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3. La Tunisia dopo il 14 Gennaio 2011

3.2 Elezioni dell’Assemblea Costituente e il ruolo di Al-Nahḍah

3.2.3 Il successo di Al-Nahḍah

Il partito della Rinascita, Ḥizb Al-Nahḍah è tornato ad essere un movimento legale dopo le rivolte di Gennaio, quando Al-Ġannūšī e il suo partito hanno avuto il permesso di ritornare in patria in seguito all’amnistia concessa dal governo di transizione a tutti i detenuti accusati di reati di opinione.

Esprimendosi più volte a favore della separazione dei poteri, della democrazia, dell’economia di mercato, dei diritti delle donne, i leader del partito aspiravano a ricreare l’AKP turco di Erdoğan, cercando di trovare il giusto compromesso tra politica

209 H. Trabelsi, Al- ˈi‘lān ‘an al-ḥukūma al-ǧadīda fī tūnis, in “Magharebia”, 23 Dicembre 2011, http://magharebia.com/ar/articles/awi/features/2011/12/23/feature-01?change_locale=true. 210 Ibidem.

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e religione, concetti a loro avviso, non necessariamente in antitesi212. Nonostante la storia degli ultimi decenni abbia visto il paese assumere un’ottica prettamente laica sotto i vecchi regimi, il paese sembrerebbe aver sposato un credo politico diverso, dando quasi la metà delle preferenze al partito islamico.

Il successo elettorale di Al-Naḥdah dopo decenni di politiche laiche potrebbe sembrare inaspettato. In realtà diverse motivazioni hanno accompagnato il partito nella sua ascesa politica. Innanzitutto occorre sottolineare che nonostante l’esilio dei suoi leader e la messa al bando del partito, le attività del movimento non sono mai veramente cessate e i militanti hanno continuato nel corso degli anni a diffondere l’ideologia del movimento. Il “dissolvimento” di oltre un ventennio non è stato quindi effettivo, cosa che spiegherebbe il conseguimento di un ampio consenso alle elezioni, trasversale alle regioni, alle classi sociali e alle generazioni, in un paese che si supponeva essere secolarizzato213. Al contrario, gli altri partiti di opposizione e la sinistra in particolare, nel corso degli ultimi anni non hanno avuto alcun ruolo nella vita politica del paese; di conseguenza, alle elezioni di Ottobre si sono presentati come movimenti frammentati e disorganizzati, regalando un grosso vantaggio ad un partito islamico meglio strutturato. Un altro elemento da non sottovalutare, secondo il lavoro “Beyond Ghannouchi: social changes and Islamism in Tunisia” (Middle East Report 262, Spring 2011) degli analisti Cavatorta e Haugbølle, è stato quello identitario. La liberalizzazione economica messa in atto dagli anni ’90 aveva creato una nuova classe media, insieme a una nuova classe lavoratrice povera. Entrambe, risultate perdenti nel processo di globalizzazione, avevano trovato conforto nella pratica privata dell’Islam, e nella riscoperta della religione hanno visto un mezzo per avviare il cambiamento sociale intorno a loro, per creare una società diversa attraverso l’impegno civile, nei limiti imposti dal regime. La società dunque si era mostrata più attiva e ricettiva di quanto non si volesse far credere. Di fronte all’opportunità delle elezioni, tante persone si sono attivate per sostenere e influenzare un partito che incarnava i loro valori etici, che si sarebbero potuti tradurre in valori

212

G. Dentice, Tunisia: la rinascita di an-Nahda, in “Equilibri.net”, 19 Dicembre 2011, http://www.equilibri.net/nuovo/es/node/1989.

213 C. Dalla Negra, Focus Tunisia/Non solo Ghannouchi, le ragioni del successo di Ennahda, in “Osservatorio Iraq”, 1 Novembre 2012, http://osservatorioiraq.it/focus/focus-tunisianon-solo- ghannouchi-le-ragioni-del-successo-di.

Fig. 3: Il leader di An-Nahḍah Al-Ġannūšī

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sociali condivisi nella creazione della nuova Tunisia; in poche parole, la religione voleva essere una risposta “morale” alla mancanza di moralità del regime214.

Rīāḍ Al-Ṣīdāwī, esperto di movimenti islamici, ha spiegato che gli elettori tunisini hanno trovato nel movimento Al-Nahḍah un modo per soddisfare tutte le loro aspirazioni: dal loro punto di vista si trattava di un movimento moderato che avrebbe lasciato la porta aperta a tutti, senza preferenze di tipo clientelare. La vittoria di un partito che è stato per anni represso e i cui leader erano stati esiliati, conferiva ad Al- Nahḍah dei punti di favore in più, simboleggiando la volontà da parte del popolo, di dare la possibilità di governare a coloro la cui stessa presenza in passato era stata proibita. L’islamismo moderato di Al-Nahḍah si presentava quindi in contrapposizione ad ogni tipo di estremismo, una rivincita nei confronti del passato. Rispetto agli altri partiti che erano stati allo stesso modo interdetti, tuttavia, il partito si presentava diversamente. Anziché proporsi come le altre formazioni strutturate attorno ad un leader divulgatore di discorsi spesso complicati, Al-Nahḍah adottava un messaggio semplice, addirittura semplicistico, capace di dare immediato conforto a tutti gli strati della popolazione: obbedire a Dio, promuovere l’impiego, migliorare le condizioni di vita e lottare contro la corruzione215.

Un altro aspetto che distingue Al-Nahḍah dagli altri partiti è senza dubbio quello finanziario. Il partito dispone di ingenti fondi e gestisce risorse finanziarie più di tutte le altre forze partitiche messe insieme. Questo elemento rappresenta sia un importantissimo punto di forza del partito, ma anche una minaccia al processo di transizione democratica. La maggior parte dei fondi provengono dai paesi del Golfo, ma col tempo, Al-Nahḍah ha potuto contare anche sul sostegno di figure locali, come artigiani e contadini, particolarmente sensibili al messaggio religioso216. Non è difficile intuire quindi, che senza difficoltà il partito abbia potuto far uso di tali somme per finanziare la sua campagna elettorale. Diversi rapporti su “doni” fatti agli elettori sotto forma finanziamenti per feste religiose, matrimoni e diverse sovvenzioni, fanno si che ci si debba domandare come si delinei il limite tra dono e corruzione.

Ultimo aspetto attraverso cui il successo Al-Nahḍah si è realizzato è quello comunicativo. L’utilizzo della definizione di “islamismo moderato” è stato un colpo di genio mediatico, capace di neutralizzare tutte le preoccupazioni occidentali e musulmane moderniste. Uno stratagemma linguistico è stato anche l’utilizzo del doppio

214 C. Dalla Negra, Focus Tunisia/Non solo Ghannouchi, le ragioni del successo di Ennahda, op. cit. 215 L. Maktouf, Sauver la Tunisie, op. cit. pag. 121.

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registro su internet: su Twitter i membri del partito esprimevano in lingua inglese idee compiacenti ai lettori occidentali, e in arabo rilasciavano affermazioni completamente opposte. Attraverso questi elementi il partito è riuscito a creare ampie aspettative in gran parte della popolazione. Un significativo numero di tunisini hanno poi affermato di riporre grandi speranze nei confronti del partito islamista, a condizione che esso fosse capace di far uscire il paese dal marasma economico, restaurando la vitalità e l’attività dei diversi settori economici, conferendo al paese tassi di crescita soddisfacenti217.

In questo modo dunque Al-Nahḍah è stata la formazione politica col più alto consenso da parte della popolazione alle elezioni, con l’appoggio dei paesi del Golfo e di un occidente poco consapevole.