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64 Per Valeria il suo lavoro in ufficio è un punto di forza, un motivo d’orgoglio. Non la pensa allo stesso modo la madre che, al contrario, lo concepisce come segno di declassamento e svalutazione di sé. Anche il marito e i figli non nutrono molta considerazione per la mansione che la donna esercita, ma lei, invece, ama il lavoro che svolge, poiché la fa sentire appagata: «Nessuno considera ciò che faccio né le mie responsabilità; sembra che ogni giorno io esca a ore fisse per capriccio e ogni volta che porto a casa lo stipendio, alla fine del mese, è come se avessi vinto alla lotteria»28.

Una donna fatica a farsi strada nel mondo del lavoro, e ancor più una donna dell’età di Valeria, poiché porta dentro di sé la lotta tra la parte di sé che sente di dover essere una moglie e una madre tradizionale, come la generazione precedente le ha indicato quale modo giusto di realizzare il proprio essere donna, e la parte di sé che vorrebbe, invece, essere indipendente, scegliere da sola ciò che è meglio per sé; superare questo conflitto costa. Il lavoro fuori casa è visto dalla società dell’epoca al pari di un “vizio” che va nascosto. L’ordine patriarcale non riconosce il desiderio femminile, nemmeno se si tratta di essere autonomi potendo provvedere da sé ai propri bisogni economici: anche il lavoro è accettabile solo se inteso come strumento per arrivare ad altro, come necessità per contribuire ad affrontare le spese domestiche o per mantenere i figli. Il lavoro esterno permette alla donna di staccare dagli impegni domestici e di poter essere se stessa.

Scrivendo il diario, Valeria ha la possibilità di analizzare la propria vita in modo più dettagliato rispetto a quanto facesse precedentemente, poiché ora nulla viene dimenticato e riesce a cogliere aspetti che prima non aveva notato, come le attenzioni che le rivolge il datore di lavoro Guido. Con lui la donna inizierà una relazione, favorita dall’atteggiamento dell’uomo nei suoi confronti: Guido dimostra di considerarla e apprezzarla per quello che è, di essere attratto da lei e ciò la fa sentire di nuovo una donna piacente, capace di destare desiderio negli uomini. Con il rafforzarsi della loro relazione, però, Valeria fatica a mantenere la serietà che la contraddistingueva precedentemente in ufficio, come si nota dai suoi ritardi che diventano frequenti. Il rapporto che prima legava la donna a Guido era basato unicamente sul lavoro, mentre adesso che l’attrazione reciproca è dichiarata, la protagonista non si vede più attraverso gli occhi del direttore quale aveva sempre desiderato essere, ma si percepisce attraverso lo sguardo della società con il quale i due devono fare i conti nel

65 momento in cui escono insieme dall’ambiente lavorativo sterile, che aiutava a mantenere un certo distacco, che permetteva alla donna di non sentirsi in colpa. Al contrario, confrontandosi con la gente, la compagnia del potenziale amante fa sentire Valeria “sporca”.

Nel momento in cui per lei viene meno l’alternativa al luogo familiare domestico costituita dal lavoro e dall’ufficio, allora la protagonista evade in fantasie di rapidi adulteri. Dopo questo fugace distacco dalla realtà, realizza che le mura domestiche, con l’ipocrisia che si perpetua al loro interno, proteggono dall’altro se stessi e dallo sguardo della società e opterà per questa soluzione.

La finestra, luogo liminare per eccellenza per De Céspedes, importante anche in molti altri romanzi, per citarne un paio Nessuno torna indietro e Dalla parte di lei, è un elemento ricorrente anche in Quaderno proibito dove simboleggia la rottura con l’ambiente claustrofobico delle mura familiari, l’evasione dal mondo domestico inteso come prigione, non soltanto per Valeria, ma anche per Michele.

Per la protagonista, un altro elemento che la fa evadere dal chiuso ambiente domestico è lo specchio, in cui si vede ancora giovane e bella, e lo sguardo di Guido che la avvolge, la guarda come si fa nei confronti di una donna attraente, sensuale, facendole maturare la speranza della possibilità di una vita diversa. Il direttore riesce a scorgere Valeria secondo l’immagine ideale che di se stessa ha la protagonista, la quale si vede affascinante, ringiovanita grazie alla nuova energia che le trasmette la consapevolezza di essere desiderata da un uomo, ma, allo stesso tempo, cerca di convincersi che i motivi che spingono lei verso il direttore sono il potere sociale ed economico di quest’ultimo, non attrazione e ammirazione per lui come persona. Valeria percepisce la differenza tra loro ogniqualvolta la coppia si confronta con l’ambiente esterno, mentre al lavoro i due sono sullo stesso piano, ovvero lavoratori con i loro compiti specifici. Affermando che Guido è soltanto un uomo ricco, Valeria dimostra di far suo il punto di vista della società che spiegherebbe la loro relazione con la posizione di lui, basandola quindi unicamente sul denaro, la posizione economica, la convenienza.

L’ambiente esterno, opposto a quello interno delle mura domestiche, è costituito, per Valeria, dalla strada e dall’ufficio. Le piace passeggiare per le vie della città, le trasmette la sensazione di essere ancora giovane e libera. Quando lo fa, però, prova un sentimento colpevole, teme che la gente possa pensare che quello che passa svagandosi sia tempo

66 sottratto alla cura della famiglia e della casa: perciò Valeria accomuna la sensazione che le dà il quaderno a quella che le trasmette la strada, ovvero un mix di attrazione e sgomento.