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Delfino Cinelli e l’incubo della traduzione di Poe

Nel documento Giorgio Manganelli e la traduzione (pagine 73-78)

4. Prassi traduttive a confronto

4.1. Traduttori a confronto: Manganelli, Cinelli e Vittorini

4.1.1. Delfino Cinelli e l’incubo della traduzione di Poe

L'attività letteraria svolta da Delfino Cinelli iniziò pressappoco sulla soglia dei quarant'anni (1927) e si affiancò all'attività imprenditoriale dell'autore e poeta toscano. Difatti, Cinelli, sin da giovanissimo, intraprese gli studi di tipo economici-commerciali ad Arezzo per gestire l'attività industriale di famiglia, nel campo della produzione della paglia. Sempre in giovane età Cinelli subì la fascinazione per i viaggi, recandosi a Londra, in Germania, in Svizzera e dal 1909 più volte negli Stati Uniti e in Sud America. In parallelo alla sua attività letteraria riuscì a gestire l’attività imprenditoriale fino alla morte, sopraggiunta improvvisamente nel 1942. La produzione letteraria di Cinelli nei suoi primi cinque anni di attività è sorprendente; lo scrittore dimostrò di essere tutt'altro che uno scrittore improvvisato, come descrive Guarnieri:

«In cinque anni Delfino Cinelli ha dato alle stampe sette volumi – tralascio dal computo Le nove novene ed il Teatro per la gioventù, oltre ad un breve romanzo Lucia, uscito nel 1932 su Pègaso ed ai molti articoli e racconti che viene pubblicando periodicamente su giornali e riviste. Non un letterato occasionale quindi – e difatti m’è stato descritto come un lavoratore assiduo, uso a dedicare ogni mattina due o tre ore alla fatica della penna con una regolarità divenuta abitudine.»166

Cinelli in poco meno di quindici anni di attività letteraria dà alle stampe di importanti case editrici, quali L’Eroica, Treves, Nemi, Vallecchi e Mondadori, racconti, romanzi e

164 Cfr. il paragrafo Il laboratorio critico di Manganelli: appunti critici giovanili e note su Poe. 165 Cfr. il paragrafo Vicende editoriali, pp. 49 -53.

70 raccolte poetiche. I nuclei tematici affrontati da Cinelli nei suoi romanzi si riconducono principalmente alla descrizione della condizione miseria e povertà vissuta dai contadini, alla vita provinciale sullo sfondo della campagna toscana167 misto a ricordi ed esperienze autobiografiche168.

Per quanto riguarda l’attività di traduzione Delfino Cinelli venne avvicinato da Giuseppe Antonio Borgese, direttore della collana «Biblioteca Romantica» edita da Mondadori. La presente collana racchiuse i capolavori della letteratura mondiale scritti tra il Settecento e l’Ottocento. Il direttore della collana aveva un’idea ben precisa di come dovessero essere realizzate le traduzioni e soprattutto quale effetto dovessero produrre nel lettore: «Essa dovrebbe essere fedele e bella; dovrebbe seguire, pensiero per pensiero, frase per frase, il testo originale, eppure dovrebbe, per virtù della sua naturalezza, sembrar spontanea e nuova, originale essa stessa. […] Non prediligiamo le traduzioni che si chiamano barbare: quelle che fanno desiderare il testo. Una buona traduzione dovrebbe far dimenticare il testo.»169

Borgese era a conoscenza della familiarità di Cinelli con la lingua inglese e, stimando profondamente il suo lavoro di scrittore, avanzò la proposta di tradurre un gruppo selezionato e ristretto dei racconti di Poe, dal titolo Lo scarabeo d’oro e altri racconti che avrebbe dovuto includere dieci novelle: Lo scarabeo d’oro, Gli assassini della Rue

Morgue, Il gatto nero, Ligeia, Morella, Una discesa nel maelstrom, Il pozzo e il pendolo, La verità sul caso del signor Valdemar e La lettera rubata e Hop-frog170. Arnoldo

Mondadori pattuì con Cinelli che la consegna dei dattiloscritti dovesse avvenire in data 31 dicembre 1932171, ma la pubblicazione dell’opera di Poe non vedrà la luce prima del 1937, anno in cui fu pubblicato anche un secondo volume di Poe, tradotto sempre grazie alla collaborazione di Cinelli e Vittorini, Gordon Pym e altre storie172. Questi continui rinvii furono dovuti principalmente ai dubbi sorti all’editore milanese, il quale,

167«In tutti i suoi libri, Delfino Cinelli ci appare come un narratore dei sentimenti primi, degli istinti fondamentali, di uomini e donne mossi ad agire da una legge del sangue più forte di loro.» R. BERTONI, Delfino Cinelli: natura di uno scrittore, in «L’Eroica», XXXII, 1942, p.11-17.

168 Ne è un chiaro esempio il seguente romanzo scritto durante l'ultimo periodo di malattia del padre: D. CINELLI, Mio Padre, L'Eroica, Milano, 1932.

169 BORGESE G. A., Biblioteca Romantica diretta da Giuseppe Antonio Borgese, Mondadori, Milano 1930, p. 31.

170 Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 25 novembre 1932, ArchAmeAr, fasc. Cinelli. 171 Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 3 novembre 1932, ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

71 ispirandosi al successo ottenuto dalla pubblicazione dell’intera raccolta delle novelle di Poe (quarantaquattro novelle) nella versione francese curata da Baudelaire, edita da Gallimard, voleva emulare l’impresa dell’editore d’oltralpe. Difatti, Arnoldo Mondadori in una missiva al direttore della collana, Borgese, suggerisce di ampliare lo spettro delle traduzioni commissionate a Cinelli:

«È uscita recentemente una buona edizione francese173 che contiene tutto Poe e che ha avuto molto successo di vendite anche in Italia. Penso che bisognerebbe far sì che il Cinelli desse anche a noi un «tutto Poe» e non si limitasse alla traduzione di alcuni racconti, anche per dare un carattere di novità al nostro volume, che ne assicuri la vendita anche isolatamente.»174

L’operazione editoriale che Mondadori voleva portare a termine era particolarmente impegnativa e gravosa; si trattava di tradurre più di mille pagine. Cinelli cercò di dissuadere l’editore motivando la sua diffidenza mettendo in evidenza la complessità nel trasporre l’inglese di Poe in una lingua come l’italiano, mostrando, in diverse occasioni, la sua riluttanza a proseguire:

«Ma quello che occorrerebbe è anche un anno di vita a dir poco. E basti, è ingrata fatica. L’inglese di Poe è assai difficile a volgersi in italiano – un inglese rapido e nervoso in una lingua piuttosto compassata e classica di sua natura come è la nostra.»175

In un’altra missiva a Mondadori, dopo vari ripensamenti dell’editore, Cinelli sottolinea di essere sollevato di non dover confrontarsi con la trasposizione di tutte le novelle di Poe, descrivendo di vivere un vero e proprio incubo nel volgere al termine le traduzioni e soprattutto nel carteggio lamenta la difficoltà di far collimare la lingua di Poe con quella italiana; che mal si adatta alle peculiari caratteristiche dello scrittore di Boston:

«Leggo con grande sollievo che non pensa affatto ai volumi successivi di Poe. Mi toglie un gran peso di sul petto (non si direbbe di sullo stomaco)! In verità non saprei come serenamente guardare l’avvenire con la prospettiva di veder sbucare da ogni parte racconti di Poe da tradurre. […] Mi auguro e le auguro di non aver mai da provare fatica altrettanto dura e ingrata come quella di tradurre Poe in italiano – una lingua che fa ai cozzi col suo spirito –; comunque sono ormai a due

173 Con ragionevole certezza si tratta dell’edizione francese curata da Baudelaire, licenziata per la Pléiade nel 1932:

E. A. POE, Histoires, La Pléiade, Gallimard édition, Parigi, 1932.

174 Arnoldo Mondadori a Borgese, 1° luglio 1932, ArchAmeAr, fasc. Borgese. 175 Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 16 dicembre 1932. ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

72 terzi di questo incubo […]. Aggiungere a questa fatica sarebbe non solo crudele ma improvvido per i miei altri lavori che ho dovuto interrompere per dare il passo a Poe e che d’altra parte ho preso l’impegno di consegnare alla Nuova Antologia e a Pègaso nei mesi di gennaio e febbraio.»176

Cinelli suggerisce all’editore di attenersi agli accordi presi; di pubblicare un volume contenente solo i dieci racconti selezionati, e solo in caso di successo, avrebbe considerato di procedere con la traduzione dei restanti racconti177. Inoltre, Cinelli si trovò costretto a doversi dedicare esclusivamente alla traduzione dei racconti di Poe; trovandosi nella posizione scomoda di dover necessariamente trascurare il proprio lavoro di scrittore. Nonostante la resistenza dimostrata da Cinelli Arnoldo Mondadori non abbandonò il progetto di un “tutto Poe” proponendogli, dapprima di aumentare il compenso per le traduzioni e di allungare i tempi di consegna178. Inseguito Mondadori propose la collaborazione con un altro traduttore:

«Non potrebbe Ella farsi aiutare ad eseguire la traduzione e poi rivedere la parte non da Lei tradotta in modo da potervi apporre il Suo nome?»179

Si giunge, dopo diverse trattative, all’accordo; Cinelli accettò di collaborare e di affidare le traduzioni restanti ad un altro traduttore, a patto che quest’ultime fossero conformi a quelle già realizzate e fossero quantomeno aderenti allo spirito del testo originale, e, persuaso dall’editore, scrisse in risposta in una missiva:

«Perché non potrebbe ella confidare la traduzione a qualcuno di coloro che lavorano per le Sue traduzioni moderne? Da quello che ho visto ve ne sono che lavorano egregiamente e io non chiederei che di dare una riguardata al complesso del lavoro, da ultimo, per uniformarlo un poco col mio; la sola esigenza che avrei sarebbe quella di avere una traduzione veramente conforme al testo originale, e cioè senza prendersi libertà ingiustificate.»180

176 Delfino Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 22 dicembre 1932, ArchAmeAr, fasc. Cinelli. 177 Delfino Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 27 aprile 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

178 «Noi potremmo ulteriormente allargare [il compenso economico] ed anche fissare una data di consegna che fosse di Suo gradimento, […] ma a costo di finire proprio con l’opera del Poe, e quindi di darLe il massimo tempo possibile, io non vorrei rinunciare ad un progetto che mi sta tanto a cuore. Ci pensi dunque ancora e… non mi dica di no.» in Arnoldo Mondadori a Delfino Cinelli, 25 febbraio 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

179 Arnoldo Mondadori a Cinelli, 4 maggio 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

180 Delfino Cinelli ad Arnoldo Mondadori, s.d. ma probabilmente tra agosto e settembre 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli.

73 Mondadori voleva affiancare a Cinelli un traduttore con una conoscenza approfondita della lingua inglese. Cinelli avrebbe gradito, per affinità, la collaborazione di Aldo Sorani181, il quale però era già impegnato nella traduzione di David Copperfield di Charles Dickens, sempre per la collana «Romantica»; pertanto Mondadori propose il nome di Vittorini, giovane autore e traduttore che aveva già collaborato con la casa editrice occupandosi della traduzione di alcuni volumi della collana «Medusa»:

«Il giovane scrittore che Ella certo conoscerà di fama, e che ha già tradotto ottimamente per noi il “St. Mawr” di Lawrence.»182

Nel gennaio del 1934 Cinelli consegnò a Mondadori i dattiloscritti delle traduzioni pattuite con l’esclusiva aggiunta della novella Manoscritto trovato in una bottiglia. Vittorini tradusse il resto dei racconti, si occupò della revisione delle bozze e, in ultima istanza, scelse i titoli dei due volumi che vennero licenziati nel 1937.

Sull’esperienza del tradurre Poe, sulle difficoltà di volgere in italiano le varie sfumature lessicali e la complessità intrinseca relativa al panorama linguistico proposto da Poe nelle sue narrazioni Cinelli, in un breve commento, si soffermò sull’aggettivo inglese wild. Quest’ultimo, secondo l’analisi di Cinelli, sarebbe particolarmente ricorrente nella prosa dei racconti e dei romanzi brevi di Poe. L’aggettivo Wild esemplifica la complessità del processo di selezione e di scelta dell’equivalente in lingua italiana. Le sfumature di significato che individuò in diversi contesti pragmatici sono molteplici:

«Si potrebbe affermare senza tema di smentita che l’aggettivo che s’incontra più di frequente nei racconti di Poe sia wild. Wild, selvaggio, bizzarro, strano, fantastico, grottesco, pazzo; in quanti e quali diversi significati non viene da lui adoperata questa parola, quanti e quali sfumature dello straordinario non riesce a farla contenere.»183

181 Delfino Cinelli ad Arnoldo Mondadori, 21 maggio 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli. 182 Arnoldo Mondadori a Cinelli, 11 settembre 1933, ArchAmeAr, fasc. Cinelli. 183 E.A. POE, Gordon Arthur Pym e altre storie, op. cit., p. 583.

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Nel documento Giorgio Manganelli e la traduzione (pagine 73-78)