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Le privatizzazioni nella Germania dell’Est ed i risvolti economic

Produzione in valore % rispe1o al mese dell'anno precedente

1.2.1 Le privatizzazioni nella Germania dell’Est ed i risvolti economic

Un altro pilastro fondamentale dell’unione monetaria e politica tedesca, furono le privatizzazioni. Infatti con la legge Modrow del 1° marzo 1990, relativa alle privatizzazioni delle aziende di Stato, fu istituita la Treuhandaustalt ossia un’autorità fiduciaria “istituita inizialmente per raccogliere le proprietà statali” sotto un’unica gestione finalizzata a privatizzarle.67

In tale operazione doveva essere riconosciuta anche la proprietà del popolo il quale sarebbe stato il destinatario dei certificati rappresentativi di quote di valore del patrimonio statale. La relativa emissione sarebbe dovuta avvenire il 18 marzo 1990.

Inoltre l’istituto fiduciario costituito con la legge Modrow aveva gli obiettivi di tutelare in modo stabile e duraturo il diritto di proprietà del popolo sui mezzi di produzione statali, preparare la “proprietà del popolo” ad operare quale imprenditore in un’economia di mercato, infine modificare la struttura del sistema economico della RDT in modo tale da attirare investimenti esterni.68

66 LAABS D., Der deutsche goldrausch die wahre geschichte der treuhand Munchen, 2012, pag. 80. 67 GYSI/MODROW, Ostdeutsch oder angepabt Gysi und Modrow in streit gesprach, Berlin 2013 pag.

124.

68 BUCHHOLZ E. Totalliquidierung in zwei akten juristische annexion der DDR, Berlin 2009 pag.

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Alla luce di tali obiettivi, la legge Modrow non aveva quale priorità quella di privatizzare le aziende statali, bensì riorganizzarle al fine di renderle competitive sul mercato ed eventualmente tutelare la proprietà pubblica, che veniva identificata in quella del popolo, da eventuali scalate da parte del capitale straniero.69

Tuttavia gli obiettivi del legislatore rimasero letteralmente sulla carta in quanto non si operò alcuna distribuzione dei certificati di proprietà alla popolazione e ben presto la legge Modrow rappresentò un ostacolo alle lobby imprenditoriali e finanziarie della Germania Ovest. Infatti i banchieri della RFT chiesero la rimozione di qualsiasi vincolo alla privatizzazione ed inoltre chiesero che le aziende statali non venissero trasformate in S.p.a. in quanto esse erano caratterizzate dal processo di co- decisione che attribuiva ai lavoratori determinati poteri di controllo sulla gestione delle aziende. Inoltre tale previsione avrebbe scoraggiato gli investitori stranieri.70

Le istanze delle banche vennero soddisfatte attraverso il varo della legge sulla privatizzazione e riorganizzazione del patrimonio di proprietà del popolo con la quale ebbe luogo la totale privatizzazione delle imprese pubbliche. Infatti la legge in esame si apre affermando che i beni di proprietà del popolo devono essere privatizzati. Sotto il profilo politico con tale legge la proprietà del popolo divenne “merce di scambio” per la RDT al fine di ottenere l’unità monetaria. Ciò consentì la Treuhand di attuare la privatizzazione seguendo due opzioni consistenti nel liquidare le imprese o privatizzarle. A seguito di tale linea di condotta molte imprese, che avrebbero potuto essere risanate, furono invece liquidate.71

Tuttavia nella RDT c’erano professionisti dotati di competenze tecniche adeguate per risanare le imprese, mancava la volontà politica per farlo dal momento che tali risorse furono tenute lontane o, in alcuni casi, allontanate dalla Treuhand.

Per ogni azienda venne redatta una pagella caratterizzata da tre opzioni che potevano interessare l’impresa, ossia essa poteva essere valutata privatizzabile, risanabile per poi essere privatizzata o infine liquidabile. Il criterio di valutazione sul quale si basavano i giudizi riguardava essenzialmente la tipologia di prodotto.72

69 BUCHHOLZ E, Der dritte akt der totalliquidierung. Rechtsbruche und unrechtsurteile am

laufenden band, schkeuditz GNN, 2012 pag. 79.

70 SOGLIAN F. La riunificazione della Germania (1989-1990) Roma, 2003, pag. 24. 71 RUSCONI G. E. Berlino – La reinvenzione della Germania, Roma-Bari, 2009, pag. 34.

72 POHL, G. Economic consequences of german reunification. 12 months after the big bang, The

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In sostanza se l’impresa produceva un bene che aveva già un mercato nella Germania dell’Ovest, allora poteva essere privatizzata. Nel caso contrario doveva essere liquidata. Ciò in quanto secondo alcuni politici, sviluppare nuovi prodotti con i soldi dei contribuenti avrebbe rappresentato una distorsione del mercato tedesco occidentale.73

Tale posizione ha ricevuto diverse critiche. Infatti essa risulta poco attendibile come giustificazione per la liquidazione delle imprese se si considera che la vera distorsione che ebbe luogo fu quella del vertiginoso aumento dei prezzi che arrivò fino al 450%. Inoltre i due terzi delle esportazioni della RDT erano destinate ai paesi dell’Europa dell’Est ed all’Unione Sovietica. Tale criterio, alquanto opinabile, ha determinato la fine di molte imprese.74

Altro aspetto critico riguardava il numero elevato delle aziende messe in vendita che aveva fatto scendere sensibilmente i prezzi per l’eccesso di offerta. In merito poi alle modalità di liquidazione si scelse la trattativa privata anziché l’asta di vendita. Tale prassi comportava una grande discrezionalità di cui si abusò ampiamente. 75

Ulteriore problema che si presentò riguardava la tipologia di acquirenti, infatti gli investitori stranieri non avevano intenzione di partecipare alle trattative d’acquisto in quanto pensavano che i soggetti privilegiati fossero gli imprenditori della Germania Occidentale. Tuttavia questi ultimi non avevano intenzione di acquistare anche perché i loro impianti di produzione erano utilizzati solo al 65% per cui avevano già il problema dell’eccesso di capacità produttiva. Pertanto le imprese pubbliche della RDT furono lasciate alla mercé di speculatori della Germania Occidentale che acquistavano a poco prezzo tali aziende per poi venderne successivamente i terreni, o addirittura progettare delle truffe immobiliari. Tali dinamiche portano a ricostruire un quadro disastroso delle privatizzazioni che

73 BURDA M., HUNT J., From reunification to economic integration : productivity and the labor

market in eastern Germany, Brookings Papers on Economic Activity, The Brookings Institution, 2001

pag. 54.

74 MISSIROLI A., La questione tedesca : le due Germanie dalla divisione all'unità (1945- 1990),

Milano, 1998 pag. 21.

75 THOMAS M., La trasformazione della Germania Orientale: i paradossi indicativi di un caso

ideale in La nuova Germania. Società, istituzioni, cultura politica dopo la riunificazione a cura di

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affossarono l’economia della Germania dell’Est già caratterizzata da importanti criticità.

Altra iniziativa che portò a conseguenze negative per l’economia della Germania dell’Est fu la restituzione delle terre, case e imprese ai proprietari che avevano subito l’esproprio ad opera della RDT. La restituzione riguardava anche il caso in cui il bene fosse stato venduto successivamente dallo Stato ad un soggetto privato. Ciò portò incertezza giuridica soprattutto sui diritti di proprietà e ad un grandissimo numero di cause civili.76

Alla luce delle dinamiche sin qui esposte che gravitano attorno all’unione monetaria tedesca, si può vedere come fossero state disastrose le conseguenze per la Germania Est. Tale risultato viene registrato da diversi indicatori che riguardano l’economia della RDT quali il crollo del PIL che tra il 1989 ed il 1991 registra -44% e la produzione industriale che arriva addirittura a -67%. Come già detto in precedenza, c’è una riduzione dell’occupazione che passa dagli 8,9 milioni del 1989 ai 6,8 milioni del 1991.77

La caduta del PIL e dell’occupazione portò ad una stagnazione ossia la domanda di mercato si fermò a causa del progressivo impoverimento della popolazione. Ci fu anche il crollo delle esportazioni ed una enorme e rapida deindustrializzazione della Germania dell’Est al punto che Metal la rivista del sindacato dei metalmeccanici osservava che la RDT stava vivendo la più eclatante distruzione di ricchezza in tempi di pace. 78

I fattori suesposti portarono ad essere la RDT da paese industriale ad una zona in forte ritardo nello sviluppo economico rispetto agli altri paesi europei. L’impoverimento della Germania Est generò un aumento dell’emigrazione verso la RFT soprattutto di giovani lavoratori di cui il 77% sotto i trent’anni e con una qualificazione professionale superiore alla media. La conseguenza di tale esodo fu un’enorme dispersione di capitale umano, che non attirava certo investimenti, accompagnata da una bassa produzione e da redditi modesti. La mancanza di prospettive professionali e di sviluppo, se non quella di migrare, portò un sensibile

76 GIACCHE’ V. op. cit. pagg. 82 e segg. 77 POHL, G. op. cit.

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aumento del tasso di denatalità della popolazione ed al conseguente invecchiamento della popolazione.79