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3.1 Economic Hedging e Accounting Hedging

Come anticipato in precedenza, la principale componente oggetto della disciplina dell’Hedge

Accounting è la relazione esistente tra uno strumento coperto e il suo strumento di copertura.

Le imprese, attraverso le attività di risk management, hanno acuito la loro attenzione nel ridurre l’esposizione ai rischi economici non ricercati, cercando di compensarli internamente o trasferendoli a soggetti terzi specializzati106.

Esistono molteplici possibilità per le imprese di coprirsi da rischi non desiderati, a seconda del tipo di rischio che si intende coprire. Nel caso ad esempio di rischi non finanziari sarà possibile coprirsi attraverso polizze assicurative, come effettuato generalmente dalle imprese per coprirsi dal rischio dei furti nei punti vendita.

Anche nel caso si tratti di rischi finanziari sarà possibile adottare strategie diverse di copertura del rischio; un esempio è la copertura del rischio di cambio, a cui può essere soggetta una società multinazionale o anche solo una società che intrattenga frequenti rapporti economici in valuta estera. In questo caso il rischio che viene più spesso evidenziato è che i flussi finanziari positivi derivanti da incassi in valuta non siano in grado di coprire le passività ad esso associate in valuta domestica. Frequente infatti è il caso dell’impresa che si indebita in valuta domestica per effettuare investimenti al fine di produrre beni destinati all’esportazione107. Qualora infatti ci siano significativi mutamenti del tasso di cambio tra la valuta in cui è stato effettuato l’indebitamento e quella in cui dovrebbero avvenire gli incassi, potrebbe venire a determinarsi il mancato raggiungimento del flusso previsto. Nel caso in cui la suddetta impresa venda principalmente in un solo mercato estero (o in pochi) una soluzione potrebbe essere quella di indebitarsi nella stessa valuta in cui poi ci si attende il ritorno dei flussi attraverso gli incassi108.

In questo caso, qualora si riuscisse ad ottenere un perfetto allineamento tra flussi in entrata (provenienti dalle vendite in valuta) e flussi in uscita (relativi al rimborso del debito in valuta), il

106 Dezzani F., Biancone P., Busso D., IAS/IFRS, IPSOA, 2010, pp. 1957. 107

Si veda a questo proposito ad esempio Salvatore Ferragamo, Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2012, Rischio di cambio, pag. 83.

35 rischio di tasso di cambio sarebbe notevolmente109 mitigato; ciò, però, potrebbe non risultare così immediato nel caso in cui l’impresa effettui vendite in molteplici valute, oppure nel caso che non sia in grado di determinare con congruo anticipo quale sia la proporzione di vendite destinate all’esportazione rispetto a quella destinata al mercato domestico, oppure infine che non si riesca ad ottenere finanziamenti in valuta da istituzioni estere alle stesse condizioni a cui si sarebbero ottenuti finanziamenti in valuta locale da finanziatori locali110.

Questo perché bisognerebbe avere la possibilità e la capacità previsionale di determinare con ragionevole certezza quali siano le proporzioni di vendita nei vari mercati esteri, in modo tale da suddividere la richiesta di finanziamento in valuta nelle singole valute in cui ci si aspetta il ritorno dei flussi. Come è possibile immaginare, tale previsione risulta, però, essere di difficile realizzazione con mercati non consolidati e soggetti ad espansioni o contrazioni economiche considerevoli, come ad esempio quelle avvenute nell’ultimo quinquennio111.

Una soluzione più frequentemente utilizzata112 è quella dell’utilizzo di operazioni copertura finanziaria (economic hedging), che consistono nell’adoperarsi per ridurre (trasferire) un rischio non desiderato dall’impresa ad altri soggetti specializzati nella gestione di questi rischi113. Tale trasferimento avviene generalmente attraverso la stipula di contratti, per lo più derivati, che vadano a coprire i singoli rischi, e che possono essere più114 agevolmente reperiti nel mercato o attraverso gli intermediari finanziari con cui l’entità ha rapporti commerciali115. I vantaggi dell’utilizzo degli strumenti finanziari derivati rispetto alla ricerca del matching tra flussi attivi e flussi passivi sono una maggiore snellezza, la possibilità di effettuare la copertura

109

Non sarebbe del tutto estinto poiché esistono ulteriori questioni relative alla relativa variazione costi da sostenere in valuta locale rispetto al budget preventivato in valuta estera, e anche in relazione alla diversa convenienza economica che avrebbe l’acquirente nell’effettuare l’operazione, riperquotendosi quindi nella stima dei ricavi ottenibili dall’operazione.

110

Ci si riferisce in questo caso all’argomentazione del “vantaggio comparato”, argomentazione utilizzata da molteplici autori per spiegare la diffusione degli strumenti swap attraverso l’analisi dei vantaggi ad essi associati. In questo si fa riferimento alla possibilità che due entità operanti in valuta diversa siano in grado di indebitarsi ciascuna nella propria valuta a condizioni relativamente più favorevoli rispetto a quelle che avrebbe ottenuto l’altra entità dovendosi rivolgere ad un mercato estero. Le due entità poi potrebbero ottenere il flusso finanziario nella valuta desiderata effettuando uno swap che consenta a ciascuna di godere anche del relativo vantaggio ottenuto nel rivolgersi al mercato locale per il prestito iniziale.

111 Con riferimento alla crisi finanziaria del 2009 si riscontra un significativo incremento dell’imprevedibilità associata anche a mercati consolidati come quelli europei; In questi paesi l’introduzione dell’elemento “rischio paese” ha reso molto più complesse le previsioni di vendita di certi tipi di prodotti, in particolare quelli considerati nella categoria degli investimenti quali immobili e autovetture.

112

Panaretou, A., Shackleton M., Taylor P., (2013), “Corporate Risk Management and Hedge Accounting”, Contemporary Accounting Research, Vol. 30, N.1, pp. 116 – 139.

113

Dezzani F., Biancone P., Busso D., IAS/IFRS, IPSOA, 2010, pp. 1960. 114

Ramirez J., (2007), “Accounting for derivatives”, Wiley, pag. 411.

36 anche in un momento successivo alla definizione del piano di business relativo all’operazione, e la possibilità di ottenere copertura per solo alcuni specifici rischi, senza dover forzatamente assumerne degli altri116.

Per conciliare la necessità di una coerente rappresentazione a bilancio di questo tipo di

economic hedging, con la necessità di avere una disciplina non suscettibile al rischio dei

possibili abusi individuati nel capitolo precedente, sono stati posti alcuni criteri per far sì che questi rapporti di economic hedging possano qualificarsi per operazioni di accounting hedging, e poter, quindi, usufruire delle regole previste dalla disciplina dell’hedge accounting117.

Tale disciplina, come già accennato, consiste nella previsione di una serie di regole che consentano l’iscrizione delle variazioni di valore di strumento coperto e strumento di copertura per quanto più possibile nel medesimo esercizio, al fine di ridurre al minimo i disallineanti che altrimenti si verrebbero a registrare118.

L’allineamento ricercato avviene attraverso due metodi, principalmente a seconda che l’elemento coperto sia o meno rilevato in contabilità e che le sue variazioni siano o meno rilevate a conto economico.

Il primo metodo119 prevede la possibilità di iscrivere a conto economico ad ogni esercizio sia le variazioni di fair value dello strumento di copertura, che le variazioni di fair value di strumenti coperti che altrimenti avrebbero visto rilevare tali variazioni solo in occasione della successiva vendita o svalutazione.

Il secondo metodo prevede la registrazione delle variazioni di fair value dello strumento di copertura a patrimonio netto, insieme alle variazioni dello strumento coperto che non possano essere registrate a conto economico120. Quest’ultimo metodo si applica in particolare ai casi in cui le variazioni di fair value dello strumento di copertura avrebbero altrimenti dovuto essere

116

L’effettuazione di un finanziamento in valuta deve necessariamente richiedere, oltre alla valutazione del rischio di cambio, anche la valutazione del rischio di tasso d’interesse relativo al paese in cui viene richiesto il finanziamento, e il cosiddetto “rischio paese” stesso, che nel contesto europeo odierno ha assunto notevoli proporzioni. Tali rischi, anche se strettamente correlati al rischio di cambio, devono essere comunque valutati singolarmente perché possono portare a conseguenze diverse significativamente diverse per l’impresa: una banca di un paese in difficoltà potrà più facilmente richiedere il rientro dal fido o la restituzione di un finanziamento, cosa che invece non andrebbe ad incidere su una operazione svolta attraverso un derivato di copertura del tasso di cambio.

117

Ramirez J., (2007), “Accounting for derivatives”, Wiley, pag. 411. 118

Scott D., Terblanche S., Van Greuning H., (2010), “International Financial Reporting Standards, a practical guide”, sesta edizione, Pag. 202.

119

Si veda più avanti nella trattazione il paragrafo “3.6 - Fair Value Hedge”. 120

Si vedano più avanti nella trattazione i paragrafi “3.7 - Cash Flow Hedge” e “3.8 - Hedge on a net investment in a foreign entity”.

37 rilevate a conto economico ad ogni periodo, senza che altrettanto sia richiesto per le variazioni dello strumento coperto.

Questo secondo metodo prevede l’iscrizione delle variazioni dello strumento coperto nel prospetto other comprehensive income, che, come previsto dall’IAS 1121, deve includere anche la parte efficace degli utili e delle perdite intervenute negli strumenti di copertura in una relazione di cash flow hedge. Tale parte è ricompresa nelle voci che influiscono nel patrimonio netto ma che non rientrano in quelle considerate per la determinazione del reddito d’esercizio122.

E’ da evidenziare che i requisiti richiesti dalla normativa dell’hedge accounting sono stati più volte definiti come molto stringenti, ma che esistono anche alternative alla sua applicazione, cioè l’utilizzo della fair value option123, oppure la rappresentazione degli strumenti utilizzando i criteri previsti dai rispettivi principi, tollerando quindi eventuali differenze contabili124 che ne dovessero discendere125.

Per i soggetti invece che su base volontaria126 decidono di utilizzare la disciplina dell’hedge

accounting sono previsti requisiti in termini di efficacia della relazione di copertura, di

documentazione da produrre, e di caratteristiche che debbano avere gli strumenti per poter essere designati come strumenti coperti o di copertura.