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Grottesco e ironia a confronto

2. RIFLESSIONI TEORICHE

2.3 Grottesco e ironia a confronto

In questo paragarafo si intende analizzare il rapporto tra il grottesco e l´ironia.

Un elemento che spesso si ritiene ironia e grottesco abbiano in comune è, per usare i termini di Muecke, la “confrontation or juxtapostition of incompatibles”200, secondo questa teoria sia l´ironia che il grottesco si basano sulla compresenza di elementi contrastanti tra loro, dove le differenze sono da ricercare nelle peculiarità e finalità di tali mezzi espressivi. Ci sono però anche studiosi, tra i quali Linda Hutcheon che, in riferimento all´ironia, non la intendono come un insieme di elementi in contrasto tra loro, ma piuttosto come un insieme di elementi diversi tra loro che venendo a contatto creano un terzo significato che è quello propriamente ironico: “[...] [t]his either/or theory does not account for the inclusive and simultaneous nature of ironic meaning as that third semantic note [...]ˮ201.

L´ironia ha un forte potere demistificatorio e in tal senso può andare a minare l´efficacia dell´effetto che il grottesco può avere sul lettore, anche perché interviene con commenti e toglie in questo modo quel ʻpotereʼ destabilizzante da un punto di vista emotivo che invece è la forza del grottesco. Partendo dal presupposto che entrambe le categorie estetiche del grottesco e dell´ironia destabilizzano il lettore perché ambivalenti, anzi polivalenti202, ambigue e stranianti, esse sono però anche in contrapposizione tra loro. Vorrei a tal proposito appoggiarmi allo studio sull´ironia di D.C. Muecke The Compass of Irony, menzionato sopra: egli mette infatti in evidenza l´aspetto che grottesco e ironia hanno in comune, ma soprattutto la loro differenza basilare:

The same is true of the grotesque [Muecke si riferisce al fatto che ironia e grottesco operano entrambi su due livelli, che

200

Muecke: The Compass of Irony, p. 42.

201

Hutcheon: Irony´s Edge-The Theoriy and Politics of Irony, p. 61.

202Come mettono in evidenza gli studi sull´ironia nell´epoca del postmodernismo da Derrida in poi: cfr. Colebrook: Irony.

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coesistono, ma che allo stesso tempo sono inconciliabili, Y.F.]; but whereas it is part of the definition of the grotesque that the terms of the opposition – the organic and the inorganic, the ridiculous and the frightening, the meaningful and the meaningless, the beautiful and the hideous, the orderly and the violent – remain disturbingly irrelatable, in irony the tension, if not relieved by the recognition that one of the ‘realities’ is only an appearance, is at least transcended by an ironic acceptance of contradiction as normal.203

Muecke è dunque del parere che, mentre l´ironia è leggerezza e ‘toglie peso’ alle situazioni e agli enunciati ai quali viene applicata, il grottesco è per così dire ‘pesante’, perché invece che alleggerire, lascia un vuoto, ciò viene esemplificato da Muecke in relazione al riso scaturito dall´ironia:

[...] the laughter that tends to arise at the spectacle of insignificance, wretchedness, vanity, stupidity, or littleness is fundamentally the laughter of freedom of enslavement.204

Il riso provocato dall´ironia è secondo Muecke di natura diversa da quello del grottesco. Si tratta infatti di un riso liberatorio, mentre invece il riso grottesco, come menzionato nei paragrafi ad esso dedicati, è un riso più complesso, difficile. Se si esclude dunque la visione del carnevale grottesco di Bachtin, l´unico ad essere liberatorio, poiché permette di invertire le gerarchie all´interno di una società, per usare le parole di Muecke, a ʽideologia chiusaʼ205, in tutti gli altri casi il riso grottesco rimane di natura ambigua, sospeso tra il tragico e il comico.

Sempre secondo Muecke il grottesco fa appello alle emozioni, mentre l´ironia gioca con l´intelletto206, con l´abilità razionale e intellettuale del lettore nel saper cogliere e sciogliere l´enigma ironico, che spesso si risolve in un abile gioco di parole: “One might add that the grotesque is usually, perhaps essentially, more emotional and irony

203Muecke: The Compass of Irony, p. 29. 204

Ivi, p. 227.

205

Ivi, p. 125. 206

Ivi, p. 6: “And yet one must also say of irony that it is an art closely related to wit; it is intellectual rather than musical, nearer to the mind than to the senses, reflective and self-conscious rather than lyrical and self-absorbed.”.

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usually, perhaps essentially, more intellectual.”207. Teorie di questo tipo portano a pensare che il grottesco si riferisca perlopiù a strutture profonde, istintuali ed emozionali della psiche, mentre l´ironia, pur essendo anch´essa ambigua, è spesso risolvibile con la prontezza di spirito, con l´intelligenza e la razionalità.

Vi sono però studiosi come Linda Hutcheon per i quali non necessariamente l´ironia si limita a coinvolgere la sfera intelletuale dell´essere umano, risparmiando quella emotiva, così infatti si esprime Hutcheon:

In other words, this study argues that there is an affective

ʻchargeʼ to irony that cannot be ignored and that cannot be

separated from its politics of use if it is to account for the range of emotional response [...]. Sometimes irony can indeed be interpreted as a withdrawal of affect; sometimes, however, there is a deliberate engaging of emotion.208

Al di là delle numerose differenze che si possono riscontrare tra grottesco e ironia, va ricordato però anche un altro elemento che essi hanno in comune, in particolare per quanto riguarda l´uso che ne fa Veza Canetti. Esso consiste nel loro valore di critica sociale, presente in entrambe le modalità espressive, dato dal loro potere straniante, che porta a gettare una nuova luce, uno sguardo diverso sulla realtà e a considerarla da un nuovo punto di vista, per metterla in discussione. Tutte le teorie prese in considerazione in questo studio sull´ironia sono d´accordo nel sottolinearne proprio il carattere destabilizzante, demistificatorio e straniante209. Grottesco e ironia si trovano dunque ad operare in funzione di scopi comuni, anche se con modalità a volte profondamente diverse.

Non va dimenticato che anche l´ironia con il suo operare tramite ellissi e doppi sensi risulta a sua volta enigmatica e non sempre è riconducibile alla sfera razionale e spesso, proprio per il suo carattere

207

Ivi, p. 29.

208

Hutcheon: Irony´s Edge-The Theoriy and Politics of Irony, p. 15.

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aperto e polivalente, può avere effetti destabilizzanti allo stesso modo del grottesco.

Un´ulteriore differenza è che mentre il grottesco mette il lettore a diretto confronto con la mostruosità del reale, con le sue figure al limite tra umano e disumano, animale o oggetto che sia, diventando dunque mezzo generatore di angoscia, stupore e suscitando a volte anche quel riso ‘colpevole’, di cui si è già parlato, l´ironia invece opera in modo più sottile, meno diretto. Il suo effetto destabilizzante, non solo non provoca angoscia, ma dove l´angoscia si crea, l´ironia la smorza, la fa svanire. L´ironia, pur destabilizzando, allo stesso tempo fa sorridere.

In maniera ancora più radicale, il grottesco non nega né afferma nulla, si caratterizza per il fatto di lasciare in sospeso, non dare spiegazioni ed evade da qualsiasi forma di razionalizzazione. Il grottesco ancor più dell´ironia, che facendo leva sulle capacità intellettuali dell´essere umano è riconoscibile e interpretabile, anche se, come appunto dimostrano gli studi approfonditi menzionati a riguardo, non sempre in maniera univoca, lascia aperta ogni interpretazione e in questo modo le nega e le afferma tutte allo stesso modo.

La difficoltà principale di uno studio che si prefigge di analizzare l´elemento grottesco e ironico presente in un´opera o definire se un´opera è grottesca e ironica o meno è la soggettività della percezione del lettore stesso a riguardo. A tal proposito si esprime anche Sinic, riguardo al grottesco:

Es muß hier zunächst gesagt werden, daß die Auswahl der Beispiele meinem Erwartungshorizont entspricht. Ich habe zwar versucht, so objektiv wie möglich vorzugehen, es kann aber nicht ausgeschlossen werden, daß gewisse Dinge mein Orientierungssystem nicht berühren, die das eines anderen Lesers sehr wohl ins Schwanken bringen und umgekehrt. Wie zu sehen war, ist das Groteske eben insofern ein subjektiv empfundenes Phänomen, als es Vorstellungen und Erwartungen enttäuscht. Man kann in bestimmten Bereichen von einer allgemeinen Norm oder Vorstellung sprechen, doch wie tief diese im Orientierungssystem des einzelnen Lesers verankert

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ist, bleibt eben von der individuellen Sensibilität des Lesers abhängig.210

E Muecke riguardo all´ironia:

[…] in ordinary discourse […] we talk of irony , as we do of beauty, as if it were an objective quality or phenomenon, and generally we may rely upon having enough in common, a sufficient intersubjectivity, to be able to talk meaningfully of heavy or subtle, tragic or comic, bitter or playful or striking irony. While irony and beauty resemble one another in that both need to be subjectively vouched for, they bear to one another a closer relationship than resemblence.211

Muecke sottolinea come nel parlare di ironia si debba tener conto dell´aspetto formale, ma anche di quello estetico e soggettivo.

Partendo dunque dal presupposto che per avere validità scientifica ci si basa sempre su studi teorici, in questo caso riferiti all´ironia e al grottesco, sul piano interpretativo gioca in ogni caso un ruolo importante la soggettività del lettore e la sua percezione.

Da un punto di vista storico è necessario riprendere il discorso riguardo a ciò che Muecke definisce epoche storiche caratterizzate da una ideologia chiusa e quella definite da un´ideologia aperta. Grottesco e ironia sono per la loro natura ambigua e ambivalente tipiche delle epoche storiche e delle società a ideologia aperta:

What is to be understood here by a ‘closed ideology’ is a way of thinking governed by the (Christian) concept of a world that is […] temporally and spatially limited, […] hierarchically and statically ordered […] change being either cyclic […] and therefore not really change, or deplored as aberration or degeneration. […] In an ‘open ideology’ all this changes.212

Concludendo si può dunque affermare che nonostante grottesco e ironia appaiano come categorie estetiche molto diverse e presentino

210Sinic: Die sozialkritische Funktion des Grotesken, p.147.

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Muecke: The Compass of Irony, pp. 14-15, e anche a pp. 28-29: “Since in this section I am speaking only of the formal characteristics of irony, I cannot dwell upon what is none the less of the highest importance – the observer´s sense of intellectual and emotional, or quasi-emotional, shock at the incongruity or disparity between the two levels of irony.”.

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indubbiamente molte diversità tra loro, esse hanno anche degli elementi in comune, non solo per quanto riguarda i loro scopi, ma anche per altri motivi. A tal proposito si può considerare per esempio il loro carattere ‘doppio’, ambivalente e ambiguo.