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La ricerca nasce sulla scia di un lavoro sperimentale denominato “Progetto di Fisiologia Clinica dell’Esercizio Fisico–Modello Marche” (PROCEF-MOMA) che si proponeva di attuare un piano d’interventi che ponesse la Regione Marche all’avanguardia nel campo della prevenzione primaria e secondaria e nella sostenibilità economica dei servizi sanitari offerti. Il piano di intervento si componeva di tre fasi: 1 - Formazione di specialisti con competenze certificate in Fisiologia Clinica dell’Esercizio Fisico per mezzo di un master universitario di II livello, intervento realizzato dalla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Ospedale San Salvatore di Pesaro.

2 - Studio di fattibilità e modellazione organizzativa, condotto su gruppi di soggetti selezionati con affezioni cardiovascolari, metaboliche, respiratorie e oncologiche clinicamente stabili (diabete mellito di tipo 2, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, carcinoma mammario) che preveda:

ü un programma di attività fisica regolare supervisionato e personalizzato, ü interventi di educazione a corretti comportamenti igienico-dietetici,

ü controllo e sostegno dell’adesione complessiva al piano di cure prescritto. 3 - Censimento e classificazione, da parte della Regione Marche (assunta come ambito territoriale di sperimentazione) dei Centri per l’Attività Fisica della Provincia di Pesaro-Urbino.

Il progetto PROCEF-MOMA è stato finanziato in parte dalla Regione Marche e in parte dalla Fondazione di Pesaro, nella fattispecie Banca delle Marche, per un complessivo importo di circa 200.000 €, anche finalizzati alla realizzazione ex novo della palestra di Fisiologia Clinica dell’Esercizio Fisico interna all’Ospedale San Salvatore di Pesaro, dove è stato poi condotto il progetto regionale e il presente studio di ricerca.

Da notare che, dopo il primo anno di attività, i fondi attesi da Banca delle Marche per

il rinnovo del progetto, non hanno avuto luogo per il default dell’ente stesso, determinando la compromissione della redditività finanziaria dell'istituto pesarese e

nuocendo fortemente sulla sua capacità di promozione sociale e culturale nel territorio, nei settori della salute, formazione, volontariato e arte.

Per tale motivo, il progetto e la sperimentazione interna allo stesso, sono stati sospesi in modo anticipato rispetto a quanto preventivato e, il reclutamento del previsto gruppo di controllo, non ha avuto luogo.

Lavorando all’interno di una struttura sanitario-ospedaliera, vi è stata la necessità di interazione e collaborazione tra le diverse figure professionali coinvolte nel complesso di interventi necessari alla sperimentazione, intesi a conseguire informazioni, ad orientare e formare/modificare lo stile di vita del paziente. Di seguito i compiti svolti da ciascuna figura professionale

Medico Diabetologo: si occupava della prescrizione riferita al volume e all’intensità di esercizio fisico in accordo con i colleghi medici cardiologi che avevano effettuato la prova da sforzo su ergometro e con il Fisiologo Clinico dell’Esercizio Fisico (chinesiologo specialista in esercizio fisico preventivo/adattato). Effettuava, inoltre, rivalutazioni cliniche ed eventuali rimodulazioni della terapia farmacologica in essere quando necessario.

Infermiere: Si occupava della valutazione delle condizioni generali del paziente, prima, durante e dopo l’esercizio fisico, rilevando i parametri di frequenza cardiaca (anche con metodica ECG telemetrica), temperatura, pressione arteriosa, frequenza respiratoria, glicemia e saturazione dell’O2, provvedendo

anche alla disinfezione e sterilizzazione dei macchinari utilizzati e del materiale per l’assistenza diretta al paziente. Forniva assistenza al medico nelle varie attività previste e procedeva all’annotazione sulle schede personali dei soggetti degli abituali rilievi e delle prescrizioni mediche, nonché delle variazioni di queste.

Fisiologo Clinico dell’Esercizio Fisico: Si occupava delle prove di funzionalità motoria, forza e capacità aerobica (più avanti descritte), organizzava e somministrava il programma di esercizio fisico prescritto.


Psicologo: Interveniva durante la compilazione del questionario Hospital Ansiety Depression Scale (HADS) e Short Form 36 (SF-36) nelle fasi pre e post intervento sperimentale, verificando la qualità di vita percepita e facilitando, se necessario, l’adesione del paziente al programma di esercizio fisico previsto.

A conclusione di una valutazione clinica ambulatoriale, al paziente corrispondente ai criteri di inclusione, veniva proposto dal Diabetologo (in presenza con il Fisiologo Clinico dell’Esercizio Fisico), il programma di interventi personalizzati previsto. Tra questi vi erano una serie di informazioni finalizzate alla progressiva acquisizione di competenze sulla propria condizione di malattia, sull’importanza dell’adesione al trattamento farmacologico suggerito, sui vantaggi attesi, in termini di miglioramento, dal programma di esercizio fisico proposto. Dopo questo primo contatto, che prevedeva la sottoscrizione di un consenso informato, il paziente accedeva nei locali della palestra di Fisiologia Clinica dell’Esercizio Fisico (o concordato un appuntamento) per una prima presa di contatto con l’ambiente, le dotazioni strumentali e il personale infermieristico con il quale si sarebbe relazionato. Veniva quindi comunicata la data della prima seduta di attività con protocollo di esercizi a circuito (Circuit Training). PRIMA VISITA è è è FASE DI INTERVENTO è è è ULTIMA VISITA - Intervista - Motivazione - Quiz Psicologici - Valutazioni antropometriche - Composizione corporea - Spiegazione del programma - Accettazione del consenso informato

- Otto settimane di Esercizio supervisionato di gruppo in forma di circuit training

- 3 sessioni settimanali di 40 minuti ciascuna per un totale di 120 min a settimana

- Valutazioni funzionali alla

conclusione della prima

settimana d’intervento - Quiz Psicologici - Valutazioni antropometriche - Composizione corporea - Valutazioni funzionali - Consegna di un vademecum su come proseguire l’attività fisica a casa

Tabella 10 - Fasi d’intervento del progetto sperimentale PROCEF-MOMA

Soggetti

Sono stati reclutati, in modo randomizzato, 20 pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, con un’età media di 57,8 anni (SD ±11,32) dei quali 13 (8 maschi e 5 femmine) hanno portato a termine l’intero periodo d’intervento di 8 settimane previsto. I criteri di inclusione prevedevano un diabete diagnosticato soddisfacendo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la capacità di camminare per almeno 15 minuti senza assistenza, condizioni cliniche stabili e la sottoscrizione del consenso informato. Nessuna limitazione è stata data per il peso corporeo o per

l’Indice di Massa Corporea (BMI). I soggetti reclutati hanno frequentato la palestra di fisiologia clinica dell’esercizio fisico dell’ospedale dal mese di aprile 2013 all’agosto del 2014.

Caratteristiche Campione

Randomizzati (n=13)

Sper. Con.

Età (anni), media (SD) 57,77 (11.32) /

Sesso, n. (M/F) / Parametri antropometrici Peso 95.62 (18.13) / W/H ratio 1.0 (0.11) / BMI (kg/m2) 34.11 (6.93) / Parametri ematici HbA1c 61.23 (15.66) / Pressione sanguigna Sistolica (mmHg) 123.85 (10.53) / Diastolica (mmHg) 75.38 (5.81) /

Efficienza cardiovascolare e recupero

VO2max (ml • kg -1• min -1) 19.81 (1.78) /

Ruffier-Dickson 7.03 (3.28) /

Tabella 11 – Riassunto dei valori dei soggetti al baseline

I criteri di esclusione prevedevano la presenza di comorbidità che avrebbero potuto causare instabilità clinica durante l’esercizio fisico, tra cui pregresso infarto miocardico con disfunzione ventricolare sinistra moderata o severa, malattie valvolari cardiache moderate o severe, ipertensione arteriosa non controllata in trattamento farmacologico, diabete mellito insulino-dipendente non controllato, insufficienza respiratoria limitante, condizioni osteoarticolari e neurologiche invalidanti, ulcere plantari,
retinopatia pre-proliferante o proliferante, disfunzione vestibolare, valori di emoglobina minori di 11 g/dl, altre a giudizio dello specialista Diabetologo. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad esame medico preventivo e test ergometrico con monitoraggio ECG per escludere soggettive o obbiettive evidenze di patologia coronarica.