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ECONOMIA CIRCOLARE, IMPRESE, INNOVAZIONE E BIOECONOMIA BIOECONOMIA

In questo capitolo viene proposta una raccolta di progetti attuati tramite le SSLTP dei GAL al fine di sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria locale e della bioeconomia4 e favorire la diffusione di pratiche di economia circolare e l’introduzione di innovazioni nei contesti aziendali (di seguito “progetti a.1”).

Si tratta di temi centrali per lo sviluppo locale, tanto che l’ambito tematico “sviluppo e innovazione delle filiere (agroalimentari, artigianali, ecc.)”, insieme a quello relativo al “turismo sostenibile”, è quello maggiormente attivato nelle SSLTP dei GAL (grafico 7).

Grafico 7 - Ambiti tematici Leader 2014-2020 attivati nelle SSLTP dei GAL

Fonte: Rete Rurale Nazionale, 20215

4 Per bioeconomia si intende un’economia basata sull’utilizzo sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi, quali alimenti, mangimi, bioprodotti e bioenergia. Cfr. European Commission (2012b), Commission staff working document accompanying the document “Communication on Innovating for Sustainable Growth: a Bioeconomy for Europe”, Brussels; Romano D. (2013). La bioeconomia: un nuovo modello di sviluppo, Agriregionieuropa anno 9 n°32, Mar 2013 p. 59.

5 Muscas F., Reda E., Ricciardi G. (2021). Opzioni semplificate in materia di costi nel LEADER 2014-2020. Analisi, riflessioni e proposte, Rete Rurale Nazionale 2014-2020 - Rete Leader, ISBN 9788833851310, pagg. 15-16.

28 Tra le misure del PSR collegate a questo ambito tematico e più attivate dai GAL italiani, si annovera innanzitutto la misura 6 che, prevista dall’83% dei GAL, mira a sostenere lo sviluppo di aziende agricole e imprese extra agricole. Segue, poi, la misura 16, inserita nel 70% delle SSLTP, che mira a favorire, tramite le sue 10 sottomisure, la creazione di gruppi di cooperazione, poli e reti tra operatori del settore primario e tra i diversi operatori delle filiere e dello sviluppo locale (strutture di ricerca, organismi professionali, organizzazioni interprofessionali, consulenti, ecc.), potenziando il ruolo esercitato dalle imprese nelle attività progettuali. Gli scopi di questi interventi sono molteplici e vanno dalla co-creazione di conoscenza all’introduzione di innovazioni interattive nel contesto aziendale e interaziendale, dall’incremento del valore aggiunto delle produzioni al raggiungimento di economie di scala, ecc. Alcuni progetti presenti in questo capitolo afferiscono, poi, anche alla misura 4 che, attivata anch’essa dal 70% dei GAL, sostiene ad esempio investimenti in immobilizzazioni materiali nelle aziende agricole o a favore della trasformazione, commercializzazione e/o sviluppo di prodotti agricoli (Rete Rurale Nazionale, 20216).

Alcuni dei progetti rilevati, inoltre, hanno sperimentato anche pratiche di economia circolare per un uso efficiente delle risorse, mettendosi così in linea con una delle priorità della strategia Horizon 2020 e anche dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. All’economia circolare, infatti, viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella tutela dell’ambiente e nella ripresa economica (cfr. Green Deal Europeo). La Commissione Europea, tra l’altro, nel Piano di azione per l’economia circolare sottolinea la necessità di abbattere le emissioni di gas serra recuperando i gap di circolarità esistenti relativi alla riduzione e all'allungamento dell’utilizzo delle risorse, all’utilizzo di materie prime rigenerative (come l’energia e i materiali rinnovabili) e al riutilizzo delle risorse, mediante il riciclo dei rifiuti e il reimpiego delle materie prime seconde7. Per ciascuno di questi quattro pilastri della transizione a un’economia circolare, i GAL possono fare molto, continuando a sviluppare interventi a breve e medio termine, capaci di sfruttare le tecnologie e le modalità operative e gestionali disponibili. Riguardo a questo specifico tema, tra l’altro, un aiuto può venire ai GAL anche dal fatto che l’Italia, secondo i dati del “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021”, si conferma per il terzo anno consecutivo al primo posto in Europa per indice complessivo di circolarità. L’indice, calcolato sul grado di uso efficiente delle risorse, sull’utilizzo di materie prime seconde e sull’innovazione nelle categorie produzione, consumo e gestione rifiuti, mette in evidenza l’esistenza di un tessuto sociale già molto sensibile al tema, che però va supportato e stimolato ancora. Il Rapporto, infatti, mette in evidenza anche come l’indice dell’Italia, ultima per numero di brevetti,

6 Ibidem, pagg. 17-22.

7 Le materie prime seconde, conosciute anche come MPS, consistono in materiale di scarto della lavorazione delle materie prime oppure da materiali derivati dal riciclo che possono essere immesse di nuovo nel sistema economico come nuove materie prime.

29 si sia comunque assestato a 79, contrariamente a quanto accade per quello di altri Paesi europei che si mostra in crescita.

I progetti presentati in questo primo capitolo si propongono soprattutto di incrementare il benessere economico (56%), mediante l’attenuazione degli effetti della congiuntura economica, l’introduzione di innovazioni e il rafforzamento della competitività delle imprese e del territorio. Un’attenzione particolare viene rivolta anche al miglioramento del benessere sociale nelle aree rurali (21%), perseguito con interventi che intendono rendere più attrattivo il territorio per categorie specifiche di soggetti e favorire processi di innovazione sociale, e alla riduzione della vulnerabilità ambientale (13%), con interventi che cercano soprattutto di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e favorire la gestione attiva delle risorse abbandonate/sottoutilizzate.

Come anticipato, i progetti Leader generalmente sviluppano più temi in modo integrato; così accade per la maggior parte (67%) dei progetti che sostiene lo sviluppo e la competitività delle imprese, la bioeconomia e la circolarità dei processi produttivi. Lo sviluppo di queste tematiche viene integrato soprattutto con il sostegno allo sviluppo delle filiere (ad esempio, filiera legno-energia in Abruzzo e in Piemonte, filiera vitivinicola in Toscana) e delle produzioni agroalimentari tipiche dei diversi contesti territoriali di competenza dei GAL (ad esempio, erbe officinali autoctone per il GAL Carso; la Nocciola di Giffoni IGP per il GAL Colline Salernitane) o con la valorizzazione del paesaggio, delle risorse naturali e dei servizi ecosistemici (ad esempio, rimettendo in equilibrio il paesaggio montano mediante una gestione attiva e ad economia positiva di zone boscate in abbandono, valorizzando la filiera boschiva e dei prodotti non legnosi del bosco tramite un sistema di certificazione e un’azione mirata di marketing, trasformando materiali legnosi con valore scarso o nullo in prodotti ad alto valore aggiunto, investendo su tecnologie attente alla sostenibilità ambientale delle attività imprenditoriali).

Dal punto di vista metodologico, i “progetti a.1” si caratterizzano soprattutto per avere previsto e realizzato estese attività di animazione territoriale, in modo da riuscire a coinvolgere il maggior numero di operatori locali di una medesima filiera o sistema territoriale e stimolare la nascita e/o il rafforzamento delle filiere e la condivisione di adeguate strategie di sviluppo e innovazione.

I beneficiari dei “progetti a.1” riflettono le categorie di beneficiari previste nelle corrispondenti schede di misura dei PSR 2014-2020 attivate dai GAL tramite la sottomisura 19.2. Pertanto, il 77% dei “progetti a.1”

annovera tra i propri beneficiari le imprese locali, che in alcuni casi sono extra-agricole di nuova costituzione. Seguono, per rilevanza numerica, gli Enti pubblici locali e le associazioni agricole.

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Questo primo gruppo di progetti prevede interventi che interessano, anche contestualmente, diverse categorie di destinatari. Il 56,7% dei “progetti a.1” ha come destinatari gli imprenditori e gli addetti del settore agricolo, forestale e agroindustriale, e nel 16,7% di questi progetti i destinatari sono in modo specifico imprenditori agricoli. Altra categoria di destinatari che beneficia di una percentuale significativa dei progetti in esame (30%) è costituita da reti di imprese e/o di attori locali. Seguono anche i soggetti beneficiari di iniziative di start-up nelle zone rurali.

31 1.1. BOSCO AMICO. Progetto pilota per la realizzazione di punti raccolta, logistica e gestione delle produzioni bosco/legna

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