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3. ANALISI DEI TESTI

3.3 La raccolta Der Fund

3.3.5 Hellseher

Il racconto Hellseher narra del protagonista che viene invitato dalla sua amica Minna a una seduta spiritica.

Il racconto inizia con il narratore che individua con orrore nel salotto della sua amica Minna due mani mozzate ritenendole vere mani umane, che immediatamente dopo si rivelano essere fatte di cera. Quando egli viene introdotto nella stanza attigua dove sono presenti anche gli altri ospiti, in un primo momento le loro figure immobili e

404GbR+F, p. 139.

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Krynicka, Ewa, “Das Schöne gefällt im Augenblick. Das Seltsame fesselt.ˮ Die

Poetik der Hässlichkeit am Beispiel ausgewählter Frauenbilder von Veza Canetti,

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mute fanno pensare al protagonista che anch´esse siano di cera. Si nota qui di nuovo il costante gioco di Veza Canetti che passa senza soluzione di continuità dal descrivere oggetti animati come inanimati e viceversa mettendo in ridicolo sia le figure che le paure del protagonista.

Il protagonista viene da subito trattato dall´alto verso il basso dagli altri partecipanti e dal chiaroveggente stesso che fanno parte del ʻClubʼ. Ciò viene reso esplicito da espressioni come:

Ich kann ruhig sagen: „Ich begrüßte.“ Die Initiative ging von mir aus. Ich wurde nur kalt angeblickt. Endlich hatte ich den Gletscher hinter mir und stand vor Antonia.406

Oppure in riferimento al modo in cui il chiaroveggente saluta il protagonista: “Er begrüßte übrigens alle herablassend, mich mit Verachtung.ˮ407

Un aspetto riconducibile all´ironia si può trovare nell´uso dell´esagerazione, per esempio quando il narratore parla con Antonia:

„Warum ist Minna so aufgeregt?“ flüsterte ich ihr zu und setzte mich zu ihr aufs Sofa.

„Weil der Hellseher kommt.“ „Ist er aufregend?“

„Schrecklich!“

„Sind Sie auch aufgeregt?“ „Unbeschreiblich!“

„Kann er wahrsagen?“

„Hellsehen!“ korrigierte Antonia.408

Oltre all´esagerazione, da notare anche la differenza che Antonia fa tra wahrsagen e hellsehen, due termini che sono quasi sinonimi. Quello che viene preso di mira qui è la creduloneria dei personaggi, che commettono l´errore di prendere sul serio quello che in realtà si rivela essere un truffatore. Come si è già potuto constatare in alcuni racconti di Canetti e come si vedrà nel proseguimento dell´analisi dei suoi testi, si può vedere come anche qui come l´ironia venga usata come 406 GbR+F, p. 92. 407 Ivi, p. 93. 408 Ivi, p. 92.

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strumento di critica sociale, come metodo per smascherare la doppiezza e l´ipocrisia di certi personaggi.

Il lettore viene informato della progressiva presa di coscienza del protagonista-narratore attraverso la riproduzione dei suoi pensieri ed è come se parlandocon se stesso instaurasse in realtà un dialogo privato con il pubblico. Questa si può vedere come ironia nel senso di una rottura della finzione letteraria. Come si può leggere in Die Ironie –

Kulturgeschichte und Textgestalt409 di Marika Müller la rottura della

finzione letteraria, la Parabase, è una delle caratteristiche tipiche dell´ironia:

„Sie haben es im Kopf!“ stieß er hervor. „Im Kopf! Es ist schmerzhaft. Ein Geschwür!“ rief er.

Ich griff nach meinem Kopf. Ich erstickte vor Angst. Ich litt tatsächlich an Kopfschmerzen. Besonders in letzter Zeit. Ich hatte also ein Geschwür im Kopf! Einen Tumor. Wahrscheinlich war mein Vater Syphilitiker. Und ich hab es nicht gewußt. Das bedeutet das Ende. Ich bin fertig und erledigt. Operieren lass´ ich mich nicht! Nicht im Kopf. Daß man dann mein Gehirn verschiebt. Weiß der Teufel, was dann aus mir wird! Ich will bleiben was ich bin.410

In questo senso tutti i pensieri del protagonista, il suo argomentare con se stesso per confutare le previsioni del chiaroveggente, non avendo un diretto destinatario all´interno del racconto, si possono leggere come messaggi rivolti direttamente al lettore.

Nel commento seguente invece siamo nel caso di ciò che Müller definisce Anspielungsironie, si effettua infatti un riferimento extratestuale: la creazione del mondo dipinta da Michelangelo sulla volta della Capella Sistina. L´effetto ironico scaturisce dalla discrepanza tra la monumentalità e la serietà del dio creatore del mondo e l´atteggiamento del chiaroveggente-truffatore:

Der Hellseher hatte sich gesetzt. Aber schon hob er wieder diese unheimlich weiße Hand, schmachtend und drohend zugleich, für mich drohend, denn die anderen blickten auf seine Hand, als

409Müller: Die Ironie – Kulturgeschichte und Textgestalt.

410

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wär er der Gottvater von Michelangelo und erschüfe die Welt.411

Questo è un tipo di ironia che viene chiamata Anspielungsironie perché presuppone delle conoscenze nel lettore che vanno al di là del testo stesso.

Il protagonista affronta le previsioni del protagonista con la razionalità e ne mette in tal modo in evidenza l´inconsistenza:

„Sie sind tierliebend?“

Natürlich, dachte ich. Ich bin tierliebend. Wie gern ich nur die Schafe habe, auch Kühe seh ich gern auf der Alpe. Ein weißer Hase kann mich entzücken. Hunde? Hunde hab ich eigentlich nicht gern. Tauben verabscheue ich. Eine Katze, die mir zulief, brachte ich sofort dem Tierschutzverein, damit ich keine Plackerei habe. Gar so tierliebend schein ich nicht zu sein. Ich atmete erleichtert auf.412

Lo sguardo del narratore è uno sguardo ironico che parte da una descrizione quasi bucolica di un paesaggio abitato da pecorelle, mucche e conigli per contrapporla ad animali più quotidiani e meno “nobili” come il gatto, i cani o i piccioni, è proprio da questo contrasto che scaturisce l´effetto ironico.

Un aspetto stilistico dell´ironia, rilevato anche da Müller, è l´accostamento di termini appartenenti a registri diversi tra loro, ne è un esempio l´espressione “[...] opulente Jause [...]ˮ413, dove i termini ʻmerendaʼ e ʻopulentaʼ sono da attribuire il primo a un registro medio-basso, mentre il secondo a uno alto. Anche il verbo sich laben fa parte di un registro alto ed è qui usato in senso ironico poiché è in contrasto con l´immagine del chiaroveggente che non sembra ʻristorarsiʼ ma piuttosto rimpinzarsi del cibo che gli viene offerto, sottolineato anche dal commento del narratore: “Ich staunte, was er verschlingen konnte.ˮ414 411Ivi, p. 94. 412 Ibidem. 413Ivi, p. 95. 414Ibidem.

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Come rilevato da Müller, le virgolette sono un indicatore che siamo in presenza di ironia415. Nel testo ciò avviene quando il narratore commenta in riferimento alla vecchia signora dura d´orecchi: “Sie hörte kein Wort von dem, was der Hellseher sprach, aber sie ʻfühlteʼ seine Worte.ˮ416. Qui allo stesso tempo il termine fühlen viene messo tra virgolette per evidenziarne l´immaterialità, il senso lato dell´espressione, ma si può intuire anche un´intenzione ironica da parte dell´autrice, che ne vuole mettere in evidenza l´insensatezza.