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Quintino Sella, scienziato e promotore di scienza e di cultura

Cristallografo, Ingegnere Minerario e Geologo

Quintino Sella (Fig. 1) nasce a Valle Superiore di Mosso il 7 luglio 1827. A 20 anni, il 3 agosto 1847, si laurea in Ingegneria Idraulica all’Università di Torino. Nel 1847 il Ministro dei Lavori Pubblici, Luigi Des Ambrois, invia Sella e Felice Giordano all’École des Mines di Parigi, che era stata fondata nel 1783 per ordine del Re Luigi XVI.

Il 1848 per l’Italia è un anno im-portante: il 4 marzo Carlo Alber-to concede al Regno di Sardegna lo statuto (detto Albertino) e il 17 marzo, con l’insurrezione a Venezia, inizia la Prima Guerra d’Indipendenza. Nel febbraio Sel-la e Giordano assistono ai moti rivoluzionari contro Filippo d’Or-leans, in aprile rientrano in Italia con l’intenzione di partecipare alla guerra contro l’Austria e, in mag-gio, Sella si reca a Milano libera-ta dagli Austriaci. Ma il Ministro Des Ambrois li rimanda immedia-tamente a Parigi. Il 9 dicembre 1851 Quintino Sella è nominato

“élève brevété”.

Tra il 1850 e il 1852 Quintino Sel-la realizza esperienze di apprendi-stato in giro per l’Europa nelle of-ficine dell’Auvergne, nelle miniere di Pontgibaud, nella regione mine-raria dell’Hartz, in Sassonia e in

Inghilterra. Merita riportare cosa scrive alla madre Rosa da Clausthal (Hannover, Bassa Sassonia) nel dicembre 1851 10: “Non avrei mai creduto che lo studio della natura fosse

così allettevole”. Nel 1852 Sella, ritornato in Italia, fu nominato professore di geometria

pratica all’Università di Torino dal 1854 al 1861. I lavori scientifici di Quintino Sella si sviluppano nei campi della cristallografia teorica e di quella morfologica applicati non solo ai minerali ma anche alle sostanze inorganiche e organiche. Lasciò importanti contributi per la cristallografia matematica e per l’assonometria, come metodo di rap-presentazione dei cristalli.

Il 7 dicembre 1856 il Sella, a soli 29 anni, fu cooptato all’unanimità membro dell’Acca-demia delle Scienze di Torino e molti dei suoi lavori furono pubblicati nelle Memorie di questa associazione.

Fig.1- Quintino Sella in una fotografia del 1857 (per gentile concessione della Fondazione Sella).

Se si osservano gli appunti presi dal Sella con estrema minuzia e rigore durante le lezioni seguite all’Ècole des Mines ci si stupisce della precisione dei disegni dei cristalli. Questi disegni di-venteranno ancora più per-fetti nei suoi lavori scientifici (Fig. 2) e nelle dispense del-le del-lezioni di cristallografia. Il professor Germano Rigault nel suo intervento nella commemorazione di Quinti-no Sella, nel 1984, ricorda che Federico Millosevich 11 scriveva (Rigault, 1984, pag. 19): “Per l’esattezza

e la finezza del disegno dei cristalli e degli aggruppa-menti regolari dei cristalli spesso molto complicati e anche per la perfettissima riproduzione calcografica, le tavole delle memorie di Sel-la e del suo allievo

[Giovan-ni Strüver] 12 sono più che un’opera di disegno geome-trico quasi un’opera d’arte, tanto è il godimento che la loro vista procura all’inten-ditore”. A mio avviso, sta

proprio in questa sua capacità di vedere (e poi di rappresentare) tridimensionalmente i cristalli la chiave che ha permesso a Quintino Sella di dedurre formule dell’assonometria, come dice Rigault (Rigault, 1984, pag. 19): “ricavate direttamente in base a

considera-zioni geometriche, senza ricorrere alla trigonometria sferica.”

Ma l’interesse del Sella non si limitò alle formulazioni teoriche. La scienza, e quindi anche la matematica, perché siano utili devono avere anche applicazioni pratiche. Il suo spirito pragmatico e l’interesse per la divulgazione lo portarono a scrivere due volu-metti, uno sul regolo calcolatore e uno sul disegno assonometrico. Nel 1855 ottenne il brevetto per l’invenzione di una cernitrice elettro-magnetica per la separazione della

Fig.2 - Gli straordinari disegni di cristalli, da “Studi sulla mine-ralogia sarda”, in Memorie della Reale Accademia delle Scien-ze di Torino, serie II, XVII, Torino Stamperia Reale, 1858 (per gentile concessione della Fondazione Sella).

11 Il mineralogista Federico Millosevich (1875-1942) fu Presidente della Reale Accademia dei Lincei dal14 febbraio 1938 al 9 giugno 1939.

12 Il mineralogista Giovanni (Johann) Strüver (1842-1915) era nato a Brunswick, in Bassa Sassonia; fu chiamato a Torino da Quintino Sella per insegnare alla Scuola di Applicazione per Ingegneri.

magnetite dal minerale di rame (Fig. 3) 13. L’anno precedente Ernesto Ricardi di Netro, proprietario delle miniere di Traversella, aveva chiesto a Sella di costruire una macchina che permettesse di migliorare la qualità della produzione (separare la pirite ramosa dal minerale di ferro che ne abbassava il valore). Nel 1860 tre macchine furono costruite per la Miniera di Traversella, ciascuna di esse in grado di trattare 8 tonnellate di mate-riale al giorno. La cernitrice sarà premiata con medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Londra nel 1862 (n.d.c.: ved. Anche Gallo & Costa, e Ferraris in questo Volume). Il 27 febbraio 1856 fu nominato ingegnere di seconda classe nel Corpo Reale delle Miniere, incaricato del distretto di Torino e reggente del distretto di Cuneo, inizia così la sua lunga e proficua carriera presso questa importante istituzione del Regno. Nel dicembre 1860 fu nominato professore di cristallografia, presso la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, fondata l’anno precedente (Fig. 4). Nel 1859, in seguito alla legge Casti e su interessamento di Quintino Sella, l’Istituto Tecnico di Torino era stato trasformato in Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, sul modello dell’ École Polytechnique, e come sede fu scelto il Castello del Valentino. Nel 1906 dalla fusione della Scuola di Applicazione per Ingegneri con il R. Museo Industriale sorgerà, ad opera soprattutto del matematico Vito Volterra, il Politecnico di Torino. Nel 1861, quando Sel-la deve Sel-lasciare l’insegnamento per seguire gli impegni politici, il suo posto sarà preso da Bartolomeo Gastaldi 14.

Fig. 3 - La cernitrice elettro-magnetica per la separazione della magnetite dal minerale di rame brevettata da Quintino Sella (per gentile concessione della Fondazione Sella).

13 La cernitrice elettromagnetica è ora conservata presso il Centro Museo del Politecnico di Torino.

14 Bartolomeo Gastaldi (1818-1879) fu insigne geologo, paleontologo e mineralogista, anche se per volere del padre si era laureato in giurisprudenza. Fu fra i fondatori e il secondo Presidente del Club Alpino Italiano, a lui Quintino Sella aveva indirizzato la lettera “Una Salita al Monviso”, nella quale si auspica la nascita, anche in Italia, di un’associazione di alpinisti (v. più avanti). Fu fra i primi a sostenere la teoria di un’origine glaciale degli anfiteatri morenici del Piemonte.

Sella scienziato è cono-sciuto soprattutto come grande cristallografo e poi Ingegnere Minerario, ma si occupò anche di geologia. Secondo Alfonso Cossa 15 (Cossa, 1885, pag. 36): “Sella provò in parecchie

occasioni di essere oltre-ché negli studi mineralogi-ci, profondamente versato anche nella geologia.”

La stessa miscellanea di Quintino Sella 16, conser-vata presso la Biblioteca Civica di Biella, confer-ma il suo interesse per le scienze geologiche: sono presenti 56 volumi di geologia, più uno di pe-trografia, contenenti ben 1190 documenti; fra que-sti lavori di Andrew Ram-sey, Thomas Sterry Hunt, Jules Marcou (v. nota n. 6), William E. Logan, Ed-uard Suess, Roderick I. Murchison, James Dwight Dana. Per Sella era fonda-mentale un’integrazione di tutte le scienze, come fa notare anche Gian Batti-sta Vai (Vai, 2004, pag. 15): “É sorprendente il suo appello [nel discorso di apertura del 2° Congresso Internazionale di Geologia a Bologna] ai geologi di promuovere un

atteggiamento interdisciplinare della loro scienza verso tutte le scienze; e ai cultori di scienze biologiche e di scienze dei materiali di fidarsi delle soluzioni che la geologia po-teva trovare ai massimi problemi dell’umanità”.

É ragionevole ritenere che il Sella seguisse le teorie dell’”attualismo” propugnate da Charles Lyell. Purtroppo in questa sede non è possibile approfondire questo interes-Fig. 4 - La statua di Quintino Sella “mineralogista” (opera di

Cesare Reduzzi del 1894) nella sua collocazione originale nel cortile del Castello del Valentino, la Scuola di Applicazione per In-gegneri. Nel 1832 fu spostata all’interno del parco, ora è stato avviato un progetto per portare la statua davanti al castello (per gentile concessione della Fondazione Sella).

15 Il chimico Alfonso Cossa (1833-1902) fu presidente della Reale Accademia delle Scienze di Torino e fece parte del suo comitato geologico. Nel 1887 Cossa venne nominato direttore della Scuola di Applicazione per Ingegneri, carica che tenne fino alla morte, avvenuta a Torino il 23 ottobre 1902.

16 La Miscellanea Quintino Sella è stata donata dal figlio Corradino alla Biblioteca Civica di Biella nel 1906. È costituita da 680 volumi fatti rilegare da Quintino Sella. Sono divisi per argomento, 63 materie diverse, fra i quali: alpinismo (9 vol.), geologia (56 vol.), mineralogia (54 vol.), petrografia (1 vol.), ingegneria (76 vol.), miniere (21 vol.), chimica (11 vol.), zoologia (5 vol.), botanica (3 vol.), archeologia (13 vol.), per non citare quelli di economia, politica, letteratura, filosofia ecc..

sante argomento, mi limito pertanto a due segnalazioni che induco-no a sostenere questa tesi. Secondo Cossa che scrisse una memo-ria “Sulla vita ed i lavori

di Quintino Sella” le idee

del Gastaldi, deciso pro-pugnatore della teoria delle cause attuali nella interpretazione dei fe-nomeni geologici, hanno potuto farsi strada attra-verso le antiquate teorie della scuola del Beau-mont, soprattutto grazie all’autorevole sostegno del Sella (Cossa,1885, pag. 36). Citiamo poi un’osservazione fat-ta da Sella nel discorso di apertura del 2° Congresso Internazionale di Geologia (Sella, 1881, pag. 8): “Se noi consideriamo un

determinato punto della superficie della terra, c’è discontinuità tra i periodi durante i quali era sommerso sotto le acque o era emerso, tra i depositi accumulati dalla vio-lenza delle acque superficiali e quelli dovuti alle lenti azioni delle forze chimiche o della vita. Ma non s’intende negare la continuità dei processi sedimentari sulla superficie del globo preso nel suo insieme, e neppure la continuità dei processi biologici” 17. Qui,

come suggerisce Gian Battista Vai (Vai, 2004, pag. 15), Sella mostra anzi un

“sag-gio equilibrio tra le due correnti couvieriana e darwiniana della geologia”.

Durante il Congresso dei Naturalisti, or-ganizzato a Biella nel 1864, Quintino Sella presentò la bozza della “carta geologica in

grande scala del Biellese”, che aveva realizzato con la collaborazione di Bartolomeo

Gastaldi e di Giacinto Berruti. La carta sarà pubblicata (1867) come foglio 31 della Fig. 5 - Foglio 31 della "Carta geologica delle Alpi occidentali" di

B. Gastaldi, M. Baretti, C. Bruno, L. Bruno, H. Gerlach, Scala 1: 50.000 (1867-78), (Biblioteca ISPRA).

Fig. 6 - La sezione sottile di “melafiro” pre-sentata in occasione del Congresso dei Na-turalisti a Biella, 1864 (per gentile conces-sione della Fondazione Sella).

17 Sella era un grande estimatore di Charles Darwin che, nel 1875, farà nominare socio straniero dell’Accademia dei Lincei.

Carta Geologica delle Alpi Occidentali. Nella biblioteca ISPRA queste carte sono catalo-gate come “Carta geologica delle Alpi occidentali di B. Gastaldi, M. Baretti, C. Bruno,

L. Bruno, H. Gerlach, Scala 1: 50.000 (1867-78)” (Fig. 5). Esse furono presentate

dal Regio Ufficio Geologico all’Esposizione Universale di Parigi del 1878 e anche al 1° Congresso Internazionale di Geologia. Nella biblioteca ISPRA è conservato anche il fo-glio preparatorio alla stampa, acquerellato a mano, che, forse, potrebbe essere la bozza presentata dal Sella al congresso di Biella. Cossa, nella commemorazione di Quintino Sella all’Accademia dei Lincei, sottolinea l’importanza della carta presentata durante il Congresso (Cossa, 1885, pag. 36): “La quale fu per l’Italia il primo saggio di

un rilevo geologico eseguito su larga scala”. E aggiunge: “L’autore [si riferisce al Sella] seppe coraggiosamente correggere o distruggere quello di esagerato o di falso trovava-si nelle ricerche anteriori del Sismonda; e seppe pure superare molte delle gravistrovava-sime difficoltà che presentava l’interpretazione delle condizioni geologiche del Biellese, dove com’è noto trovasi riunite le più svariate rocce cristalline”.

Sella si interessò anche alla petrografia e studiò la “dicca di melafiro” 18 (Fig. 6), un filone di trachiandesiti (associate alla linea tettonica del Canavese), che affiora da Graglia al Bocchetto Sessera per circa 24 km. Melafiro, un nome insolito, è ormai un termine obsoleto; veniva a volte utilizzato per indicare le porfiriti più antiche, o, semplicemente, per distinguerlo dal porfido rosso. Le trachiandesiti del Canavese sono, infatti, caratte-rizzate da una pasta di fondo di colore quasi nero (in greco μέλoς, nero). Per studiare le rocce del Biellese Sella si avvalse del microscopio polarizzatore che era stato inventato, nel 1830, dal fisico scozzese William Nicol (1770-1851). Quando il Generale Alberto Ferrero della Marmora morì nel 1863, il Sella, per ricordare la sua figura non solo di esperto militare ma anche di grande uomo di scienza, volle che tre grandi lastre di “melafiro” fossero poste accanto al busto di marmo bianco, nella cripta della Basilica di San Sebastiano, in Biella, dove La Marmora fu sepolto.

Quintino Sella uomo di Stato, non più scienziato, ma promotore di