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Divulgazione e Ricerca

Oltre agli aspetti cattedratici del suo essere geologo, Parona era ben conscio dell’impor-tanza di divulgare le conoscenze scientifiche ad un pubblico il più vasto possibile, come scrive nell’introduzione della seconda delle sue monografie sulla geologia del Piemonte (Parona, 1935a), mostrando la sua consueta modestia:

“Cresciuto alla scuola dello Stoppani e del Taramelli e, non avendomi le forze concesso di raggiungere i Maestri insigni, ho cercato di seguirli, sia pure da lontano, nell’esempio da loro dato tanto brillantemente di divulgare le nozioni di geologia anche ex cathedra, mezzo altrettanto utile ed efficace, per quanto più difficile”.

È compito di chi studia le scienze geologiche avvicinare le persone alle bellezze naturali, rendere comprensibile il chiaro legame tra la storia geologica ed il paesaggio, come scrive nel suo lavoro del 1922 (Fig. 8):

“L’essenza del paesaggio, comunque esso si presenti, è sempre fortemente geolo-gica. (…) Le bellezze naturali

voglio-no essere comprese ed apprezzate, non soltanto guardate ed ammirate: a questo fine, fra gli altri, mirano le Scienze Naturali. Ora, vorrei che le spiegazioni del geologo avessero la virtù di attirare lo sguardo e insieme l’attenzione dell’osservatore sui mo-numenti naturali e sui paesaggi (…) anche perché essi siano studiati ed interpretati nelle loro origini, nei loro elementi e fattori, oltre che nelle at-trattive del loro aspetto”.

Divulgatore e, allo stesso tempo, raffinato uomo di ricerca nel senso pieno del termine, come è sintetizza-to da un altro brano, tratsintetizza-to ancora dalla monografia sulla geologia del Piemonte:

“Le conquiste nel campo delle idee per incessanti ricerche, e le scoper-te nel campo dei fatti, sulla costitu-zione e struttura, sulle deformazioni, sulla storia della corteccia terrestre

nella mente degli studiosi il succedersi ed il sostituirsi di concetti, che sotto-posti a critica e selezione, con arresti nell’evolversi delle idee, deviazioni ed anche ritorni a visioni antiche, porta-rono a concezioni geologiche sempre più complesse, le quali, mentre han-no risolto molti problemi, altri nuovi ne hanno prospettati e proposti alla ginnastica dell’intelletto, dimostrando quanto la conquista del vero sia trop-po spesso lontana, contrariamente alle apparenze. Ma qui, stando nei limiti delle induzioni e deduzioni geolo-giche attendibili, perché appoggiate ai fatti, possiamo proporci di risponde-re, con convinzione d’essere nel vero, a parecchie domande, suggerite dalla contemplazione del panorama che ci sta dinnanzi”.

Il ricordo

Carlo Fabrizio Parona muore nel gen-naio del 1939 a Busto Arsizio, colpi-to da nefrite all’età di 84 anni, dopo aver trascorso, come ogni anno, le festività natalizie con la sua famiglia. Tra i ricordi di molti eminenti colleghi ed allievi dell’epoca scegliamo ancora una volta le parole di Federico Sacco (1939), puntuali ed allo stesso tempo sentite e commoventi:

“Mezzo secolo di vita scientifica quasi in comune (…) mi diedero modo di co-noscere profondamente e quindi apprezzare in pieno non solo l’acuto spirito scientifico di Carlo Fabrizio Parona, ma anche la nobiltà dell’animo suo, la spiccata integrità del suo carattere e la grande bontà del suo cuore. Ma la mia penna è incapace di scrivere degnamente di Lui (…). Schivo agli onori, che ebbe quindi meno di quanto egli meritas-se; di carattere non molto espansivo (come chi pensi più che non parli), ma gentile e servizievole cogli amici e colleghi; affabile, buono sempre, paterno, incoraggiante, vero continuo aiuto per gli allievi studiosi, che lo contraccambiarono con figliale affetto e con speciale venerazione, anche quando avevano lasciato l’Istituto, il quale era diventato quasi una spirituale famiglia geo-paleontologica. Quale fu lo scienziato, tale l’Uomo…: superiore”.

Fig. 8 - Copertina della monografia sulla geologia del Piemonte (Parona, 1922).

Riferimenti bibliografici

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SACCO F. (1930) - Carlo Fabrizio Parona. Accademia Reale delle Scienze di Torino, pp. 1-16.

SACCO F. (1939) - Carlo Fabrizio Parona. Accademia Reale delle Scienze di Torino, pp. 1-28.

LA COLLEZIONE DEI PLASTICI STORICI DEL SERVIZIO GEOLOGICO