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Il differenzialismo finanziario nel processo di unificazione monetaria europea

Produzione in valore % rispe1o al mese dell'anno precedente

1.3 L’Unione monetaria europea: vincitori e vinti in una storia che si ripete

1.3.2 Il differenzialismo finanziario nel processo di unificazione monetaria europea

Il sistema istituzionale europeo è nato tuttavia con delle debolezze e criticità ancora irrisolte nonostante il successivo Trattato di Lisbona ed il Fiscal Compact. Pertanto esso necessita di una rivisitazione soprattutto sotto il profilo giuridico nel quale si annidano aspetti contrastanti con gli ordinamenti nazionali. Inoltre va rivisto il modello di società europea, intesa nella sua più ampia accezione, che si intende realizzare.109

Tali considerazioni derivano soprattutto dalle dinamiche finanziarie che l’introduzione della moneta unica ha innestato nel sistema economico europeo e dei singoli Stati. Più nello specifico la debolezza del sistema istituzionale e finanziario dell’Europa si è reso evidente in occasione della crisi sui mutui subprime statunitensi che poi ha dilagato in Europa.

Il fenomeno ha portato ad una forte riduzione di liquidità nei sistemi finanziari che ha aumentato la distanza tra i tassi di interesse dei bund tedeschi decennali da altri paesi. Il suddetto divario ha poi raggiunto il picco nell’estate del 2011 nei confronti di alcuni paesi quali il Portogallo, l’Irlanda, l’Italia, la Grecia e la Spagna che furono soprannominati il gruppo dei PIIGS ma anche per il Belgio.110

La situazione suddetta fu generata non solo a causa della crisi, ma anche per le condizioni imposte dalla Germania per il suo ingresso nell’area monetaria consistente nel divieto da parte degli Stati di mutualizzare i debiti sovrani. Tale principio è stato poi applicato anche nella configurazione delle competenze della Banca Centrale Europea che inizialmente aveva l’obiettivo istituzionale di garantire la stabilità dei prezzi e non quello di essere prestatore di ultima istanza per i paesi in difficoltà. Tuttavia a partire dal 2012 c’è stata una rivisitazione del ruolo della BCE che è intervenuta con il quantitative easing iniettando liquidità nel sistema.111

109 DI TARANTO G. op.cit., pag.37; GUARINO G., Cittadini europei e crisi dell’euro, Napoli 2014

pagg.141 e segg.

110 Il differenziale Btp-Bund raggiunse il picco massimo a 574 punti il 9 Novembre 2011. L’ex

Presidente della Repubblica Italiana Napolitano nominò quel giorno Senatore a vita il Professore Mario Monti. Il 12 Novembre 2011 il Premier in carica Silvio Berlusconi salì al Quirinale per dimettersi. Il 16 Novembre 2011 il Presidente Napolitano diede l’incarico a Monti di formare un governo tecnico.

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Tali condizioni non hanno agevolato gli Stati che sono già in crisi in quanto da un lato non possono eseguire svalutazioni competitive e regolare il tasso di interesse e dall’altro non possono mutualizzare i loro debiti. L’unico spiraglio che hanno è quello del ricorso al mercato finanziario. Tuttavia questo meccanismo ha portato ad un vero e proprio differenzialismo finanziario di natura verticale rappresentato da una gerarchizzazione dei debiti sovrani che caratterizza la “scala delle preferenze” degli investitori istituzionali.

Infatti dal momento che il rendimento dei titoli del debito sovrano è fortemente condizionato dal tasso di cambio, dal livello di inflazione, dal rischio di insolvenza e dal grado di liquidità, un bund tedesco sul mercato finanziario internazionale è più appetibile di un Btp italiano e quest’ultimo è più affidabile di un titolo simile greco o cipriota.112 Pertanto tale dinamica delle “preferenze finanziarie”

non aiuta i paesi in crisi ad ottenere risorse aggiuntive per uscirne, anzi aumenta il divario tra Stati dove la Germania ne esce vincitrice ed egemone sugli altri paesi, specialmente quelli del mediterraneo. Ciò non solo per la capacità di attirare nuove risorse per l’economia attraverso i suoi bund, ma per l’abilità di aver plasmato il modello istituzionale europeo ad immagine e somiglianza del paradigma ordoliberale. Infatti i tratti di tale modello, fin qui rinvenibili, consistono nella stabilità dei prezzi all’interno dell’eurozona che deve essere garantita dalla BCE e nell’austerità finanziaria che cela un latente ripudio all’assistenzialismo degli stati in crisi.113

I principi ed i valori fin qui descritti vengono utilizzati dalla Germania per mantenere la sua posizione di primazia in Europa rispetto ai paesi che rientrano nel c.d. gruppo dei “vinti” del processo di unificazione monetaria europea. Essi in sostanza sono le vittime del capitalismo ordoliberale tra cui rientrano i PIIGS.

Il disegno ordoliberale promosso dai tedeschi in Europa si completa con la previsione del Fondo Salva Stati, del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact che rappresenta una evoluzione dei parametri di Maastricht.

Il primo ha la finalità di erogare aiuti finanziari ai paesi in crisi subordinandoli all’imposizione di un severo programma di correzioni macroeconomiche. Tale meccanismo di fatto impone ai suddetti paesi la politica

112 DI TARANTO G. ibidem.

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economica da adottare privando di fatto i singoli stati della propria sovranità economica, per collocarli in un sistema economico sovranazionale, ossia l’Eurozona, caratterizzata da una gerarchia sostanziale tra stati generata dalla diversa qualità del debito sovrano.

A ciò si aggiunge l’approvazione del Fiscal Compact che prevede l’inserimento nelle costituzioni nazionali del pareggio di bilancio come valore e principio oltre che come obiettivo da raggiungere gradualmente. Esso è l’emblema delle politiche austeritarie promosse dalla Germania nell’UE. La proliferazione di tali strumenti ha di fatto svuotato la sovranità dei singoli stati, costringendo le economie più indebitate a subire l’austerità ordoliberale con specifico riferimento ai paesi meridionali dell’UE quali per esempio la Grecia.

Tale dinamica ha avvantaggiato la Germania consentendole di sostituire al principio fondamentale, previsto dalla Corte di Giustizia europea, della sovranità condivisa tra gli Stati Europei quello di una sovranità subalterna. Tuttavia il processo che ha portato all’egemonia dei teutonici in Europa inizia nel 2000 quando la Germania, assieme alla Francia acquisisce ulteriori risorse derivanti dallo sforamento del rapporto deficit/PIL per i quali entrambi i paesi non furono sanzionati. 114

L’iniezione di liquidità consentì la Germania di realizzare interventi strutturali nell’economia e nelle istituzioni che aumentarono l’affidabilità economica del paese caratterizzato da un adeguato livello dimensionale delle aziende, da un basso tasso di inflazione e dalla modernizzazione del sistema istituzionale che ha attirato ben presto capitali stranieri investiti in bund a tassi tendenti allo zero per poi essere reinvestiti dai tedeschi in paesi quali la Grecia, la Spagna, l’Italia ed il Portogallo dove in sostanza era più alto lo spread. Successivamente con la crisi della Grecia ed il pericolo dell’insolvibilità la Germania ha realizzato un drenaggio dei risparmi nei suddetti Paesi.115

L’esame delle dinamiche e degli avvenimenti suesposti fanno riemergere le tematiche del differenzialismo di carattere verticale, se si considera la gerarchizzazione degli stati sulla base della qualità del debito sovrano, ed orizzontale con riferimento alla polarizzazione tra paesi del Sud e paesi del Nord

114 DI TARANTO G. op.cit., pagg 41-43. 115 DI TARANTO G. ibidem.

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dell’Europa avvenuta grazie all’egemonia tedesca. Tali caratteri del differenzialismo finanziario vengono sintetizzati nella tabella qui di seguito rappresentata:

Tabella 1.7 Le cause del differenzialismo finanziario in Europa

Differenzialismo finanziario

Eurozona Cause

Verticale L’Eurozona viene concepita come insieme differenziato e gerarchizzato di economie nazionali.

Diversa qualità del debito sovrano che stabilisce l’affidabilità economica di un singolo paese nei confronti degli investitori istituzionali. Orizzontale L’Eurozona viene concepita

come un sistema formato da due gruppi di paesi: i “vincitori ed i vinti” che derivano dal processo di integrazione monetaria

Processo di polarizzazione generato dall’egemonia della Germania in Europa.

Fonte: Elaborazioni proprie.

1.3.3 L’ordoliberismo nell’Unione monetaria europea ed il suo rapporto gemellare