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Sistemi di gestione ambientale per l’implementazione dell’Economia Circolare: analisi delle aziende di manifattura del metallo registrate EMAS

5. Discussione e conclusion

Dall’analisi emerge che il settore di riferimento, anche considerando le sue peculiarità, si identifica maggiormente con alcuni principi della EC non riconoscendosi, invece, con altri. L’omogeneità dei processi produttivi delle aziende determina che esse attuino pratiche di sostenibilità simili. I principi di economia circolare maggiormente riscontrati all’interno delle DA delle aziende manifatturiere del metallo registrate EMAS sono quelli di reduce, reduce waste, biodiversity, renewability, recycle. Ciò che appare evidente è che i principi individuati più frequentemente sono quelli che trovano una collocazione all’interno degli indicatori chiave dell’allegato IV di EMAS. Questi principi, sono riferibili ai materiali tecnologici e non biodegradabili, la cui circolarità si raggiunge attraverso la riduzione del rifiuto, il riciclo, ma soprattutto tramite il rinnovo del processo e del materiale che può essere riutilizzato (Ellen McArthur Foundation, 2013). Tutte le aziende manifestano la loro volontà, di raggiungere obiettivi relativi al principio reduce e quasi tutte si adoperano, con varie strategie, per ridurre effettivamente i propri consumi. La strategia più utilizzata per la riduzione dell’impatto ambientale è il miglioramento dei macchinari dei processi ad alto

consumo. Anche i principi reduce waste e regeneration, che corrispondono rispettivamente agli indicatori della produzione totale di rifiuti normali e pericolosi all’interno del regolamento EMAS, sono ampiamente utilizzati. Il principio recycle, il quale non è direttamente connesso a uno specifico parametro EMAS, è, tuttavia, evidentemente associato al concetto della riduzione dei rifiuti e alla legislazione europea sui rifiuti. Riguardo il principio renewability, le aziende appaiono attente al tema delle energie rinnovabili e ne traggono guadagno, attraverso, ad esempio, l’installazione di pannelli fotovoltaici, con conseguente diminuzione di CO2 emessa (Ellen McArthur Foundation, 2013). Il principio resource efficiency è direttamente collegato all’indicatore EMAS per l’efficienza dei materiali, relativo al consumo delle risorse e quindi molto utilizzato dalle imprese di questo settore, le quali si impegnano a efficientare i propri processi per un minor consumo di materie prime rispetto al prodotto totale. Il concetto di closing loop si identifica nell’idea di rendere il processo circolare: il ciclo tra post-utilizzo e produzione è chiuso, con conseguente flusso circolare di risorse (Bocken et al., 2016). Tale concetto è impiegato da tutte queste aziende a livello pratico, e nella maggior parte dei casi fa riferimento agli scarichi idrici. Il concetto di long life cycle è utilizzato da tutte quelle aziende che producono materiale ferroso zincato perché il processo di zincatura allunga il ciclo di vita del prodotto riducendo gli impatti ambientali delle aziende. Il concetto design appare ancora poco utilizzato, ed è invece di fondamentale importanza perché la massima efficacia rispetto al tema della circolarità si può raggiungere solamente attraverso una progettazione a monte che preveda che il prodotto sia durevole, riutilizzabile, riparabile, aggiornabile e adattabile (De Los Rios and Charnley, 2016). Un’assenza di progettazione improntata sulla circolarità può essere la spiegazione per cui principi come

repair, remanufacturing e restoration, tre concetti pratici molto importanti per l’estensione del ciclo di vita

del prodotto, non siano stati riscontrati all’interno delle DA, mentre potrebbero essere applicati con successo in questo settore (Lieder and Rashid, 2016). Meritano una riflessione alcuni concetti meno concreti dell’economia circolare, di cui non si trova rispondenza all’interno delle dichiarazioni, quali system-thinking ed end of life e keep value (Moreno et al., 2016). Attraverso un approccio sistemico e maggiormente orientato al mantenimento del valore del prodotto, i principi di EC troverebbero una attuazione più semplice. Infatti, in un processo circolare, non sarebbe nemmeno necessario parlare di riduzione di rifiuti, la cui produzione sarebbe molto marginale.

L’obiettivo dello studio era verificare quanto EMAS possa rappresentare una risposta efficace alle esigenze Comunitarie di applicare i principi dell’EC. Così come auspicato dalla Commissione Europea, l’analisi presentata ha evidenziato che l’implementazione di EMAS rappresenta un punto di partenza e una solida base per il raggiungimento degli obiettivi che il Piano d’Azione Europeo per l’EC si pone (European Comission, 2017; Weiss et al., 2017). Nel contesto analizzato, specialmente per i principi di EC reduce,

reduce waste, biodiversity, renewability, recycle le organizzazioni hanno mostrato un elevato livello di

attenzione che si traduce in pratiche e musurazione di risultati attraverso specifici indicatori. Infatti, grazie al miglioramento continuo richiesto e all’utilizzo di indicatori di prestazione ambientale previsti da EMAS, le organizzazioni riescono ad effettuare un efficace monitoraggio delle proprie attività e a fissare obiettivi di miglioramento coerenti con i principi dell’EC. Ciò rappresenta un’opportunità significativa per il rilancio dello Schema, che potrebbe rappresentare uno degli strumenti a disposizione delle istituzioni europee e nazionali per applicare i principi dell’EC nel mondo industriale. Seguendo questo percorso, lo Schema e gli indicatori chiave di prestazione ambientale proposti potrebbero essere integrati con indicatori specifici per la misurazione della circolarità dei processi produttivi in ottica di EC.

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Sprechi alimentari e rifiuti (FLW) e loro usi seguendo il paradgima dell’ Economia Circolare

Paolo Fiume1 (fiume@iamb.it) , Maurizio Pasini2 (commerciale@nes.it), Maria Francesca Belcaro3

(mfbelcaro@gmail.com), Manuela Ciani Scarnicci4. (manuela.cianiscarnicci@uniecampus.it) 1

Ciheam Bari Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes, 2

Pasini tecnologie srl – Rimini, 3

PIN s.c.r.l -Polo Universitario Città di Prato, 4

Università telematica eCampus di Novedrate Co.

La circolazione estremamente irregolare di alimenti in tutto il mondo ha creato una contraddizione in termini di un miliardo di cittadini che non hanno accesso al cibo, mentre una parte della popolazione mondiale può permettersi di acquistare cibo in eccesso.

Le perdite di cibo assumono un posto rilevante nella fase di produzione, post-raccolta e trasformazione della catena di approvvigionamento alimentare - e durante tutta la distribuzione fino al consumatore finale - gli enormi sprechi di cibo e relativa produzione di rifiuti causano elevati costi in termini economici, ambientali, risorse naturali (Biodiversità), sociale (società e culturali), nutrizionali, salutistici e stili di vita anomali. Secondo l'ONU, ogni anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo "mentre quasi 1 miliardo di persone soffrono di denutrizione e 1 miliardo di affamati". Questa distribuzione sproporzionata del cibo richiede l'intervento della comunità globale, in particolare dei paesi più sviluppati, che stanno sprecando più cibo su base pro capite. Le cause di FLW sono diverse tra stati e regioni.

Le cause delle perdite alimentari e dei rifiuti: paesi ad alto reddito rispetto a quelli a basso reddito

Fonte: UN Sustainable Development website: Goal 12

I paesi a reddito medio-alto tendono a generare FLW come conseguenza delle abitudini dei consumatori, nonché scarso coordinamento tra i diversi attori lungo tutta la filiera alimentare. Il cibo ha progressivamente perso il suo valore, e il suo prezzo decrescente come percentuale del reddito (è sceso dal 30 al 10 percento negli ultimi decenni) genera FLW a livello di famiglie e della ristorazione.

Al contrario, l'FLW nei Paesi in via di sviluppo è principalmente causata da una combinazione di debolezze manageriali nelle fasi di raccolta, stoccaggio, imballaggio, trasporto e marketing. Pertanto, un approccio "univoco per affrontare l'FLW non è efficace per tutti i Paesi.

Nei Paesi a reddito medio-alto, i processi top-down devono essere associati a un cambiamento culturale nelle attitudini dei consumatori, nonché a strategie alternative di produzione alimentare. Viceversa, nei Paesi a basso reddito, gli investimenti in infrastrutture, stoccaggio e imballaggio sono essenziali.

Costi ambientali e sociali per gli sprechi alimentari e rifiuti

Fonte: FAO, Food Wastage Footprint. Full-cost Accounting

La FAO ha stimato che il costo totale del FLW globale è di circa 2,6 trillione di dollari, di cui 1 trillione di dollari in costi economici, 700 miliardi di dollari in costi sociali e 900 miliardi di dollari in costi ambientali. Tra le altre questioni, FLW è responsabile per circa 8% delle emissioni totali di GHG antropogeniche, che raggiungono quasi la quantità delle emissioni globali di trasporto su strada. Inoltre, FLW produce un forte stress sulle risorse territoriali, che rappresentano circa il 30% delle terre agricole del mondo. Infine, FLW ha un'impronta idrica enorme (250 km3) e minaccia importante per la biodiversità.

Le istituzioni governative e non hanno lavorato per trovare una soluzione soddisfacente a questo problema, con l'obiettivo di cambiare l'approccio per individuare soluzioni che potrebbero essere adottate nell'organizzazione pubblica e nel settore privato come: