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Disturbo di personalità Narcisistico e Antisociale

NORMALITA' E PATOLOGIA NELL'IDENTITA' E NELLE RELAZION

5.2 Disturbo di personalità Narcisistico e Antisociale

Disturbo Narcisistico

Il disturbo narcisistico fa riferimento al mito di Narciso, innamorato della propria immagine tanto da morirci dentro, specchiandosi nelle acque di un torrente per il desiderio di ricongiungervisi.

Il mito mette in luce la pericolosità dell'essere concentrati esclusivamente su se stessi, senza tenere conto dell'altro da sé.

Il disturbo narcisistico di personalità, infatti, è un disturbo della personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare empatia per altri individui. Questa patologia comporta un sentimento grandioso ed esagerato della propria importanza e un'idealizzazione del proprio Sé con difficoltà di un coinvolgimento affettivo.

I soggetti sono spesso caratterizzati da un bisogno affettivo specifico, quello di essere ammirati in misura straordinaria; allo stesso tempo sono quasi del tutto privi di empatia, non riconoscono e non danno importanza a sentimenti provati da altri individui e per questo tenderanno a costruire relazioni non equilibrate ma sbilanciate, caratterizzate da un desiderio di ricevere molto di più rispetto a quello che sono in grado di offrire.

“ Questi pazienti presentano un grado inconsueto di rapportarsi al proprio Sé nelle loro interazioni con gli altri, un gran bisogno di essere amati e ammirati, una curiosa contraddizione apparente fra un concetto molto elevato di sé e una straordinaria esigenza di riconoscimenti da parte degli

altri. La loro vita emotiva è superficiale. Provano scarsa empatia per i sentimenti degli altri, dalla vita ricavano ben poco al di là degli omaggi che ricevono o delle proprie fantasie di grandezza, s'inquietano e si annoiano quando la vernice si scolora senza che si producano nuove fonti per alimentare l'autostima. Invidiano gli altri, tendono a idealizzare alcune persone da cui si aspettano un nutrimento narcisistico e a disprezzare e svalutare quelle da cui non si aspettano niente. In generale il loro rapporto con le persone è chiaramente impostato sullo sfruttamento ed è talvolta parassitario, come se si sentissero in diritto di controllare e possedere gli altri e di sfruttarli senza sentimenti di colpa ”.3

I soggetti narcisisti non solo mancano di profondità emotiva in quanto totalmente incapaci di capire le emozioni degli altri e anche di dipendervi in qualche modo, per via della enorme sfiducia che nutrono verso il prossimo, ma sono anche privi di differenziazione nei loro stessi sentimenti. Se abbandonati o delusi, ad esempio, possono mostrare un'apparente depressione che in effetti si configura poi come rabbia e risentimento.

Il narcisismo non è quel liberatorio amore di sé che è uno degli incentivi alla gioia di vivere, ma è piuttosto il fatto di restare prigionieri di un'immagine talmente ideale di sé da sentirsene poi paralizzati, con il bisogno di essere rassicurati dagli altri.

Il narcisismo patologico può essere letto anche come un'intolleranza rispetto al tempo che passa e all'inesorabilità di tale processo, che determina tra l'altro la trasformazione di sé e della propria immagine.4

3 Kernberg O.F., Sindromi marginali e narcisismo patologico, Boringhieri, Torino 1978, p. 41. 4 Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all'ansia, alla fragilità, alla

Una peculiarità di questo disturbo è a volte costituita dalla fusionalità, con sé o con gli altri, e una totale assenza di differenziazione e riconoscimento delle identità. Questo desiderio di simbiosi però può portare il rischio di far provare timore dei propri interlocutori e vederli come una minaccia per l'integrità di se stessi.

Un tipo di fusionalità di cui soffrono i soggetti affetti da questo disturbo è quella che si riferisce a una identificazione tra il Sé e un oggetto che il narcisista ha interiorizzato e ama profondamente, tanto da pensare che questo oggetto rappresenti il proprio Sé.

“ Un tipo più grave di disturbo narcisistico può essere rilevato in quei casi in cui il Sé ha sviluppato processi patologici di identificazione in misura tale che esso è modellato prevalentemente su un oggetto interiorizzato […]. Questo tipo più grave di patologia narcisistica si riferisce a individui che si identificano con un oggetto e amano un oggetto che rappresenta il loro Sé. […]

Un tipo ancora più grave di patologia narcisistica è caratterizzato da un deterioramento più profondo delle relazioni oggettuali; il rapporto non è più fra il Sé e l'oggetto ma fra un Sé grandioso, patologico, e la proiezione temporanea di questo stesso Sé grandioso sugli oggetti. Qui il rapporto non è più fra Sé e oggetto, né fra oggetto e Sé ma fra Sé e Sé. ”5

La fusionalità sana è quella che porta alla ricerca di comunicazione tra l'individuo e gli altri che sono attorno ad esso; la fusionalità patologica invece porta a un

solitudine, cit.

asservimento poiché si ha paura di essere autonomi e di venire isolati dagli altri e a seguito di questo timore ci si serve dell'altro “imprigionandolo” e fondendosi con esso. Questo tipo di fusionalità è quindi inerente alla presenza dell'altro da sé, ma questa presenza ha l'unico obiettivo di rassicurare il soggetto narcisista diventando con esso un unico elemento, senza possibilità di dialogo o comunicazione. In questa simbiosi i soggetti coinvolti si annullerrano a vicenda, celando completamente le proprie identità e tutto quello che ne consegue, i propri interessi, le proprie inclinazioni naturali, e così via.

“ Il narcisismo dunque contempla sia la patologia che la normalità. Esso può esprimersi patologicamente con il voler ricreare una situazione di autoreferenzialità relazionale intrisa di sentimenti di persecutorietà nei confronti di nemici esterni […]. Oppure può assumere, più fisiologicamente, l'aspetto della ricerca di conferma e sicurezza del proprio valore mantenendo nello stesso tempo salda la propria autonomia di identità rispetto all'altro ”.6

Il soggetto narcisista ha un'immagine di sé grandiosa e importantissima, e questo suo sentirsi speciale lo porta alla convinzione che solo persone altrettanto importanti e superiori rispetto a tutti gli altri possano capirlo e stargli vicino; il narcisista ha dunque bisogno di continue conferme di ammirazione da parte degli altri.

Una caratteristica tipica delle personalità narcisistiche è infatti costituita dalla sfrontatezza: queste persone non temono ad esempio il senso di vergogna per aver

6 Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all'ansia, alla fragilità, alla

commesso o anche subìto qualcosa che possa provocare vergogna. Piuttosto proteggono la propria identità, innegabilmente ferita da situazioni che comunque comportano un disagio, attraverso la trasformazione della paura dell'umiliazione in indifferenza o addirittura in sfida.

I bambini che poi soffriranno di questo disturbo infatti vengono vezzeggiati, sopravvalutati ed esibiti. Per loro arriverà molto tardi la consapevolezza dei limiti in cui la loro vita è stata costretta da un'infanzia in cui ciò che veniva amato ed ammirato non era la propria persona ma l'insieme delle doti che loro sapevano esibire. Molto spesso però accade che prima ancora di rendersi effettivamente conto di questa condizione lo stesso soggetto narcisista si innamora delle proprie qualità e dei successi che grazie a queste ottengono.

Come tutti i soggetti affetti da disturbi di personalità, anche i narcisisti sono classificabili come egosintonici: sono quei soggetti che, comportandosi in maniera armonica con i bisogni del proprio Io, non avvertono il bisogno di inserirsi in un percorso di cura.

La psicopatologia narcisistica può inserirsi anche in una relazione di coppia.

E' il caso ad esempio della coppia che mantiene un'immagine pubblica improntata alla totale gratificazione reciproca, o quella che legittima, anche se inconsciamente, lo sfruttamento di un partner da parte dell'altro.

“ Lo sfruttamento della moglie da parte di un marito centrato su di sé per esempio può suggerire la presenza di una significativa patologia narcisistica in lui e di una vittimizzazione in sua moglie. […] Quando la personalità narcisistica si innamora l'idealizzazione dell'oggetto amato può incentrarsi

sulla bellezza fisica come fonte di ammirazione, o sulla ricchezza e sulla fama come attributi da ammirare e da incorporare inconsciamente come parte di sé ”.7

Per il partner narcisista la vita è caratterizzata dall'isolamento e la dipendenza dall'altro è temuta poiché rappresenta il riconoscimento sia dell'invidia che della gratitudine per la dipendenza stessa: il soggetto narcisista infatti ha un'inconscia paura dell'oggetto d'amore.

Ciò che di sé non si tollera e non si riconosce viene proiettato sul partner, con la conseguenza della possibile rottura della relazione; questa proiezione per il narcisista ha lo scopo di tutelare l'immagine del sé che si è idealizzata anche perché non è avvenuto il riconoscimento dei propri limiti e delle proprie debolezze.

Questa proiezione, alla pari dell'incorporazione simbolica delle caratteristiche che si ammirano dell'altro, costituisce la gratificazione tipica della patologia del narcisismo; inoltre queste dinamiche portano a un annullamento (o alla totale non creazione) degli interessi comuni, di valori condivisi, con il risultato della non comprensione della vita del partner ma piuttosto con l'isolamento e l'incapacità di empatia nei confronti dell'altro.

Il narcisista avvertirà la relazione come una prigione e questo senso di costrizione finirà con il far prevalere l'aggressività e la frustrazione, determinati da conflitti inconsci.

Un disturbo sottostante a queste risultanze così negative nella coppia è costituito

dall'invidia, da una forma di risentimento contro un oggetto di cui si ha bisogno ma che viene vissuto come frustrante o rifiutante: la cosa desiderata diventa così anche fonte di sofferenza e per reagire a questa sofferenza si sviluppa un desiderio di distruggere o di prendersi con forza ciò che viene rifiutato, o più in particolare ciò che viene ammirato.8

Il grandioso ideale dell'Io che fa da sfondo al narcisismo determina aspettative altrettanto grandiose e questa condizione è perciò destinata a sfociare nell'esperienza della solitudine e del senso di vuoto.

“ Stare insieme ad altri per non stare da soli diventa un'esperienza sostitutiva dell'avere valori condivisi […]. Siamo soggetti a una sorta di gruppalità forzata, all'interno della quale le conoscenze appaiono effimere e superficiali, legate più che altro a bisogni di carattere narcisistico. Nell'ambito di questa gruppalità diventa importante il ruolo che si assume e come ci si presenta […]. L'idea della solitudine è appiattita meramente al significato negativo del termine: questa condizione è intesa essere solo come sinonimo di abbandono e marginalizzazione e non nell'accezione positiva del momento di riflessione e dell'introspezione […] ”.9

L'introspezione a cui si fa riferimento può essere necessaria al singolo individuo per interiorizzare ciò che lo circonda, le esperienze che vive, le persone che frequenta, le emozioni che percepisce ed è quindi una pratica a volte successiva alle dinamiche di relazioni interpersonali. La gruppalità è l'inserimento

8 Kernberg O. F., Relazioni d'amore: normalità e patologia,cit.

9 Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all'ansia, alla fragilità, alla

dell'individuo in una cerchia di persone, in un gruppo appunto, o nella società stessa; il soggetto narcisistica però vive quest'esperienza come un'imposizione e quindi come un momento negativo e non come occasione di sviluppo e di apertura verso l'altro. La negatività può nascere dal fatto che il soggetto narcisista ha la continua esigenza di dimostrare la sua superiorità rispetto agli altri membri del contesto di gruppalità in cui si può ritrovare; in quest'ottica si inserisce anche l'appiattimento della persona perché diventa obbligatorio far parte del gruppo e l'essere soli si traduce esclusivamente come un'insignificanza sociale poiché non si viene riconosciuti dagli altri. L'appiattimento che ne consegue si paleserà nel diventare uguali al resto del gruppo, a non emergere per le proprie qualità e le proprie caratteristiche dal momento che si tenderà a uniformarsi in maniera sempre più massiccia al contesto vissuto.

Il timore della solitudine quindi non verrà elaborato con la ricerca di legami autentici e costruttivi con l'altro basati sul riconoscimento della sua differenza ma si coniugherà proprio con la paura dell'altro. Si ha paura ad esempio del conflitto e della divergenza dei punti di vista piuttosto che esserne incuriositi e vivere questa dinamica come arricchimento personale.10

La patologia del narcisismo in alcune sue accezioni teme questo conflitto e tende a negarlo annientandolo con la simbiosi con il partner: questa negazione, così come l'esasperazione del conflitto, porta la differenza tra i partner a tramutarsi in un percorso persecutorio con il risultato del timore della propria imperfezione e limitatezza. Questi aspetti sfociano il più delle volte nella rottura della relazione di coppia, per evitare la quale è dunque importante affermare la propria identità 10 Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all'ansia, alla fragilità, alla

all'interno del rapporto e sottolineare, invece che nascondere, le differenze che intercorrono inevitabilmente tra gli individui che formano la coppia.

Disturbo Antisociale

Il disturbo antisociale è un disturbo di personalità caratterizzato dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società; chi ne soffre è incapace di assumersi responsabilità e prova indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui. Il disturbo di personalità antisociale può colpire sia in età infantile che in quella adulta.

Il bisogno di essere indipendenti rifiutando violentemente qualsiasi tipo di controllo corrisponde all'esperienza del bambino che non è stato accolto con tenerezza e attenzione. Questa trascuratezza si trasforma nel bambino in aggressività e la mancanza di rispetto che gli adulti hanno avuto per il bambino indifeso senza riconoscerlo si trasforma nella persona con tratti antisociali in violenza esercitata in modo più o meno casuale nei confronti di persone che non conosce e non riconosce.11

Incapace di affidarsi a un altro che possa avere un minimo di autorevolezza o di potere la persona con marcati tratti antisociali tende a svalutare e a disprezzare la proposta di aiuto terapeutico e anche in una dinamica di relazione di coppia, la persona affetta da questa patologia si inserisce in storie caratterizzate da esercizi di potere e di controllo.