• Non ci sono risultati.

FOOD SECURITY: IL DIRITTO AL CIBO QUANTITATIVAMENTE ADEGUATO

5. Il diritto al cibo adeguato e la sovranità alimentare.

Assai rilevante nel lessico del diritto alimentare è poi il concetto di sovranità alimentare, di cui si è iniziato a disquisire, per la prima volta, durante la Conferenza internazionale della Via Campesina - movimento internazionale fondato da un gruppo di rappresentanti di organizzazioni di agricoltori provenienti da quattro continenti nel corso di un incontro nel 1993 a Mons (Belgio) - a Tlaxcala, in Messico, nell’aprile del 1996; il concetto è stato poi riproposto nel corso del Forum parallelo al World Food Summit di Roma, nel novembre dello stesso anno, in opposizione a quello di “sicurezza alimentare”232.

Di tale concetto, diverso ma connesso a quello di sicurezza alimentare, non esiste una definizione giuridica istituzionale, né italiana, né europea, né internazionale, trattandosi di un concetto elaborato nel mondo del “non governativo” e confluito poi nel concetto onusienne di diritto al cibo adeguato. La formulazione oggi comunemente accettata dalla comunità internazionale di sovranità alimentare è quella esplicitata dalla Dichiarazione di Nyéléni, elaborata all’esito del Forum Internazionale sulla Sovranità alimentare tenutosi in Mali nel febbraio 2007, che ha visto la partecipazione di più di 500 delegazioni di movimenti contadini e organizzazioni della società civile, provenienti da 80 Paesi del mondo.

Secondo l’assai ampia definizione resa nell’ambito del menzionato Forum «(...) La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente

231

Per ulteriore approfondimento si rimanda alla puntuale disamina effettuata in M. BOTTIGLIERI, op. cit., pp. 134 ss.

232

In occasione del Vertice mondiale per l’alimentazione 1996, “La Via Campesina” ha lanciato l’idea di “sovranità alimentare”. Oggi la FAO ha riconosciuto La via Campesina come principale interlocutore internazionale espressione dei piccoli produttori agricoli, formalizzando a tal fine un accordo di cooperazione siglato a Roma il 4 ottobre 2013 (Cfr. LA VIA CAMPESINA, Dichiarazione di NYÉLÉNI sulla sovranità alimentare, Mali 27 febbraio 2007 in www.nyeleni.org; cfr. anche il sito del movimento su www.viacampesina.org).

132

adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. Questo pone coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti nel cuore dei sistemi e delle politiche alimentari e al di sopra delle esigenze dei mercati e delle imprese. Essa difende gli interessi e l’integrazione delle generazioni future. Ci offre una strategia per resistere e smantellare il commercio neoliberale e il regime alimentare attuale. Essa offre delle orientazioni affinché i sistemi alimentari, agricoli, di pastori e di pesca siano gestiti dai produttori locali. La sovranità alimentare da priorità all’economia ed ai mercati locali e nazionali, attribuendo il potere ai contadini, all’agricoltura familiare, alla pesca e l’allevamento tradizionali e colloca la produzione, distribuzione e consumo di alimenti, sulla base di una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La sovranità alimentare promuove un commercio trasparente che possa garantire un reddito dignitoso per tutti i popoli ed il diritto per i consumatori di controllare la propria alimentazione e nutrizione. Essa garantisce che i diritti di accesso e gestione delle nostre terre, dei nostri territori, della nostra acqua, delle nostre sementi, del nostro bestiame e della biodiversità, siano in mano a coloro che producono gli alimenti. La sovranità alimentare implica nuove relazioni sociali libere da oppressioni e disuguaglianze fra uomini e donne, popoli, razze, classi sociali e generazioni (...)»233.

A ben vedere, dunque, mentre il diritto al cibo è un diritto concernente la situazione giuridica soggettiva della singola persona, la
sovranità alimentare è attributo di un intero popolo, sicché, tale ultimo concetto condivide sì con il diritto al cibo adeguato il tema dell’accesso agli alimenti, ma ne differiscono i soggetti titolari (soggetto collettivo nel primo caso, individuale nel secondo, diritto collettivo nel primo caso, diritto prevalentemente soggettivo nel secondo).

In ogni caso, al pari del diritto al cibo adeguato, il principio della sovranità alimentare, pone al centro la figura dell’uomo, in quanto individuo meritevole di tutela, che deve essere posto al di sopra delle le politiche neo-liberali e delle regole del commercio stesso.

133

Appare evidente l’obiettivo perseguito, ossia quello di garantire l’accesso alla terra ai piccoli agricoltori e, contemporaneamente, di permettere loro di stabilire le regole all’interno del commercio locale, il quale dovrebbe essere preminente rispetto a quello internazionale. Il modello di produzione considerato è quello agro-ecologico, dove l’aggiunta di prodotti chimici esterni è scarsa e vengono privilegiati processi naturali come il controllo biologico dei parassiti, sulla base della consapevolezza che l’agro-ecologia è una valida soluzione alternativa all’industria agricola, poiché incoraggia la produzione delle aziende agricole familiari introducendo soluzioni innovative.234 La biodiversità viene incentivata tramite la diversificazione dei sistemi agricoli e ciò comporta un consumo più efficiente delle risorse energetiche.

Ma l’idea di una sovranità alimentare, per potersi concretizzare deve coinvolgere tutti gli Stati e i soggetti internazionali che fanno parte del Global Food System. Oltre agli organi statali, coloro che determinano le politiche di produzione e distribuzione del cibo sono le grandi multinazionali, le quali sono in grado di modificare il mercato del cibo, con effetti che investono la food security e il concetto di ecologia sostenibile. È agli occhi di tutti come le multinazionali abbiano oramai assunto un ruolo equiparabile a quello delle Istituzione democratiche dello Stato, mantenendo il controllo sui progressi scientifici e sulla diffusione delle conoscenze. È proprio per questo che il movimento alla base della sovranità alimentare si oppone al Global Food System e all’utilizzo del cibo come arma di controllo ed oppressione delle civiltà rurali.235

Significativo risulta essere il contrasto al fenomeno del dumping, che consiste nell’importazione di beni alimentari collocati ad un prezzo inferiore rispetto a quello degli alimenti realizzati dalle popolazioni locali, così andando a distruggere la capacità produttiva locale.236 Il Movimento si oppone fermamente a questo approccio politico neo-liberale, ricordando che l’accesso al cibo è un diritto umano essenziale e va

234 M. A. ALTIERI, C. INES NICHOLLS, L. PONTI, Agroecologia, Feltrinelli, 2015, p. 10 ss. 235 A. RINELLA, H. OKORONKO, Sovranità alimentare e diritto al cibo, il Mulino, 2015, p.99. 236

Cfr. https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/33/strategie-e-pratiche-di-sovranita- alimentare-africa.

134

ricollocato al centro del sistema, attraverso soluzioni democratiche che garantiscano l’inclusione di tutti gli individui, la dignità umana e il rispetto per l’ambiente.

La sovranità alimentare non si limita, però, ad essere relegata nell’ambito delle mere enunciazioni, entrando a far parte di documenti redatti da organismi governativi ed inter-governativi e, addirittura, di alcune Carte costituzionali.

In Africa, ad esempio, i Paesi che fanno parte della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) hanno adottato una politica agricola comune con l’obiettivo di «garantire la sicurezza alimentare della popolazione rurale e urbana della regione, la qualità sanitaria dei prodotti, nel contesto di approcci adatti a garantire la sovranità alimentare della regione».237

In America latina, dove il Movimento ha avuto origine, gli obiettivi perseguiti dalla sovranità alimentare sono stati inseriti all’interno di varie Costituzioni, prima fra tutte quella ecuadoregna238. La Costituzione del Venezuela, ad esempio, al riguardo recita all’art. 305: «Lo Stato promuove l’agricoltura sostenibile come base strategica dello sviluppo rurale integrale al fine di garantire la sicurezza alimentare della popolazione; intesa come la disponibilità sufficiente e stabile di alimenti nell’ambito nazionale e l’accesso adeguato e permanente a questi da parte del pubblico consumatore. La sicurezza alimentare deve essere raggiunta sviluppando e privilegiando la produzione agricola e l’allevamento nazionali. A tal fine, lo Stato detta le misure di ordine finanziario, commerciale, di trasferimento di tecnologia, possesso della terra, infrastrutture, formazione di manodopera ed altre necessarie per raggiungere livelli strategici di autosufficienza (…)».

237 A. DESSì, F. NONNE P. NONNE (a cura di), Sovranità alimentare, SIV-troVSF I Onlus, 2009, p. 50. 238 La Costituzione dell’Ecuador del 2008 riconosce, all’art. 3, tra i doveri fondamentali dello stato

quello di “garantire senza discriminazione alcuna il godimento effettivo dei diritti stabiliti dalla Costituzione e dagli strumenti internazionali, in particolare l’educazione, la salute, l’alimentazione, la sicurezza sociale e l’acqua, ai suoi abitanti.”. La nuova Carta è interamente permeata dal principio del Buen vivir, (buona vita), la cui base è radicata nella sostenibilità dell’ambiente e nel patto sociale interocorrente fra uomo e natura. Il cibo diventa, quindi, il caposaldo su cui costruire lo sviluppo del Paese, il quale va perseguito modificando la fase produttiva della materia alimentare, e avvicinandola al rispetto per la natura e alle tradizioni locali. Ecco allora che si chiarisce al successivo art.13 della Costituzione che “gli individui e le collettività hanno diritto all’accesso sicuro e permanente ad una alimentazione sana, adeguata e nutriente, preferibilmente di produzione locale e corrispondente alle loro diverse identità e tradizioni culturali”.

135

Dunque, benché concetto diverso dal diritto al cibo adeguato, la sovranità alimentare ugualmente mira alla sua tutela e, più in generale, alla garanzia alla sicurezza alimentare attraverso:

- la gestione diretta dei sistemi e delle attività agricole da parte di contadini, pastori e pescatori locali, cioè la possibilità di dare in mano a coloro che producono gli alimenti l’accesso e la gestione delle terre, dei territori, dell’acqua, delle sementi, del bestiame e della biodiversità;

- il ruolo centrale dell’economia e dei mercati locali e nazionali;

- il potere ai contadini, all’agricoltura familiare, alla pesca e all’allevamento tradizionali;

- una maggiore attenzione alla produzione, distribuzione e consumo di alimenti nel rispetto dell’ambiente, delle società e delle economie locali;

- un commercio leale e trasparente in grado di garantire a tutti un reddito dignitoso;

- la possibilità per i consumatori di controllare la propria alimentazione e nutrizione.239

6. Il ruolo della legislazione ordinaria nella tutela del diritto al cibo

Outline

Documenti correlati