i dettaglianti a pubblicizzare il bene con la sua identità solo nei tradizionali retail store. Questo rende più difficoltosa l'identificazione e la comunicazione con il cliente nell'ambito di vendite di beni rimanufatti. Il motivo principale di queste restrizioni è il rischio di cannibalizzazione del mercato. Essendo la domanda limitata, è improduttivo spostare la domanda dai beni nuovi ai beni usati poiché per l'azienda è più profittevole operare sul mercato dei beni nuovi. Un'altra difficoltà relativa al marketing della logistica venosa è l'incertezza della fornitura. Alcuni produttori gestiscono degli outlet dove vendono prodotti delle stagioni precedenti e resi, ma anche in questo caso la consistenza dei beni non è regolare perciò spesso i produttori devono produrre sia per le vendite retail che specificamente per gli stores.

Nel flusso diretto, la velocità di consegna dei beni ordinati è fonte di vantaggio competitivo. Permette di nutrire il rapporto di fiducia col cliente e di rispondere positivamente a determinati timing richiesti. Nel flusso inverso, il fattore tempo incide sul valore recuperato dal reso, tanto più il ciclo di vita del bene è breve e quindi elevato il rischio di obsolescenza.

Per la gestione della catena diretta, si realizzano investimenti in sistemi informatici evoluti o per l'applicazione di tecnologie all'avanguardia. Si tratta di soluzioni di track and tracing come gli RFID43. I sistemi di utilizzo per tracciare i resi sono a volte misti, a volte completamente manuali. La barriera che si genera è legata al rallentamento delle operazioni di reverse logistics. Sapere anticipatamente quanti e che tipo di resi sono in transito per le operazioni di ispezione o nelle varie fasi di trattamento permetterebbe di implementare l'attività di programmazione e di pianificazione e lo smistamento sarebbe più efficiente.

I costi della logistica diretta sono riconosciuti, evidenti e misurabili. La successiva definizione del prezzo alle varie condizioni di vendita è, quindi, piuttosto agevole. Quelli della logistica inversa sono, invece, non contabilizzati, non riconosciuti e non misurati. Difficile è predisporre budget adeguati, proprio per i motivi già spiegati di imprevedibilità degli stessi. La mancanza di omogeneità delle attività, delle modalità e dei tempi della logistica inversa non permette una previsione attendibile dei costi totali relativi ai resi. Qualitativamente la pratica distingue delle voci di costo che tendono a ripetersi per

43Si veda §I.2.4.

ciascuna modalità di trattamento44 , ma l'ammontare a carico dell'impresa non è assoggettabile a stime veritiere.

La seguente tabella riassume i costi che incidono sulla logistica diretta e inversa e descrive in modo semplicistico le dimensioni delle varie componenti.

TIPO DI COSTO RELAZIONE CON LA FRW LOGISTICS

TRASPORTO MAGGIORE

MANTENIMENTO DELLE SCORTE INFERIORE

FURTO MOLTO INFERIORE

OBSOLESCENZA PUO' ESSERE SUPERIORE

RACCOLTA MAGGIORE PERCHE' MENO

STANDARDIZZATA

SMISTAMENTO (CONTROLLO QUALITA') MOLTO MAGGIORE

HANDLING MOLTO MAGGIORE

RIMESSA A NUOVO/REIMBALLO SIGNIFICATIVA IN RL-INESISTENTE IN FL

CAMBIAMENTI RISPETTO AL VALORE CONTABILE

SIGNIFICATIVA IN RL-INESISTENTE IN FL

Tabella 1: Nostro adattamento da RUSSO I., 2008

Esiste comunque una stretta connessione tra i due ambiti. Una gestione puntuale della domanda prevista si ripercuoterà positivamente sull'operatività della logistica inversa. Un overstock comporterà la necessità di ingenti investimenti nell'ambito della gestione dei resi per far rientrare a monte la merce dai vari punti in cui è stata distribuita.