• Non ci sono risultati.

Dio li mostrò se stesso e li fu solo e luce e specchio, mentre ebbe quel santo

riposo in braccio a l’alta pace vera.

14

Il capitolo 13 del Vangelo di Giovanni narra le drammatiche vicende dell’Ultima Cena, quando Gesù rivela agli Apostoli il tradimento che Giuda avrebbe perpetrato da lì a poco. Dell’intero episodio la Colonna trae un particolare su cui l’iconografia cristiana si era a lungo soffermata: il capo di Giovanni appoggiato sul petto di Gesù. La ricerca di immedesimazione della poetessa con l’episodio evangelico emerge anche in una lettera a Costanza d’Avalos Piccolomini, in cui scrive: «se in questa tua domestica cena ti figurerai, come io credo, esser tu quel amato giovene, che nel sacrosanto petto intese i divini segreti…» (Carteggio, CLXVIII, pp. 292-293). Nei versi, rimeditando il passo del Vangelo, «la Colonna immagina alcuni particolari che non figurano nel testo: Giovanni, pur “tacendo”, rischia di svelare il segreto “agli altri” con l’espressione angosciata del volto; Gesù abbraccia allora il discepolo per celarne il “sembiante sì turbato”; non appena Gesù lo accoglie “nel bel grembo”, il “sonno” mistico copre il “duol” e Giovanni ha la visione dei cieli» (FORNI 2009, che cita dall’ed. Bullock). Dal quadro dell’Ultima Cena tratteggiato nelle quartine, nelle terzine si salta improvvisamente alla visione mistica del paradiso, resa ancora più esplicita nelle varianti dell’edizione Valgrisi: «Alzata al Ciel, ivi di sfera in sfera / le stelle tutte e l’uno e l’altro polo / vide» (vv. 12-14).

1-4. Quando… discoperse: ‘Quando Gesù svelò al discepolo che amava (Giovanni) il malvagio tradimento ordito contro di sé, l’aspetto turbato di Giovanni, che pure restava silenzioso, quasi rivelò tale tradimento anche agli altri discepoli’.

1. empio tradimento: «unus ex vobis tradet me», dichiara Gesù ai discepoli durante l’Ultima Cena (Gv 13,21). aperse: ‘rivelò’. La rivelazione riguarda chi avrebbe tradito Gesù, che risponde a una domanda di Giovanni (cfr. nota al v. 5): «Cum recubuisset ille supra pectus Jesu, dicit ei: “Domine, quis est?”. Respondit Jesus: “Ille est cui ego intinctum panem porrexero. Et cum intinxisset panem, dedit Judae Simonis Iscariotae”» (Gv 13,25-26).

2-3. caro… discepolo: san Giovanni Evangelista, più volte indicato nel Vangelo come il discepolo che Gesù amava (Gv 13,23: «Erat ergo recumbens unus ex discipulis ejus in sinu Jesu, quem diligebat Jesus»; ma anche Gv 19,26; 20,2; 21,7 e 20).

3. turbato: riprende il turbatus di Gv 13,21 («turbatus est spiritu»).

5. il suo… offerse: Giovanni si chinò sul petto di Gesù per chiedergli chi lo avesse tradito: «Itaque cum recubuisset ille supra pectus Jesu, dicit ei: Domine, quis est?» (Gv 13,25). In tale posizione lo rappresenta l’iconografia tradizionale, e così infatti il santo appare anche nel Paradiso dantesco: «Questi è colui che giacque sopra ’l petto / del nostro pellicano» (Par., XXV 112-113).

6. duolo: esprime il sentimento che nei Vangeli è condiviso da tutti gli Apostoli («contristati valde», Mt 26,22; «coeperunt contristari», Mc 14,19).

8. il sonno: nel Vangelo non vi è alcun accenno a questo sonno, che compare però assai di frequente nella letteratura sacra latina e volgare (cfr. nota al v. 14).

9. dolce letto: il petto di Gesù.

11. Aquila altera: l’aquila è il simbolo iconografico di san Giovanni Evangelista, secondo la tradizione che ha capo in Ez 1,10 e in Ap 4,7. Di conseguenza, così viene definito il discepolo dall’innografia latina fino a Dante (Par., XXVI 53: «aguglia di Cristo»). La Colonna utilizza il medesimo sintagma aquila altera (che appartiene già ad Angelo di Costanzo, Rime, LXXVIII 11) a proposito dell’aquila imperiale di Carlo V (E:24, 1 e E:25, 2).

13. luce e specchio: è variazione di una dittologia diffusa (per esempio Francesco d’Albizo, Deh

vogliate contemplare, 48: «lume e specchio e nostra guida»; Filenio Gallo, Rime, CXI 12-13: «Deh, lume e

specchio a questo mortal regno, / siate mia guida al buon vïaggio e scorto»; Michelangelo, Rime, LXVII 43: «vi sieno esemplo, scorta, lume e specchio»; CCLIII 12: «nell’età verde, c’or c’è lume e specchio»; cfr. qui XVI 12). Dagli esempi (e in particolare da La Spagna, II 1: «Verace Dio della gloria superna, / perfetissimo specchio e somma luce»; e da Antonio Beccari, Rime religiose e morali, XIV 14: «e serva a Quel che d’ogni luce è specchio») si deduce come specchio indichi, in Dio, la presenza e la riflessione di ogni luce esistente.

13-14: mentre… vera: ‘mentre quel santo (Giovanni) riposò in braccio alla vera pace (Gesù)’.

14. riposo: all’area semantica del riposo alludevano già i termini sonno (v. 8) e letto (v. 9). La polisemia del verbo recumbo di Gv 13,23 e 25 (cit. nelle note precedenti) potrebbe giustificare da sé la traduzione con riposo, concetto infatti assai frequente nella letteratura sacra latina e volgare, nella quale si trovano anche i sinonimi requiescere o dormire (COPELLO 2015). Due soli esempi: san Bernardo scrive: «Felix alma quae in Christi recumbit pectore, et inter Verbi brachia requiescit» (Sermones in

Cantica LXXXVI, LI); mentre la Laude per San Zohani Evangelista del laudario contenuto nel codice Vat.

lat. 11251 (vv. 7-53) recita: «O san Zohani, amor dilecto, / Christo de si te fice lecto, / quando gle dormiste nee pecto, / in la cena de l’amore. // Quando fustede in quella cena / del tradimento era gran [me]na, / a nesuno tremava vena, / quando cum vui era el consolatore. // […] tu che repauxe in somma pace» (vi è più di una coincidenza lessicale con il sonetto della Colonna: lecto, pecto, tradimento,

repauxe, pace). l’alta pace vera: Gesù, nel quale si trova la vera pace anche nel momento di più grande

turbamento. Nella tradizione letteraria latina e volgare, il riposo di Giovanni sul petto di Cristo venne interpretato

come un momento di rivelazione, accostabile alla futura visione narrata nell’Apocalisse. L, Cas1; 46V

3-4 discepolo, in silenzio il suo turbato / aspetto quasi] discepol, ch’in sembiante sì turbato / tacendo, quasi; 5 Ma il buon maestro il suo

petto gli offerse] per me’ celarlo il bel grembo gli offerse; 6 e pria] ma pria; 8 l’occhio] gli occhi; 9 in sul dolce] nel dolce; 11 volò in questo cader] volò, cadendo alor; 12-14 Dio li mostrò se stesso e li fu solo / e luce e specchio, mentre ebbe quel santo / riposo in braccio a l’alta pace vera] Alzata al Ciel, ivi di sfera in sfera / le stelle tutte e l’uno e l’altro polo / vide. Oh riposo glorïoso e santo

WYSS 1916,p.218;SCHURR 2001, p. 77; BRUNDIN 2005,p.153;FORNI 2009,pp.227e232;LAURENTI 2009,p.580;MARTINI 2014,p. 200;COPELLO 2015;CAMPI 2016.

XLII (S1:108)

Vergine e madre, il tuo figlio sul petto