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2.3) DIFFERENZE TRA L’ACQUA MINERALE E L’ACQUA DI RUBINETTO:

Le acque minerali naturali e acque potabili sono acque diverse, disciplinate da leggi diverse, con origini e caratteristiche diverse.

Come già anticipato, le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi e/o altri costituenti ed eventualmente per taluni loro effetti ,vanno tenute al riparo da ogni rischio d’inquinamento. Provengono da giacimenti profondi, protetti e incontaminati, è pura batteriologicamente all’origine, non è soggetta a trattamenti di disinfezione, imbottigliata all’origine, ha e deve avere per legge la costanza della composizione e della temperatura. Il contenuto costante dei sali in essa disciolti costituisce l’identità di ciascuna acqua minerale.

Discorso ben diverso vale per l’acqua di rubinetto, a causa della quantità in cui viene consumata ovvero un consumo medio pro-capite di circa 250lt, può avere origini diverse, spesso laghi o fiumi, a Firenze abbiamo l’Arno, a Torino il Po, falde sotterranee o superficiali, a volte anche acque salmastre. La composizione di tale acqua può essere variabile per alcuni motivi:

- a causa della confluenza di acque di differente composizione attraverso le condutture di uno stesso acquedotto, ciò è legato alle politiche gestionali soprattutto negli acquedotti di grandi dimensioni che devono ottimizzare la risorsa disponibile

- a causa della naturale variazione di composizione delle acque superficiali utilizzate ai fini della potabilizzazione di laghi e fiumi in funzione degli apporti meteorici.

Proprio per questa sua provenienza, è soggetta a varie possibilità di contaminazione e quindi a trattamenti di potabilizzazione e di disinfezione, attuata ovviamente con il contatto con sostanze chimiche che lasciano tracce e alterazioni dell’acqua, come ad esempio i composti del cloro prevalentemente ipoclorito determinano la formazione di sostanze dotate di una tossicità più o meno elevata in funzione della loro natura e quantità.

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Questo differente trattamento di manipolazione ovviamente comporta controlli e severità di questi diverse. L’acqua minerale non avrebbe in teoria bisogno di particolari controlli data la sua purezza originaria, la sua provenienza da giacimenti profondi e l’imbottigliamento all’origine, è comunque soggetta a esami e verifiche periodiche da parte dell’Autorità Sanitaria, ma anche dal sistema di Autocontrollo delle Aziende che prevede frequenti campionature ed esami durante tutto il ciclo produttivo: alla sorgente, all’impianto di imbottigliamento, ai deposito all’ingrosso e alla vendita al dettaglio, insomma sono migliaia le analisi che si effettuano nel corso dell’anno.

L’acqua di rubinetto originando da falde superficiali, è soggetta maggiormente a contaminazione sia batteriologica sia chimica oppure se attinta da fiumi o laghi spesso viaggia nelle condutture per chilometri. Viene poi potabilizzata attraverso trattamenti che possono lasciare tracce nell’acqua, per questi motivi la legge prevede il controllo di alcuni parametri dell’acqua potabile (quali per esempio il clorito, il bromato ect) che non sono previsti per l’acqua minerale perché non subisce trattamenti di disinfezione. Come abbiamo detto l’acqua minerale proviene da falde profonde e viene imbottigliata all’origine senza subire trattamenti che possono alterare le sue caratteristiche naturali, tutto ciò che contiene deve essere previsto dalla legge altrimenti non è legale commercializzarla, attraverso l’etichetta possiamo sapere le sue virtù, composizione ben diversa nel caso dell’acqua di rubinetto spesso composta da acque di origini diverse e deve subire trattamenti per garantire la potabilità.

La composizione delle acque potabili può comunque mantenersi costante nel caso in cui si utilizzino esclusivamente acque di origine sotterranea o si imbottigli acqua ottenuta attraverso un processo di demineralizzazione seguito da un’aggiunta di Sali minerali in concentrazione predefinita, come previsto dalla definizione di acqua minerale i valori dei parametri chimici, chimico-fisici e fisici non devono subire variazioni nel tempo fatte salve eventuali oscillazioni di carattere naturale dovute anche alle variazioni di portata, infatti una delle condizioni richieste per ottenere il riconoscimento ministeriale di acqua minerale è quella di verificare la costanza di composizione e della temperatura nel corso di quattro analisi condotte ciascuna in diverse stagioni.

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La legislazione prevede la possibilità di piccole variazioni della composizione rispetto a quella dichiarata in etichetta senza che ciò comporti automaticamente sanzioni, provvedimenti o altro a carico dell’azienda di imbottigliamento.

Per tenere conto delle naturali variazioni di composizione delle acque minerali e dei metodi analitici impiegati si ritiene possano essere ammesse, indicativamente le seguenti tolleranze

Il Decreto Legislativo n°31/2001 stabilisce infatti che un’acqua per definirsi potabile deve essere pulita e salubre, pulita perché negli usi domestici quotidiani non deve contenere elementi che diano colorazioni particolari, salubre perché chi la beve deve essere al riparo da elementi contaminanti e inquinanti nocivi per la salute. Nonostante i controlli, la qualità dell’acqua potabile è però soggetta a numerose variabili a seconda della qualità delle acque originarie, degli eventi ambientali etc. Purtroppo sono tante le tracce di metalli pesanti che si possono trovare nell’acqua e in Italia non sono stati stabiliti limiti massimi alla concentrazione di alcune sostanze più che sospette come berillio, fosforo, molibdeno, tallio e uranio, una delle spiegazioni potrebbe essere che gli effetti tossici, a determinate concentrazioni di queste sostanze sull’uomo sono ancora oggetto di studio.

Di altre invece ne sono fissati i limiti di tollerabilità e studiati gli effetti collaterali che comportano:

- alluminio la cui esposizione è un fattore di rischio per la comparsa e la progressione del morbo di Alzheimer, sia l’Oms che la legge italiana per le acque potabili fissa in 200 milligrammi /litri la concentrazione massima, limite non previsto per le acque minerali

- ammoniaca la sua presenza è legata nella maggior parte dei casi a fenomeni d’inquinamento di origine animale, ha effetti tossici sull’uomo e sugli animali

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-amianto per via del uso spasmodico che si è fatto in passato di tale materiale, per poi scoprire successivamente il suo potenziale cancerogeno, purtroppo per la vetustà delle reti idriche e per gli alti costi smaltimento risulta ancora presente, fortunatamente i valori massimi riscontarti ad esempio in Emilia Romagna dopo il terremoto, si sono attestati a 130000 fibre molto al di sotto dei 7 milioni di fibre/litro associate ad un modesto valore di aggressività

- arsenico è un noto elemento cancerogeno associato al cancro della pelle, dei polmoni, vescica, reni e tutte le acque minerali campionate sono risultate al di sotto del tetto massimo di 10 microgrammi/litro, vanno tuttavia monitorate, la sua presenza può essere di origine geologica ma può anche provenire da un inquinamento di tipo industriale, dal passato utilizzo di erbicidi e sversamento di rifiuti industriali, ha effetti tossici e cancerogeni, tende ad accumularsi nei tessuti - berillio è stato classificato dall’EPA, agenzia per la protezione ambientale americana, come elemento cancerogeno, la legislazione ambientale italiana se n’è accorta e se una falda acquifera presenta più di 4 microgrammi/litri si rende subito necessario un intervento di bonifica anche se non destinata al consumo umano, per le acque minerali non è previsto alcun limite

- boro l’OMS fissa una concentrazione massima di 500mg/lt ma in Italia la tolleranza è fissata in 1000mg/lt e per le acque minerali la soglia arriva a 5000mg/lt

- cloruri possono provenire sia dal terreno che da deiezioni umane o animali, in concentrazioni elevate conferiscono un gusto salato e sgradevole all’acqua inoltre possono corrodere le tubature

- cloriti sono sottoposti alla disinfezione con biossido di cloro

- ferro nella maggior parte è di origine geologica, può essere presente anche a causa di rilasci da parte di tubazioni che lo contengono

- fosforo elevate concentrazioni possono derivare da contaminazioni fecali di origine umana o animali, oppure da fertilizzanti o detersivi

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- fluoro in alte concentrazioni può provocare fluorosi dentale e fluorosi scheletrica, il limite è di 1,5mg/lt per l’acqua di rubinetto e 5ml/lt nelle acque minerali

- nitrati e nitriti la presenza di elevate concentrazioni possono essere indice di inquinamento da fertilizzanti, reflui domestici o industriali e liquami, i nitriti possono avere effetti tossici sull’uomo in quanto reagiscono con l’emoglobina impedendo il trasporto di ossigeno ai tessuti. I nitrati una volta introdotti con l’alimentazione possono essere ridotti a nitriti da parte della flora batterica dello stomaco provocando le medesime conseguenze

- manganese è un elemento essenziale per la sopravvivenza umana ma che in alte concentrazioni ha effetti tossici sulle vie respiratorie, sul cervello e sull’apparato riproduttivo maschile, il limite per le acque di rubinetto è di 50mg/lt mentre per le acque minerali 500 mg/lt

- piombo ad elevate concentrazioni è tossico danneggia il sistema nervoso centrale ed è potenzialmente cancerogeno, può essere indice d’inquinamento industriale ma può provenire anche da vecchie tubazioni o conduttore

- solfati sono un’importante fonte di zolfo indispensabile per la sintesi di alcune vitamine e proteine, un’elevata presenza può indicare un inquinamento da concimi chimici

- solventi la loro presenza è dovuta esclusivamente ad un inquinamento di tipo industriale, possono essere dannosi per la salute in funzione del tipo di composto - sodio è uno dei macronutrienti più importanti dal punto di vista biologico ,la carenza provoca problemi ma anche l’eccesso provoca danni, non vi sono limiti di legge per le acque minerali, sebbene in molte superano la soglia stabilita per quella di rubinetto siamo a 200mg/lt

- trialometani sono i sottoprodotti che si formano nei trattamenti di disinfezione per reazione del cloro con i composti organici presenti nell’acqua.

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- vanadio può provocare bronchiti e broncopolmoniti il limite è di 50microgrammi/lt mentre per le acque minerali non è prevista alcuna

limitazione.

Negli studi effettuati sui contaminanti dell’acqua di rubinetto gli elementi ritrovati con più frequenza sono:

- tetracloroetilene - tricloroetilene

- bromoformio e cloroformio

- coliformi fecali-escherichia coli – enterococchi ( la loro presenza indica una contaminazione di tipo fecale che potrebbe essere associata alla presenza di batteri patogeni).

Inoltre la carica batterica a 22°C e 36°C rappresenta la somma di tutti i batteri presenti (patogeni e non) la carica batterica a 22°C valuta i batteri di origine ambientale, mentre quella a 36°C i batteri di origine animale, se eccessiva è indice di inquinamento.

Uno degli ultimi studi che ha rivelato dati preoccupanti focalizza l’attenzione sull’ingestione quotidiana di microparticelle tramite l’acqua potabile, denominato ‘Invisibles:The Plastic Inside Us’ rappresenta il primo studio a livello globale sull’inquinamento dell’acqua potabile da parte di microplastiche ,nel dettaglio sono stati esaminati 159 campioni di acqua potabile da mezzo litro proveniente da 14 paesi localizzati in diversi zone del globo: Cuba, Ecuador, Francia, Germania, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Libano, Slovacchia, Svizzera, Uganda, U.K.,e U.S. Questi ultimi sono stati identificati come il Paese con il tasso di contaminazione più elevato: valori che arrivano fino al 94% con fibre trovate in acqua di rubinetto campionata anche negli edifici del United States Capitol, nell’Epa e persino nella Trump Tower. Le nazioni europee come U.K. ,Germania e Francia registrano un tasso di contaminazione più basso anche se la presenza è stata riscontrata ne 72% dei casi. Benchè gli effetti sulla salute umana non siano a oggi noti, le parole degli esperti non lasciano spazio ai dubbi riguardo al fatto che l’inquinamento da microplastiche è preoccupante per la fauna selvatica. Un altro studio condotto in Irlanda a giugno ha posto l’accento su due

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questioni importanti ovvero la dimensione delle particelle e le sostanze chimiche o gli agenti patogeni che le microplastiche possono trasportare, si stanno rivelando solo le particelle con dimensioni che siamo in grado di misurare ma è possibile che ve ne siano di molto più piccole, in grado di penetrare nelle cellule e di conseguenza negli organi con effetti molto preoccupanti, non bisogna dimenticare che le microplastiche sono note perché contengono e assorbono sostanze chimiche tossiche e la ricerca su animali selvatici mostra il rilascio nel corpo.

La scala della contaminazione da microplastiche a livello globale sta cominciando a diventare chiara solo negli ultimi anni dopo che studi condotti in Germani hanno evidenziato l’inquinamento in prodotti alimentari come birra, miele e sale da cucina, a Parigi nel 2015,i ricercatori hanno scoperto che frammenti di microplastiche sono presenti nell’aria delle città e anche tra le mura domestiche, è quindi possibile che l’assunzione avvenga anche tramite la respirazione ,quale sia il percorso seguito da questi contaminanti per finire nell’acqua di rubinetto resta un mistero, anche se l’atmosfera potrebbe essere una strada per fibre di plastica provenienti dall’usura di vestiti e tappeti. Le asciugatrici sono un’altra fonte potenziale, con quasi l’80% delle famiglie americane che possiede questo elettrodomestico con scarichi all’aperto, le fibre di plastica possono anche essere scaricate nei sistemi idrici attraverso le lavatrici, ogni ciclo di lavaggio potrebbe rilasciare 700000 fibre e anche le piogge potrebbero contribuire con l’abbattimento al suolo delle microplastiche presenti in atmosfera, questo spiegherebbe perché i pozzi domestici utilizzati in Indonesia o l’acqua proveniente da sorgenti naturali a Beirut siano contaminati .Purtroppo i moderni sistemi standard di trattamento dell’acqua non sono in grado di filtrare tutte le microplastiche, neanche l’acqua minerale in bottiglia non sembrerebbe rappresentare un’alternativa valida all’acqua di rubinetto in quanto la contaminazione da microplastiche è stata evidenziata anche in alcune confezioni prelevate dagli scaffali negli Stati Uniti, i materiali plastici polimerici in virtù delle proprietà funzionali e del costo conveniente sono utilizzati in ogni settore e il loro impiego è aumentato di 20 volte negli ultimi 50 anni e si prevede il raddoppio nei prossimi 20, il problema si pone visto che secondo i ricercatori i rifiuti derivati da quest’impiego sono onnipresenti nell’ambiente. Inconsciamente stiamo sempre più soffocando gli ecosistemi con la plastica ed è molto probabile che se ne scopriranno gli effetti quando sarà troppo tardi.

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2.4) TRATTAMENTI CONSENTITI E DEROGHE AI