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Dio; — di talché ognuno di noi se come uomo può dire all’ Autore del tutto : tu qui plasmasti me mi

Nel documento 0 QUALCHE ORA DI RI- (pagine 67-81)

-serere mei,

come

cristianopoipuòdire:pater,quies in coelisf

**)

Come

cristianisiamo il tempio del Signore Iddio:-

ilnostro essereèconsacratoalla

Santissi-ma

Trinità:

lavolontà al

Padre

,

l’intelletto al Figlio, ilcuore alloSpiritoSanto.

***

)

Come

cristiani abbiamoperfratelloGesù Cri-sto:

siamosuoi coeredi ne’beni eterni...

L’Innominato

:—

Oh! quanto ci è dato sperareda fratello cosìbuono ed amante!

****

)

Come

cristiani abbiamo partealtesoro

co-mune

dellapreghiera e delleopere dellaChiesa

abbiamo

parte aglispirituali soccorsidal nascere al morire!

abbiamo parte a’suoi soccorsiancheal di là della tomba!...

*****)Se Iddioci èpadre*

se imeriti diGesù ci hann$.elevatoa tantaaltezza,

sele preghiere della Chiesaci sorreggono ad ogni passo,

se ci aspetta

una

corona ne’ cieli, oseremo più di vede-re nel

mondo

ilJinedellanostra creazione?—

Non

lo riterremo

come

il

mezzo

di ubbidirealcreatore?

L’Innominato:

Il

mondo non

saràpiù il mio

fi-ne:

qualunquesia il gradominimoogrande, qua-lunqueipoterichelamia posizione mi oITrono io

6

'

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— 62 —

liguarderò

eome

mezziaraggiungereilfine

per

etti

Iddiovolle crearmi. '

L’Ecclesiastico:

Dioè nostropadre, ed ha per noitenerezza

degna

di

un

padreeternoimmensomi*

sericordioso:lo serviremo per timore, o l’

ubbidi-remo

per amore?

— Avremo

lavolontàdiprevenirne

i desideri, di andare innanzi a’suoivoleri?

L’Innominato:

— 0

Padre celeste fatemi degno di esserviubbidienteedamoroso

come

convieae aGglio.

Eterno Padre! a voiconsacrolamiavolontà: impa-dronilevene: èvostra:

èundono che midaste,

ma

che iorimetto a’ vostri piedi per timoredinon abu-sarne, odi non usarne

come

avoi piacerebbe.

L’Ecclesiastico:

Tratanteinnumeriebelle e po*

tenticreature noi soltanto, noi umani possiamo

am-mirare esiamo chiamati asecondare iconsigli del-ladivinasapienza

Iddiohafattonoiintelligenti,

enon ilSole, e

non

tantisplendidiastri, e non tan-tealtre operose esistenze:

inostri pensierisaranno del

mondo come

ultimofine

o

come mezzo

per

me-glioservire edubbidire a Dio?

L’Innominato:

Eterno figlio, a voiche siete la speranza per eccellenzaconsacroil miointelletto:—

iinpadronitevenevoi.

Fratello mio generoso,

di-\no fratelloè vostro il mio intelletto:

è un

dono

che io rimetto a’ vostri piedi temendo di non usar-ne

come

vorreste o dinon abusarne.

L’Ecclesiastico:

Il nostro cuoreèil tabernacolo delloSpiritoSanto.

Essere tabernacolo dello Spi-rito Santo!

— Comprendiamo

noi abbastanza la

subli-me

destinazione?

I nostri affettisaranno del

mon-do

come

ultimofine,o

come

mezzopermeglio ser-vire edubbidireDio?

L’Innominato:

Spirilo Santo mio proleggitore

è

a voi che consacro il mio cuore

impadronitevene

— 63 —

voi:

èun dono cheiorimetto a’ vostri piedi te*1

mende

di non usarnecome vorresteo diabusarne.

L’Ecclesiastico.

Iddioci ha dato l’intelletto, la volontà, ilcuorepeisuoifini:

aggradisce che scien-tioffriamo aluiciòcheanoiinscienti, nell’ altodella creazioneci ha

dato—

Poi ce liridona,

celi

rido-na

e daPadroneePadre generoso li

accompagna

connuove grazie, sempre però con l’obbligo di metterli

a

profittoperlastiagloria...

L’Innominato:

Epperòio rinnovo innanziallaSs.

Trinità

innanzialDio creatore,

innanzialDio re-dentore,

innanzi al Diosanlificatore, Dio unico nell’essenza,trinonelle persone; iorinnovo il giu-ramento chefeci

come

cristiano

voglio essere

cristia-no

:

amo

esserecristiano: penso essere cristiano

E

d’oggi innanzi non vorrò, non penserò

,

non

amerò

che

come

cristiano.

L'Ecclesiastico:

meditiamobeneciòche

dobbia-mo

fareper volere

, pensare

ed amare come

cri-stiano?

Dio vedendo chegliumani nonsapevano, non volevano, non

amavano

ubbdirln, ha manda-toGesù Cristoperchèquelli chevalutano 1’

immen-so beneficiodetestino ciòche Gesùdetesta,aminociò che

ama

Gesù, sirivestinòdi Gesù, sirigenerano inGesù...

LTuuominato:

Benedictus quivenii in

nomine Domini! —

Rabbonii utvideam!/...

L’Ecclesiastico;

Jesus

autem

aililli: vade, fi-des tuale

salvum

fedi.

§

XVII. Ilmezzopiùefficicb

i)Suonavono le dodoci con quelle ripercussioni alternanti che segnanole ore più solenni,

equesti spontanei tocchidei venti grandi orologi dellacittà

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-61

-eranofesteggiati ecoronatidallosquilloall'unisono che i serventidelleChiesehanno1abitudine di trar-re dalle campane.

Era

hello il giorno:

unodi que’ giorni deliziosi cheilCielodiCatania suole con-cedere nel pieno inverno:

e mentre altrove i rigo-ri iemali del

1847

col tristo treno delle malattie, del freddo e dellafamestringevano il cuoredei fi-lantropi, qui un’aureltaleggera spiravache rattem-prando il pungente di un troppo vivo e caldo raggio di sole, facevaobbliarechene'passatigiorni anche l’arditavicinadell’Etnaavevasofferta le sue bur-rasche.

2)

La

Cattedraleera vuota:

soltanto, quasi

ad

appuntamento dato, vedevasi avvicinarefrettoloso,

pallido convulsoorauno, oraun’altro all’Ecclesia-sticoe partirsenedopo pochiminuti sotto voce be-nedicendolo

—Era

unasegretaelemosina che dei ve-ricristiani accordavano per ministerodiquell’

uomo

di Dioalla povertà cheveste l’ultima,

ma

spazzola-tatrama, diun’abito già di finissimo castoro!..,

3)L’ultimo non andava

meno

frettoloso, pallido, convulsoverso l’Ecclesiastico:

vestivaperò decentis-simo, ed il laccio dioro che pendevagli dalcollo perassicurare il suo orologioa cilindro, iguanti di finissimapelugine chegli guarentivanolemani

,

red unbastone con

pomo

cesellatosquisitamente,

mo-stravano che lasua urgenzanon derivava certo

da

mancanza di danaro:

eraun’altra povertà che lo spingeva.•quella povertàin vistadella quale il Re-dentore disse: Beatipauperesspiritile (juoniam ip-so

rum

est

regnum

coelorum.

L’Ecclesiasticolo ve-deva con sorpresa,

ma

l’accoglieva con tutta

ami-' eizia:

— Come!

a quest’ora?

L’Innominato:

uua voce segretasièfatta supe-riore

ad

ognisocialeconvenienza non posso

va-— 63 —

lutare sevi disturbo,sento solo che ho bisognodi voi:

A

chevale l’averetanto studiato se

manco

di lumi nel migliore uopo!

Quando

addìseivi

udi-va

senza intendervi mi parlastedel gran

mezzo

,

ma

se 1’animoricalcitrasse nell’usarlo, qual

modo

per costringerlo

?—E

costrettoconqualmetodo pra-ticarlo ?

L’Ecclesiastico:

Se l’animo ricalcitrasse?

Vi * bene uu

mezzo

chehaper eccellenzailtitolodi

effi-cace

:—

non ricalcitrando ocostrettocon qual

me-todo praticarlo?

Avvi un’altro

mezzo

che ha per eccellenzail titolo difacile.

Questi altri.mezzi sono tronchi dellostesso albero, dell’albero della preghiera.

11mezzopiùefficaceperun’animo rical-citrante è rabbrividente per chihaperfineilmondo, consola chi haperfineIddio: è ilpensiero della morte. Adoperatelo così

Inogni grave circostan-za incui lo spiritolotta conla materia, 1’angelo custode col

demone

, iltempo con l’eternità

imma-ginate chesiavvicini lamorte:

immaginate che pocoa poco

mancano

le forze alle vostre

membra

:

che visentite debole cosìda non potere portare al-le labbrail vaso cheracchiudequalcheristoro alle letalisofferenze:

chela linguasintorpidisca:

che gliocchi vanno estinguendosi—chelavostrafìsonomia siscompone:

che un sudorefreddo corri il vostro corpo... l’estremità specialmente.

Dimandate avoi stesso inquesta situazionedi chemi occuperei?

Ilpassato si rappresenterebbe tutto tumultuosodelle vicende sostenute:

i piaceriprenderebberola palli-dafigura diquegli estenuati istrioni chesottouna maschera gaiae briosahanno dovuto consumarsiper divertire indiscretispettatori,

gli onoridiverebbero ciontoliui diannoiali fanciulli, le ricchezze catene pesantissimeche stringouolaviva volontàdi

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Go-derle ad un cadavere in putrefazione,

ricordereste la maniera

come

avreste servitoilPadrone celeste,—

tutte le grazie ottenutone, tutte leoccasionidiben fare,

il pocoprofitto ritrattone.

Il presentesi ag-graverebbesottolasferza diqueste cruenti verità:

ì dolori dell’agonia siaumenterebbero.—Il sepolcro e il

mondo

riapparirebberol’unoconsterminato cor-teggiodi orrori, l’altro con innumerevoli schiere diseduzioni ildipartirsidiverrebbe forzoso, stra-ziantetanto più,perchè infondo dellatremenda

sce-na

starebbe in uu’ aureola di rosseggiante luce ed intremenda maestà iltribunale diDio

lalegge vio-lata

lapena

ed isuoi trucideridenti esecutori!...

L’Innominato.

Certo, é unmezzoefficace,

effi-cacissimo percoercire anche ipiùostinati.

L’Ecclesiastico.

Sein atto delpeccaresi presen-tasse alla menteillenzuolo funebre,

lecinque ta-vole dellacassa mortuaria,

lafossadi sette

pal-mi

, nella qualedevesparirequantoilpeccatore ido-latra disè... se l’umano vedesse inquel puntoche cosadeve addivenire ilcorpoin dicuiprò calpesta Dio...

tremerebbe—

equesto salutare timore formereb-be lasua salute.

il

mezzo

piùefficaceper ogni

buon

consiglio

é

ilravvicinamento de tempi:

la prudenzainqualunquecaso non ne può suggerire uno migliore:

non ne ha saputo trovare altro più petentela sagaciacristiana.

Pensate alla mortee nonpeccherete:

pensateallamorte edopereretebene.

L’Innominato:

Cosìè

Vi ringrazio,

imperocché mi pare

come

sel’angelocustode

mi

facesse cono-scere inquesto

momento

chenel pensiero della mor-tesi rinviene lafonte disetteconsiderazioni:

1

1

Per ogni

umano

lamorte facessareil tempo.

Per ogni

umano

lamortefacessareil

mondo.

fSlh—l-i L*, ,-i<.

— 67 —

8)Per ogni

umano

la morie ponetermineal be-ne ed al maleCare.

4) Per ogni

umano

lamorte separa violentemen-tel’eccitabilità dall’ intelligibilità;

spegnela

prima—

snebbia 1altra.

5) La

morteèil primo giorno dell’Eternità.

6)

La

morteè l’ultimogiorno delleillusioni.

7) La morte èil

momento

in cuicessail libero arbitrio:

èun

momento

cuiil bene, ilvero,il bel-losi manifestano in talesplendore chelamente non sceglie,

— ma

necessariamente predilegge:

èun

momento

incui siscorge che lavitacircondavadi nubi questi altissimi attributi,solo per lasciareil me-rito di preferirli;

èun

momento

in cuisi vorreb-beaverfatto

come

i profeti, i patriarchi, gli apo-stolied i martiri:

momento

supremo ne*destinidi chi nacqueper essereimmagine di Dio.

4) L’Ecclesiastico:

E

perchèquestesette considera-zioni producano maggiorefrutto,piacciavi aggiunger-vi 1altradi nonessere certoil

quando un

passag-giodisiirretraltabili conseguenza,potrà avvenire

Quelloche sappiamo siè chela morteè

V

eco del-la

vita—

Chiconoscese letavole dellanostra cassa mortuarianon sianogià tagliate?

L’Innominato:

Mi ricordo al proposito ciò che scrisse un mio

Amico

intornoal primonato del

Re de

Francesi:

> Immaginate:eglierapocolungi del-la casa paterna; icancelli del parco erano aperti;

di giàl’ombra tutelaredel deliziosoNeully si sten-dea sopradilui;

ancora una breveora, lametà d’ un’oraforsanco, edeglisarà nelle bracciadella

madre

cheloaspetta, in quelle del padre che lo crede partito—ea serapartirà, percorrendo le vie delregno chesaràsuo

regno—

Un’armatadi

4

o,ooo soldati loaspettaa Luneville—

Domaoi

quest’armata

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— 68 —

>

non obbedirà che a luisolo; edegli le presenterà lasuasposaadorata

Di già sulaviachedeve per-correre s’alzano archi ditrionfo;digiàognuno pre-parale ghirlandedi fiori che dovran caderea’suoi piedi

— E —

in unistantelavita diquesto principe si giulivo, pienodi speranze, glorioso è arre-stata, è infranta, è annientata

— Non

un soffio, non un movimento, non un gesto,

non

un pensiero!

Non

v’ha che uncadavere; un cadavere steso so-vra un lettuccio, fraquattro

mura

disadorne, custo-diteda unpoverettoche vedeentrare nel suo abi-turo, così

come

sognasse laRegina,e’1

Re

de’Fran-cesi

Sì,questo poverettovedea ginocchiosul suo-lodellasuapovera casa, intorno al suopovero let-to, il Reela Regina,e tutti i principidella famir gliareale etuttii grandi dignitaridella corona

delleglorie checostui non aveva vedute cheda lun-gie colguardo piegato

come

si mirailsole

— Oh

morte!

— Tu

fai d’un povero l’ospitedi un Re, tu faidi un abituro un tempiofunebre,tu faid’un let-ticciuolo un’altarea piè dicuipreganodueteste co-ronate...

ma

quello ch’èpiù, tu presenti istantanea-mente un grandedeltempo innanzi all’eternità!..

L’Ecclesiastico:

—Almeno

era unprincipe gene-roso,pio, scrupolosonell’adempimento de’suoi do-veri, prontoa dare lasua vitaper lapatria, pe’l

Re,

per lapubblica pace.

— Ma

il

Reggente?—

«Po-chiuomini, scrive un’istorico,sonostatipiùseducenti diFilippo d’Orleans/

possedevale belle arti,il dise-gno, la musica; pingevaed incideva con un gusto squisito;componevade’

drammi

pieni diforzaedi sen-timento;

lasua conversazioue erabrillante, libera spontanea.*—nel

momento

chepiùsembrava preoccu-pato untratto dispirito rivelavala prodigiosa

sua

intelligenzat

— ma

egliera l’

uomo

che non

avendo

— 69

-Dionelcuorevuole penetrareimisteri della

naturat-egli meditavail

mondo

nella speranzadi rimontare;

al

come

questo grande effetto esistesse, senza la grande causa che nonvoleva conoscere:

ricercava ne’nervi enel sanguela sorgente del pensiero

,per

provareasestesso la disperantedottrina chein lui tuItoerafinitoemortale.

Siaprivano daluiisepob cri, sitoglievanogliavanzidelcervellodal craniosi apriva laspina dorsale,si ricercavane' midolli delle ossa,inqueste ultime spoglie della veste

umana

, per negareil loro autore!

Egliaveva delFaust chesi disperain mezzo a’suoidubbi: delFaust che non credeDioecredele divinazioni, l’alchimia ele sor-tì:delFaustche si consumanella sua impotenza a produrre,sia checostruisca una

immagine muta

e senza anima, sia che travagli innanzi a suoi fornelli per rinvenireun’essenza capacea creare la Intelligenza!—Egliavevadel don Giovanni, che rar-pisce odinfanga le riputazioni dellepiù belle figlie di Cadice, di Granata, e di Siviglia

ed inatto appunto che lacapellaturabionda edinanellata del-la Duchessa diFulariscadeva negligentemente sulle ginocchiedi lui,veniva l’apoplessia,eda simigliane za della statuabianca del Commendatore, ne strin-geva nellesue bracciaglaciali latestae repentina-mente lo spingeva nell’Eternitàad accertarsi della esistenza del Creatoreede’suoiattributi!!

— Oh!

quan-ti

come

il reggentedi Francia dal sonno di volut-tuosi piacerisisvegliano innanzialtribunaledi

Dio!^

Oh

quanti

come

Aitila nel

momento

che gustanola ebbrezzadellaferocia, sitrovano a darne

conto!—

Quando morremo? — Come? — Avremo

prima il viati-co,l’oliosanto,lematerni assidue assistenzeedi con-fortidella

Chiesa?—

Faràpietà, disprezzo,donerà piacere lanostra morte?

Invocheremoquella

potep-,jj ><>»»»_gin'/;(il

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— 70 —

za chea tutto supplisce

, quella potenzache tuttoi rimedia,quella potenza chelutto aggiusta... la misericordiadivina? Chi losa?... Chi lopuò sapere?

Il divino maestro ci assicura cheneanche gli Angeli losanno,avendolo Dioscritto negli ar-canisuoi profondissimi! ...

f.' -«

5 XVIII. Ilmezzo piò facile.

i)Avvicinavasilaprima oradella notte,

le lam-pade splendevano nellaChiesa

Quelle della Cappel-la Agatianagittavanoun chiarore appena capacedi farerilucere1*indoratura delferreo intrecciato caur cellochecustodisce il prezioso deposito.

Quel

can-celloin certo

modo

poteva assimigliarsi al corpo che racchiude la parte piùsublime della natura....

ma

oimè mentrequellosalvadallarapacità de’ladri ilpalladio de’Catanensi, l’altro nonsalva l’anima, anziè occasione della voracitàdelle passioni!—

Le

immagini elescolture presentavaosi nelleombre....

come

i pensieridelvolgaresempre esagerati,sempre privi digradazione, sempreconfusi.

Quelchiarore

capaceappenadi produrre grossolane oscure tinte non permettevano nullaallapiù diligentecuriosità—

Pureeranvi i duenellacappella!

. 2)

Oh!

laforzadella divina parola!

Essache sembrava unoscandolo pergli Ebrei,unafolliapei Gentili, distrusse tuttelefalse opinioni:

ben a

ra-gione la sapienza increata la paragonava al gra-nellino della senape: (jiiod

minimum

c/uidem est omnibus semìnibus:

cum autem

creveril,

majus

est omnibus oleribus,etfilarbor,ilaut volucres coeli veniant, etabitent in ramisejus /

Bramava

T

In-nominato didare pieno ricovero e cibo alsuo spi-rito e mettevasiaricercare con

immensa

premura

-

71

"

%

in tra irami della santa parola che dallo zelò' dell’Ecclesiastico evaogelizzavansi.

Epperòera quel-la la terzavolta che nellostessocorso della giorna-taivi convenivano.

3

) L’Ecclesiastico:

Cisiamogià occupatidel

mezzo

efficace;—ora se vipiace dirò del

mezzo più

facile.

L’Innominato:

— È

quantodesidero.

L’Ecclesiastico:

Laparola, ilpensiero,,ilfatto, l’eroicofatto hanno bisognodipreparazione, di

fa

-inlilazione

,

diespressione,percostituire la preghie-ra attuale confidenteumileeperseverante.

*

) Per ben prepararsi alla preghiera occorrela;

meditazione.

Ora palrem tuum

in abscondite per mostrare chesiha solo fiduciainlui,

per

ricon-centrarsi in lui.

**) La meditazione ottiene i più magnificielogi da’SantiPadri:

— Da

essièdefinita il lume dell’a-nima,

l’alimento chelasostiene,

ilrimedioa’suoi

mali,

l’elementodi ogni sua forza,

lasorgente

di tutte le sue virtù;

laragion chela

domina,—

labasechelasostiene,

lacolonnachel’appoggia,

loscudoche la difende.... è la

madre

di ogni ot-timarisoluzione ed esecuzione in lutti i rapporti dellavita, elo è poi specialmente ne’rapporti del-la creatura intelligente colsuocreatore,imperocché cimette nellagrazia e protezione diDio,versodel

S

[uale c’ispira

amore

ubbidienza fiducia c’ispira ede, speranza, carità.

,

4)

L’Innominato:

— E

vero:

— veggo

chiaro e fa-cilmenteeli’essa soltantola meditazionepuò ispirar-ciodio alpeccalo

,distacco dalle creature,

dipen-denza

assolutaed affettuosa da Dio, imperocché

*) lasua mercè conosciamo le diformità del pec-cato,

ne calcoliamo lamalizia,

ne scandagliamo gli abissi,

ne vediamogli effetti.... effetti

altua-DigitizedbyGoogle

— 72 —

liVeffetti avvenire, effetti insiti,effetti comunicali, effetti fìsici, effettimorali, effetti^sociali.... e tutti

tremendissimi! ..

' .

**)

Le

creatureche ne circondano si presentano con un’apparenzaingannatrice,promettono ogni ma-niera diriposo,di benessere, di gioia:

fanno

ob-Mare

le lezionidell’esperienza:

si circondano di

una

nubesigraziosa,brillanteda rimanerne abba-gliati, sorpresi, trascinati

Ora

come

spezzare

l’in-cantesimo,

come

rompere l’illusione?

Meditando sulla vanità, ilvuoto, labrevità,il niente relativo ed assolutodi tali beni.

-

***

j

L

a dipendenza affettuosa da Dio

come

par

drone

celeste chi èche nonl’assume congioia, me-ditando cheIddio èil vero bene, ilsolo bene,

i

e-ternobeneche puòriempire i| nostro cuore, sod-disfare la nostra volontà, appagare completamenteil nostro intelletto?

La dipendenza affettuosada Dio

*

come padre

celeste chi òche nonl’assuma con gio-ia meditando sopra i patimenti diGesù Cristo

La

sola meditazione sopra il santissimo,sacramento del-l’Eucaristiaqualisentimenti,non ingenera?

5) L’Ecclesiastico:

Così è: Ilvostro ingegnovi

5) L’Ecclesiastico:

Così è: Ilvostro ingegnovi

Nel documento 0 QUALCHE ORA DI RI- (pagine 67-81)