• Non ci sono risultati.

Disturbo di personalità Borderline

NORMALITA' E PATOLOGIA NELL'IDENTITA' E NELLE RELAZION

5.3 Disturbo di personalità Borderline

Il disturbo borderline invece è considerato come una delle patologie più difficili da curare, pur essendo un disturbo abbastanza diffuso.

Questo disturbo è definito come caratterizzato da vissuto emozionale eccessivo e variabile e da instabilità riguardanti l'identità dell'individuo. I soggetti borderline tendono a soffrire di crolli della fiducia in se stessi e cadere, allora, in comportamenti autodistruttivi.

Si presenta una generale instabilità esistenziale: la vita dei soggetti borderline è caratterizzata da relazioni affettive intense e turbolente che terminano bruscamente e questo può provocare effetti gravi sulla vita dell'individuo affetto da tale patologia.

Molto spesso i soggetti coinvolti in questo problema di personalità vengono classificati come bipolari, affetti cioè da un disturbo dell'umore caratterizzato dall'avvicendarsi di opposte tensioni che causano una continua altalenanza del modo di pensare se stessi e gli altri.

I segni che caratterizzano il disturbo borderline sono diversi, riassumibili in cinque tipologie:

• la prima è rappresentata dalla paura della separazione e dell'abbandono, paura che porta a comportamenti esasperanti, anche se l'abbandono è solamente fantastico e non reale;

• la seconda è l'alternanza tra svalutazione e idealizzazione dell'altro che porta a instabilità e conflittualità tra sé e l'altro;

esempio nella compulsione a comprare beni inutili o nella dipendenza da sostanze o nella messa in atto di comportamenti che portano a situazioni di rischio per sé;

• la quarta tipologia di segni concerne l'aggressività e la conseguente distruzione di tutto quello che circonda l'individuo, violenza che porta anche all'autolesionismo;

• la quinta infine riguarda l'umore, rispetto al quale l'irritabilità e l'ansia si alternano con la tristezza e i passaggi dall'euforia alla depressione sono rapidi e apparentemente inspiegabili.

Mentre nel narcisista l'apparente idealizzazione onnipotente maschera un'insicurezza autosvalutativa, in questo caso si ha l'alternanza tra l'idealizzazione e l'autosvalutazione, che si presentano completamente scissi l'uno dall'altro.12 Il termine stesso, “borderline”, allude a un confine, un punto limite; la tipica incapacità di questi soggetti di integrare sia le esperienze distruttive che quelle generative negandosi e arrendendosi di fronte a ogni situazione fa sì che la persona borderline non metta mai in discussione se stessa in maniera sana, e questo continuo allontanamento dagli altri, con la conseguente incapacità di relazionarsi all'altro, costituisce l'impossibilità di creare legami forti e non simbiotici.

Si viene a creare una sorta di non misura nelle relazioni: i soggetti affetti da questa patologia infatti non saranno in grado di dare vita a dinamiche interpersonali pure e caratterizzate da una reciproca libertà, ma al contrario, stabiliranno rapporti connotati da morbosità e attaccamento patologico.

12 Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all'ansia, alla fragilità, alla

La manifestazione più comune del funzionamento borderline è una mente che tende a dare giudizi estremi sugli individui e sulla realtà che li circonda.

La mente che funziona a un livello borderline utilizza la scissione e giudica tutto buono o cattivo e ha difficoltà nel cogliere la gradazione di positività e negatività in una stessa persona o in uno stesso oggetto. La scissione è essenzialmente un meccanismo di difesa e quella più frequente consiste proprio nella divisione degli oggetti esterni in “completamente positivi” e “ completamente negativi”:

“ Nel mondo interno, quale si è costituito nell'infanzia, nella misura in cui le scissioni originarie non siano state superate, ci saranno fratelli e sorelle buoni e cattivi, al pari di genitori buoni e cattivi; essi saranno in seguito, con ogni probabilità, identificati con gli individui del proprio gruppo e con gli individui degli altri gruppi. Se invece queste scissioni siano state superate non sarà più possibile distinguere il buono dal cattivo semplicemente sulla base della vicinanza ma si tenderà ad amare o odiare le persone più per le qualità colte realisticamente in loro come individui che in base al gruppo cui accidentalmente appartengono. […]

Per poter amare e odiare unicamente sulla base dell'appartenenza al gruppo dovremmo aver smarrito la capacità di formarci raffigurazioni vere degli individui. ”13

A questo a volte si associa la concomitante possibilità di spostamenti totali e bruschi di un oggetto da un estremo a un altro, vale a dire di ribaltamenti improvvisi e completi di tutti i sentimenti e le idee riguardanti una certa persona.

“ Nella persona normale la capacità di integrare le rappresentazioni buone e cattive dell'oggetto aumenta gradualmente con l'età e raggiunge i massimi livelli nell'età adulta. […]. Le persone mature basano il loro equilibrio sulla consapevolezza profonda della propria e altrui imperfezione e guardano con sospetto, con ironia o con aperto compiacimento allo sviluppo di emozioni unilaterali. La tendenza a regredire verso posizioni più primitive tuttavia esiste sempre in situazioni di particolare tensione: nei passaggi evolutivi critici, nel momento del lutto e della perdita e degli entusiasmi basati sull'identificazione proiettiva con un'idea o con una persona […] ”.14

Inoltre il borderline e la pervasività del funzionamento di questa patologia può aumentare passando dall'occasionalità alla stabilità e alla perdita della capacità di riconoscere i contesti che circondano il soggetto.

La pervasività del comportamento borderline dipende in parte da una diversa suscettibilità degli individui all'attivazione del funzionamento borderline e in parte dallo sviluppo degli eventi che si determinano a livello del contesto che circonda il soggetto.

Sotto i sentimenti di insicurezza e di angoscia che presentano i soggetti con questa patologia si possono spesso individuare tendenze alla grandiosità e all'onnipotenza. Un esempio è dato dalla svalutazione degli oggetti esterni: se un oggetto non può fornire soddisfacimento viene abbandonato, ma sostanzialmente perché prima di tutto non è mai esistita una vera forma di amore nei suoi confronti.

Un'analisi attenta dei contesti in cui si sviluppa il comportamento borderline

permette di verificare che persone dotate fino a quel momento di un buon livello di equilibrio e di integrazione sfocino nella patologia solo per un insieme di contingenze sfavorevoli. Questo sta a significare che una patologia anche grave può verificarsi anche in persone capaci di funzionare in modo integrato e sano.

“ I pazienti con un'organizzazione della personalità caso al limite presentano sintomi che, in superficie, potrebbero sembrare tipicamente nevrotici. Ma i sintomi nevrotici e la patologia del carattere di questi pazienti hanno delle singolarità che fanno sospettare la presenza di una sottostante organizzazione della personalità caso al limite. […]

Questi pazienti tendono a presentare un'angoscia cronica, diffusa, libera, un sintomo che diventa particolarmente significativo qualora sia presente una varietà di altri sintomi o tratti patologici del carattere. L'angoscia ha perciò una capacità vincolante superiore rispetto agli altri sintomi e tratti del carattere. […]

Le fobie multiple, in particolare quelle relative al proprio corpo o al proprio aspetto sono significativi sintomi in questi pazienti; le fobie multiple, soprattutto quelle che implicano gravi inibizioni sociali e tendenze paranoidi, sono prove che fanno pensare a un'organizzazione della personalità caso al limite. ”15

CONCLUSIONI

In questo lavoro di tesi è stato esaminato il concetto di identità, il suo significato, la sua formazione e l'importanza che riveste nella vita di ogni soggetto.

L'identità è stata studiata in relazione all'alterità, funzionale alla costituzione dell'identità stessa, e per questo motivo è stato analizzato il rapporto che intercorre tra questi due concetti.

Nello specifico sono state approfondite le dinamiche relazionali che sussistono tra gli individui, seguendo alcuni filoni: quello relativo al rapporto tra un genitore (la madre in particolare) e il figlio, e quello relativo alla relazione di coppia.

E' stato evidenziato il problema dell'educazione e dell'apprendimento, le implicazioni e le conseguenze che a volte si verificano in questo processo che coinvolge individui più “forti” in quanto detentori del sapere, e individui che invece dipendono dalla loro autorità.

Infine è stato osservato cosa succede in alcuni tipi di relazione quando gli individui che ne fanno parte soffrono di alcune patologie di personalità, quali disturbi narcisistico, antisociale e borderline.

Nel primo capitolo abbiamo visto come si costruisce l'individualità, quanto sia importante l'alterità per questa strutturazione e cosa succede quando l'individuo si confronta con l'altro. Da questo incontro emergono le differenze che inevitabilmente esistono tra gli individui e in particolare abbiamo sottolineato quali possono essere le paure che scaturiscono da questa dinamica. Queste paure spesso portano a una stigmatizzazione dell'individuo che si ritiene essere diverso dal resto del gruppo sociale con la conseguente emarginazione dello stesso.

Abbiamo invece sottolineato quanto possa essere importante ipotizzare e costituire una società basata su fondamenti multiculturali, sulla comunicazione tra le diversità, e quanto queste differenze possano rafforzare il concetto stesso di identità.

Nel secondo capitolo abbiamo considerato il problema dell'apprendimento:

in questo iter infatti, che si origina tra genitori e figli, o tra insegnanti e allievi, o anche tra persone che non hanno apparentemente alcun legame tra loro, non di rado viene a crearsi una dipendenza dalla supremazia di colui che detiene il “potere” del sapere, e che quindi funge in questa dinamica da insegnante. Questi rapporti possono trasformarsi in vere e proprie relazioni di potere, e successivamente in stati di dominio, nei quali chi viene sottomesso entra in una condizione di minorità, per uscire dalla quale è necessaria l'acquisizione di un'autonomia e un'indipendenza intellettiva. Questo stato di minorità è caratterizzato dal limitato uso del proprio intelletto, che viene piuttosto plasmato e indirizzato. Venire fuori da questa condizione, rendersi dunque indipendenti, non risulta sempre facile e immediato, soprattutto perché nella gran parte dei casi la permanenza nella minorità viene vissuta come una condizione utile e vantaggiosa, poiché ci si astiene da qualunque decisione o presa di posizione.

Nel terzo capitolo abbiamo studiato più da vicino le relazioni tra individui: in particolare in questa sezione ci siamo occupati del rapporto di coppia tra uomo e donna e di come, dall'avere una relazione sana ed equilibrata, si può a volte sfociare in alcune patologie vere e proprie.

Nel quarto capitolo ci siamo dedicati al rapporto generazionale tra madre e figlio. Uno dei punti più importanti tra quelli esaminati è relativo all'attaccamento che il

bambino ha verso la figura genitoriale di riferimento nelle prime fasi della sua vita e quanto questo sia importante ai fini di una corretta crescita e di una sana relazionalità del figlio con il mondo esterno.

Nel quinto capitolo, infine, abbiamo esaminato le patologie ritenute più importanti e significative che possono sorgere nell'individuo e nelle sue relazioni.

Alcuni disturbi di personalità infatti, come quello narcisistico o come il borderline, possono compromettere anche le relazioni, specialmente quelle di coppia, nelle quali è inserito l'individuo che soffre di queste patologie.

Una sana identità relazionale è dunque il presupposto necessario affinché ci si rapporti alla realtà in maniera equilibrata ed è quindi fondamentale concepire la relazionalità come dimensione e modalità di esistenza essenziale per la vita dell'individuo.

Possiamo quindi concludere che l'identità in generale, fin dai primissimi momenti della sua esistenza, è intrinsecamente e inevitabilmente legata all'alterità, e anche se molto spesso nella vita dell'individuo accade di far parte di una relazionalità non sana o addirittura patologica, non si può mai prescindere da essa.

BIBLIOGRAFIA

Battacchi M. W., Vergogna e senso di colpa. In psicologia e nella letteratura, Cortina, Milano 2002.

Benasayag M., Del Rey A., Elogio del conflitto, Feltrinelli, Milano 2008.

Benjamin J., Legami d'amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose, Rosenberg & Sellier, Torino 1991.

Bodei R., Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri, Feltrinelli, Milano 2013.

Boncinelli E., Io sono, tu sei. L’identità e la differenza negli uomini e in natura, Mondadori, Milano 2004.

Borgna E., Come in uno specchio oscuramente, Feltrinelli, Milano 2007.

Borgna E., La dignità ferita, Feltrinelli, Milano 2013.

Calamari E., Soggetto, soggettività e relazione tra filosofia e psicologia in Amoroso L., Ferrarin A., La Rocca C., (a cura di) Critica della ragione e forme

dell'esperienza. Studi in onore di Massimo Barale, ETS, Pisa 2011.

Cambi F., Galanti M. A., Iacono A. M., Pfanner P., Apprendimento, autonomia,

complessità, ETS, Pisa 2007.

Cancrini L., L’oceano borderline. Racconti di viaggio, Cortina, Milano 2006.

Cesareo V. (a cura di), L'Altro. Identità, dialogo e conflitto nella società plurale, Vita e Pensiero, Milano 2004.

Cigoli V., Galimberti C., Mombelli M., Il legame disperante, Cortina, Milano 1989.

D'Alessio M. (a cura di), Il neonato. Aspetti psicologici dello sviluppo, Carocci, Roma 2001.

de La Boétie E., Discorso sulla servitù volontaria, La Rosa, Torino 1995.

Deleuze G., Guattari F., L’anti- Edipo. Capitalismo e schizofrenia, Einaudi, Torino 1975.

Diderot D., Jacques il fatalista, BUR, Milano 2008.

Di Profio L., Quando Clio incontra Psiche, Le Lettere, Firenze 2007.

Ehrenberg A., La fatica di essere se stessi. Depressione e società, Einaudi, Torino 1999.

Fabris A., Ferrucci F., Giomi E., Maddalena G., Monceri F., Schimada S.,

Immagini dell’altro. Identità e diversità a confronto, Lavoro, Roma 2006.

Fabris A., Senso e indifferenza. Un clusterbook di filosofia. ETS, Pisa 2007.

Fabris A., TeorEtica. Filosofia della relazione, Morcelliana, Brescia 2009.

Foucault M., Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1993.

Foucault M., Storia della sessualità. Vol. 1: La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano 2001.

Galanti M. A., Affetti ed empatia nella relazione educativa, Liguori, Napoli 2001.

Galanti M. A., Sofferenza psichica e pedagogica. Educare all’ansia, alla fragilità

e alla solitudine, Carrocci, Roma 2007.

Galanti M. A. (a cura di), In rapido volo con morbida voce. L’immaginazione

Galanti M. A., Smarrimenti del Sé. Educazione e perdita tra normalità e

patologia, ETS, Pisa 2012.

Golding W., Il signore delle mosche, Mondadori, Milano 1966.

Hegel G. W. F., IV. La verità della certezza di se stesso, in Fenomenologia dello

spirito, Bompiani, Milano 2000.

Iacono A. M., Autonomia, potere, minorità. Del sospetto, della paura, della

meraviglia, del guardare con altri occhi, Feltrinelli, Milano 2000.

Kant I., Che cos'è l'illuminismo?, Editori Riuniti, Roma 1991.

Kernberg O. F., Relazioni d'amore: normalità e patologia, Cortina, Milano 1995.

Kernberg O. F., Sindromi marginali e narcisismo patologico, Boringhieri, Torino 1978.

Malraux A., La condizione umana, Bompiani, Milano 2005.

Mariani A., Foucault: per una genealogia dell’educazione. Modello teorico e

dispositivi di governo, Liguori, Napoli 2000.

Marris P., Murray Parkes C., Stevenson - Hinde J. (a cura), L'attaccamento nel

ciclo della vita, Il pensiero scientifico, Roma 2000.

Monceri F., Interculturalità e comunicazione. Una prospettiva filosofica, Lavoro, Roma 2006.

Monceri F., Pensiero e presente. Sei concetti della filosofia, ETS, Pisa 2007.

Monceri F., Ordini costruiti. Multiculturalismo, complessità, istituzioni, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008.

Monceri F., Oltre l'identità sessuale. Teorie queer e corpi transgender, ETS, Pisa 2010.

Monceri F., Sguardi prospettici. La filosofia del film tra etnocentrismo e

interculturalità, Bulzoni, Roma 2010.

Money – Kyrle R. E., All'origine della nostra immagine del mondo, Armando, Roma 1971.

Orwell G., La fattoria degli animali, Mondadori, Milano 2001.

Rella F., Il mito dell'altro: Lacan, Deleuze, Foucault, Feltrinelli, Milano 1978.

Riva Crugnola C. (a cura di), La comunicazione affettiva tra il bambino e i suoi

partner, Cortina, Milano 1999.

Rossi B., L’educazione e i sentimenti. Prendersi cura di sé, prendersi cura degli

altri, Unicopli, Milano 2004.

Sironi F., Violenze collettive. Saggio di psicologia geopolitica clinica, Feltrinelli, Milano 2010.

Thoreau H. D., Walden o vita nei boschi, Editoriale Opportunity Book, Milano 1995.

Williams B., Vergogna e necessità, Il Mulino, Bologna 2007.