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I tratti dell’ordoliberismo tedesco emergono già evidenti nella storia dell’unificazione monetaria tedesca del 1° luglio 199051. Infatti tale processo parte proprio dall’attuazione del progetto di unione monetaria presentato dalla Germania Occidentale e finalizzato a far rientrare nell’area valutaria del marco la Germania Est la cui economia era attanagliata dalla crisi economica ed il relativo governo fortemente indebitato.52

Per la Germania Occidentale l’unione monetaria rappresentava uno strumento efficiente per “annettere” la RDT in modo rapido al Governo di Berlino. Infatti secondo alcuni autori l’unione monetaria avrebbe proiettato in modo rapido e senza problemi la Germania dell’Est in un sistema capitalistico e di mercato caratterizzato da un sistema di prezzi funzionante, dalla concorrenza e da un mercato di capitali efficiente. Ciò avrebbe risolto questioni e problemi annessi alla transizione del sistema economico della Germania Orientale che non si doveva preoccupare di cercare una governance efficiente per l’economia in quanto all’atto dell’unione monetaria avrebbe beneficiato di una struttura di economia di mercato già esistente ossia quella della Germania Occidentale.53

Tale modus operandi si basa sostanzialmente sull’assenza della gradualità nella transazione. Proprio questo elemento consente di sciogliere le riserve in merito all’adattamento di un sistema ad un altro.

Il suddetto processo, inoltre, è stato caratterizzato dalla convinzione che l’area valutaria del marco fosse perfetta per tale operazione senza considerare i costi sociali che sarebbero stati generati da un’operazione del genere. Inoltre l’unione

51 Al termine della Seconda Guerra Mondiale, con la sconfitta del Terzo Reich, la Germania fu divisa

in due parti. Il processo di riunificazione tedesca avvenne il 3 Ottobre del 1990 (in dottrina con il termine riunificazione si fa riferimento al fatto che la grande unificazione tedesca avvenne storicamente nel 1871 con la costituzione dello Stato tedesco. Con la riunificazione del 1990 i territori della RDT vennero incorporati nella RFT e lo Stato nuovamente unificato prese il nome di Repubblica Federale Tedesca. Tra i passaggi fondamentali ricordiamo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e l’entrata in vigore del Trattato sull’unione monetaria, economica e sociale tra la RDT e la RFT. La

riunificazione tedesca rappresentò un passaggio di estrema importanza per la successiva integrazione

europea con il Trattato di Maastricht del 1992 e per l’adozione dell’euro come moneta comune nel Continente.

52 ALVATER E., Ist das Wirtschaftswunder wiederholbar? Ein Leistungsvergleich zwischen

Wahrungreform 1948 und Wahrungsunion 1990 in Blatter fur deutsche und international Politik

n.6/1991.

53 GIACCHE’ V., Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania ed il futuro dell’Europa,

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monetaria non è stata altro che lo strumento per conseguire l’unione politica realizzata infatti dopo pochi mesi da quella monetaria.54

Ciò conferma la forza legante della moneta in grado di innestare processi irreversibili finalizzati a creare nuovi sistemi economici e politici. Tra l’altro l’estensione del marco alla Germania dell’Est fu visto dalla popolazione come un’opportunità di benessere e quindi accolse con entusiasmo tale progetto.55

Tuttavia non mancarono voci contrarie a tale progetto come quella di Karl- Otto Pohl, Presidente della Bundesbank che era dell’idea che i tempi dell’unione monetaria in Germania non erano ancora maturi.

Alla suddetta posizione si associarono gli esperti economici della RDT tra cui la voce più autorevole era quella di Rudiger Pol che, nel settimanale economico Wirtshaftswache, sosteneva che l’unione monetaria avrebbe portato diversi problemi all’economia della RDT. Infatti le imprese dell’Est avrebbero dovuto affrontare la concorrenza internazionale alla quale non erano ancora preparate, inoltre la domanda si sarebbe orientata verso quei prodotti realizzati nella Germania Occidentale che prima i consumatori dell’Est non potevano acquistare. Ciò avrebbe portato ad una sensibile riduzione della domanda locale. Inoltre le banche sarebbero state indotte ad aumentare i tassi di interesse per evitare fughe di capitali. Pertanto Phol auspicava la previsione di un periodo transitorio di uno o due anni per evitare di ricorrere in tali problematiche.56

Previsioni negative furono fatte anche sul fronte dell’occupazione, infatti Luts Hoffen, che era in quel periodo presidente di uno dei maggiori istituti di ricerca economica della Germania, ossia il Deutsches Institut fur Wirtschaftsforschung, aveva stimato dai 2,5 ai 3 milioni di disoccupati nella Germania Orientale.

Tale posizione era condivisa anche dalla Frankfurter Allegameine Zeitung, che stimava una perdita di posti di lavoro variabile da un quarto ad oltre un terzo della popolazione attiva della Germania Orientale.57

54 DUMKE W. VILMAR F., a cura di, Kolonialisierung der DDR kritische anallysen und alternativen

des einigungsprozesse, Munster, Agenda 1995.

55 BONACCORSI M., Hans Modrow: Fu in realtà un’annessione, 6 Novembre 2009, pagg. 16-18. 56BUSCH U., Perspektiven fur die angleichung der lebensverhaltnisse in ost und west aus

wirtschaftswuissenschaftlicher sicht, relazione al convegno organizzato da Volkssolidariat e

Sozialverband Deutschland (SoVD) Angleichung der lebensverhaltnisse ost west stand und

perspektiven, Berlin 4 Giugno 2013.

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Una stima ancora più puntuale venne fatta da Siegfried Wenzel, vice responsabile della pianificazione della RDT. Egli innanzitutto ribadiva la necessità di prevedere un periodo transitorio nel quale avrebbe avuto luogo il necessario adattamento strutturale, in assenza del quale lo studioso aveva previsto il fallimento del 70% delle imprese della RDT con una disoccupazione attorno alle due milioni e duecento mila unità.58

Una situazione simile, secondo Wenzel, rappresentava l’esatto opposto degli obiettivi che si intendevano realizzare con l’unione monetaria. Pertanto lo studioso e gli esperti economici della RDT sostenevano la previsione di un periodo di transizione di minimo 3-4 anni al fine di preparare le imprese al mercato ed alla concorrenza internazionale.59

Tuttavia, nonostante le previsioni contrarie, la RFT e la RDT firmarono il Trattato sull’unione monetaria, economica e sociale il 18 maggio 1990. Tale unione presentò sin da subito due problemi rilevanti, il primo di carattere prettamente monetario riguardava il fatto che la RDT fu privata bruscamente della flessibilità del cambio pertanto non poteva più utilizzare la svalutazione come leva per aumentare la competitività delle merci e dei prodotti.60

A ciò si aggiunse il secondo problema che non fece altro che aggravare le condizioni economiche della Germania dell’Est. Esso consisteva in un elevato tasso di conversione della moneta che fece aumentare sensibilmente il prezzo delle merci. Pertanto le imprese della RDT non erano in grado di competere con quelle della Germania Occidentale e si trovarono ben presto fuori mercato.61

Pertanto l’auspicato miracolo economico, previsto da diversi politici della Germania Occidentale e paragonabile a quello del 1948 avvenuto a seguito dell’adozione di una moneta unica nelle aree di occupazione che poi avrebbero dato vista allo Stato della Germania federale, in realtà non è avvenuto.62 Inoltre l’analogia a cui facevano riferimento i politici tedeschi era fuori luogo, in quanto la situazione

58 KOLER O., Die grosse enteignung wie die treuhand eine volkswirtschaft liquidierte, Berlin pag. 55. 59 ZELIKOW D., RICE C., Germany unified and Europe transformmed: a study in statecraft,

Cambridge 1995 pag. 48.

60 WENZEL S., Was war die DDR wert? Und wo ist diesser wert geblieben? Verusch einer

abschlubilanz, Berlin 2000, pag. 75.

61 WENZEL S., Was kostet die wieberverevereinigung und wer mub sie bezahlen? Stand und

perspektiven, Berlin, 2033 pag.72.

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delle aree di occupazione del ’48 era ben diversa da quella che si era delineata con l’unione monetaria tedesca.63 Infatti le aree suddette erano caratterizzate dall’assenza di una valuta convertibile e dalla presenza di dazi all’importazione finalizzati a proteggere le produzioni locali.

Nel caso dell’unione monetaria tedesca le relative dinamiche e le annesse problematiche si riversarono inevitabilmente sui consumatori della RDT. Infatti se da un lato i cittadini potevano ora comprare liberamente le merci ed i prodotti occidentali, dall’altro videro aumentare sensibilmente i relativi prezzi. Ciò fu dovuto a diversi fattori quali l’acquisizione da parte delle imprese della Germania Occidentale dei supermercati di Stato della RDT, il venir meno della calmierazione dei prezzi che venne man mano e repentinamente sostituita dal loro allineamento al tasso di conversione.64

Considerando le imprese, il repentino passaggio ad un contesto concorrenziale decretò il fallimento di molte di esse, ciò era dovuto al fatto che il progetto di unione monetaria non era correlato da strumenti di protezione dall’esterno delle aziende statali privatizzate.

Il dato impressionante dei fallimenti portò anche al crollo repentino della produzione riportata nella seguente tabella che rappresenta la serie storica relativa al 1990 suddivisa per mesi dove le percentuali indicano il valore della produzione del 1990 rapportate a quello dell’anno precedente :

Tabella 1.4 Valori percentuali della produzione delle imprese della Germania Orientale misurati rispetto allo stesso mese dell’anno precedente

Mese Anno Produzione in valore % rispetto al mese dell’anno precedente ( !"#$%& !"#$%&'#() !"# !"#" !""# !" !"#$%& !"##$ !"#$%&'#() !"#!!$ !"#" !""# !"#" ! 100) Aprile 1990 97,6 Maggio 1990 92,6 Giugno 1990 86,5 Luglio 1990 56,3 Agosto 1990 48,1

Fonte: Dati tratti da GIACCHE’ V., Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania ed

il futuro dell’Europa, Reggio Emilia, 2013 pagg. 41-42.

63 HULM K. Raubzungost wie die treuhand die DDR plunderte, Berlin 2009 pag. 54.

64 GIACCHE’ V., Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania ed il futuro dell’Europa,

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La suddetta serie storica viene poi rappresentata dal seguente grafico:

Grafico 1.1 Valori percentuali della produzione delle imprese della Germania Orientale