RELAZIONE DI COPPIA: UOMO – DONNA
3.1 Patologia nei rapporti di coppia
Non di rado le relazioni di amore tra un uomo e una donna possono sfociare in vere e proprie patologie: ad esempio in alcuni casi particolarmente gravi di personalità borderline, o in pazienti affetti da narcisismo o con tendenze antisociali e aggressività, può predominare una significativa assenza della capacità di piacere sessuale.
Molto spesso però la terapia psicoanalitica su questi pazienti non riesce a migliorare le loro difficoltà ma anzi, può contribuire a consolidare ancora di più le loro inibizioni sessuali introducendo meccanismi di rimozione.
“ L'integrazione di relazioni oggettuali interiorizzate primitive scisse, idealizzate e persecutorie, come parte e come conseguenza del trattamento psicoanalitico, può rendere loro possibile sviluppare una capacità di idealizzazione, di desiderare una relazione idealizzata che possa favorire il miglioramento della loro capacità di investimento e di impegno emotivo. Alla fine possono diventare capaci di stabilire una relazione d'amore impegnativa, ma di solito non mostrano alcuna capacità di amore passionale”.5
In pazienti che soffrono di questi disturbi le relazioni d'amore possono comprendere sia il desiderio sessuale sia l'idealizzazione dell'oggetto d'amore. L'idealizzazione primitiva che nasce nelle persone narcisiste rende l'attaccamento amoroso morboso; d'altra parte invece, quando l'oggetto idealizzato diventa un
oggetto persecutorio, le relazioni diventano improvvisamente deludenti e disastrose con la conseguente drastica rottura del rapporto.
Nei soggetti affetti da patologia borderline c'è un tipo primitivo di innamoramento caratterizzato dall'idealizzazione irrealistica dell'oggetto d'amore di cui non percepiscono nulla a livello profondo.
“ Le intense esperienze sessuali che idealizzano le relazioni intime possono venir usate per negare un'ambivalenza intollerabile e mantere la scissione delle relazioni oggettuali. Tale processo illustra quella che potremmo chiamare una edipizzazione precoce dei conflitti preedipici in molti pazienti con struttura di personalità borderline: storie d'amore gravemente nevrotiche ma intense oscurano la sottostante incapacità di tollerare l'ambivalenza ”.6
Molti pazienti con struttura narcisistica invece mostrano un' “idoneità” sessuale ben sviluppata senza però avere la capacità di un profondo investimento su un oggetto d'amore; molti di questi infatti non si sono mai innamorati. I pazienti che hanno intensi sentimenti di frustrazione e di impazienza quando gli oggetti sessuali desiderati non sono immediatamente disponibili possono sembrare innamorati ma in realtà non lo sono. La situazione si palesa poi nell'indifferenza che segue ogni loro conquista.
“ Le infatuazioni transitorie possono rappresentare l'inizio della capacità di innamorarsi ma con un'idealizzazione limitata all'ambito della sessualità della donna da conquistare. Ciò che però questi pazienti non sono in grado di 6 Kernberg O. F., Relazioni d'amore: normalità e patologia, cit., p. 77.
raggiungere è l'idealizzazione tipica dell'innamoramento: quando viene idealizzata sia la sessualità femminile che la donna come persona, e la gratitudine per il suo amore e la preoccupazione per lei come essere umano si evolvono nella capacità di creare una relazione più stabile con lei. Il senso di appagamento che accompagna l'innamoramento nella personalità narcisistica viene perduto: al massimo questi pazienti possono provare una fugace sensazione di soddisfazione per aver fatto una conquista ”.7
Una dinamica molto frequente nelle relazioni di coppia è legata all'identificazione proiettiva, ossia alla tendenza a proiettare una parte di sé sull'altra persona. Si stabilisce, così, un equilibrio inconscio, tramite il quale ciascuno dei partner diventa il necessario completamento dell'altro e tutto ciò tende a consolidare la relazione.
Questa dinamica, però, nasce come meccanismo di difesa, poiché la proiezione di se stessi nel partner ha origine dalla paura di perderlo e quindi si attua questo processo per possedere e fare proprio l'altro. Quest'identificazione può partire anche da un'angoscia provata dall'individuo che teme di rimanere solo e ciò che ne consegue è un'eccessiva proiezione: in questo caso, oltre all'incremento delle angosce si verifica anche un indebolimento e un impoverimento dell'Io, in seguito alla sensazione di perdita e di esaurimento di alcune parti del Sé.
A volte, questo tipo di processo, si può estendere anche ad altre persone e il risultato è quello di una forte dipendenza da “rappresentanti” esterni di alcune delle proprie parti: la conseguenza veramente grave è quella dell'insorgere della nuova paura che si sia persa la capacità di amare poiché si avverte che l'oggetto 7 Kernberg O. F., Relazioni d'amore: normalità e patologia, cit., p. 84.
d'amore è amato soprattutto in quanto rappresentante del Sé.
Dunque la base dell'identificazione proiettiva è quella secondo cui l'oggetto diventa un rappresentante dell'Io.
Infatti non si può immaginare un sentimento o una certa passione negli altri se non se ne è fatta prima un'esperienza a livello personale.
“ V'è una forma di proiezione difensiva la quale viene usata non semplicemente per alterare la nostra immagine di un'altra persona, ma anche per imporle di forza un certo ruolo. […] L'identificazione proiettiva può diventare anche una forma di manipolazione che può essere usata come difesa dall'ansia persecutoria. […]
La coazione a controllare e plasmare gli altri deve essere considerata una manifestazione di un elemento psicotico della personalità: tale coazione deriva infatti dalla sensazione che qualche costituente della raffigurazione psicotica del Sé non può rimanere all'interno senza pericolo. Può trattarsi di una parte “buona” compromessa da quelle cattive, o di una “cattiva” che minaccia le altre, la quale deve essere proiettata in un adatto “contenitore” esterno.
Non è sempre facile tracciare il confine tra l'uso normale e quello psicotico della identificazione proiettiva, specialmente se è una parte buona del Sé a essere proiettata. […]
Ad esempio una forma di identificazione proiettiva può essere quella che ha lo scopo di eliminare le parti depressive del Sé. Il senso di inferiorità, di essere disprezzati come inutili, deve essere derivato dalla sensazione inconscia di non avere buoni oggetti interni o alcuna capacità di amarli. A
ciò è spesso unita la sensazione di aver perduto le parti buone del Sé attraverso l'identificazione proiettiva. ” 8
8 Money – Kyrle R. E., All'origine della nostra immagine del mondo, Armando, Roma 1971, pp. 127 – 131.