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Il deterioramento del potere d’acquisto

3. La Tunisia dopo il 14 Gennaio 2011

3.3 Al Ḥarakah Al-Nahḍah nei fatti: le politiche socio economiche

3.3.2 Il deterioramento del potere d’acquisto

Dopo la disoccupazione, il deterioramento del potere d’acquisto è una delle maggiori preoccupazioni del governo tunisino. La problematica nasce da una inflazione galoppante, che ha avuto inizio fin dai primi giorni delle rivolte. I prezzi dei prodotti di base, come la verdura e la carne, sono aumentati in maniera allarmante durante i primi mesi del 2011. Una conseguenza naturale, in un contesto in cui l’aumento della domanda incontra un’offerta limitata dei prodotti241. Secondo l’INS i prezzi in Tunisia sono aumentati del 5,1% a Gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente242.

Tunisie Sondage, ha condotto un’inchiesta, nel Marzo scorso, finalizzata a registrare il

potere d’acquisto dei tunisini. I risultati rivelano che il 78% degli intervistati percepisce una diminuzione di quest’ultimo durante gli ultimi dodici mesi, mentre il 66% si aspetta un’ulteriore diminuzione nel corso dell’anno prossimo243. Inoltre le spese che principalmente preoccupano la popolazione in questi mesi sono relative all’alimentazione, alle bollette dell’energia, ai trasporti e al carburante244. In generale quindi, la percezione di un peggioramento del potere d’acquisto dei tunisini non è cambiata nel corso degli ultimi due anni, dal momento che le promesse del governo non sembrano risolvere la situazione245. Lo stanziamento di un comitato incaricato del controllo dei prezzi sembra non aver cambiato le cose246.

240 K. Mejri, Le rôle déterminant du secteur privé, op. cit.

241 H. Trabelsi, Iḥtiǧāǧ al-tūnisiyyn ‘alā ġalāˈ al-ma‘yša , in « Magharebia » 28 Febbraio 2012, http://magharebia.com/ar/articles/awi/features/2012/02/28/feature-02?change_locale=true. 242 Ibidem.

243 Résultats du sondage:78% des tunisiens estiment que leur pouvoir d’achat a diminué et 64% ont déjà été à découvert, in « Tunisie Sondage », Marzo 2013, http://www.tunisie-sondages.com/resultats-du- sondage-78-des-tunisiens-estiment-que-leur-pouvoir-dachat-a-diminue-et-64-ont-deja-ete-a-

decouvert/. 244

Ibidem. 245

B. Y., Réduction du pouvoir d'achat du tunisien, l'endettement est en hausse de 5.3 %, in « Tuniscope », 3 Maggio 2012,

http://www.tuniscope.com/index.php/article/12993/actualites/tunisie/pachat-5-3- 253311#.Ukp1yoZSgig.

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Inoltre certe categorie che traggono profitto da tale disagio non hanno interesse a risolvere il problema. In particolare i venditori all’ingrosso speculano sul prosciugamento del mercato di frutta e verdura, per far schizzare in alto i prezzi, e i crediti a consumo concessi dalle banche per un certo tipo di attività, stimolano la domanda sul mercato dei beni ad uso familiare247. Tale situazione ha quindi aperto la strada agli speculatori, così come a numerose pratiche immorali. E le conseguenze vengono pagate letteralmente dalle tasche delle famiglie, fenomeno che provoca altresì una caduta verso il basso della condizione della classe media e l’amplificazione della già esasperata classe povera, che non vede margini di miglioramento della propria condizione.

Il Ministero del Commercio dovrebbe adottare un efficace piano d’azione che nomini un comitato in grado di pilotare i prezzi dei prodotti, controllando tutte le fasi del commercio, soprattutto quella della vendita all’ingrosso e attivando misure punitive contro chi non rispetta i diritti del consumatore.

3.3.3 “Niente turismo senza sicurezza”

Il turismo tunisino ha conosciuto grossi momenti di difficoltà in seguito alle rivolte, a causa di inevitabili problemi di sicurezza da esse derivanti. Il settore ha rappresentato il 7% del PIL del paese e dopo le rivolte la sua attività ha registrato un calo del 30%248. Tentando un nuovo decollo, sta riscontrando a tratti delle difficoltà dovute a disordini risultati sia dai movimenti di protesta e sit-in che continuano a riempire le strade del paese dando un senso di instabilità all’estero, sia soprattutto a problemi di sicurezza legati alle azioni di violenza condotte dall’estremismo salafita.

Durante i primi mesi del 2012 era stato registrato un miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un numero di turisti in aumento del 46% tra Gennaio e Marzo249. Il governo da parte sua ha lanciato a metà Gennaio una campagna di promozione intitolata “Riscoprite la Tunisia”, al fine di promuovere i prodotti turistici del paese e cercare nuovi mercati, facendo uso delle nuove tecnologie di

247 M. Chawki Abid, Problématique de l’écrasement du pouvoir d’achat en Tunisie, in « Espacemanager », 26 Aprile 2012, http://www.espacemanager.com/macro/problematique-de-l-ecrasement-du-pouvoir-d- achat-en-tunisie.html.

248

RFI, En Tunisie, les professionnels du tourisme réclament la sécurité pour leur survie, in « RFI », 17 Giugno 2012, http://www.rfi.fr/afrique/20120616-professionnels-tourisme-reclament-securite-leur- survie.

249 M. Ghanmi, Bawādīr taḥassun qiṭā‘i as-siyāḥa fī tūnis, in « Magharebia », 27 Marzo 2012, http://magharebia.com/ar/articles/awi/features/2012/03/27/feature-04?change_locale=true.

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comunicazione e i più recenti social network, per aprire le città tunisine alle linee aeree internazionali250. Come risposta, l’Europa ha mostrato il suo appoggio nel sostenere il settore turistico tunisino, incoraggiando i propri cittadini a visitare i siti turistici del paese. Il ministero del turismo ha annunciato che è stato registrato un aumento del 32% del numero dei turisti rispetto al mese di Settembre del 2011, ma una diminuzione del 15% rispetto al 2010, preso come anno di riferimento251.

Tuttavia ogni sforzo diventa vano se lo stato di sicurezza nel paese tende facilmente a venire meno. L’attacco all’ambasciata statunitense dello scorso Settembre e i successivi omicidi dei politici Šukrī Belaʿīd e Muḥamad Brāhmi, hanno fatto crollare il paese in una nuova crisi politica, che rende difficile ridargli credibilità agli occhi dei turisti stranieri. Il personale turistico preoccupato dell’impatto degli episodi di violenza salafita e dei conseguenti copri-fuoco notturni, hanno protestato per le strade sotto lo slogan “Niente turismo senza sicurezza252”, per ricordare quanto importante sia salvaguardare il loro settore, che dà lavoro a circa 400.000 persone, richiedendo una risposta concreta da parte delle autorità. La Federazione Tunisina delle Agenzie di Viaggio (FTAV) ha organizzato all’inizio di questa estate l’evento festivo “Tunis Barcha” volto a dimostrare ai turisti che la Tunisia continua ad essere moderna, tollerante e aperta, contro l’immagine distorta del paese veicolata dai media stranieri, secondo le accuse del presidente della FTAV253.