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3. ANALISI DEI TESTI

3.3 La raccolta Der Fund

3.3.2 Der Fund

Il racconto narra di Knut, “il poeta”, che, incapace di trovare ispirazione, cade in una sorta di stato depressivo e viene spinto dalla fidanzata Ruth ad accettare un lavoro presso l´ufficio oggetti smarriti. Ruth rende a Knut questa occasione appetibile, poiché riesce a convincerlo che dietro ad ogni oggetto rinvenuto si nasconde una storia e che così egli potrebbe ritrovare l´ispirazione per scrivere.

I personaggi principali di questo racconto sono il “poeta” Kunt Tell e la domestica Emma. Come più volte rilevato dalla critica e da Elias Canetti, la gamma dei personaggi di Veza Canetti è composta sempre dalle stesse figure che ciclicamente ricompaiono, a volte come personaggi principali, altre volte come figure secondarie, ma si tratta

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Ibidem.

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di un gruppo ristretto composto sempre dagli stessi personaggi. Così si esprime Elias Canetti in merito nella prefazione al romanzo Die gelbe Straße:

Veza erfuhr alles, was in der Straße vorging, durch die Leute, die um Hilfe zu ihr kamen. Sie wies niemanden ab, das war bekannt. Wenn sie sich eines Menschen einmal angenommen hatte, ließ sie nie mehr locker und war dann von den Leuten so erfüllt, daß sie über sie schreiben mußte333

E la stessa cosa accade per i personaggi delle sue opere.

Knut Tell è dunque la rappresentazione ironica del poeta, dello scrittore che vive distaccato dalla realtà, che usa (e abusa) la realtà per la sua creazione artistica, ma senza avere un reale interesse per il destino dei personaggi e soprattutto per il lettore. Si veda a tal proposito il commento di Painitz:

As ‘Der Dichter’, Tell bears the brunt of Canetti’s satiric wit. […] Utterly incapable of turning ideas into actions, Tell becomes a laughable character. […] Canetti’s bitter critism of writers who live only in their heads or in books, and who turn away from the reality of social conditions, is delivered here through the pseudo-poet Tell. Through him Canetti satirizes an aesthetic philosophy that avoids dealing with reality.334

Infatti dal modo in cui l´autrice rappresenta le varie figure di scrittori presenti nella sua opera, unitamente ad altri fattori, si possono desumere alcuni tratti della sua poetica. Veza Canetti non ha una concezione della scrittura come art pour l´art, l´arte non è fine a se stessa e non è solo forma estetica, deve invece perseguire dei fini etici, deve contribuire a cambiare in meglio la società e l´umanità che in essa vive. La scrittura nasce per lei da un sentimento d´amore per l´umanità, non è mera espressione della soggettività e del talento dell´artista, non è astratta o filosofica; è una scrittura fortemente

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Canetti: Veza, in: Die gelbe Straße, p.8.

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Painitz: An Austria Apart – Society and Subversion in the Work of Mela Hartwig,

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ancorata nella realtà, che in essa trova sostentamento e finalità, come scrive Eva Meidl:

Esotären Elitismus, eine Berufskrankheit von Künstlern, prangert Veza Canetti mit ihrer Figur Knut Tell an. Für sie ist die Arbeit als Schriftsteller gleichbedeutend mit sozialem Engagement.335

Per tornare all´analisi del racconto: anche qui il grottesco gioca un ruolo fondamentale. Il tono di questo racconto è leggero, ironico, l´intera situazione e i suoi personaggi hanno accenti comici e Knut stesso viene rappresentato come una caricatura, privo di qualsiasi spessore psicologico e maturità, come si può vedere dal fatto che si comporta e viene anche trattato da Ruth come un bambino che fa i capricci:

Darüber wurde Knut Tells kurze Nase schrecklich zornig und den Schopf bohrte er in die Luft, daß er durchs ganze Zimmer fegte. „Das tu ich nicht!“ schrie er trotzig seine Freundin Ruth an.336

Gli elementi del grottesco di questa forma di rappresentazione si possono ritrovare nella riduzione di Knut al suo naso, e il naso sembra vivere di vita propria, appunto come se a essere arrabbiato non fosse Knut come persona nella sua totalità, ma solo il suo naso. Ulteriore elemento caratterizzante il grottesco è la chioma, il suo ciuffo che attraverso i verbi bohren e fegen, viene associato al mondo degli oggetti, dato che solitamente una chioma di capelli né può scavare, perforare, trapanare o spazzare come una scopa. Il grottesco dunque qui si manifesta anche nell´accostamento tra mondo organico e anorganico.

Altri esempi si possono trovare nei seguenti passaggi:

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Meidl: Veza Canettis Sozialkritik in der revolutionären Nachkriegszeit,

sozialkritische, feministische und postkoloniale Aspekte in ihrem Werk; im Anhang: drei wiedergefundene Kurzgeschichten von Veza Canetti.

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Das erste, was eingeliefert wurde war ein altmodisches Mieder. Dann kamen nacheinander vier Regenschirme, dann kamen Herrengaloschen, dann brachte der Diener eine Aktentasche mit einem Schwimmanzug drin und dann brachte er einen Igel.337

Con questa enumerazione, i cui elementi sono tutti introdotti dalla stessa forma sintattica con la ripetizione, ridondante, della particella dann, quindi sintatticamente tutte sullo stesso piano, si può notare da un lato l´elemento comico della ventiquattrore con dentro un costume da bagno e della assoluta varietà di oggetti che vengono ritrovati, che non hanno nulla in comune l´uno con l´altro, dall´altro l´elemento grottesco a sorpresa che contrasta fortemente con l´elenco che è il ritrovamento del riccio alla fine. Ancora una volta elementi organici e anorganici vengono messi insieme. Lo stesso meccanismo si trova anche qui: “Mit dem Igel hätte sich Knut vielleicht gefreut, aber in seiner Hoffnungslosigkeit hielt er ihn für eine Kopfbürste und beachtete ihn nicht.ˮ338

Knut nella sua totale disperazione, e qui si può vedere come il narratore faccia ricorso ad un´ironia pungente per descrivere lo stato d´animo di Knut, che non ha assolutamente nessun motivo per sentirsi ‘disperato’, scambia il riccio con una spazzola e non se ne cura. L´elemento comico e grottesco qui è molto forte, sia per l´accostamento del riccio, che è un animale vivo, con la spazzola che invece è un oggetto inanimato, ma è la somiglianza visiva tra il riccio e la spazzola a suscitare l´ilarità, e a diventare dunque espressione della stupidità e dell´ingenuità infantile di Knut.

La figura di Emma invece rappresenta la tipica ragazza ingenua che si innamora di un medico presso il quale è in cura, che abusa di lei e poi la abbandona.

Un elemento tipico nella descrizione dei personaggi è la spersonalizzazione delle figure narrative; infatti di rado sono tratteggiate come individui, provvisti di un proprio, unico e irripetibile profilo psicologico, ma vengono ridotti a tipi. Nel delineare le figure

337Ivi, pp.79-80.

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della sua prosa, l´autrice rinuncia spesso all´approfondimento psicologico, proprio al fine di evitare un´identificazione del lettore con i personaggi.

Il grottesco si manifesta in questo racconto anche a un livello più profondo e rilevante ai fini interpretativi, e cioè nella costruzione, nella struttura della narrazione. Si crea infatti un parallelo tra la storia del topo che viene rinvenuto presso l´ufficio oggetti smarriti che Kunt chiude in una gabbia, ma che poi scappa e viene mangiato dal riccio, e la ragazza Emma che viene sedotta e abbandonata dal medico. A un certo punto, infatti, i colleghi di Knut per prenderlo in giro catturano un topo e glielo portano. Knut entusiasta di questo ritrovamento prende il topo e lo rinchiude in una gabbia: “Er suchte lange nach einem geeigneten Plätzchen, fand einen Papagaienkäfig und sperrte die Maus liebevoll ein.”339

Anche qui si può vedere che Knut si comporta come un bambino, in modo inconsapevolmente crudele. Più avanti nel racconto viene poi menzionato che questo topo scappa dalla sua gabbia e viene mangiato dal riccio: “Knut Tell las den Brief immer wieder, die Maus war indessen aus dem Käfig geschlüpft, der Igel hatte sie indessen schon gegessen, Knut merkte nichts.ˮ340

Più avanti si introduce la figura della ragazza Emma. Viene ritrovata una borsetta da donna e Knut vi trova dentro tra le altre cose anche una lettera scritta, come si scoprirà, da Emma al medico che l´aveva sedotta e abbandonata. Quando Emma, respinta dal medico, non comprendendone la reazione, lo va a cercare nella sua abitazione, egli, impegnato in una relazione con un´altra donna, fa finta di non conoscerla e vuole mandarla via.

L´elemento grottesco si può riconoscere a vari livelli. Da un lato la forma, lo stile leggero, ironico e a tratti comico che viene adottato, contrasta fortemente con la tragicità degli avvenimenti. Inoltre vi è il

339Ibidem.

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parallelo che viene fatto tra la storia del topo e del riccio e la storia di Emma e il medico, e infine con Knut. A tal proposito è interessante l´accostamento che si crea tra la sfera del regno animale e quello degli esseri umani, una modalità di rappresentazione molto frequente nella prosa di Veza Canetti.

Naturalmente Knut segue la sua pista e avido di esperienze altrui va da Emma e si fa raccontare la sua storia. Il ritrovamento del topolino e il fatto che venga messo in gabbia funge da anticipazione e metafora di ciò che accade a Emma: il topo, come animale essenzialmente innocuo, rappresenta Emma: anche lei infatti viene “catturata” sia dal medico che da Knut. Sebbene ciò accada in modo garbato, con gentilezza, dato che il medico non le faceva nemmeno pagare le sedute di radioterapia alle quali doveva sottoporsi. Così come accade al topo, per proseguire con il parallelo, anche Emma verrà “divorata” dal medico, che abuserà di lei come donna per poi respingerla, e da Knut, che abuserà della sua storia.

Il topo, che rappresenta uno degli animali innocui per eccellenza, diviene metafora di Emma, che nel racconto riveste il ruolo della vittima innocente. Come accade però spesso per le figure di “vittime” nell´opera di Veza Canetti, esse non sono mai del tutto esenti da colpa; per esempio di Emma viene criticata l´ingenuità. Quindi anche nei personaggi che rivestono il ruolo delle vittime è riscontrabile una certa quantità di responsabilità, che contribuisce alla mancata realizzazione del loro destino. Veza Canetti riesce in questo modo a sfuggire al metodo di rappresentazione semplicistico che divide il mondo in buoni e cattivi, in vittime e carnefici. Sembra appropriato aggiungere a tal proposito che una narrazione che divide il mondo rappresentato tra “buoni” e “cattivi”, come nella fiaba, tende a offrire al lettore la possibilità di identificarsi con gli avvenimenti e le costellazioni di personaggi rappresentati, mentre una narrazione che mette in discussione tale schema porta il lettore a porsi in maniera critica nei confronti delle azioni dei personaggi. Anche se all´interno della dinamica narrativa rivestono il ruolo delle vittime, dei

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perseguitati, degli sfortunati, dei poveri, degli emarginati, l´autrice non è pronta a giustificarli.

A differenza di quanto avviene per Käthi nel racconto Die Große, in cui la narrazione è incentrata sull´evoluzione di Käthi e della sua presa di coscienza di appartenere a un ceto sociale basso ed essere per questo irrimediabilmente “diversaˮ dagli altri, nei personaggi di questo racconto non avviene nessun tipo di evoluzione. Emma, nonostante tutto, continua a difendere il medico:

Nein, bitte, tun Sie ihm nichts, er ist immer gut zu mir gewesen und war immer höflich im Spital, obwohl ich nicht gezahlt habe, er hat sich nur vor ihr gefürchtet, sie hat so böse Augen, wenn er nur sehen könnte, wie böse sie ist, er wird sie heiraten und unglücklich werden.341

Knut d´altra parte non ha nessuna cognizione del suo agire, non è consapevole del fatto che sta in realtà abusando di lei e della sua storia, e che di lei come persona non interessa nulla. Anzi, addirittura, e qui emerge di nuovo il lato comico e paradossale, egli la ringrazia:

„Ich danke Ihnen“, sagte Knut Tell und ergriff schüchtern ihre Hand. Er schüttelte sie heftig, wollte noch etwas sagen, sah das schöne Mädchen verlegen stehen, und lief wie ein Dieb davon, denn den Zettel hatte er in der Faust versteckt.342

Non solo Knut si fa raccontare la storia, ma le ruba anche materialmente la lettera che aveva scritto.

L´abisso della non-coscienza di sé dei personaggi e di quello che loro accade resta irrisolto. È un elemento caratteristico del grottesco che esso sollevi delle questioni, metta in discussione la realtà, senza però dare né risposte né soluzioni univoche.

Si può constatare come sia molto frequente in Veza Canetti la propensione per scelte lessicali in relazione all´area semantica della sfera animale. Questo aspetto è riconducibile al largo uso che l´autrice fa del grottesco e allo stesso tempo fornisce indicazioni riguardo alla

341Ivi, p. 84.

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Weltanschauung dell´autrice. Da un lato infatti impiega le sue strategie narrative in difesa della dignità umana, soprattutto in relazione ai ceti più bassi e marginali della società, dall´altro però fa emergere una sostanziale sfiducia nella razionalità e bontà umana. Questo elemento diverrà tanto più importante nel romanzo Die Schildkröten, in cui Canetti elabora la difficile esperienza autobiografica della persecuzione degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti e la costrizione all´esilio. L´opera di Veza Canetti è pervasa da un sostanziale pessimismo nei confronti delle capacità degli esseri umani di costruire una società sana e costruttiva, e il grottesco come elemento base, presente in misura maggiore o minore in quasi tutta la sua opera, ne è diretta espressione formale.