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DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E STRANIERI

Nel documento PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (pagine 119-126)

L’Istituto Comprensivo Statale accoglie nelle diverse sedi alunni disabili, tutti con problemi di ordine psicofisico. Tali alunni sono così distribuiti:

TOTALE CIMINNA BAUCINA VENTIMIGLIA

Scuola dell’Infanzia 7 2 4 1

Scuola Primaria 7 4 3 ---

Scuola secondaria di I grado 10 2 6 2

24 8 13 3

I contesti familiari e socio-ambientali di provenienza sono diversificati, per cui alcuni allievi, nel loro processo di scolarizzazione, sono seguiti attentamente dalle famiglie, mentre altri non ricevono cure e stimoli adeguati.

Il territorio appare carente di strutture, sia sanitario-rieducative, che ricreative e culturali.

La scuola si propone di utilizzare al meglio le risorse disponibili, umane e materiali, per realizzare un’effettiva integrazione. Secondo lo spirito della legge quadro, il processo di integrazione, finalizzato a promuovere lo sviluppo globale della personalità dell’alunno, si muoverà sul duplice binario della socializzazione e dell’apprendimento.

Per ogni singolo alunno l’azione educativa consisterà nell’individuare, sia le aree di carenza, che quelle di potenzialità, affinché queste ultime si trasformino, grazie ad un adeguato progetto di lavoro, in reali capacità. Inoltre, nella stesura della programmazione personalizzata, si terrà conto di quella curricolare procedendo, ove possibile, ad un reciproco adattamento, per costruire un percorso che renda significativa la permanenza dell’alunno in difficoltà tra i suoi compagni.

L’attività di sostegno, attuata in stretta collaborazione con i docenti curricolari, verrà svolta preferibilmente all’interno della classe, promuovendo la partecipazione dell’alunno ai lavori eseguiti dal resto dei compagni.

Per ogni allievo verranno impiegate tecniche, strategie e procedure funzionali al suo stile cognitivo, ai suoi modi e ritmi di apprendimento. Si farà uso di materiali di facilitazione: immagini, materiali strutturati e non, tecnologie multimediali, sussidi specifici, strumenti audiovisivi.

Momenti fondamentali dell’attività educativa saranno gli incontri periodici con le famiglie, risorse importanti per il raccordo con le esperienze extrascolastiche, con gli operatori dei servizi sociali e con le Associazioni presenti sul territorio e il Coordinamento per i diritti dei disabili nella Regione Siciliana ONLUS di Palermo, allo scopo di creare una rete sinergica di informazione ed interventi, assicurando così la realizzazione della continuità orizzontale prevista dalla normativa vigente. Per realizzare la continuità di tipo verticale, particolarmente importante operando all’interno di un istituto comprensivo, si promuoveranno incontri periodici tra i docenti di sostegno dei vari ordini di scuola. Si procederà inoltre alla creazione di un archivio unico, contenente atti relativi agli alunni in situazione di handicap. Si organizzeranno, infine, attività comuni per le classi di passaggio.

Le verifiche saranno effettuate sulla base di osservazioni sistematiche, facendo ricorso ai seguenti strumenti:

 Prove oggettive e soggettive di accertamento: test e questionari, elaborati scritto- grafici,

manipolazioni e costruzioni di oggetti utili, concreti e semplici.

 Griglie elaborate dall’insegnante stesso, su cui annotare dati relativi agli atteggiamenti, ai comportamenti e alle conquiste cognitive dell’alunno.

La valutazione, che non sarà mai rigida ma flessibile, terrà conto del ritmo di apprendimento individuale, della situazione di partenza, delle reali capacità degli alunni e delle condizioni sociali e ambientali. I criteri di valutazione, per quanto riguarda gli alunni che seguono la programmazione semplificata, saranno identici a quelli della classe, mentre per gli alunni con un progetto educativo differenziato si seguiranno dei criteri di valutazione individualizzati e decisi dal Consiglio di Classe. Nell’istituto funziona un apposito gruppo di lavoro, formato dai docenti delle classi e da quelli di sostegno, gruppo che si riunisce periodicamente con lo scopo di migliorare l'efficacia dell'intervento di inserimento/integrazione.

Il gruppo predispone anche progetti di intervento mirati, avvalendosi, per questo scopo, delle risorse finanziarie, messe a disposizione dall’Istituto o dagli Enti Locali e dal Ministero dell’Istruzione nell'ambito della legge n. 104/92.

BES

(BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI)

non c’è nulla di più ingiusto che far le parti uguali tra disuguali [...] (Lettera a una professoressa, 1967)

Don Lorenzo Milani

Con la direttiva dello scorso 27 dicembre 2012 relativa ai Bisogni educativi speciali (BES) il MIUR ha accolto gli orientamenti da tempo presenti in alcuni Paesi dell’Unione Europea che completano il quadro italiano dell’inclusione scolastica.

La direttiva, ultimo atto di un lungo processo iniziato nel 1977 con la chiusura delle scuole speciali e culminato con il riconoscimento del diritto di tutti i ragazzi alla personalizzazione dell’apprendimento, obbliga le istituzioni scolastiche a prendere in carico “in modo inclusivo e globale tutti gli alunni”. La circolare ricorda che le scuole devono adottare il Piano Didattico Personalizzato (PDP), le misure dispensative e quelle compensative non solo per gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ma anche nel caso in cui “il Consiglio di Classe (o il team docenti nella Scuola Primaria) ravvisi, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche”, svantaggio sociale e culturale, disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana per l'appartenenza a culture diverse.

Chi sono gli alunni con Bisogni Educativi Speciali?

Ci si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002). ”Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata”.

Rientrano nella più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie:

o quella della disabilità;

o quella dei disturbi evolutivi specifici e

o quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

Utilizzando il sistema ICF si possono identificare alcune origini dei BES (tratto dagli studi di Dario Ianes 2005)

Area Funzionale

Corporea Cognitiva

 Ospedalizzazioni, malattie acute o croniche, lesioni, anomalie cromosomiche o del Corpo

 Difficoltà motorie o sensoriali, difficoltà di attenzione e di memorizzazione

 Mancanza di autonomia personale e sociale, difficoltà di gestione del tempo e di pianificazione delle azioni, difficoltà di applicazione delle conoscenze, difficoltà linguistiche

Area relazionale

 Difficoltà di autocontrollo, problemi comportamentali ed emozionali, scarsa autostima, motivazione e curiosità, difficoltà nelle relazioni con i compagni, gli insegnanti e gli adulti.

Area Ambientale

 Famiglia problematica, pregiudizi ed ostilità culturali, ambienti deprivati/devianti,

difficoltà socio economiche, difficoltà di comunicazione o collaborazione tra le agenzie (scuola, servizi, enti…) che intervengono nell’educazione o nella formazione.

- l’analisi della situazione dell’alunno - il livello degli apprendimenti

- gli obiettivi e contenuti d’apprendimento per l’anno scolastico - le metodologie , le misure compensative e dispensative

- le modalità di verifica

- la valutazione formativa e valutazione finale

- l'assegnazione dei compiti a casa e rapporti con la famiglia

Il Collegio dei docenti ha costituito il GLI, Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, con il compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività, riferito a tutti gli alunni con BES, procedendo ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica.

Lo scopo del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il documento è parte integrante infatti “non deve essere inteso come un ulteriore adempimento burocratico, ma come strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi

inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi”. E’ inoltre un atto interno della scuola, finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione della propria offerta formativa in senso

inclusivo, sfondo e fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni e non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”.

IL ‘GLI’ –

GRUPPO LAVORO PER L'INCLUSIONE

Funzioni

 Rileva i BES presenti nella scuola.

 Raccoglie e documenta gli interventi didattico-educativi, posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’amministrazione.

 Effettua il focus/confronto sui casi, la consulenza e il supporto ai docenti sulle strategie/metodologie di gestione delle classi.

 Rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della scuola.

 Elabora una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno), in particolare per gli alunni DSA/altri disturbi evolutivi specifici/in situazione di svantaggio/stranieri.

 Predispone e aggiorna un Protocollo di Accoglienza e Inclusione, che viene approvato dal Collegio dei Docenti.

 Predispone indicazioni chiare, per rendere operative le varie fasi dell’accoglienza.

 Ricerca dati ed informazioni sulla scuola dei Paesi d’origine degli alunni stranieri.

 Fornisce ai docenti informazioni, materiali utili, sia dal punto di vista dell’accoglienza, che della formazione e della didattica.

 Suggerisce ed elabora eventuali strategie di intervento, qualora l’inserimento o l’apprendimento risultassero problematici.

 Presenta indicazioni sull’utilizzo delle possibili risorse interne.

 Collabora con altre scuole del territorio e fa circolare esperienze.

 Fornisce ai docenti informazioni e indicazioni in merito ai corsi di formazione e aggiornamento.

 Costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).

LA SCUOLA E I DSA (DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO)

Da alcuni anni vivi sono l’approfondimento e il dibattito sulla dislessia e sugli altri disturbi specifici dell’apprendimento all’interno del Sistema Scolastico Nazionale.

La storia dei provvedimenti legislativi, volti a garantire il diritto allo studio dei bambini e dei ragazzi con DSA, inizia nel 2002 e nel corso degli anni successivi sono state presentate diverse note ministeriali in fatto di iniziative relative alla dislessia, per approdare finalmente alla tanto attesa Legge dell’8 ottobre 2010, n. 170.

La nostra scuola si è mossa, organizzando nella propria sede dei corsi di aggiornamento e di

formazione sui “Disturbi Specifici di Apprendimento” a cura dell’A.N.PE.F. (Associazione

Nazionale Pedagogisti Familiari), perché i docenti acquisissero competenze per l’individuazione precoce dei segnali e la conseguente applicazione di strategie didattiche, tecniche, metodologiche e valutative adeguate per gli alunni dislessici, disgrafici, disortografici e discalculici .

Naturalmente per rendere la scuola adeguata ad uno studente con DSA sono necessari: flessibilità nelle proposte didattiche, successo e gratificazioni, disponibilità e preparazione dei docenti, affinché questi ultimi siano in grado di progettare specifici piani di intervento.

La scuola, pertanto, si impegna costantemente a migliorare questo ambito attraverso:

 organizzazioni di ulteriori e opportuni percorsi di formazione;

 accoglienza delle famiglie con colloqui e confronti;

 ricezione dei documenti diagnostici;

 condivisione della documentazione, conoscenza delle diagnosi e presentazione dell’alunno nei Consigli di Classe;

 attività di accoglienza ed inserimento;

 incontri con colleghi di ordine precedente e successivo (continuità e orientamento)

 osservazione sistematica e progettazione di percorsi didattici personalizzati/individualizzati;

 utilizzo di strategie didattiche e metodologiche mirate ad esplicitare gli strumenti compensativi e dispensativi;

 definizione di verifiche periodiche e criteri di valutazione personalizzati;

 l’impiego, attraverso l’azione sinergica, di tutte le componenti scolastiche: Dirigente Scolastico, referente DSA, docenti, compagni di classe, famiglie, operatori del SSN, per orientare l’integrazione e per costruire un sapere organizzativo strutturato, coordinato e continuativo.

INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

Allo scopo di favorire la frequenza e l’integrazione scolastica degli alunni stranieri, la nostra scuola mette in atto iniziative, volte a creare un clima di accoglienza, tale da ridurre al minimo nell’alunno non autoctono o neo-autoctono la percezione di sé come minoranza e da facilitarne l'apprendimento linguistico. In tal senso inserisce ,nelle discipline approfondimenti storici, geografici e religiosi, riguardanti i paesi di provenienza, al fine di evidenziarne la prestigiosità dei valori peculiari, di attingere al patrimonio letterario e artistico del paese o dell'area di riferimento e valorizzare, infine, le radici culturali.

La presenza nella scuola di alunni stranieri rappresenta d’altra parte un’occasione importante, per favorire fra adulti e bambini la diffusione dei valori di tolleranza e solidarietà.

L'iscrizione degli alunni stranieri avviene generalmente nella classe corrispondente a quella già frequentata nel Paese di origine o a quella relativa all'età anagrafica.

Sarebbe auspicabile, soprattutto per gli alunni provenienti dai Paesi di lingua araba, la presenza di facilitatori linguistici, che accompagnino e facilitino l’inserimento e l’integrazione nel contesto scolastico.

CAPITOLO 11

CRITERI E MODALITÀ DI RACCORDO/COLLABORAZIONE

CON ORGANISMI ASSOCIATIVI (PUBBLICI E PRIVATI) CHE SUL TERRITORIO OPERANO NEL SETTORE EDUCATIVO E CULTURALE E CON ALTRE ISTITUZIONI

SCOLASTICHE DEL TERRITORIO

CRITERI E MODALITÀ DI RACCORDO/COLLABORAZIONE CON ORGANISMI ASSOCIATIVI (PUBBLICI E PRIVATI) CHE OPERANO NEL TERRITORIO

L'Istituzione Scolastica promuove in ogni forma possibile il raccordo e la collaborazione con organismi associativi pubblici e privati del territorio allo scopo di:

 mettere a disposizione degli alunni proposte didattiche ed educative ampie e al tempo stesso integrate e congruenti con le linee-guida indicate nel presente Piano;

 valorizzare le competenze professionali di quanti operano all'interno dei suddetti organismi;

 valorizzare l'opera del volontariato e dell'associazionismo.

CRITERI E MODALITÀ DI ATTUAZIONE PER LA STIPULA DI ACCORDI E/O INTESE CON ALTRE ISTITUZIONI SCOLASTICHE DEL TERRITORIO

Per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano dell'offerta formativa, l'Istituzione Scolastica può stipulare accordi, intese e convenzioni con altre scuole del territorio. Tali accordi sono finalizzati in particolar modo a:

 promuovere un pieno utilizzo delle risorse umane a disposizione di ogni istituzione scolastica;

 promuovere scambi e incontri fra le scolaresche;

 realizzare progetti didattici comuni.

Gli accordi possono prevedere forme integrate di partecipazione finanziaria alle reti costituite.

RETI DI SCUOLE E PROTOCOLLI D’INTESA TRA ENTI

 Protocollo di intesa con il Comune di Ciminna ai sensi dell’art.15 legge 241 del 1990 per il potenziamento del curricolo verticale.

 Protocollo d’intesa, ai sensi dell’art. 15 della Legge n. 241/90, per la “REALIZZAZIONE DI UN LABORATORIO PERMANENTE DELLA IDENTITA’ E DELLA INNOVAZIONE LOCALE PRESSO IL BENE CONFISCATO ALLA MAFIA SITO IN CONTRADA ACQUASANTA”.

 Accordo di rete con l'Istituto Superiore “N. Palmeri” sez. Associata di Ciminna sottoscritto ai sensi del DPR 275/99 e della legge 107/2015

 Convenzioni con Enti Esterni ed Associazioni locali per la realizzazione di progetti e attività inseriti nel PTOF

 

RAPPORTI AMMINISTRAZIONI COMUNALI:

La scuola al fine di realizzare e migliorare i servizi e le forniture di competenza di comuni promuove forme di cooperazione volte ad ottimizzare risorse e tempi.

In tale contesto opera attraverso una convenzione sugli acquisti con il Comune di Ciminna.

CAPITOLO 12

RAPPORTO SCUOLA- FAMIGLIA

Una scuola, che si propone come servizio pubblico, non può prescindere dall’identificare la propria utenza, dal rappresentarne i bisogni, dal riconoscerne i diritti, dal sollecitarne ed accoglierne le proposte.

La famiglia entra nella scuola, quale rappresentante dei ragazzi, e come tale partecipa del patto di corresponsabilità educativa, condividendone responsabilità e impegni nel rispetto reciproco di competenze e ruoli.

E’ competenza dell’istituzione scolastica:

 Formulare le proposte educative e didattiche;

 Fornire in merito ad esse informazioni chiare e leggibili;

 Valutare l’efficacia delle proposte;

 Costruire un percorso valutativo condiviso dagli studenti e dalle famiglie, attraverso uno strumento di lavoro facilmente misurabile ed osservabile, che aiuti a definire e rilevare le competenze degli alunni;

 Individuare le iniziative tese al sostegno e al recupero dei soggetti in situazione di handicap, svantaggio, disagio, difficoltà.

La scuola si è impegnata e si impegna a dialogare con i genitori, coinvolgendoli nella definizione dell'Offerta Formativa, attraverso i rappresentanti (PTOF, Regolamento d'Istituto, Patto di corresponsabilità educativa...).

Realizza interventi o progetti rivolti anche ai genitori; utilizza infine il registro elettronico e il proprio sito web per una comunicazione trasparente.

A tal fine, il nostro Istituto si pone l'obiettivo di potenziare i momenti assembleari e tutte le occasioni di scambio, di dibattito e confronto con i genitori. Si propone altresì di implementare iniziative di vario tipo, che prevedano per la loro realizzazione il coinvolgimento e il contributo delle famiglie.

Una continua e sistematica collaborazione scuola – famiglia è fondamentale per il pieno raggiungimento degli obiettivi educativi programmati. I contatti con le famiglie saranno improntati non soltanto all’informazione del profitto, ma anche alla verifica del processo di maturazione raggiunto da ogni alunno per una chiara valutazione dello stesso. Gli incontri con le famiglie per la comunicazione degli esiti degli alunni saranno mantenuti mediante i ricevimenti predisposti dall’Istituto e la disponibilità che ogni docente darà al colloquio individuale.

CAPITOLO 13

Nel documento PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (pagine 119-126)